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RACCONTI A SFONDO BIBLICO...

 
IL GIUSTO CAMMINO DELLA VERITÀ

di Alessandro Conti Puorger
 
 

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ULTIMA STAZIONE, 14a GESÙ È DEPOSTO NEL SEPOLCRO
Il corpo di Gesù fu tolto dalla croce e deposto in un sepolcro essendo giunta la sera della Parasceve, ossia della vigilia del sabato.
"Era il giorno della Parasceve e i Giudei, perché i corpi non rimanessero sulla croce durante il sabato - era infatti un giorno solenne quel sabato - chiesero a Pilato che fossero spezzate loro le gambe e fossero portati via." (Giovanni 19,31)

La sepoltura avvenne in fretta prima della notte.
Fu tolto dalla croce, per comando della Torah in Deuteronomio 21,23 che ho citato nella stazione 10a "Gesù è crocifisso".

Matteo tratta l'argomento della sepoltura in 27,57-66 riferendo di Giuseppe d'Arimatea che andò da Pilato, ne ottenne il corpo, prese un lenzuolo pulito e lo depose nel proprio sepolcro nuovo scavato nella roccia, davanti fu rotolata una pietra e i sacerdoti posero le proprie guardie a vigilare, mentre tutto videro Maria di Magdala e Maria di Giacomo e la madre dei figli di Zebedeo.
Marco in 15,42-47 aggiunge che Giuseppe d'Arimatea "era un membro autorevole del sinedrio" e che andò "con coraggio" da Pilato - che come ho accennato rimase stupito che fosse già morto e mandò un centurione ad accertarsi - poi il d'Arimatea comprò un lenzuolo... presenti le due Marie.
Luca in 23,50-56 precisa che Giuseppe d'Arimatea era buono e giusto.
Giovanni in 19,38-42 aggiunge la presenza alla deposizione di Nicodemo che portò mirra e aloe e informa che il sepolcro era in un "giardino".

Tutto con Adamo in un giardino era iniziato, nel Gan Eden, come del resto la Via Crucis inizia nel giardino del Getsemani e in un giardino finisce, quello attorno al Calvario: "Ora, nel luogo dove era stato crocifisso, vi era un giardino e nel giardino un sepolcro nuovo, nel quale nessuno era stato ancora posto." (Giovanni 19,41) come a significare che un Figlio dell'uomo, di Adamo, finalmente è rientrato nel giardino, ha compiuto il percorso "giusto"; il labirinto che gli frapponeva l'accusatore e tentatore è stato superato.
Giuseppe di Arimatea assieme a Nicodemo depose il corpo di Gesù in un sepolcro e pensavano di consegnarlo allo Sheol, il regno dei morti.

La vita eterna, infatti, era ancora un privilegio di Dio e degli spiriti celesti.
Dell'uomo Gesù per i mortali sarebbe restato, come accade per tutti gli uomini, solo il corpo fino alla decomposizione.
La speranza della risurrezione era per gli ultimi tempi, speranza che nutrivano soltanto quelli che credevano in tale evento finale.
Quel sabato fu il giorno di riposo annunciato in cui il Signore si sarebbe interessato dei trapassati.
La tradizione, infatti, ricordata dal Catechismo della Chiesa Cattolica asserisce:

  • 631 - "Gesù "...era disceso nelle regioni inferiori della terra. Colui che discese è lo stesso che anche ascese..." (Efesini 4,10). "Il Simbolo degli Apostoli professa in uno stesso articolo di fede la discesa di Cristo agli inferi e la sua risurrezione dai morti il terzo giorno, perché nella sua Pasqua egli dall'abisso della morte ha fatto scaturire la vita...
  • 633 - "La Scrittura chiama inferi, Shéol il soggiorno dei morti dove Cristo morto è disceso, perché quelli che vi si trovano sono privati della visione di Dio. Tale infatti è, nell'attesa del Redentore, la sorte di tutti i morti, cattivi o giusti; il che non vuol dire che la loro sorte sia identica, come dimostra Gesù nella parabola del povero Lazzaro accolto nel seno di Abramo. Furono appunto le anime di questi giusti in attesa del Cristo a essere liberate da Gesù disceso all'inferno...

