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ATTESA DEL MESSIA...

 
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di Alessandro Conti Puorger
 
 

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LO SPOSO DI SANGUE
Gesù, infatti, definendosi lo "sposo", propone d'essere il Messia atteso, il Figlio di Dio e Figlio dell'uomo, vale a dire di Adamo, colui promesso dal Signore IHWH tramite i profeti che prenderà in matrimonio Israele nella nuova alleanza d'amore annunciata come oracolo del Signore in Geremia 31,31-34.

Il Vangelo di Matteo, congruentemente, in parallelo alla "legge" che Dio diede sul monte Sinai e che fu poi il documento scritto per il patto dall'alleanza per il popolo di Dio, propone nei capitoli 5, 6 e 7, il "discorso della montagna", che in complessivi 111 versetti (48 capitolo 5, 34 capitolo 6, 29 capitolo 7) tratteggia il comportamento e gli atteggiamenti dell'uomo nuovo ed è la cartina tornasole di chi fa parte della nuova creazione e intende aderire a far parte del popolo nuovo, alla nuova alleanza, insomma chiede di far parte del corpo della sua sposa.
Tale "discorso", infatti, al capitolo 5 inizia spesso in parallelo ai disposti della Torah presentandone aspetti nuovi con le espressioni "...ma io vi dico", ove Gesù si propone per autorità superiore a Mosè:

  • Matteo 21-22 - "Avete inteso che fu detto agli antichi: Non uccidere; chi avrà ucciso sarà sottoposto a giudizio. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello, sarà sottoposto a giudizio. Chi poi dice al fratello: stupido, sarà sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: pazzo, sarà sottoposto al fuoco della Geenna."
  • Matteo 27-28 - "Avete inteso che fu detto: Non commettere adulterio; ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel suo cuore."
  • Matteo 31-32 - "Fu pure detto: Chi ripudia la propria moglie, le dia l'atto di ripudio; ma io vi dico: chiunque ripudia sua moglie, eccetto il caso di concubinato, la espone all'adulterio e chiunque sposa una ripudiata, commette adulterio."
  • Matteo 33-37 - "Avete anche inteso che fu detto agli antichi: Non spergiurare, ma adempi con il Signore i tuoi giuramenti; ma io vi dico: non giurate affatto: né per il cielo, perché è il trono di Dio; né per la terra, perché è lo sgabello per i suoi piedi; né per Gerusalemme, perché è la città del gran re. Non giurare neppure per la tua testa, perché non hai il potere di rendere bianco o nero un solo capello. Sia invece il vostro parlare sì, sì; no, no; il di più viene dal maligno."
  • Matteo 38-41 - "Avete inteso che fu detto: Occhio per occhio e dente per dente; ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi se uno ti percuote la guancia destra, tu porgigli anche l'altra; e a chi ti vuol chiamare in giudizio per toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello. E se uno ti costringerà a fare un miglio, tu fanne con lui due."
  • Matteo 43-45 - "Avete inteso che fu detto: Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico; ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per i vostri persecutori, perché siate figli del Padre vostro celeste, che fa sorgere il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere sopra i giusti e sopra gli ingiusti."
Tale modo di proporsi di Gesù si trova solo in Matteo per complessive 8 volte, se si aggiungono anche questi altri due casi:
  • Matteo 12,35-37 - "L'uomo buono dal suo buon tesoro trae cose buone, mentre l'uomo cattivo dal suo cattivo tesoro trae cose cattive. Ma io vi dico che di ogni parola infondata gli uomini renderanno conto nel giorno del giudizio; poiché in base alle tue parole sarai giustificato e in base alle tue parole sarai condannato".
  • Matteo 16,10-13 - "Allora i discepoli gli domandarono: Perché dunque gli scribi dicono che prima deve venire Elia? Ed egli rispose: Sì, verrà Elia e ristabilirà ogni cosa. Ma io vi dico: Elia è già venuto e non l'hanno riconosciuto; anzi, l'hanno trattato come hanno voluto. Così anche il Figlio dell'uomo dovrà soffrire per opera loro. Allora i discepoli compresero che egli parlava di Giovanni il Battista."
Con evidente riferimento poi a Geremia 31,31-34 ecco che Gesù, nel momento culminante del proprio testamento spirituale, nell'ultima cena, esplicitò la Nuova Alleanza in modo sacramentale ai suoi apostoli con queste parole che sono la formula nel sacramento dell'Eucaristia:
  • Matteo 26,26-28 - "Ora, mentre mangiavano, Gesù prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e, mentre lo dava ai discepoli, disse: Prendete, mangiate: questo è il mio corpo. Poi prese il calice, rese grazie e lo diede loro, dicendo: Bevetene tutti, perché questo è il mio sangue dell'alleanza, che è versato per molti per il perdono dei peccati."
  • Marco 14,22-24 - "E, mentre mangiavano, prese il pane e recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro, dicendo: Prendete, questo è il mio corpo. Poi prese un calice e rese grazie, lo diede loro e ne bevvero tutti. E disse loro: Questo è il mio sangue dell'alleanza, che è versato per molti."
  • Luca 22,19-20 - "Poi prese il pane, rese grazie, lo spezzò e lo diede loro dicendo: Questo è il mio corpo, che è dato per voi; fate questo in memoria di me. E, dopo aver cenato, fece lo stesso con il calice dicendo: Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue, che è versato per voi."
Analoga formulazione si trova nella 1a lettera ai Corinzi, indirizzata alla comunità cristiana della città greca di Corinto, scritta a Efeso (1Corinzi 16,8) nel 53-54 d.C., che è uno dei primi testi del Nuovo Testamento che la tradizione cristiana e la quasi unanimità degli studiosi attribuisce a San Paolo.
Il testo in 1Corinzi è il seguente:
  • 1Corinzi 10,16s - "...il calice della benedizione che noi benediciamo, non è forse comunione con il sangue di Cristo? E il pane che noi spezziamo, non è forse comunione con il corpo di Cristo? Poiché vi è un solo pane, noi siamo, benché molti, un solo corpo: tutti infatti partecipiamo all'unico pane."
  • 1Corinzi 11,23-26 - "Io, infatti, ho ricevuto dal Signore quello che a mia volta vi ho trasmesso: il Signore Gesù, nella notte in cui veniva tradito, prese del pane e, dopo aver reso grazie, lo spezzò e disse: Questo è il mio corpo, che è per voi; fate questo in memoria di me. Allo stesso modo, dopo aver cenato, prese anche il calice, dicendo: Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue; fate questo, ogni volta che ne bevete, in memoria di me. Ogni volta, infatti, che mangiate questo pane e bevete al calice, voi annunciate la morte del Signore, finché egli venga."
Tutti questi brani sono concordi nel certificare che Gesù:
  • spezzò il pane e disse questo è il mio corpo;
  • ebbe a dire le parole "nuova alleanza nel mio sangue".
Alleanza, in senso biblico, come l'interpretarono i profeti, è un matrimonio ed ecco che in questo modo "l'ultima cena" appare essere il momento dell'annuncio di un fidanzamento da parte dello sposo, Gesù nei riguardi della futura sposa, la Chiesa.
In questo modo, la definizione di "sposo di sangue", ben appare attribuibile a Gesù come del resto fa Santa Teresina quando disse "Gesù è uno sposo di sangue e vuole per Sé tutto il sangue del nostro cuore".

