parti precedenti:
IL LIBRO DI NEEMIA »
ESDRA E NEEMIA
Esdra,
"'ezrà'" "aiuto" dal radicale ebraico
"aiutare", quindi "aiutante".
Neemia
"Nehoemyah" dal radicale ebraico
"Conforto" di
Iah, cioè "di Iahwèh".
Questi due personaggi biblici sono le due colonne che hanno permesso la ricostruzione del Tempio, della città di Gerusalemme, la fondazione del Giudaismo e la sua conservazione fino ai nostri giorni anche delle Sacre Scritture come ci sono pervenute.
Quei due in un certo senso ricordano, infatti, le due colonne del Tempio di Salomone che "Eresse le colonne nel vestibolo del tempio. Eresse la colonna di destra, che chiamò Iachin
ed eresse la colonna di sinistra, che chiamò Boaz
."
(1 Re 7,21)
Boaz
da "dentro
al Tempio verrà una forza
"
e accadde che venne Esdra,
,
cioè fu alla vista
la forza
.
Iachin
"sarà rifondato" ci "sarà
così
la forza
di N
"
e questa N sarà Neemia "Nehoemyah"
"Conforto di Dio".
A Neemia viene fatta risalire dalla tradizione la fondazione di "una biblioteca, curò la raccolta dei libri dei re, dei profeti e di Davide e le lettere dei re intorno ai doni." (2 Maccabei 2,13)
Il libro del Siracide lo ricorda elogiandone l'opera di riformatore: "Anche la memoria di Neemia durerà a lungo: egli rialzò le nostre mura demolite e vi pose porte e sbarre; fece risorgere le nostre case".
Il 2 Libro dei Maccabei poi racconta questo episodio su Neemia:
"Stando noi per celebrare la purificazione del tempio il venticinque di Casleu, abbiamo creduto necessario darvi qualche spiegazione, perché anche voi celebriate la festa delle Capanne e del fuoco, apparso quando Neemia offrì i sacrifici dopo la ricostruzione del tempio e dell'altare. Infatti quando i nostri padri furono deportati in Persia, i sacerdoti fedeli di allora, preso il fuoco dall'altare, lo nascosero con cautela nella cavità di un pozzo che aveva il fondo asciutto e là lo misero al sicuro, in modo che il luogo rimanesse ignoto a tutti. Dopo un buon numero di anni, quando piacque a Dio, Neemia, rimandato dal re di Persia, inviò i discendenti di quei sacerdoti che avevano nascosto il fuoco, a farne ricerca; quando essi ci riferirono che non avevano trovato il fuoco ma acqua grassa, comandò loro di attingerne e portarne. Poi furono portate le offerte per i sacrifici e Neemia comandò che venisse aspersa con quel acqua la legna e quanto vi era sopra. Così fu fatto e dopo un po' di tempo il sole, che prima era coperto di nubi, cominciò a risplendere e si accese un gran rogo, con grande meraviglia di tutti. I sacerdoti si posero allora in preghiera, mentre il sacrificio veniva consumato, e con i sacerdoti tutti gli altri: Giònata intonava, gli altri continuavano in coro insieme a Neemia. La preghiera era formulata in questo modo: Signore, Signore Dio, creatore di tutto, tremendo e potente, giusto e misericordioso, tu solo re buono, tu solo generoso, tu solo giusto e onnipotente ed eterno, che salvi Israele da ogni male, che hai fatto i nostri padri oggetto di elezione e santificazione, accetta il sacrificio offerto per Israele tuo popolo, custodisci la tua porzione e santificala. Raccogli i nostri dispersi, libera quelli che sono schiavi in mano ai pagani, guarda benigno i disprezzati e gli oltraggiati; sappiano i pagani che tu sei il nostro Dio. Punisci quelli che ci opprimono e ci ingiuriano con superbia. Concedi al tuo popolo di radicarsi nel tuo luogo santo, come ha detto Mosè. I sacerdoti a loro volta cantavano inni. Poi vennero consumate le vittime del sacrificio e Neemia ordinò che il resto dell'acqua venisse versata sulle pietre più grosse. Fatto questo, si accese una fiamma, la quale tuttavia fu assorbita dal bagliore del fuoco acceso sull'altare. Quando fu divulgato il fatto e fu annunciato al re dei Persiani che nel luogo dove i sacerdoti deportati avevano nascosto il fuoco era comparsa acqua e che i sacerdoti al seguito di Neemia avevano con quella purificato le cose necessarie al sacrificio, il re fece cingere il luogo e lo dichiarò sacro, dopo aver accertato il fatto. Il re ricevette anche molti doni da quelli che aveva favoriti e ne diede a sua volta. I compagni di Neemia chiamarono questo luogo Neftar che significa "purificazione"; ma i più lo chiamano Neftai." (2 Maccabei 1,18-36)
Tutto ciò fa comprendere come le figure di Esdra e Neemia e gli eventi accaduti dopo il ritorno dall'esilio furono considerati una e vera rifondazione e vennero mitizzati.
Gli scritti relativi alla loro storia, vollero pertanto collegarsi a quella di Mosè anche in forma concreta; pertanto, vennero prodotti con gli stessi criteri che si trovano nella Torah, cioè producendoli con un testo di secondo livello con l'epopea del Messia.
È da ricordare che Esdra introdusse:
- La scrittura quadrata ebraica per usarla nella scrittura della Torah;
- L'Assemblea dei Sapienti o Grande Sinagoga che dirigeva, "l'anshei keneset hagedolah", cioè gli uomini della Grande Assemblea, istituzione che guidò l'ebraismo fino alla fine dei profeti e che avrebbe avuto anche alcuni profeti tra i propri 120 membri. A questa Congregazione sono fatti risalire la definitiva forma dei riti e delle liturgie del giudaismo e l'idea di cominciare a determinare l'autorità di alcune scritture e quindi del canone biblico.
- La lettura tre volte alla settimana della Torah in sinagoga, il lunedì, il giovedì e il sabato pomeriggio.