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SAN GIUSEPPE...

 
L'ACQUA DI MIRIAM

di Alessandro Conti Puorger
 
 

COME IN CIELO COSÌ IN TERRA
Nell'articolo "Le Miriam della Bibbia e nella tradizione" I Parte" e "II Parte", ho avuto modo di mettere in evidenza Miriam, sorella di Mosè, vissuta in Egitto, nel XIII secolo a.C. ai tempi di Ramsete II, donna di valore per come esce tratteggiata dalla Torah nella Tenak o Bibbia ebraica e dalle tradizioni ebraiche che vi attingono cosicché ho potuto tessere dei collegamenti con la Maria di Nazaret dei Vangeli.

Nella Torah il nome dell'ebrea Miriam , definita profetessa, è menzionato 12 volte:
  • 2 in Esodo 15 ai versetti 20 e 21;
  • 9 nel libro dei Numeri 12 ai versetti 1, 4, 5, 10 (due volte) e in 15 (due volte), in Numeri 20,1 e in Numeri 26,59;
  • 1 in Deuteronomio 24,9.
In effetti, secondo i "midrashim", Miriam fu proprio madre spirituale di Mosè, di cui IHWH si è servito come liberatore dalla schiavitù d'Egitto non solo d'Israele, infatti, quelli erano: "seicentomila uomini capaci di camminare, senza contare i bambini", ma anche "una grande massa di gente promiscua partì con loro." (Esodo 12,37s)

Mosè, che Dio utilizzò a tale scopo è, appunto, definito "servo del Signore" (Deuteronomio 34,5).

Non si saprà mai però quanti degli Israeliti non hanno risposto alla chiamata a libertà da parte di Dio, in special modo tra quelli che non risiedevano vicino a Ramses, punto di convegno per la partenza.
È da ritenere, infatti, che alcuni fu rimanere schiavi in Egitto sia per non perdere le posizioni acquisite, sia per paura della precarietà, il che è certamente da meditare.
Alla figura di Miriam, madre spirituale del salvatore Mosè, XIII secoli dopo con il cristianesimo si aggiunge un'altra Miriam, la Maria di Nazaret dei Vangeli, madre del Salvatore, di Gesù, il Redentore dell'umanità tutta intera.
Non nascondo che in occasione di quella mia ricerca su Miriam trovai difficoltà a comprendere l'episodio narrato dal capitolo 12 del libro dei Numeri sulle mormorazioni di lei e del fratello Aronne nei confronti del leader Mosè, onde Miriam da parte del Signore fu colpita da lebbra ed è poi ricordata in Deuteronomio 24,9 ove si parla anche di misure di protezione nei riguardi di quella malattia.
D'altronde la liberazione di quel popolo avviene grazie a Dio che si serve non solo di Mosè, ma di tutti e tre quei fratelli, segno di presenza attiva della SS. Trinità.

Al roveto ardente accadde, infatti, che "Mosè disse al Signore: Perdona, Signore, io non sono un buon parlatore; non lo sono stato né ieri, né ieri l'altro e neppure da quando tu hai cominciato a parlare al tuo servo, ma sono impacciato di bocca e di lingua. Il Signore... si accese contro Mosè e gli disse: Non vi è forse tuo fratello Aronne, il levita? Io so che lui sa parlare bene... Tu gli parlerai e porrai le parole sulla sua bocca e io sarò con la tua e la sua bocca e vi insegnerò quello che dovrete fare. Parlerà lui al popolo per te: egli sarà la tua bocca e tu farai per lui le veci di Dio. Terrai in mano questo bastone: con esso tu compirai i segni." (Esodo 4,10-17)

