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I PATRIARCHI PRE E POST DILUVIO »
ANTEFATTI AL DILUVIO - CORRUZIONE DELL'UMANITÀ »
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DILUVIO, INIZIO DI UN TEMPO NUOVO »
L’ARCA »
GLI ANIMALI
Una nota, infine, sugli animali che portati nell’arca, mondi e immondi, sono un elemento importante del racconto del diluvio.
Ora, per lo schema che s’è andato delineando, questi non sono animali ma, mi si consenti l’ardire, uomini che non sono ancora del tutto iniziati ad entrare nell’alleanza col Dio Unico.
Provo a spiegarmi con alcune pennellate.
Gli uomini visti come pesci! Vi farò pescatori di uomini!
Gli uomini visti come agnelli, la pecora perduta ... è usuale nei Vangeli.
Nei tempi messianici, c’è la profezia d’Isaia (11,6,7) che "Il lupo dimorerà con l’agnello, la pantera si sdraierà accanto al capretto, il vitello e il leoncello pascoleranno insieme e un fanciullo li guiderà. La vacca e l’orsa pascoleranno insieme, si sdraieranno insieme i loro piccoli. Il leone si ciberà di paglia come un bue", ma queste scene sembrano essere diventate realtà nella mente dell’autore del Genesi, che scrive dopo Isaia.
Il Genesi, che è successivo ad Isaia, quelle scene e situazioni l’immagina possibili dentro l’arca, altrimenti impossibile sarebbe stato il compito di Noè.
Ciò rafforza l’idea che il diluvio è figura di tempi messianici.
Per quanto detto sinora questo bestiame - selvatico o no, ed i rettili - non sarebbero animali concreti, ma un midrash, una parabola che indica le caratteristiche spirituali di esseri non completi ancora nel proprio sviluppo; sono gli aspetti di vari tipi d’incompletezze evidenti al didascalo, al maestro spirituale, al catechista, al sacerdote, al rabbino.
Ognuno con la propria esperienza, potrà fare paralleli e considerazioni sui caratteri di persone che conosce; quello è un orso, una volpe, un’oca!
La profezia d’Isaia prosegue (Is.11,7-9b) con; "Il lattante si trastullerà sulla buca dell'aspide, il bambino metterà la mano nel covo di serpenti velenosi ... perché la saggezza del Signore riempirà il paese, come le acque riempiranno il mare." sembra quasi che con la saggezza del Signore, che sarà come le acque, saranno tutti pieni di saggezza del Signore e ... non saranno più animali!
Non, perciò, visione bucolica, utopica od escatologica, ma possibilità fornita dalla grazia della conversione che vince gli istinti dell'uomo da orso, vacca, leone od aspide.
Nella prefazione del nuovo Catechismo della Chiesa Cattolica, infatti, si legge: "Colui che insegna deve farsi tutto a tutti (1Cor. 9,22) per guadagnare tutti a Gesù Cristo ... In primo luogo non pensi che le anime a lui affidate abbiano tutte lo stesso livello. Non si può perciò con un metodo unico ed invariabile istruire e formare i fedeli alla vera devozione. Taluni sono come bambini appena nati, altri cominciano appena a crescere in Cristo, altri infine appaiono effettivamente già adulti ... Coloro che sono chiamati al ministero della predicazione devono, nel trasmettere l'insegnamento dei misteri della fede e delle norme dei costumi, adattare opportunamente la propria personale cultura all'intelligenza e alla facoltà degli ascoltatori."
In definitiva, questi animali sono uomini che debbono entrare in un cammino per avere un completamento; infatti, nell’arca saranno
"completamente
dentro
rifiniti
"
e
"completi
da dentro
usciranno
".
Nel paragone con l’Esodo, siamo al tempo dei 40 anni dopo la consegna della Torah in cui nel deserto si ha la trasformazione della forza di lavoro del Faraone uscita con gli ebrei "Inoltre una gran massa di gente promiscua partì con loro e insieme greggi e armenti in gran numero." (Es. 12,38) "La gente raccogliticcia che, che era tra il popolo..." (Num. 11,4) "Ora il figlio d una donna israelita e di un egiziano uscì in mezzo agli Israeliti" (Lv. 24,10), ed è come un’arca di Noè d’uomini e animali che saranno portati tutti nella terra promessa nel parallelo dell’Esodo, nel nuovo mondo di Noè, e nel Regno dei cieli, con il Cristo.
C’è un altro elemento che fa pendere la bilancia verso la soluzione che l’arca non salva animali, ma è un mezzo per traghettare dal mondo vecchio ad un mondo nuovo uomini da catechizzare.
Nei versetti Gen. 6,19-21 erano già state date disposizioni a Noè su chi portare nell’arca, ma nel versetto Gen. 7,2 il Signore dispone: "Di ogni animale mondo prendine con te sette paia, il maschio e la sua femmina; degli animali che non sono mondi un paio, il maschio e la sua femmina".
Qui, però, per maschio e femmina non sono usate le parole ebraiche che individuano tali sessi, ma il termine d’uomo
e di moglie/donna
.
L’uso di queste parole per animali è del tutto anomalo; questa, infatti, è l’unica volta con cui la Bibbia si riferisce alle bestie col termine d’uomo e di donna (vedi anche nota del "Dizionario Teologico dell’A.T." di Jenni e Westermann).
L’arca così diviene sede per passare alla salvezza, una specie di figura del tempo del catecumenato nel Cristianesimo, in cui s’entra da pagani e s’esce appartenenti al nuovo Israele.
Per quanto riguarda bestiame o bestia il termine ebraico è
"dentro
ai campi
vivono
all’aperto
",
e un plurale è
behamot, che anche un mostro che secondo la tradizione ebraica ai tempi messianici sarà ucciso e mangiato in un banchetto col Leviatano, in quanto da "dentro
uscirà
la morte
".
In definitiva, la salvezza di Dio fa uscire l’uomo dall’istinto bestiale e lo porta a dimensioni che sempre più tendono a Lui, perché: "Dio disse: Facciamo l’uomo a nostra immagine, a nostra somiglianza..." (Gen. 1,26)
Il racconto del diluvio si può mettere in parallelo a quello del profeta Giona, il cui nome vuol dire "colomba" e ricorda quella che uscì dall’arca.
C’è un viaggio in mare, Giona sta nella pancia di un grosso pesce per tre giorni e tre notti, Dio voleva distruggere la città di Ninive e non lo fece dopo la predicazione del profeta che mosse gli abitanti a conversione.
A Giona Dio alla fine dice: "Non dovrei aver pietà di Ninive ...vi sono persone che non sanno distinguere la mano destra dalla sinistra e animali?" (Giona 4,11)
Gesù fa espressamente nei vangeli un parallelo di sé con Giona (Lc. 11,29-32 e Mt. 12,38.42), come Giona si addormenta profondamente su una barca (Mt. 8,24.25 e Giona 1,5) e per tre giorni e tre notti fu inghiottito dalla morte.