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di Alessandro Conti Puorger
 
 

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L'ACQUA NEL VANGELO DI GIOVANNI
Tutto ciò considerato, ho provato a seguire l'evoluzione degli episodi che il Vangelo di Giovanni, il più tardivo rispetto agli altri (fine I secolo), propone presentando una certa tensione sulla parola "acqua o acque" in quanto la frequenza di presentazione di tali termini è sensibilmente più accentuata rispetto ai sinottici (55-75 d. C.) come ad indicare un cammino teologico prodottosi nelle comunità cristiane riguardo a tale elemento.
(Vedi: "I Vangeli canonici: sotto la lente della statistica")

Tali "acqua o acque" nel testo C.E.I. 2008 si trova con questa frequenza:

  • Matteo, 8 volte in 3,11.16; 8,32; 10,42; 14,28-29; 17,16 e 27,24;
  • Marco, 5 volte in 1,8.10; 9,22; 9,41 e 14,13;
  • Luca, 7 volte in 3,16; 7,44; 8,23-24-25; 16,24 e 22,10;
  • Giovanni, 22 volte.
Di queste 22 volte del Vangelo di Giovanni nei tre episodi di cui al precedente paragrafo si trova 7 volte, precisamente:
  • 3 in 1,26.31.33 nell'episodio del battesimo di Gesù;
  • 3 in 2,7 e in 2,9 per due volte alle "nozze di Cana";
  • 1 in 3,5 nel colloquio notturno con Nicodemo.
Le ulteriori 15 volte si rinvengono in:
  • 1 in 3,23 per dire dell'ulteriore attività del Battista;
  • 9 in 4,7.10.11.13. 14 (3 volte).15 (2 volte) nell'incontro con la Samaritana;
  • 1 in 4,46 ove ricorda le nozze di Cana;
  • 1 in 5,7 alla piscina di Siloe;
  • 1 in 7,37 nell'ultimo giorno della "festa delle capanne";
  • 1 in 13,5 in occasione della lavanda dei piedi;
  • 1 in 19,24 sgorga dal costato di Cristo in croce.
Provo a commentarle succintamente le prime 20.

Dopo il colloquio con Nicodemo il Vangelo dice in 3,22-24: "Dopo queste cose, Gesù andò con i suoi discepoli nella regione della Giudea, e là si tratteneva con loro e battezzava. Anche Giovanni battezzava a Ennòn, vicino a Salìm, perché là c'era molta acqua; e la gente andava a farsi battezzare. Giovanni, infatti, non era ancora stato gettato in prigione." poi in 4,2 precisa: "...sebbene non fosse Gesù in persona a battezzare, ma i suoi discepoli..."

È quella solo una chiosa informativa sulle vicende di Gesù e del Battista o vuol dire anche qualche altra cosa?
Intanto, si apprende che:
  • il battesimo con l'acqua e lasciato ai discepoli e Lui, il Signore è spettatore consenziente, ma non battezza con quell'acqua;
  • il posto del Suo battesimo sulla sponda a sinistra del Giordano vicino al Mar Morto fu il luogo ove poi, con Lui presente, i suoi discepoli battezzavano (freccia in basso);
  • Giovanni Battista gli aveva ceduto il posto e come "precursore" lo aveva preceduto in Samaria dove poi Gesù sarebbe andato, e battezzava molto più a nord (circa 100 km) sulla sponda destra del Giordano (freccia in alto).

Mi hanno colpito quei nomi, "Ennon", forse "sorgente "a'in" di "Nun" " (l'oceano primordiale, una divinità egizia) in cui circolano molte N = e Salim che ricorda l'immagine "tzalem" e evocano il tema di ricreare con l'energia di Dio la Sua immagine nell'uomo.

Gesù in Giovanni 4 si porta con i suoi discepoli in Samaria e a Sichem presso il pozzo di Giacobbe incontra una donna del posto, "la Samaritana", che attingeva acqua.
In tale occasione Gesù in 4,10 le dice che è in grado di poterle dare "acqua viva", termine che si propone in questo incontro anche in 4,11.
Nel colloquio in 4,13-14 Gesù chiarisce bene: "Chiunque beve di quest'acqua avrà di nuovo sete; ma chi berrà dell'acqua che io gli darò, non avrà più sete in eterno. Anzi, l'acqua che io gli darò diventerà in lui una sorgente d'acqua che zampilla per la vita eterna."