La liturgia delle ore all'Ufficio delle Letture della vigilia di Pasqua propone questa antica "Omelia sul Sabato santo" del tutto intonata con questi pensieri:
"Che cosa è avvenuto? Oggi sulla terra c'è grande silenzio, grande silenzio e solitudine. Grande silenzio perché il Re dorme: la terra è rimasta sbigottita e tace perché il Dio fatto carne si è addormentato e ha svegliato coloro che da secoli dormivano. Dio è morto nella carne ed è sceso a scuotere il regno degli inferi. Certo egli va a cercare il primo padre, come la pecorella smarrita. Egli vuole scendere a visitare quelli che siedono nelle tenebre e nell'ombra di morte. Dio e il Figlio suo vanno a liberare dalle sofferenze Adamo ed Eva che si trovano in prigione. Il Signore entrò da loro portando le armi vittoriose della croce. Appena Adamo, il progenitore, lo vide, percuotendosi il petto per la meraviglia, gridò a tutti e disse: Sia con tutti il mio Signore. E Cristo rispondendo disse ad Adamo: E con il tuo spirito. E, presolo per mano, lo scosse, dicendo: Svegliati, tu che dormi, e risorgi dai morti, e Cristo ti illuminerà. Io sono il tuo Dio, che per te sono diventato tuo figlio; che per te e per questi, che da te hanno avuto origine, ora parlo e nella mia potenza ordino a coloro che erano in carcere: Uscite! A coloro che erano nelle tenebre: Siate illuminati! A coloro che erano morti: Risorgete! A te comando: Svegliati, tu che dormi! Infatti non ti ho creato perché rimanessi prigioniero nell'inferno. Risorgi dai morti. Io sono la vita dei morti. Risorgi, opera delle mie mani! Risorgi mia effige, fatta a mia immagine! Risorgi, usciamo da qui! Tu in me e io in te siamo infatti un'unica e indivisa natura. Per te io, tuo Dio, mi sono fatto tuo figlio. Per te io, il Signore, ho rivestito la tua natura di servo. Per te, io che sto al di sopra dei cieli, sono venuto sulla terra e al di sotto della terra. Per te uomo ho condiviso la debolezza umana, ma poi son diventato libero tra i morti. Per te, che sei uscito dal giardino del paradiso terrestre, sono stato tradito in un giardino e dato in mano ai Giudei, e in un giardino sono stato messo in croce. Guarda sulla mia faccia gli sputi che io ricevetti per te, per poterti restituire a quel primo soffio vitale. Guarda sulle mie guance gli schiaffi, sopportati per rifare a mia immagine la tua bellezza perduta. Guarda sul mio dorso la flagellazione subita per liberare le tue spalle dal peso dei tuoi peccati. Guarda le mie mani inchiodate al legno per te, che un tempo avevi malamente allungato la tua mano all'albero. Morii sulla croce e la lancia penetrò nel mio costato, per te che ti addormentasti nel paradiso e facesti uscire Eva dal tuo fianco. Il mio costato sanò il dolore del tuo fianco. Il mio sonno ti libererà dal sonno dell'inferno. La mia lancia trattenne la lancia che si era rivolta contro di te. Sorgi, allontaniamoci di qui. Il nemico ti fece uscire dalla terra del paradiso. Io invece non ti rimetto più in quel giardino, ma ti colloco sul trono celeste. Ti fu proibito di toccare la pianta simbolica della vita, ma io, che sono la vita, ti comunico quello che sono. Ho posto dei cherubini che come servi ti custodissero. Ora faccio sì che i cherubini ti adorino quasi come Dio, anche se non sei Dio. Il trono celeste è pronto, pronti e agli ordini sono i portatori, la sala è allestita, la mensa apparecchiata, l'eterna dimora è addobbata, i forzieri aperti. In altre parole, è preparato per te dai secoli eterni il regno dei cieli."

Dio Padre ha accettato il rientro nel Giardino compiuto dall'Uomo nuovo, riaccese in Lui lo Spirito, la sindone rimase come afflosciata, la tomba non lo potette trattenere e Gesù il Cristo, il nuovo Adamo, risorse!
Si compì per un primo uomo la profezia "...non abbandonerai la mia vita nel sepolcro, né lascerai che il tuo santo veda la corruzione." (Salmo 16,10)


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