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RACCONTI A SFONDO BIBLICO...

 
NASCERE DALL'ALTO

di Alessandro Conti Puorger
 
 

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L'ACQUA NELLA SETTIMANA SANTA
Nel Vangelo di Giovanni due sono gli avvenimenti della passione, morte e risurrezione di Gesù di Nazaret, la Settimana Santa, ove l'acqua si presenta elemento importante: l'episodio detto della "lavanda dei piedi" e l'acqua uscita col sangue dal costato del Crocefisso, eventi che qui vado a commentare.

Prima di trattare della "lavanda dei piedi" di cui al capitolo 13 del Vangelo di Giovanni propongo la questione seguente: quando gli apostoli furono battezzati?
Tutti gli apostoli certamente ebbero il battesimo di sangue attraverso il martirio, ma prima furono anche comandati di battezzare i fedeli nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo e ci si attende che anche loro lo siano stati.

Gesù poi al riguardo del battesimo in Giovanni 3,5 è perentorio: "In verità, in verità io ti dico, se uno non nasce da acqua e Spirito, non può entrare nel regno di Dio" e gli apostoli sono certamente con Dio.

Ora nella lettera 265 con cui Sant'Agostino invia religiosi saluti a Seleuciana, piissima serva di Dio, osserva "Sta scritto quando fu battezzato l'apostolo Paolo (Atti 9,18), mentre non sta scritto quando furono battezzati gli altri Apostoli; ciononostante s'ha da intendere che furono battezzati anche loro..."

Allora, quando lo furono con l'acqua e quando con lo spirito?
Negli Atti degli Apostoli poi Gesù risorto prima d'essere assunto in cielo disse agli apostoli "Giovanni ha battezzato con acqua, voi invece sarete battezzati in Spirito Santo, fra non molti giorni" (Atti 1,5) e non parla di battesimo con l'acqua come l'avessero già avuto, mentre quello in Spirito lo ebbero a Pentecoste.
Certo alcuni degli apostoli avranno avuto un battesimo con acqua, ma da Giovanni Battista e di quel tipo se lo saranno dati a vicenda, ma non era stato dato da Gesù, quindi, non era un battesimo in grado di rendere mondi dal peccato originale, infatti, Giovanni 4,2 precisa che non era "...Gesù in persona a battezzare, ma i suoi discepoli..."

È, quindi, da attendere anche per loro un battesimo con l'acqua da parte di Gesù, per l'annullamento del peccato d'origine; comunque, certamente la Sua Parola è come pioggia che viene da cielo (Isaia 55,10), se accolta "aiuta a (essere) puri " infatti, dirà "Voi siete già puri, a causa della parola che vi ho annunciato." (Giovanni 15,3).

Dopo questa premessa passiamo ai primi versetti Giovanni 13,1-4 della lavanda dei piedi che precedette l'inizio dell'ultima cena, versetti importanti per seguire il pensiero dell'evangelista: "Prima della festa di Pasqua Gesù, sapendo che era venuta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò fino alla fine. Durante la cena, quando il diavolo aveva già messo in cuore a Giuda, figlio di Simone Iscariota, di tradirlo, Gesù, sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani e che era venuto da Dio e a Dio ritornava, si alzò da tavola, depose le vesti, prese un asciugamano e se lo cinse attorno alla vita."

È noto che questo episodio non è riportato dai sinottici che dell'ultima cena pongono in evidenza soprattutto il momento eucaristico del pane e del vino che questo Vangelo dà per scontato.
Del pane comunque questo episodio dà un cenno quando al versetto 18b quando si trova: "...deve compiersi la Scrittura: Colui che mangia il mio pane ha alzato contro di me il suo calcagno."

Nel Salmo 41,10, in effetti, è scritto "Anche l'amico in cui confidavo, che con me divideva il pane, contro di me alza il suo piede", ma nel testo in ebraico quel piede è "a'qeb" "calcagno".

Gesù evidentemente quel "amico" l'avvicina a Giuda il traditore.
Invero, in questo Salmo di Davide quel versetto allude ad Achitofel, già amico di Davide che consigliò la rivolta ad Assalonne, (il cui nome spiega sant'Agostino, nel commento ad un alto Salmo, il 7 significa "delitto del fratello").
La parola "calcagno", peraltro, richiama anche la profezia di Genesi 3,15 come se quel calcagno fosse stato mosso e insidiato proprio dal serpente che provocò la caduta di Adamo; infatti, abbiamo visto che "il diavolo aveva già messo in cuore a Giuda, figlio di Simone Iscariota, di tradirlo".

