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EREDITÀ E AMORE

di Alessandro Conti Puorger
 
 

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IL POSSEDERE E AMARE
Sappiamo che tutto ciò che l'uomo possiede sulla terra lo deve lasciare ad altri.
Al riguardo, dice Gesù nel discorso della montagna: "...dov'è il tuo tesoro, là sarà anche il tuo cuore." (Matteo 6,21)

Ecco che il possedere assume un aspetto nuovo.
Il cuore implica l'amore, ma sappiamo che questo è un termine sfruttato, banalizzato, spesso male interpretato proprio quando si mischia con i sentimenti sporcati dal desiderio di possesso.
Ecco che si apre tutto il tema di "avere o essere" nel quale l'uomo cade purtroppo troppo spesso nel campo dell'avere inquinando ogni nobiltà di quel sentire che, di fatto, se è puro è divino e supera la morte come dice il Cantico dei Cantici 8,6 "...forte come la morte è l'amore..." per cui ne discende che tutto quanto facessimo per amore vero è di Dio e a Lui non può che tornare.
Un amore del genere non c'era sulla terra.
L'umanità sin dalle origini ha preferito di ricercare la vita "mangiandola", quindi, possedendola, piuttosto che viverla con Lui che è la "Vita" vera; ma all'uomo senza Dio la vita gli scappa delle mani e muore.

Questa è la sintesi del famoso "midrash" di Genesi 3 ove si dice del "peccato originale"; il possesso e il desiderio di possedere, infatti, assumono aspetti demoniaci e i Vangeli parlano di posseduti dal maligno.

Adamo è il primo Homo Sapiens Sapiens che ha creduto nell'esistenza di Dio, ne ha fatto esperienza, ci ha parlato faccia a faccia, ed è quindi il capostipite dei monoteisti e dei peccatori, perché poi fece Pietro con Gesù, lo tradì.
L'Homo Sapiens Sapiens che non ammette l'esistenza di Dio, non lo cerca e non conosce cosa è la negazione di Dio, cioè il peccato... pur se ovviamente li commette lo fa con indifferenza, mangia di tutto pur di arrivare alla "conoscenza" senza distinzioni tra bene e male.
Di fatto per il Sapiens Sapiens, importante, di fatto, è solo la vita che conosce, quella di e in questo mondo; conferma con il proprio comportamento che è un animale razionale evoluto al massimo livello, ma non può fare il salto alla Fede che richiede un intervento creativo da parte di Dio.
Adamo è più di un semplice Sapiens, con tutti i Sapiens che ci vogliamo aggiungere, infatti, ha intimamente unito alla propria carne la problematica di Dio che lo chiama ad una vera evoluzione... a un salto di realtà, dall'umano al divino; nasce tra i Sapiens, ma Dio gli dà il Suo Spirito.
Ciò, come suggerisce la Bibbia, è avvenuto soltanto nel 3700 a.C. o giù di lì, quando una coppia Sapiens Sapiens ricevette un embrione di fede. Motto del Sapiens è la sintesi filosofica "Cogito ergo sum".

Ciò che è carente nell'uomo, invece, è l'amare.
L'uomo nuovo che Dio intende portare a compimento ha ben altre mire.
Alla pienezza dei tempi, preparati e maturati dalla storia, dopo la rivelazione a un popolo scelto per introdurre la Sua conoscenza nel mondo, Dio fece nascere l'Amore, una persona concreta, crocifissa e uccisa dalla mancanza d'amore che, risorgendo, ha però lasciato il Suo spirito e questo è il "possesso" e "l'eredità" cui dobbiamo ambire che non ci verrà, mai più sottratto.
Adamo è chiamato a un ulteriore passo, all'Amo ergo Sum.
Di ciò l'uomo deve farne esperienza come Gesù Cristo, figlio di Adamo, che questo passo l'ha fatto, ed "È" veramente, infatti è "Colui che È".

Nel Nuovo Testamento "possesso, possedere e simili", senza includere il più ampio prendere, si trova per 32 volte di cui 14 nei Vangeli ove per 9 volte si parla di "posseduti" dal maligno, 4 negli Atti, 6 nelle lettere di San Paolo 6, nelle altre lettere compresa quella agli Ebrei 5 volte e 3 nell'Apocalisse.