Del resto il comandamento dell'amore che lega la sposa allo sposo e viceversa comporta "Tu amerai il Signore, tuo Dio, con tutto il cuore, con tutta l'anima e con tutte le forze." (Deuteronomio 6,5) quindi, anche con tutto il proprio sangue.
Un dire del genere, "sposo di sangue", in effetti, si trova per due volte nel libro dell'Esodo in un episodio alquanto criptico che si sviluppa in soli tre versetti e che riguarda Mosè e la moglie Sippora prima che il profeta tornasse in Egitto a compiere la missione cui Dio l'aveva incaricato: "Mentre era in viaggio, nel luogo dove pernottava, il Signore lo affrontò e cercò di farlo morire. Allora Sippora prese una selce tagliente, recise il prepuzio al figlio e con quello gli toccò i piedi e disse: Tu sei per me uno sposo di sangue. Allora il Signore si ritirò da lui. Ella aveva detto sposo di sangue a motivo della circoncisione." (Esodo 4,24-26)

Di questo episodio mi sono interessato due volte e precisamente:
Esodo 4,24 - E fu al mondo a stare solo in quel corpo la rettitudine. Dentro i viventi il serpente recatosi ad abitare s'era. Con un fico accese la perversità; fu una calamità. E gli fu a casa a versare risurrezione nel mondo; morte gli reca.

Esodo 4,25 - E da crocifisso verserà per una saetta il soffio dal corpo fuori; giù dal corpo porterà tutta la rettitudine. Dal corpo del Crocifisso verrà in azione. Dai corpi il serpente finirà con dentro l'energia della perversità. Dal Crocifisso scorrerà dall'alto la potenza dal corpo. A rivelarsi sarà per un'asta portata al Crocifisso. Nell'Unigenito la vita nel corpo, che era retta, che v'era chiusa, alla fine invierà in aiuto con il sangue. Sarà con l'acqua a venire con potente forza.