Molti atti di Gesù sono segni dell'avverarsi di profezie sul Messia, quindi, per comprenderne pienamente il senso sono da cercare nell'Antico Testamento i termini che li evocano.

Con questo pensiero guardo, allora, il versetto Giovanni 13,5: "Poi versò dell'acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l'asciugamano di cui si era cinto."

"Acqua per il lavare i piedi" nel testo della Tenak si trova solo in Genesi 24,32 e si riferisce a Eliezer il servo di Abramo andato in Anatolia a prendere moglie per Isacco che viene accolto dal fratello di lei Labano: "Allora l'uomo entrò in casa e quegli tolse il basto ai cammelli, fornì paglia e foraggio ai cammelli e acqua per lavare i piedi a lui e ai suoi uomini", ove quanto in grassetto è:

  • acqua "maim";
  • per lavare "lirechotz";
  • i piedi "raghlei".
Versò dell'acqua e dovette agire con le mani per lavarli il che ricorda il bi-lettere , "l'Unico con le mani " che ho trattato parlando del versetto Genesi 2,6 "della polla d'acqua" al momento della formazione del primo uomo.
Lui, il Signore, la Parola, il Verbo creatore, Gesù nella carne, con quell'atto sta plasmando la sua futura Chiesa, come fece Dio con Adamo, per formare grazie alla Chiesa, la nuova Eva, per far nascere gli uomini nuovi.
Con quel lavare "il Potente lava " sta preparando, "la potenza in un corpo a chiudersi scende ", un utero per la nascita con acqua che viene da Lui della stirpe della Donna, la Chiesa, che appunto è il seno materno - "roechoem" in ebraico - per far nascere col battesimo di acqua e Spirito fratelli di Cristo.
Quell'acqua, trattata con la Sua mano, allora è da pensare come trasformata in acqua celeste, è come l'acqua che del suo seno scende, acqua di misericordia, considerato che questa in ebraico si dice "rachamim" vera energia battesimale che elimina ogni traccia d'impurità negli apostoli, atta a sancire la volontà di Gesù che siano perfettamente mondi non solo fisicamente, ma essenzialmente dal peccato originale e dai nuovi peccati eventualmente intervenuti dopo l'avvenuto accoglimento della Sua parola, come dirà Lui stesso, e li prepara da mondi a essere perfetti con lo Spirito Santo che sarà infuso a Pentecoste per essere altri Cristi.

Spiega poi Gesù che l'atto compiuto, in definitiva, è atto di misericordia proprio della Chiesa, infatti: "Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i piedi a voi, anche voi dovete lavare i piedi gli uni agli altri. Vi ho dato un esempio, infatti, perché anche voi facciate come io ho fatto a voi." (Giovanni 13,14s)

Dirà più avanti Gesù, e pare confermare quei pensieri:
  • Giovanni 13,10 - "Chi ha fatto il bagno, non ha bisogno di lavarsi se non i piedi ed è tutto puro; e voi siete puri, ma non tutti."
  • Giovanni 15,3 - nel "testamento spirituale" dopo la cena, come ho già postato, "Voi siete già puri, a causa della parola che vi ho annunciato."
Del resto "acqua per lavare i piedi" usata da Gesù Cristo assume una autorevolezza unica con un significato particolare.
Pensando a Lui da quelle lettere si può estrarre: "acqua è di vita (ossia energia) del Potente ; dai lavati fugge dai corpi il serpente che c'è " o anche "di vita è parola (); dai lavati fugge dai corpi il serpente che c'è ."