Sull'avere o essere è importante quanto in Matteo 19,16-22 (Marco 10,17-22): "Ed ecco, un tale si avvicinò e gli disse: Maestro, che cosa devo fare di buonoper avere la vita eterna? Gli rispose: Perché mi interroghi su ciò che è buono? Buono è uno solo. Se vuoi entrare nella vita, osserva i comandamenti. Gli chiese: Quali? Gesù rispose: Non ucciderai, non commetterai adulterio, non ruberai, non testimonierai il falso, onora il padre e la madre e amerai il prossimo tuo come te stesso. Il giovane gli disse: Tutte queste cose le ho osservate; che altro mi manca? Gli disse Gesù: Se vuoi essere perfetto, va', vendi quello che possiedi, dallo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo; e vieni! Seguimi! Udita questa parola, il giovane se ne andò, triste; possedeva infatti molte ricchezze."

Quel giovane aveva un concetto errato che rivela quel "che cosa devo fare di buono per avere la vita eterna?"; la vita eterna è uno stato dell'essere, non un possesso, ossia un "cammino" con Lui che è la Vita, infatti, Gesù gli dice "Se vuoi entrare nella vita..."

Una lezione che da Gesù sull'importanza di "amare" rispetto al "possedere" appare con evidenza da quanto al capitolo 12,18-31 del Vangelo di Marco, quando alcuni sadducei che negavano la risurrezione presentano il caso capzioso di una donna che per legge del levirato fu sposata successivamente da sette fratelli ciascuno alla morte del precedente.

Domandarono Gesù Gesù "Alla risurrezione, quando risorgeranno, di quale di loro sarà moglie?" che rispose: "...siete in errore, perché non conoscete le Scritture né la potenza di Dio? Quando risorgeranno dai morti, infatti, non prenderanno né moglie né marito, ma saranno come angeli nei cieli."

A questo punto si avvicinò uno scriba e domandò: "Qual è il primo di tutti i comandamenti? Gesù rispose: Il primo è: Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio è l'unico Signore; amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza. Il secondo è questo: Amerai il tuo prossimo come te stesso. Non c'è altro comandamento più grande di questi." e continuò: "Non sei lontano dal regno di Dio."

Possesso importante è la testimonianza di Gesù se porta a combattere con Lui il combattimento escatologico, infatti, dice l'Apocalisse 12,17: "Allora il drago si infuriò contro la donna e se ne andò a fare guerra contro il resto della sua discendenza, contro quelli che custodiscono i comandamenti di Dio e sono in possesso della testimonianza di Gesù. E si appostò sulla spiaggia del mare."

La spiaggia del mare è trincea del campo nemico ove vivono i mostri marini, signori del male; nel racconto della creazione, infatti, sono i grandi mostri marini (Genesi 1,21) i "taninim ghedolim", l'unica specie oltre l'uomo distinta tra pesci, uccelli, animali vari.

Tra quei "taninim" la tradizione ebraica vi annovera il Leviatan.
Del resto il mare indica l'instabilità dell'orgoglioso Leviatano, ma Dio ha posto al mare una barriera come ricorda Giobbe 38,11 quando dice: "Fin qui giungerai e non oltre e qui s'infrangerà l'orgoglio delle tue onde."

Non si entrare nel regno dei cieli per meriti ma solo grazie all'amore quello è il vero conoscere biblico che il Signore ha nei nostri riguardi.
Lui chiede una risposta adeguata ossia chi è amato se intende rispondere risponda con amore e vale il proverbio tratto "De rebus memorandis" del Petrarca: "Amor con amor si paga..." che prosegue con "...chi con amor non paga, degno di amar non è."

Al riguardo anche il perdono dei peccati dipende dall'amore, infatti, si trova in Luca 7,47: "...quello a cui si perdona poco, ama poco."

Conclude poi il discorso della montagna: "Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. In quel giorno molti mi diranno: Signore, Signore, non abbiamo forse profetato nel tuo nome? E nel tuo nome non abbiamo forse scacciato demoni? E nel tuo nome non abbiamo forse compiuto molti prodigi? Ma allora io dichiarerò loro: "Non vi ho mai conosciuti. Allontanatevi da me, voi che operate l'iniquità!" (Matteo 7,21-23)

Appena interviene l'amore come risposta allo Spirito di Cristo consegnato col Battesimo, alimentato dalla vita cristiana dagli altri Sacramenti, ecco che quanto abbiamo visto scritto nel Levitico in 25,23b: "...la terra è mia e voi siete presso di me come forestieri e ospiti" non vale più.

La lettera di San Paolo agli Efesini, infatti, al proposito ci rassicura con la buona notizia: "...voi non siete più stranieri né ospiti, ma siete concittadini dei santi e familiari di Dio, edificati sopra il fondamento degli apostoli e dei profeti, avendo come pietra d'angolo lo stesso Cristo Gesù. In lui tutta la costruzione cresce ben ordinata per essere tempio santo nel Signore; in lui anche voi venite edificati insieme per diventare abitazione di Dio per mezzo dello Spirito."

a.contipuorger@gmail.com


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