IL SIGNORE COSTRUISCE LA CASA
di Alessandro Conti Puorger
IL "CREARE" E LE LETTERE EBRAICHE
Le Sacre Scritture - "Torah", libri dei Profeti, dei Salmi, storici e sapienziali - quelle prodotte in origine con i 22 "segni" dell'alfabeto ebraico e aramaico, dette Tenak, riconosciute dall'ebraismo e dal cristianesimo inserite nella Bibbia, opera di autori ispirati dallo Spirito Santo, propongono come primo fondamento che Dio è l'origine, in greco l'"alfa"
,
in ebraico l'"alef"
,
il "Creatore", ossia Colui che ha dato inizio
all'universo e a tutto quanto vi esiste.
I Vangeli e gli scritti successivi del "Nuovo Testamento" ne manifestano i prodigi, le opere e le rivelazioni secondo gli sviluppi "cristiani" dell'evento Gesù di Nazaret che ha costituito un vero spartiacque nella storia dell'umanità.
Il "creare", in ebraico definito dal radicale
,
è il primo atto compiuto da Dio che la Bibbia fin dal versetto d'apertura Genesi 1,1, dà per avvenuto per opera dello stesso progettista, il "Creatore, pronunciando parole che producono la realtà voluta - ad esempio "Sia la Luce e la Luce fu" (Genesi 1,3) - parole riportate nel testo usando quei 22 segni dell'alfabeto ebraico che in tal modo risultano costituire veri mattoni della creazione stessa.
Tra quei 22 segni e la creazione, quindi, evidentemente c'è uno stretto legame.
La Conferenza Episcopale Italiana (C.E.I.) nel 2008 per il versetto d'inizio della "Torah", Genesi 1,1, propone la seguente traduzione:
- "In principio Dio creò il cielo e la terra"
- "Ber'eshit bar'a 'Elohim 'at hashemaim v'at ha'aroetz"
-
Tale modo di tradurre comporta da parte del traduttore l'aver preso varie decisioni e condizionamenti sul come leggere quei segni.
Premetto che tali segni non sono solo lettere e numeri, ma anche icone col loro apporto informativo grafico, poi, in origine, quei testi erano con lettere tutte separate e senza le cinque lettere finali "maiuscole" -
(
=
);
(
=
);
(
=
);
(
=
);
(
=
)
- che aiutano a far capire quando chiude una parola.
Tra i tanti modi possibili di interpretare quei segni, perciò, già il suddividerne la sequenza in quelle parole della lingua ebraica e l'aver preferito una particolare vocalizzazione di quelle lettere che, peraltro, viste in tal modo sono solo consonanti, indirizza a una scelta particolare, rispetto alla rosa potenziale dei significati che può offrire il testo non tradotto.
Del resto è noto che quelle Scritture sono molto più complesse e non escludono altre possibilità di lettura; infatti, dice il Salmo 62,12s "Una parola ha detto Dio, due ne ho udite: la forza appartiene a Dio, tua è la fedeltà, Signore; secondo le sue opere tu ripaghi ogni uomo." e che non si può escludere che in esse vi siano parti nascoste e sigillate come spiega Isaia in 29,11-12.
Apro una parentesi precisando che è mio uso nello scrutare le Sacre Scritture dei libri originari scritti in ebraico spezzare le relative parole secondo i significati grafici delle 22 lettere di quel alfabeto che, di fatto, sono icone in grado di trasmettere messaggi ed al riguardo si vedano:
Sappiamo che quel primo versetto ha dato luogo a domande e incertezze con tante interpretazioni, in quanto, il suo contenuto pare una ripetizione visto che la descrizione della creazione del cielo e della terra fisici si trova nel prosieguo del racconto, quindi, quei "
cielo"
e "
terra"
potrebbero significare altro.
