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ATTESA DEL MESSIA...

 
VINO NELLA BIBBIA:
CAUSA D'INCESTI E SEGNO DEL MESSIA

di Alessandro Conti Puorger
 

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CAM, NOÈ E CANAAN
In ordine a Noè ed al diluvio rimando alla lettura di "Cosa nasconde il racconto di Noè e del diluvio?".
La vigna e l'uva nella tradizione ebraica sono figure dell'albero e del frutto della conoscenza del bene e del male; il frutto da solo però non reca danno, ma lo può il vino in relazione a come l'uomo ha elaborato il frutto ed a quanto ne usa.
Noè, pianta la vigna, alla vendemmia tutti i salvati dall'arca s'ubriacano, Cam nella tenda aperta vede scoperte le nudità del padre, "la madre".
Svegliatosi Noé, dal racconto dei fratelli conosce i fatti, ma non maledice Cam (Gen. 9,25), che non nomina più, bensì Canaan, il figlio di questi (Gen. 9,18).
"I figli di Noè che uscirono dall'arca furono Sem, Cam e Iafet; Cam è il padre di Canaan" (Gen. 9,18) e perché lo nomina lì, il figlio di Cam è come un quarto figlio essendo figlio della propria moglie, cioè Canaan è frutto dello "svelare la nudità" che comporta un "incesto", come vedremo.
Ecco quanto dice la tradizione ebraica sui figli spuri in un matrimonio mamzer:

"Il bambino nato da una relazione adultera o incestuosa è un mamzer. Il termine non ha un equivalente in italiano; la parola 'bastardo' non è una traduzione appropriata, perché il termine 'mamzer' non si riferisce ad un bambino nato fuori dal matrimonio. Il 'mamzer' è pienamente ebreo, e un 'mamzer' dotto è più grande di un Gran Sacerdote ignorante; purtroppo il 'mamzer' o la 'mamzeret' non possono sposare liberamente altri membri della comunità ebraica, dal momento che un 'mamzer' non può entrare 'nella congregazione del Signore' (Deut. 23,3). Egli può contrarre matrimonio soltanto con altri 'mamzerim' o con convertiti ed il marchio passa da una generazione d'ebrei all'altra. ... L'ebraismo attribuisce il marchio di 'mamzer' solamente in quei casi in cui non è assolutamente possibile altra interpretazione. Perciò, i figli di una donna sposata che goda di una cattiva reputazione saranno comunque riconosciuti come figli di suo marito, e così i figli nati durante una prolungata assenza del marito." Da "Dizionario Usi e Leggende ebraiche" di A.Unterman.

Marc-Alain Ouaknin osserva: "Noè, come sappiamo ha tre figli: Sem, da cui è originaria la stirpe semitica, Jafet, il bello, che ha generato la Grecia e l'Occidente, infine c'è Cam il cui nome significa il caldo impulsivo, debordante di pulsioni. È il padre di Canan, dice la Bibbia. Ma perché precisa che è il padre di Canaan, e chi è costui? Il testo ci dice: è il suo quarto figlio." (Le Dieci Parole)
Il racconto è uno sviluppo midrashico del Canto della vigna d'Isaia (Is. 5) di cui riporto i primi due versetti e Cam n'aveva bevuto il vino, prodotto da Noè:

"Canterò per il mio diletto il mio cantico d'amore per la sua vigna.
Il mio diletto possedeva una vigna sopra un fertile colle.
Egli l'aveva vangata e sgombrata di sassi e vi aveva piantate scelte viti;
vi aveva costruito in mezzo una torre e scavato anche un tino.
Egli aspettò che producesse uva, ma essa fece uva selvatica." (Is. 5,1.2)

Nel Cantico dei Cantici si trovano uniti vigna e il diletto:

  • "Il mio diletto è per me un grappolo di cipro delle vigne d'Engaddi." (Ct. 1,14)
  • "Il tuo palato è come vino squisito, che scorre diritto verso il mio diletto e fluisce sulle labbra e sui denti! Io sono per il mio diletto e la sua brama è verso di me. Vieni, mio diletto, andiamo nei campi, passiamo la notte nei villaggi. Di buon mattino andremo alle vigne; vedremo se mette gemme la vite, se sbocciano i fiori, se fioriscono i melograni: là ti darò le mie carezze." (Ct. 7,10-12)
Lì vi sono altri accenni da sottolineare:
  • "I figli di mia madre si sono sdegnati con me: m'hanno messo a guardia delle vigne; la mia vigna, la mia non l'ho custodita" (Ct. 1,6), cioè mancate cautele.
  • "Prendeteci le volpi, le volpi piccoline che guastano le vigne, perché le nostre sono in fiore" (Ct. 2,15) ove c'è un che ricorda il figlio minore di Noè, Cam che ebbe a che fare con la vigna e guastò l'opera di Noè.
  • "Una vigna aveva Salomone in Baal - Hamon... La vigna mia proprio la mia, mi sta davanti..." (Ct. 8,11.12), ove c'è appunto in Hamon un riferimento che porta a Cam.
Il frutto della vigna per Isaia (5,1.2) era incestuoso, la vigna che non dà frutti attesi perché selvatica, qualcuno evidentemente non l'ha custodita dice il Cantico ed ora davanti a me chi c'è: il piccolo di Cam; ce n'è abbastanza per produrre il midrash della vendemmia di Noè; il libro del Genesi, infatti, è venuto dopo Isaia e dopo il Cantico.
Parlando dei popoli nemici il Cantico di Mosè al Capitolo 32 del Deuteronomio dice: "La loro vite è del ceppo di Sodoma, delle piantagioni di Gomorra. La loro uva è velenosa, ha grappoli amari. Tossico di serpenti è il loro vino, micidiale veleno di vipere." (Deut. 32,32-33)

Il pensiero base è che dopo la caduta del peccato d'Adamo ed Eva è entrato il dolore nel mondo, quindi l'umanità è sofferente, la causa è l'orgoglio di voler essere come il Padre, come suggerisce il serpente con "...quando voi ne mangiaste ... diventereste come Dio..." (Gen. 3,5) ed il peccato originale è entrato nel DNA dei figli che desiderano appunto d'essere come il padre.
Questo voler fare come il Padre è sottolineato nel Genesi (1,27) che, dopo detto che Dio ha fatto (creato) l'uomo a sua immagine e somiglianza (Gen. 1,26), non precisa "Adamo ... generò, un figlio e lo chiamò Set" per ingenerare le dovute considerazioni nel lettore evidenzia "Adamo ... generò a sua immagine, a sua somiglianza, un figlio e lo chiamò Set" (Gen. 5,3)
Dal fare come il padre al complesso d'Edipo dell'ebreo Freud il passo è breve.
Desiderare di possedere la madre reca "dolore e sofferenze" in ebraico "ke'èb" , che per il metodo di "Parlano le lettere", risulta "afflitto () dentro " e "come il padre ".

Torno al Capitolo 9 della Genesi per ripercorrere e fermare i ragionamenti.
Pongo attenzione al versetto 18 che recita: "I figli di Noè che uscirono dall'arca furono Sem, Cam e Iafet; Cam è il padre di Canaan." (Gen. 9,18)
È strana questa precisazione non necessaria su Canaan, associato ai 3 figli di Noé, perché non cita allora anche i nomi dei figli di Sem e di Jafet?
Subito dopo il testo precisa: "Questi tre sono i figli di Noè e da questi fu popolata tutta la terra." (Gen. 9,19); come a sottolineare, guardate che il padre di Canaan non è Noè, anche se a Noè fa carico anche Canaan.

Oltre che nel Genesi, il nome Cam si trova in 1Cr. 1,8 e 4,40 e nei Salmi 78,51-105,23-106,22 ed indica un nome dato all'Egitto, ed è il progenitore dei popoli nemici storici degli Ebrei, Egiziani e Cananei, come si deduce anche dal nome dei discendenti nelle genealogie del Capitolo 10 del Genesi.

Uscito dall'arca: "Noè, coltivatore della terra cominciò a piantare una vigna" (Gen. 9,20), voluta imitazione di quando "il Signore Dio piantò un giardino in Eden" (Gen. 2,8), come se Noè avesse delega di ricreare un giardino sulla terra; sta agendo come il Padre ma non è sbagliato, se non è in modo distorto, "Il discepolo non è da più del maestro; ma ognuno ben preparato sarà come il maestro." (Lc. 7,40) sembra ben riferibile anche a questo caso.