Ora, il termine ebraico per "acqua" "maim" letto con le lettere suggerisce "acqua del mare "iam" " come a specificare che la prima lettera m = , che come icona può stare a significare anche "vita e madre" è proprio l'acqua che fisica quella che, appunto, forma il mare.
Lo stesso termine "maim" letto in altro modo come porta a "l'acqua che è viva ", ma ovviamente non è l'acqua fisica, è un'altra acqua, quella con cui battezza Gesù che richiama l'energia n = , in quanto, numericamente questa lettera ha valore di 50 come + = 50; è, quindi, questa un'acqua angelica.
Quest'acqua viva è propria del Signore Dio, quella con cui plasmò la prima coppia di uomini, Adamo, e che alimentava il "Gan Eden" o Paradiso Terrestre, ma che dopo il peccato rimase nei figli di Adamo solo come acqua fisica che evapora con la morte senza speranza di vita eterna se Dio stesso non rinnovasse l'azione con acqua viva.
Accade, infatti, che nell'Antico Testamento l'Essenza Divina è presentata in vari modi, come sole, luce, fuoco e quale sorgente d'acqua viva come in:
  • Salmo 42,2-3 - "Come la cerva anela ai corsi d'acqua, così l'anima mia anela a te, o Dio. L'anima mia ha sete di Dio, del Dio vivente: quando verrò e vedrò il volto di Dio?"
  • Geremia 2,13 e 17,13 - "Hanno abbandonato il Signore, fonte di acqua viva."
  • Isaia 12,3 e 55,1 - "Attingerete acqua con gioia alle sorgenti della salvezza" e "O voi tutti assetati venite all'acqua, chi non ha denaro venga ugualmente; comprate e mangiate senza denaro e, senza spesa, vino e latte!"
Del resto, il libro dell'Apocalisse, l'ultimo della Bibbia, si conclude con la visione dell'albero della vita nella nuova Gerusalemme del cielo: "Mi mostrò poi un fiume d'acqua viva limpida come cristallo, che scaturiva dal trono di Dio e dell'Agnello. In mezzo alla piazza della città e da una parte e dall'altra del fiume si trova un albero di vita." (Apocalisse 22,1-2)

Gesù, racconta 4,46, "Andò dunque di nuovo a Cana di Galilea, dove aveva cambiato l'acqua in vino."
Qui compì un altro miracolo, un altro segno e tale precisazione è da tenere presente assieme al versetto 4,54 che evidenzia: "Questo fu il secondo segno, che Gesù fece quando tornò dalla Giudea in Galilea."

Il miracolo era consistito nella guarigione a distanza del figlio di un funzionario del re che era gravemente malato a Cafarnao.
Pare doversi cogliere che volutamente l'evangelista vuole che il lettore associ l'energia uscita da Gesù nel miracolo dell'acqua cambiata in vino a quella da Lui dispiegata per evitare la morte ed eliminare gli effetti del male di una grave malattia, collegabile al male etico.
Gesù, quindi, è capace di scacciare il male che è entrato nel cuore dell'uomo per azione dal serpente delle origini.
In ebraico, infatti, "ammalarsi" ha il radicale le cui lettere suggeriscono "la racchiusa potenza esce " per cui con le stesse lettere usate come icone si può concludere che la malattia più grave all'uomo è derivata dal fatto che si è "chiuso - nascosto il serpente nel mondo ".

Il capitolo 5 di Giovanni presenta un segno fatto da Gesù "A Gerusalemme, presso la porta delle Pecore" ove c'è "una piscina, chiamata in ebraico Betzatà, con cinque portici, sotto i quali giaceva un grande numero di infermi, ciechi, zoppi e paralitici. Si trovava lì un uomo che da trentotto anni era malato." (5,2-4)

Questo malato era un paralitico su una barella o lettuccio.
Ora, i numeri citati provo a trasformarli in lettere; c'è una = 5 e un 38 per cui somma di almeno due lettere, una = 30 e un = 8, quindi, in tal modo con quei numeri viene tratteggiato proprio il radicale di "ammalarsi" di cui poco prima ho detto.
D'altronde il testo pone in evidenza che lì si riuniva ogni tipo di malati, "ciechi, zoppi e paralitici".
Beh! Sarò un visionario, ma è noto che gli evangelisti avevano dimestichezza con la gematria o gimatria; al riguardo ricordo il 3 volte il numero 14 di Matteo 1,17, i 153 grossi pesci in Giovanni 21,11 e poi il 144.000 e il 666 nell'Apocalisse 7,4 e 13,18, quindi, a quei tempi che usassero le lettere ebraiche che sono anche numerali per esprimere sinteticamente dei concetti era usuale e dice Apocalisse 13,18: "Chi ha intelligenza calcoli il numero".

Ora, su 10 volte che il Vangelo di Giovanni cita il "guarire, guarito e simili" ben 7 di quelle citazioni si trovano in questo episodio, 5,6.9.10.11.13.14.15, il che concorda col messaggio dell'ammalarsi dato da quei numeri e con l'energia capace di guarire che usciva da Gesù.