Del resto, Dio immaginativamente abita un luogo inaccessibile, non terreno, comunque chiamato "i cieli" "shamaim"
che in quel caso non sono da confondere con i cieli fisici, ma sono dove "Lui, il Nome
sta
a vivere
".
Quel primo versetto, quindi, potrebbe parlare di questo "cielo" spirituale e allora quella terra "'aroe
tz"
sarebbe qualcosa che viene da quei cieli per produrre la creazione, tipo "dall'Unico
corpi
scesero
".
Ecco che con questi pensieri vado a scrutare con attenzione le lettere di quel versetto Genesi 1,1.
In ebraico per il "creare", che si dice "barà" e si scrive
,
i significati grafici delle lettere suggeriscono, "dentro
corpi
origina
"
e oltre a "originare" c'è anche il senso del far "vedere", verbo che in ebraico ha per radicale
.
Il tutto si apre con quel "
In principio"
"ber'eshit", e il testo non inizia con la prima della serie dell'alfabeto
...
,
ossia con la "'alef"
= 1, ma con la seconda
= 2, la lettera di "casa", in ebraico
"bait".
Questa parola
"ber'eshit" altre che in sé ha anche le lettere del verbo creare
si presta a pensare a una casa
"bait", a un figlio
,
a una moglie "'issha"
(
)
,
proprio come se Dio creasse un luogo per un matrimonio da cui attende figli.
Stante l'attenzione dell'ebraismo per le lettere, che il tutto non inizi con la lettera "'alef"
sorprende; forse vi è un perché da spiegare con le lettere stesse.
Nell'ebraismo è raccontato il seguente "midrash" che ha per soggetto proprio la lettera "'alef"
:
"
Per ventisei generazioni la "'alef"
protestò al cospetto del trono divino e disse alla presenza di Dio: Signore del mondo, io sono la prima delle lettere, eppure tu non hai creato il tuo mondo cominciando da me. Rispose Dio: Il mondo intero e tutto ciò che esso contiene è stato creato solo per merito della Torah, come è scritto (Proverbi 3,19 - Il Signore ha fondato la terra con la sapienza, ha consolidato i cieli con intelligenza)
, ma verrà il giorno in cui io verrò sul monte Sinai a elargire la Torah e allora la farò cominciare con te. Perché è scritto: Io sono ("'Anoki"
)
il Signore, tuo Dio! (inizio dei 10 "comandamenti" Esodo 20,2-17)"
Ora, la Torah, che per la tradizione fu scritta da Mosè e divenne la "Legge" per Israele, il popolo di "salvati" dalla schiavitù dell'Egitto, dà per implicita
la fede del lettore (la "'amunah"
che inizia con la "'alef"
)
nell'esistenza di Dio, autore della storia e del rotolo stesso che riporta le Sue parole e la Sua alleanza.
È da pensare che il Creatore, tramite l'autore ispirato, in pratica stia informando il proprio popolo sulle vicende più antiche dai primi momenti della creazione, che l'autore racconta riportando le parole che ha suggerito Dio stesso.
È la Sua lingua "shafah"
,
vale a dire è quanto viene alla luce, ossia sorge
dalla Sua bocca "feh"
e che in quel rotolo è stato sigillato
,
ossia quanto è "shafe
t"
la Sua Legge che va insegnata; quindi, ecco la parola "insegnamento" vale a dire "Torah"
con i "segni
portare
nella testa
ad entrare
".
Ossia a monte di tutto il rotolo, prima della lettera
di inizio del versetto, c'è da immaginare è da presupporre un "
Dice IHWH"
- "'amer" IHWH - e, allora, la lettera
= 1 risulta implicita, è il soggetto che parla, Dio,
l'
che appare anche come prima lettera di
- "'amer".
Del resto, le lettere di "'amer"
con i loro significati grafici si prestano a suggerire il pensiero "origina
di vita
nei corpi
"
il Signore... che a questo punto si propone quale "'em"
"Madre"
(
=
)
di tutto il creato.
