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ATTESA DEL MESSIA...

 
LA TRIBÙ PERDUTA DI DAN

di Alessandro Conti Puorger
 
 

DAN E LA BICONSONANTE DN
C'è un marasma d'idee non ancora del tutto sedimentate sulle ondate di civilizzazione dell'Europa e dei paesi attorno al Mar Mediterraneo, perché l'occhio storico è corto rispetto alla vita dell'uomo sulla Terra.
Oltre i 4000 anni indietro rispetto alla nostra epoca, infatti, si va avanti con incertezze, perché in genere si trovano solo tenui tracce.
Zone d'Europa oggi con climi freddi che si ritengono civilizzate dai romani, peraltro, possono aver avuto in passato millenni di clima più temperato per effetti di disgeli e di tempi interglaciali da poco noti; quindi anche il nord con i suoi mari può essere stato sede di civilizzazioni importanti.
(Il precedente periodo interglaciale pare esserci stato 10.700 anni or sono e andiamo incontro ad una ripresa della glaciazione, mitigato ora dall'effetto serra.)
L'ultimo ottimo climatico, poi, con ritiro di ghiacciai, raggiunse il suo picco 7.000 - 5.000 anni fa e portò a sviluppo di civiltà di popoli indo-europei che migrarono a sud, popoli che avevano troppo da fare per navigare, guerreggiare e costruire armi, piuttosto che per scrivere.
Fu così che il "biondo" e gli "occhi chiari" si diffusero anche in zone ad alta concentrazione semitica.

Lo scritto apocrifo "La lettera di Lentulo", in voga nei secoli XIV e XV, lettera che Lentulo (indicato quale favoloso predecessore di Ponzio Pilato), avrebbe inviato all'Imperatore di Roma (ma che certamente è perlomeno successiva a Costantino per come vengono contati i mesi degli anni), riporta questa descrizione di Gesù: "A Tiberio Cesare salute. Eccoti maestà la risposta che desideri. È apparso da queste parti un uomo d'eccezionale potenza, che chiamano il Grande Profeta. I suoi discepoli lo appellano Figlio di Dio. Il suo nome è Gesù. In verità, o Cesare, ogni giorno si sentono cose prodigiose di questo Cristo, che risuscita i morti, guarisce ogni infermità, e fa stupire Gerusalemme con la sua dottrina straordinaria. Egli è d'aspetto maestoso, con una splendente fisionomia piena di soavità, talché coloro che lo vedono lo amano e lo temono ad un tempo. Dicono che il suo viso roseo, con la barba divisa in mezzo, è di una bellezza incomparabile, e che nessuno può fissarlo a lungo per lo splendore nei lineamenti, negli occhi ceruli, nei capelli biondi scuri. Egli è simile alla madre, che è la più bella mesta figura che si sia mai vista da queste parti..."
Non è che intenda sostenere tale tesi tanto più che sull'aspetto reale di Gesù non si hanno certezze, c'è però tutta una diatriba sulle sue fattezze.
Secondo alcuni dovrebbe avere canoni semiti, non dovrebbe essere biondo ramato, e tutte le sue immagini di tipo ariano sarebbero invenzioni derivate dall'aspetto prevalente dei crociati normanni.
Per contro è da leggere la descrizione delle fattezze di Davide, che dimostra l'esistenza anche in Israele 1000 anni prima di Cristo di tipi d'aspetto fuori del cliché dei semiti.
"[Davide] era biondo (biondo, fulvo, rossastro è 'admonì), aveva dei begli occhi e un bello aspetto." (1Samuele 16,12; Vedi: il paragrafo "La bellezza di Davide" in "Gerusalemme la città del gran re")
Ciò porta a pensare, che migrazioni celtiche e indo europee molto antiche avvennero anche in Medio Oriente.