Gesù stesso poi al riguardo ai Giudei nel Tempio che lo accusavano di aver guarito quel paralitico di sabato disse "Ora, se un uomo riceve la circoncisione di sabato perché non sia trasgredita la legge di Mosè, voi vi sdegnate contro di me perché di sabato ho guarito interamente un uomo? Non giudicate secondo le apparenze; giudicate con giusto giudizio!" (Giovanni 7,23s)

La guarigione che interviene da parte di Gesù sull'uomo - ossia sui figli di Adamo - è integrale e applica in pieno la legge del taglione "occhio per occhio" al demonio, l'unico verso cui va applicata, in quanto ai 38 anni di sofferenze del paralitico risponde pure con un 38, ma invertendo le lettere, ridando al poveretto il vigore "lecha'".

Del resto il miracolo avvenne presso la "Porta delle pecore" "sha'r hatz'on" le cui lettere sul tema della vittoria sul demonio sono allusive "bruciori al nemico usciranno scendendo dall'Unico l'energia ".

Là, alla piscina probatica dove lavavano le pecore per portarle al sacrificio nel Tempio evidentemente le lettere di quel termine "ovini" lo avevano lette come vi "scendeva dell'Unico un angelo ", infatti, alcune edizioni del Vangelo riportano un versetto 4 che normalmente viene omesso che recita "Un angelo infatti in certi momenti scendeva nella piscina e agitava l'acqua, il primo ad entrarvi dopo l'agitazione dell'acqua guariva da qualsiasi malattia fosse affetto".

La citazione di acqua viva in 7,37 che completa le tre citazioni di questa in Giovanni, di cui le altre due ho detto nel racconto della Samaritana, è la seguente: "Nell'ultimo giorno, il grande giorno della festa, Gesù, ritto in piedi, gridò: Se qualcuno ha sete, venga a me, e beva chi crede in me. Come dice la Scrittura: Dal suo grembo sgorgheranno fiumi di acqua viva. Questo egli disse dello Spirito che avrebbero ricevuto i credenti in lui: infatti, non vi era ancora lo Spirito, perché Gesù non era ancora stato glorificato." (Giovanni 7,37-39)

Era l'ultimo giorno della festa di "Succot", ossia quella delle Capanne, detta anche dei Tabernacoli, festa del raccolto e della gioia, quando a Gerusalemme convenivano da tutte le parti in pellegrinaggio come a Pasqua e a Pentecoste.

Il libro del Levitico 23,41-43, infatti, prescrive: "Celebrerete questa festa in onore del Signore, per sette giorni, ogni anno. È una legge perenne di generazione in generazione. La celebrerete il settimo mese. Dimorerete in capanne per sette giorni; tutti i cittadini d'Israele dimoreranno in capanne, perché i vostri discendenti sappiano che io ho fatto dimorare in capanne gli Israeliti, quando li ho condotti fuori dal paese d'Egitto. Io sono il Signore vostro Dio."

Il settimo mese è detto di Tishri (settembre- ottobre) di principali festività ebraiche:
  • Rosh haShanah, capodanno ordinario, nel primo giorno del mese;
  • Yom Kippur, il 10 del mese giorno del digiuno, espiazione e del perdono;
  • Sukkot, festa delle capanne, dal 15 al 21 del mese, che termina con...
  • Simchat Torah o festa della gioia della Torah, nei giorni 22 e 23.
Era uso che un sacerdote attingesse l'acqua in una brocca d'oro dalla piscina di Siloe il cui nome in ebraico, come si evince da Neemia 3,15 è scritto "Shoelach", nome allusivo, "accenderà il vigore ".

Quel sacerdote poi guidava una processione di lode verso il Tempio e versava l'acqua in un bacino sull'altare mentre in un altro era versato del vino.
L'entrata della processione nel cortile dei sacerdoti dalla Porta dell'Acqua era annunciata con tre squilli di tromba.
Strumenti musicali accompagnavano intonando l'"Hallel" (Salmi 113-118) ed erano agitati con gioia rami di palme secondo le parole profetiche di Isaia 12,3-6 "Attingerete acqua con gioia alle sorgenti della salvezza" a gratitudine d'Israele per la pioggia che aveva prodotto il raccolto, e come preghiera per la pioggia dell'anno a venire in quanto: "In quel giorno direte: Rendete grazie al Signore e invocate il suo nome, proclamate fra i popoli le sue opere, fate ricordare che il suo nome è sublime. Cantate inni al Signore, perché ha fatto cose eccelse, le conosca tutta la terra. Canta ed esulta, tu che abiti in Sion, perché grande in mezzo a te è il Santo d'Israele."

Salvezza e Gesù sono la stessa cosa; infatti, "alle sorgenti della salvezza" in Isaia è "mummaa'inei haieshua'h" "di acqua viva una sorgente sarà ad uscire da Gesù " e ancora "acqua dal seno con l'energia sarà ad uscire da Gesù ".

Il profeta Zaccaria in 13,1 del resto aveva profetizzato: "In quel giorno vi sarà per la casa di Davide e per gli abitanti di Gerusalemme una sorgente zampillante per lavare il peccato e l'impurità."

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