Da Dio viene il dono della vita e ha senso di considerare l'Essere assoluto alla stregua di una sorgente, un utero "roechoem"
che ama e contiene una vita in gestazione e poi crea, "barà"
,
vale a dire "figli
Origina
".
È da ricordare che il rotolo della "Torah" è il testo dell'alleanza che s'ispira a un legame stretto simile a quello matrimoniale e entrambi implicano sentimenti profondi, "amore" e "fedeltà".
Per l'Israelita che apriva quel rotolo, implicito e scontato, sussisteva il pensiero che stava per investirlo lo Spirito uscito dal Dio Unico, l'"alef"
,
che era lo "sposo" che aveva contratto con lui l'alleanza per cui quel libro stesso era in grado di recare vita.
Il numero
= 1, infatti, non era restato chiuso in se stesso, ma si era aperto
,
ed ecco che l'Uno, la bocca che aveva provocato lo scritto da cui escono le parole del rotolo, era esordito con un B =
= 2 del primo versetto di quel "ber'eshit"
.
L'Uno =
= 1 si apriva al 2 =
e ciò si ripete come creazione individuale ogni volta qualcuno si approccia con cuore sincero al testo stesso in quanto questo è capace di trasmettere il dono della fede.
Dal Creatore di tutto, anche dello stesso rotolo, dall'"Alef"
,
esce
così la lettera 2 ed inizia la creazione, il
.
Si possono allora pensare lettere in questa sequenza, di cui le prime due
e
non scritte, ma sottintese:
In questo primo versetto le tre lettere di "creare"
invero si trovano due volte, sia nella prima parola "
In principio"
"Ber'eshit" sia nella successiva come ho evidenziato ...
,
separate dalle tre lettere
.
La motivazione della creazione in questo modo diviene esplicita; infatti, a monte risulta tratteggiato il radicale
quello che definisce il verbo ebraico di "amare", per cui Dio "per amore
creò
e l'Ente che creò fu proprio lo "'Alef"
,
ossia, "dell'Unico
il potente
Verbo
"
o di "Dio
la Parola
".
Con
è come se "l'Unico
aprisse
una casa
"
come se si volesse sposare e volesse una famiglia.
Nei pensieri rabbinici, peraltro, c'è che quel "Ber'eshit"
sia da ritenere scritto proprio come "Barà"
"shit"
,
onde ne deducono che "(Dio) creò
il fondamento
",
stante che il radicale di "porre, collocare" è proprio
.
Concludono perciò che creò "la (pietra) fondamentale", la "shethiyah", la roccia su cui giaceva in Sion il Santo dei Santi del Tempio di Gerusalemme.
Ci sono altri modo per dividere quelle lettere che aprono ad ulteriori pensieri:
-
da cui "Per amore
il Principe - il Capitano
fu
a scegliere
di creare
";
-
da cui "Per amore
il corpo
della moglie
()
fu
a scegliere
di creare
".
Ecco che in questo modo si apre l'idea che chi opera la creazione sia il Verbo, il Principe
di Dio, quegli che nella sua "testa - mente
origina
la luce
"
il cui intento, per l'amore creativo che esplode dall'Essere Assoluto, è aprire all'eternità e alla vita piena un altro essere, l'1 passa al 2, e questi diviene il Suo amore personificato... la moglie in senso terreno... l'umanità perfetta che si concretizzerà come tale alla fine dei tempi della creazione, al termine dei famosi sette giorni, la durata dell'esecuzione dell'intero progetto.
Del resto, siccome B =
indica sia il numero 2 che, come icona, un posto, "la casa" o "dentro", il creato
diviene "la casa
del corpo
dell'Unigenito
"
del "Figlio
dell'Unico
"
e concretizza quanto detto per ogni coppia umana che si ama e metter su famiglia: "Per questo l'uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie, e i due saranno un'unica carne." (Genesi 2,24)