Esodo 4,26 - E sarà dal corpo il soffio della vita ai viventi con l'energia a recare l'Unigenito colpito che l'origine dell'essere ribelle strapperà via. Con l'energia del sangue sarà dai viventi il serpente reciso completamente.

Questo testo parla chiaramente di un nemico, il serpente, incarnazione di uno spirito maligno contrario e opposto a Dio, la cui esistenza era necessaria per la libertà dell'uomo, onde potesse esercitarla e fare una propria scelta.
Questo essere negativo nel comportarsi da opposto a Dio fu però nemico anche dell'uomo in quanto su suo consiglio scelse la via dell'orgoglio e della superbia e di vivere la propria vita come se Dio non esistesse.
C'è allora necessità di un'alleanza da parte dell'uomo con Dio perché, c'è un nemico da vincere.
Tale nemico è un angelo superbo che ha inoculato tramite la scelta di trasgredire la sua energia malefica in Adamo e nei suoi figli e ora il nemico, è come un drago dalle tante teste.
Lo spirito del male, infatti, ha preso piede in tutti gli uomini tanto che potenzialmente ciascuno può essere nemico anche di se stesso in quanto in lui c'è un verme del maligno.

In ebraico drago si dice "tannin" e "tan" , termine che si trova nel nome del famoso mostro marino Leviatano "Leviatan" "il serpente porta a esistere un drago " (e viceversa) incarnazione del male che ricorda appunto il serpente delle origini, il serpente dragone forse venuto di nascosto tramite le acque che circondavano e attraversavano il "Gan Eden".
Il termine "chatan" di sposo s'inserisce bene in questo "midrash" del serpente animato da un angelo o energia = ribelle, infatti, sarà colui che "strapperà via () l'angelo " e "imprigionerà - metterà alle strette o nella tomba il dragone ".

Il male del resto non ha solo radici terrene, ma è anche espressione di uno spirito ribelle angelico divenuto demoniaco e il combattimento contro di questi richiede sia un'opposizione sia nella carne, sia nello spirito.
Ed ecco che il profeta Malachia profetizza in aiuto l'angelo dell'alleanza:
  • Malachia 3,1 - "Ecco, io manderò un mio messaggero a preparare la via davanti a me e subito entrerà nel suo tempio il Signore che voi cercate; e l'angelo dell'alleanza, che voi sospirate, eccolo venire, dice il Signore degli eserciti."
Quando avverrà?
Sarà il giorno della purificazione della fine del nemico.
  • Malachia 3,2-3 - "Chi sopporterà il giorno della sua venuta? Chi resisterà al suo apparire? Egli è come il fuoco del fonditore e come la lisciva dei lavandai. Siederà per fondere e purificare l'argento; purificherà i figli di Levi, li affinerà come oro e argento, perché possano offrire al Signore un'offerta secondo giustizia."
Sarà il giorno della fine del nemico e del verme di questi che c'è in ogni uomo, ma solo lui lo spirito del male e il suo verme saranno a soffrire ciò, mentre il singolo uomo della distruzione di ciò che non è proprio, ma che è del male gioirà e non ne subirà danni, ma vantaggi.

Malachia 3,19-24 - "Ecco, infatti: sta per venire il giorno rovente come un forno. Allora tutti i superbi e tutti coloro che commettono ingiustizia saranno come paglia; quel giorno, venendo, li brucerà - dice il Signore degli eserciti - fino a non lasciar loro né radice né germoglio. Per voi, che avete timore del mio nome, sorgerà con raggi benefici il sole di giustizia e voi uscirete saltellanti come vitelli dalla stalla. Calpesterete i malvagi ridotti in cenere sotto le piante dei vostri piedi nel giorno che io preparo, dice il Signore degli eserciti. Tenete a mente la legge del mio servo Mosè, al quale ordinai sull'Oreb precetti e norme per tutto Israele. Ecco, io invierò il profeta Elia prima che giunga il giorno grande e terribile del Signore: egli convertirà il cuore dei padri verso i figli e il cuore dei figli verso i padri, perché io, venendo, non colpisca la terra con lo sterminio."

Dice Gesù ai suoi discepoli "...io vi dico: Elia è già venuto e non l'hanno riconosciuto; anzi, l'hanno trattato come hanno voluto. Così anche il Figlio dell'uomo dovrà soffrire per opera loro. Allora i discepoli compresero che egli parlava di Giovanni il Battista. (Matteo 17,12s)

Giovanni Battista, abbiamo visto, aveva riconosciuto in Lui "Lo Sposo"!

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