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RACCONTI A SFONDO BIBLICO...
I CHERUBINI ALLA PORTA DELL'EDEN
di Alessandro Conti Puorger
I Cherubini come tracce per ritrovare il Paradiso. è praticamente il prosieguo di "Il Giardino dell’Eden"
LA PARABOLA DEL PARADISO TERRESTRE
A sostegno della tesi che l’autore del Genesi pensava il giardino dell’Eden, del Capitolo 2 del Genesi, localizzato nella valle del Giordano, nella depressione dov’è il Mar Morto fino al Mar Rosso, propongo di seguire nell’A.T. alcuni dei segni dei Cherubini che sempre si trovano vicino ad acque e/o a fiumi che uscivano dal giardino (Vedi "Il Giardino dell’Eden").
Ora, in quel Capitolo del Genesi è detto "Il Signore Dio prese l'uomo e lo pose nel giardino dell'Eden perché lo coltivasse e lo custodisse" (Gen. 2,15); quindi lo crea e gli dà un ruolo non per necessità ma per atto d’amore.
Secondo l'autore del Genesi è nella volontà di Dio trattenersi, nascondersi, per lasciare l’uomo libero.
È simile ad un principe che viaggia senza sfarzo e senza segni dì potere pur se i modi fanno trasparire i tratti d’un re per trovare una fanciulla che non l’ami per interesse e trovatala l’educherà e la farà regina.
Il giardino terrestre è così splendido che anche con gli occhi della ragione si vede che Lui qui è presente con i doni della vita e della sapienza, da Colui che è, prorompe infatti l'albero della vita e della conoscenza.
Fuori da quel giardino dell’Eden la vita vegetale ed animale non è ancora esplosa, anche se la Terra ha già la capacità intrinseca per lasciare spazio all'iniziativa dell'uomo; ciò nasconde la Sua pedagogia.
La situazione è quella d’un artigiano che per far subentrare il figlio nel lavoro l’istruisce e per non scoraggiare l’apprendista fa vedere opere semplici per passare poi ad opere più complesse e lo lascia da solo sempre più a lungo per non soffocarlo; ma il figlio, avuti i primi rudimenti pur vivendo con questo padre discreto, diviene insofferente. Disegno del padre è portarlo alle vette dell’arte, ma lui s’accontenta di quello che è venuto a conoscere imitando il padre nei primi lavori.
Per tornare al parallelo del giardino, Dio pone a disposizione dell'uomo piante ed animali e gli da un’aiuto a lui complementare, la donna; il disegno di Dio è che arrivi ad essere come Lui, e da essere vivente, recipiente che deve essere riempito di vita, divenga capace di dare la vita, ma interviene la cacciata per una trasgressione, frutto cattivo della libera scelta dell'uomo che segue la propria volontà mossa dal maligno.
L'uomo e la donna, infatti, montatisi la testa scelgono d’essere autonomi palesando l'orgoglio ed il volere essere primo, non accettando il ruolo di creatura.
Daltronde il padre non voleva un automa ed allora doveva pur lasciare la possibilità di scegliere il contrario, cioè la non esistenza.
Per tornare all'esempio del padre artigiano, è come se il padre dicesse al figlio: "allora apri bottega per tuo conto e fai con le tue mani"; ed attorno a questo giardino c'è tanta terra incolta da coltivare e così "Il Signore Dio lo scacciò dal giardino di Eden, perché lavorasse il suolo da dove era stato tratto" (Gen. 3,23).
È la storia dei figli orgogliosi che rimpiangono dopo quanto non hanno saputo apprezzare e cominciano i dolori e sofferenze, tutto era facile con il padre; infatti: "Con il sudore del tuo volto mangerai il pane" (Gen. 3,19).
Fuori del giardino è tutto difficile e l'uomo riconoscerà prima o poi che tutto andava bene non per il proprio merito, era il padre che provvedeva all’acqua, infatti: "nessuno lavorava il suolo e faceva salire dalla terra l'acqua dei canali per irrigare tutto il suolo" (Gen. 2,5b.6a).
Il padre in cuor suo si diceva: "vedrai che torna!". Come la parabola del "figliol prodigo" nel vangelo di Luca, ove il padre attende che in cuor suo il figlio si dica: "Padre ho peccato contro il cielo e contro di te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio, trattami come uno dei tuoi garzoni" (Lc. 15,18b.19) perché sa che dopo "Partì e si incamminò verso suo padre" (Lc 15,20).
Intanto, nel parallelo con la bottega, il padre in mancanza del figlio vi pone i garzoni in attesa che il figlio ritorni; infatti, Dio: "pose ad oriente del giardino di Eden i Cherubini e la fiamma della spada folgorante, per custodire la via dell'albero della vita" (Gen. 3,24).
Per contro, questi Cherubini sono una traccia d’aiuto lasciata da Dio per ritrovare "il sacro", la via all'albero della vita, segno visibile per chi Lo cerca, che annuncia la presenza di Dio e degli ultimi tempi.
Di certo questa via all'albero della vita non riguarda la vita fisica, perché nonostante che la via all'albero della vita fosse custodita, il primo versetto del Capitolo 4 del Genesi, successivo a quello ricordato precisa che: "Adamo si uni a Eva sua moglie, la quale concepì e partorì Caino e disse: ho acquistato un uomo dal Signore. Poi partorì ancora suo fratello Abele" (Gen. 4,12a).
Come si può constatare il padre non ha negato il dono di dare la vita fisica, come l’hanno avuto gli animali, ma Adamo conosceva ancora solo questo livello.
Questi Cherubini, potenze che servono il Signore, custodiscono così la via alla vita in pienezza, quella eterna, l'accesso al Paradiso, sono la porta del cielo.
In definitiva, sono stati posti in favore dell'uomo, non contro l'uomo.
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