Per entrare nel tema che m'interessa portare avanti con questo articolo può essere importante seguire in Europa e nelle vicinanze la bi consonante DN che in ebraico caratterizza la tribù di Dan combattente e marinara:
  • si trova nel nome di fiumi quali Don, Danubio, Dnieper;
  • appare nello stretto dei Dardanelli;
  • è formativo nei nomi di alcuni popoli Danai e poi i Danesi, "Dan-mark" o Tribù di Dan, antenati degli Irlandesi, che adoravano la dèa Danu e Odino.
È un caso o una traccia?
È poi da ricordare che "dinamico, dinamismo, dinamite" contengono quella bi consonante DN dal greco "dynamis" che corrisponde a forza potenza, "dynastes" a dominatore, "dynasteyo" essere principe, imperare e "dinasta" signore.
Gli Achei, in greco , sono detti anche Argivi, dalla città d'Argo o anche Danai, ossia "figli di Danao" che dagli storici ed archeologi sono associati ai Micenei, dalla città di Micene in Grecia.
Nell'Iliade di Omero gli Achei che presero parte alla Guerra di Troia sono chiamati anche , "Danaoì" della tribù di Danao.
Recente è anche la tesi che s'appoggia sulla toponomastica e su tracce nei poemi di Omero che portano a collocare la guerra di Troia nel Mar Baltico e non nell'Egeo e quindi nei pressi della Danimarca.
Danao è un eroe della mitologia greca, nipote di Poseidone e Libia, figlio di Belo e gemello di Egitto.
I testi egizi definiscono poi Haunebu, "di dietro le isole", i "Popoli del mare", ossia le genti che cercarono d'invadere l'Egitto.
Erano questi popoli navigatori abili e bellicosi dotati di robuste navi atte a impegnarsi anche negli oceani.
Provenivano dall'Illirico, dall'Anatolia, da Cipro e da Creta, e forse anche dalla Sicilia e Sardegna e si portarono sulle coste africane, ma ancora da più in là proveniva l'antica espansione.
Le loro scorrerie, iniziate molto prima, avevano provocato il crollo della civiltà troiana e micenea, dell'impero hittita e della città minoiche.
L'Egitto invece resistette, fino a quando i Peleset, ossia i Filistei, s'insediarono nella striscia costiera di Canaan che appunto prese il nome di Palestina.
I Filistei "Pelast" pare fossero i Pelasgi, da cui i Tirreni, forse i Tusci provenienti dalla Anatolia, odiernaTurchia.

Sulla stele di Medinet Habu vicino Tebe in Egitto, eretta da Ramesse III, nella lunga iscrizione che descrive le vittorie del sovrano sui Popoli del Mare si leggono i nomi Pheres, Saksar e Denen che, come sostengono alcuni, si riferirebbero a Frisoni-Pheres, ai Sassoni-Sachsen ed i Danesi-Denen.
Manetone, Diodorus Siculo ed altri hanno identificato Danaus il fondatore della civiltà greca con il Dan d'Israele, o comunque, i suoi figli che partirono dall'Egitto.
La tradizione Greca racconta come Danaus, dopo aver lasciato l'Egitto, venne in Grecia con le sue figlie mentre i suoi fratelli andarono a Gerusalemme.
  • "Danaus, padre di cinquanta figlie in arrivo ad Argos si insediò nella città di Inarchos e in tutta l'Ellade . Stabilì la legge che tutto la gente fino a quel momento chiamata Pelasgica doveva essere ora nominata Danaas" (Strabone 5.2.40 citando Euripide").
  • Diodorus Siculus (1:28:1):"Dicono che quelli che si misero in viaggio con Danaus, cosi' come dall'Egitto, si insediarono in quella che è praticamente la città più antica della Grecia, Argos,e che le nazioni dei Colchi in Pontus e quella degli ebrei, la quale risiede tra l'Arabia e la Siria, erano fondate come colonie da certi emigranti del loro paese..."
  • Giuseppe Flavio, nel suo "Antichità Giudaiche" 13:5;8 asserisce esservi grande comunanza tra Greci e Israeliti.
  • Maccabei 1,12 ricorda la parentela che unisce i Greci e gli Israeliti.
  • Erodoto di Danaus arrivato dall'Egitto, dice il figlio di Belus, qualche volta scritto "Bela" che richiama fortemente "Bilhah", il nome della concubina di Giacobbe, madre di Dan (Genesi 30,4-6).
  • Esiodo affermava che "tre tribù elleniche si stabilirono a Creta, i Pelasgi, gli Achei e i Dori" (Egimio, fr. 8, in White, 1914).
  • Eschilo ritiene ellenici i Pelasgi (Le supplici, 911-14).
  • Strabone, (Geografia, V,2,4; Pausania, Guida della Grecia VIII,1,4) collega la civiltà filistea all'Arcadia e all'Attica e così pure Erodoto (Le storie, 8,44).
  • Omero tra le etnie greche di Creta cita Pelasgi, Achei e Dori (Odissea 19,175ss).
  • Il poeta Callino (VII secolo) riferisce a Mopso, guerriero greco della guerra di Troia, e alle genti da lui guidate un percorso attraverso il Tauro, la Panfilia, la Cilicia, la Siria e la Fenicia, il che ricorda il percorso dei popoli del mare al tempo di Ramesses III e ancora l'assalto dei Danai-Achei alla Palestina dalla pianura di Israel e da Silo.
I Danai-Daniti-Denen-Danuna e gli Achei sono gli unici fra i popoli del mare che potevano parlare greco venerando Giove, Zeus, Yahweh zebaot, Giavè degli eserciti, il dio della guerra.
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