Queste frasi confermano anche quanto in appresso si evince dalla parola tradotta come "catino" che si trova 3 volte nell'Antico Testamento di cui:
  • 2 nel versetto Esodo 12,22 "Prenderete un fascio di issopo, lo intingerete nel sangue che sarà nel catino e spruzzerete l'architrave e gli stipiti con il sangue del catino. Nessuno di voi uscirà dalla porta della sua casa fino al mattino", ove "catino" è "saf" ossia un oggetto "con rotonda bocca ", ma le lettere manifestano anche un concetto di protezione e di pienezza, "circondati dalla Parola - dal Verbo ", quindi, da Lui protetti, portati "alla pienezza dalla Parola " come poi vedremo.
  • 1 nel Salmo 108,10 "Moab è il catino per lavarmi, sull'Idumea getterò i miei sandali, sulla Filistea canterò vittoria" ove per lavarmi è "raccheti" e il "catino" questa volta è "sir" , la cui descrizione di quell'oggetto con le lettere è perfetta, "rotondo è il corpo ", ma sottendono anche questa volta un pensiero di protezione "avvolto - circondato è il corpo ", ma anche "in pienezza è il corpo ".
Si può, allora, ritenere che quel gesto compiuto da Gesù con il lavare i piedi agli apostoli oltre ad essere insegnamento efficace atto a legarli nel vincolo della carità e del servizio, come Lui stesso spiega nel seguito del capitolo 13, effettivamente fu un gesto che preparava a plasmare un nuovo vaso per la nascita della Chiesa, il nuovo Israele dei salvati, eletti e resi puri, atti anche loro come Gesù ad essere agnelli pasquali; poi ci sarà il lungo discorso del "testamento spirituale" dei capitoli 13-17 di Giovanni.

Il Vangelo di Giovanni 19,34s, infine testimonia la discesa di sangue e acqua dal costato trafitto del Crocefisso morto in croce "...uno dei soldati con una lancia gli colpì il fianco, e subito ne uscì sangue e acqua. Chi ha visto ne dà testimonianza e la sua testimonianza è vera; egli sa che dice il vero, perché anche voi crediate."

Acqua e sangue sono segni di un avvenuto parto, quello della Nuova Eva, la Donna, la Chiesa che nasce dal costato del nuovo Adamo.
La sorpresa del testimone non è il sangue, che è ovvio che esca dal cuore trafitto di uno appena morto, ma lo sgorgare anche dell'acqua, che richiama al fedele israelita l'acqua scaturita dalla roccia nel deserto come colse San Paolo con "tutti bevvero la stessa bevanda spirituale: bevevano infatti da una roccia spirituale che li accompagnava, e quella roccia era il Cristo." (1Corinzi 10,4)

Dai Padri della Chiesa sono stati visti in quei segni gli apporti divini che alludono ai sacramenti cristiani dell'eucarestia e del battesimo.
Forse questa sorpresa dell'autore del Vangelo di Giovanni dell'uscita di acqua dal costato del Crocefisso è proprio la causa per cui invece di riportare come episodio centrale dell'ultima cena l'eucarestia, già richiamata da tutti i sinottici, porta l'attenzione sul segno della lavanda dei piedi, da associare, appunto, in qualche modo al battesimo.
Sotto la croce, infatti, era stata presentata (Giovanni 19,26s), la Madre e il discepolo che Gesù ama, icone della Chiesa e i fedeli.

Fu da Suo corpo , dal chiuso a scendere sul mondo sangue e acqua , cioè lavò il mondo con l'acqua del suo costato che era acqua viva, e portare col sangue la Sua somiglianza ().
Partoriti cosi dall'alto , infatti il Cristiano rinasce grazie a Lui, usciti dal corpo dell'innalzato in quanto dall'alto.

Diviene così compiuta la profezia: "Settanta settimane sono fissate per il tuo popolo e per la tua santa città per mettere fine all'empietà, mettere i sigilli ai peccati, espiare l'iniquità, portare una giustizia eterna, suggellare visione e profezia e ungere il Santo dei santi." (Daniele 9,24) in cui quanto in grassetto "mettere i sigilli ai peccati" è "vulehatem techatt'a" vale a dire "porterà una potenza a uscire dal Crocefisso per i viventi per finire il peccato ".
Il Crocefisso a tutti gli effetti lavò i peccati, perché dal corpo dal chiuso scese dell'acqua sui peccatori che l'avevano ucciso.
Quindi nel corpo chiudeva acqua .
Il Suo cuore era un "roechoem" un utero, perciò a tutti gli effetti aveva viscere di misericordia, segno del perdono del Padre e questo utero lo versa nel mondo come Chiesa da cui nascono i figli di Dio.