Del versetto Gen. 9,20 "Noè, coltivatore della terra cominciò a piantare una vigna"



è possibile la lettura:

a portare sarà nella prigione del serpente ;
l'energia , si chiuderà in un uomo ;
uscirà (da Adamo, cioè) da donna nel mondo ;
(ove) porterà a stare il cuore per agire ;
la rettitudine in un corpo vivrà .

"A portare sarà nella prigione del serpente l'energia, si chiuderà in un uomo, uscirà da una donna nel mondo. (ove) porterà a stare il cuore; per agire la rettitudine in un corpo vivrà."

Palesa il desiderio d'incarnarsi, immanente dall'eternità, da parte di Dio.
Tale idea però è anche del demonio, la scimmia di Dio, che dopo il diluvio rioccupa la terra; questo è il pensiero nascosto dell'autore.
Noè non conosceva l'effetto del vino, s'addormentò e il demonio arrivò e il Vangelo osserva:
"...Questo considerate: se il padrone di casa sapesse in quale ora della notte viene il ladro veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa..." (Mt. 24,42)

A questo punto della storia accade qualcosa di poco chiaro: "Avendo bevuto il vino, si ubriacò e giacque scoperto all'interno della sua tenda. Cam, padre di Canaan, vide il padre scoperto entrò nella tenda e ... raccontò la cosa ai due fratelli che stavano fuori. Allora Sem e Iafet presero il mantello, se lo misero tutti e due sulle spalle, e camminando a ritroso, coprirono il padre scoperto; avendo rivolto la faccia indietro, non videro il padre scoperto." (Gen. 9,21-23)

Colpisce che il testo ripete Cam, padre di Canaan, sembra inutile visto che l'aveva detto poco prima in Gen. 9,18, a meno che non voglia dire che Cam diventò padre proprio quella volta, visto che da quel momento appare in scena Canaan; Cam ha agito sotto l'effetto del vino prodotto dal padre, il nemico sé incarnato in Canaan, figlio spurio di Noè.
È usata come traccia 4 volte la parola scoperto; infatti, la parola detta la prima volta, con soggetto Noè, è "a portare fu un segno in cammino il serpente ", dal radicale rivelarsi, mentre nei riguardi di Cam, per tre volte, segno d'opera demoniaca, è usato che indica "nudità, vergogna, pudende, parti intime", che con i segni è "in vista il corpo portare al completo ".
Il nemico era in agguato, e "il nemico si portò a segno " e nacque Canaan , che si legge "così l'energia agì dell'angelo (ribelle)".
Vi è poi nel racconto volutamente velato quel "rivolto la faccia indietro", da prendere da invito a cercare anche dietro nel testo, ed essendo Cam caduto in tentazione è da cercare nella prima tentazione:
"Allora ...vide che l'albero era buono da mangiare, gradito agli occhi e desiderabile...". (Gen. 3,6).
Nelle parole di quel versetto c'è desiderabile = , usata solo un'altra volta in tutto l'A.T., precisamente nel versetto in Gen. 2,9, entrambe le volte soltanto riferito all'albero della conoscenza: "Il Signore Dio fece germogliare dal suolo ogni sorta di alberi graditi alla vista e buoni da mangiare, tra cui l'albero della vita in mezzo al giardino e l'albero della conoscenza del bene e del male", nascosta nella parola tradotta con graditi, ma la traduzione, usando il sinonimo porta a perdere una parte del pathos testo originario!

Sarà perché di recente ho esaminato a fondo le parole del Diluvio in "Cosa nasconde il racconto di Noè e del diluvio?" alla cui lettura rimando, m'ha riportato in quella storia.
Nella parola "desiderabile " osservo che vi sono:
  • Noè e una veste , perché in ebraico è "veste";
  • Cam = , il caldo, il caloroso;
  • pentimento = ;
  • con energia caloroso alla porta (in senso figurato);
  • con energia Cam alla porta (in senso figurato)
  • Noè separato dal ; cioè Noè resta nudo e lo vede Cam.
Così l'andare a ritroso dei fratelli toglie la tentazione del desiderabile e porta a rivestire Noè proprio con le lettere visto che:

veste + Noè

È evidente così l'accrescimento del testo ad effetto di stesse lettere, che creano con i vari accoppiamenti o con lettura singola dei significati grafici approfondimenti e sviluppi ed evocano i racconti.