Mosè dopo che tornò in Egitto dall'esilio in Madian, per i successivi 40 anni, fece le veci di Dio Padre e da comunicazione tra Dio e il popolo.
Aronne, invece, dette corpo alla parola di Dio con la propria voce ripetendo quanto intendeva dire Mosè secondo gli ordini di IHWH, come il Figlio è il Verbo del Padre.
E Maria?
Maria è la sorella-madre, colei che secondo i "midrashim" fece in modo che Mosè nascesse, quando invece il padre aveva deciso di non avere più figli visto l'ordine del faraone di uccidere tutti i neonati maschi.
Ella, poi, come riporta il racconto di Esodo 2, fu strumento di Dio per salvare Mosè dalle acque quando fece in modo che il fanciullino, nella cesta bitumata, non fosse trascinato lontano dalla corrente del Nilo, fino a che fu visto dalla principessa egizia.
Non solo, poi procurò chi lo allattasse, addirittura la stessa mamma che, presentò e fu scelta dalla principessa e, ancora, assieme ai genitori lo inserì in modo ordinato nell'ebraismo, onde quel bimbetto, crescendo, poté avere sia le massime conoscenze del tempo, come un faraone, sia la fede nel Dio Unico di Israele.
Fu, infine, consigliera verace ed ebbe la nascosta essenziale funzione di coadiuvare il fratello presentandolo al meglio soprattutto alle donne d'Israele e in occasione dei fatti di Numeri 12, come vedremo, fu profetessa con la faccia dura come la pietra assieme ad Aronne preferì dire al fratello la verità che le scottava piuttosto che mormorare nel proprio intimo.
In definitiva, si può concludere che Miriam fu predisposta da Dio per curare e far crescere il salvatore del popolo ebraico dalla schiavitù d'Egitto nonostante gli ordini severi del Faraone.
Nel Libro dei Giubilei, al capitolo 47, si trovano alcuni significativi dettagli sull'amore di Miriam per il fratellino:

Giubilei 47,2 - "E il re d'Egitto, il Faraone, ordinò, contro di loro, di gettare nel fiume tutti i loro figli maschi. E stettero a gettarli per sette mesi,

Giubilei 47,3 - fino al giorno in cui tu nascesti, tua madre di tenne nascosto per tre mesi e si parlò di lei.

Giubilei 47,4 - Ed ella fece per te una cesta, la cosparse di pece e bitume e la pose nell'erba, presso le rive del fiume e ti ci pose dentro per sette giorni. Tua madre veniva di notte e ti faceva poppare e, di giorno, tua sorella Maria ti difendeva dagli uccelli (del Nilo).

Giubilei 47,5 - E in quei giorni Tarmut, la figlia del Faraone, uscì per lavarsi nel fiume, ti udì piangere e disse alle sue ebree di portarti ed esse ti portarono da lei.

Giubilei 47,6 - E ti cacciarono fuori dal cesto ed ella ebbe pietà di te.

Giubilei 47,7 - tua sorella le disse: Vado a chiamarti una ebrea che allevi e dia da poppare a questo fanciullo?

Giubilei 47,8 - Ed ella disse: Va! E (tua sorella) andò e chiamò tua madre Yokebed; essa le dette la sua mercede ed ella ti allevò.

Giubilei 47,9 - In seguito, essendo tu cresciuto, ti portarono a casa del Faraone, divenisti suo figlio e Aram, tuo padre, ti insegnò a scrivere e, compiuti tre settenni, ti introdusse nella corte reale.

Giubilei 47,10 - E stesti colà tre settenni fin quando ne uscisti e vedesti un egiziano percuotere un tuo amico che apparteneva ai figli di Israele, lo uccidesti e nascondesti nella sabbia."

(Il libro dei Giubilei è un apocrifo dell'Antico Testamento, ma canonico per la sola Chiesa Copta, detto anche "Piccola Genesi", perché in 50 capitoli tratta dai momenti della creazione fino agli eventi del libro dell'Esodo relativi all'uscita dall'Egitto, suddividendo i tempi in giubilei, periodi di 7x7+1 anni, scritto in ebraico attorno all'anno 100 a.C., ma pervenuto solo in edizione etiopica, noto agli Esseni di Qumran in quanto è citato nel Documento di Damasco.)

Miriam è così segno dell'amore divino, quindi del "Ruach Qadosh" cioè dello Spirito Santo ("Ruach", infatti, in ebraico e parola di genere femminile).

Questo è lo Spirito, il vento di Dio ("ruach" è anche vento) che ispira i profeti, onde Maria, appunto, è profetessa e morirà in un luogo ritenuto santo che, come vedremo era "Qadosh" vale a dire Kades (Numeri 20,1).

Le lettere di "Ruach Qadosh" riferite a Miriam ci dicono proprio che "il corpo portò nella tomba a Kadesh ."
Poiché "come in cielo così in terra" (Matteo 6,10) quella mormorazione dei due fratelli contro Mosè, perciò, mi pareva in contrasto con questi pensieri sulla comunione perfetta nell'ambito del mistero trinitario.
Proseguo però con ordine.

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