Occorre porre attenzione a quanto accadde prima di morire in croce; "...Gesù, sapendo che ormai tutto era compiuto, affinché si compisse la Scrittura, disse: Ho sete. Vi era lì un vaso pieno di aceto; posero perciò una spugna, imbevuta di aceto, in cima a una canna e gliela accostarono alla bocca. Dopo aver preso l'aceto, Gesù disse: È compiuto! E, chinato il capo, consegnò lo spirito." (Giovanni 19,28-30)

Il concetto e la parola che si ripetono tre volte "è compiuto", esprime sia l'idea di aver fatto tutto quanto doveva fare, sia che il suo tempo era finito.
Mi ha colpito che la prima volta che si trova un "compiuto" è in Genesi 29,21 ove Giacobbe chiede di avere la sposa per cui ha lavorato.

Le traduzioni C.E.I. 1975 e 2008 di Genesi 29,21 oscillano tra le due idee:
  • 1975 - "Poi Giacobbe disse a Labano: Dammi la mia sposa, perché il mio tempo è compiuto e voglio unirmi a lei."
  • 2008 - "Poi Giacobbe disse a Labano: Dammi la mia sposa, perché i giorni sono terminati e voglio unirmi a lei."
Certamente Gesù disse al Padre, ormai sono un servo inutile, occorre che Tu conceda il dono della risurrezione alla sposa che ovviamente è la comunità umana col suo stesso sangue, la sua moglie "isseht" .
Del resto l'aver sete espresso prima dal Signore è desiderio di "bere", in ebraico e come moglie "isseht" riporta le lettere .
L'uomo Gesù, nella carne, non ancora assunto in cielo, non può far oltre, ha compiuto il suo compito e il suo tempo, ora è da aprire la parte e il tempo finale, occorre che la creazione con "la risurrezione completi ".
Il disegno creativo lo può concludere solo il Verbo unito al Padre che con la Sapienza l'hanno iniziato nei cieli.
Ora, Gesù è il nuovo Adamo, il primo degli uomini in cui Dio ha riacceso il suo soffio, lo spirito divino il "nishmat" .
Lui, Gesù, per morire come tutti gli uomini peccatori che non hanno quello spirito, per distruggere la morte riconsegna tale spirito al Padre e "...chinato il capo, consegnò lo spirito."
È stato osservato che in nessun passo della letteratura antica è stata usata una formula simile per dire che uno spirò.
Le formule usate al riguardo dai sinottici sono:
  • Matteo 27,50 - "Gesù di nuovo gridò a gran voce ed emise lo spirito."
  • Marco 15,37 - "Gesù, dando un forte grido, spirò."
  • Luca 23,46 - "Gesù, gridando a gran voce, disse: Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito. Detto questo, spirò."
Il Padre glielo riconsegnò nella tomba e lo risorse dai morti:
  • Romani 8,29 - "il primogenito di molti fratelli."
  • Colossesi 1,18 - "il primogenito di coloro che risuscitano dai morti."
  • Apocalisse 1,5 - "il primogenito dei morti."
San Paolo legge l'evento alla luce del versetto 2,7 del Genesi, infatti, scrive: "Se c'è un corpo animale, vi è anche un corpo spirituale. Sta scritto, infatti, che il primo uomo, Adamo, divenne un essere vivente, ma l'ultimo Adamo divenne spirito datore di vita. Non vi fu prima il corpo spirituale, ma quello animale, e poi lo spirituale. Il primo uomo, tratto dalla terra, è fatto di terra; il secondo uomo viene dal cielo. Come è l'uomo terreno, così sono quelli di terra; e come è l'uomo celeste, così anche i celesti. E come eravamo simili all'uomo terreno, così saremo simili all'uomo celeste. Vi dico questo, o fratelli: carne e sangue non possono ereditare il regno di Dio, né ciò che si corrompe può ereditare l'incorruttibilità." (1Corinzi 15,45-50)

In sintesi:
  • il primo "Adamo, divenne un essere vivente" ossia perdette la "nishmat" e gli restò solo il "nefesh" che perdette con la morte.
  • Gesù, "l'ultimo Adamo divenne spirito datore di vita" ebbe la "nishmat", abbandono la "nefesh", fu risorto e, con la sua sposa, la Chiesa, ha figli destinati alla vita eterna.
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