Ricompare nella storia di Noè la nudità di Gen. 2,25 di cui per intervento del male ebbero vergogna i progenitori in Gen. 3,7-10-11 e continua il parallelo con i primi atti della creazione di Gen. 2 e 3, infatti, nella tenda Noè e la moglie, per il vino, non si vergognano d'essere nudi, come allora erano nudi Adamo ed Eva, ma avviene qualcosa che fa vergognare ed i figli rispettosi provvederanno a coprirli come Dio coprì i due peccatori.
Noè non è stato vigilante, ma l'atto di Cam è contrario oltre alla legge del Signore che poi sarà dato con la Torah a principi a cui s'attengono anche i pagani, cioè le leggi Noachiche di cui dirò a breve, che sinteticamente la lettera apostolica, inviata alle prime comunità sulle astensioni minimali da parte dei pagani che volevano aderire alla Chiesa richiama: "Astenetevi dalle carni offerte agli idoli, dal sangue, dagli animali soffocati e dall'impudicizia." (At. 15,20).

Alla fine del Capitolo 9 si legge: "Quando Noè si fu risvegliato dall'ebrezza, seppe quanto gli aveva fatto il figlio minore" (Gen. 9,24) e , "minore" si può leggere "si rovesciò nel cuore l'angelo " ed il disegno di Dio di recuperare l'uomo resta aperto.
In questo versetto è l'unica volta che è detto che Cam è il minore, nelle altre citazioni è sempre posto al secondo posto e poi c'è il versetto Gen. 5,32 "Noè aveva 500 anni quando generò Sem, Cam e Jafet" fa arguire che nacquero tutti e tre nello stesso anno da un parto trigemellare e se fosse uscito per ultimo in tale parto, perché viene citato per il secondo in quella citazione?
Quella parole minore va vista, perciò, con attenzione, perché nulla è scritto a caso e, forse Cam gli aveva fatto proprio un "figlio minore".
Se poi si pensa all'incesto, un possibile significato da dare a è "indegno".
In questa storia di rifondazione del mondo col diluvio, il demonio, entrato in Cam, attenta la madre di famiglia, punto fondante.
Volendo queste pagine del diluvio in qualche modo ripercorrere le stesse tappe della storia d'Adamo ed Eva, c'è per traslato una conferma che il demonio in quell'occasione abbia attaccato la sfera sessuale.
Qui la storia della salvezza che ha fatto un passo avanti, deve subito subire una sosta in quanto il pozzo della vita, il cuore degli uomini è stato di nuovo inquinato e come osserva Gesù: "Dal cuore, infatti, provengono i propositi malvagi, gli omicidi, gli adulteri, le prostituzioni, i furti, le false testimonianze, le bestemmie." (Mat. 15,19)

Quel versetto Gen. 9,24 si può spezzare con doppia lettura:

Quando Noè si fu risvegliato dall'ebrezza, seppe quanto gli aveva fatto il figlio minore;




- Con riferimento ai fatti raccontati nel testo esterno,

"E fu per esistere a rovesciarsi giù l'angelo (ribelle) in Cam in cui fu oppressione () a recare . Ed alla conoscenza venne () della donna (). Il male accese nel mondo il serpente e nel figlio si recò entrandovi rovesciò nei cuori l'emanazione ."

"E fu per esistere a rovesciarsi giù l'angelo (ribelle) in Cam in cui fu oppressione a recare. Ed alla conoscenza venne della donna. Il male accese nel mondo il serpente e nel figlio si recò, entrandovi rovesciò nei cuori l'emanazione."

- Come contrappasso per la fine dei tempi,

"E sarà nell'esistenza alla fine l'energia a chiudersi nei viventi . Sarà l'esistenza degli angeli a portarsi e sarà la conoscenza dell'Unico in tutti con la beatitudine . Per l'azione della risurrezione entrata la potenza si porterà . Figli porterà dal mondo versando nei cuori l'energia ."

"E sarà nell'esistenza alla fine l'energia a chiudersi nei viventi. Sarà l'esistenza degli angeli a portarsi e sarà la conoscenza dell'Unico in tutti con la beatitudine. Per l'azione della risurrezione entrata la potenza si porterà. Figli porterà dal mondo, versando nei cuori l'energia."
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