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LA VITA OLTRE LA MORTE NELL'EBRAISMO
Mosè Maimonide, nel medioevo (XII secolo d.C.), tentò di definire una dottrina fissa dell'ebraismo ed in Snhedrin X,1 inserì 13 articoli (accolti dal libro di preghiere) in appendice al commento della Mishnah (raccolta di norme rabbiniche in 63 trattati) che sintetizzano i concetti di quella fede, oltre l'esistenza, l'unicità, l'incorporeità, l'onniscienza e l'eternità di Dio col dovere d'adorare Lui solo, vi è l'origine divina e l'immutabilità della Torah, la realtà della profezia con la superiorità di quella Mosè su quella d'ogni altro profeta, e per il tema che ci interessa, la venuta del Messia, la risurrezione dei morti, la ricompensa e la punizione della vita dopo la morte.
La Misnah, infatti, in estrema sintesi osserva: "Coloro che sono nati sono destinati a morire, coloro che sono morti a rinascere e coloro che sono in vita ad essere giudicati affinché si sappia e si manifesti e venga riconosciuto che Egli è Dio... e possa il tuo (cattivo) impulso renderti incerto sul fatto che la tomba sarà per te un asilo, perché tu fosti formato senza la tua volontà, senza volerlo nascesti, senza volerlo vivi, senza volerlo morirai e senza volerlo salderai un giorno il tuo conto." (Abot IV 22)
La trasmigrazione delle anime (gilgul neshamot), cioè la reincarnazione, non è però fede che si ricava dall'ortodossia biblica o dal Talmud, ma apparve nell'ebraismo dell'VIII secolo d.C. col movimento caraita, poi ripreso dalla cabbalah; ma su ciò non mi non mi soffermo oltre.
Esiste, invece, la fede nel "mondo a venire" (olam haba) in cui c'è un posto per gli Israeliti degni ed i gentili giusti, ma alcuni passi del Talmud lo riferiscono al mondo dopo la morte ed altri a dopo la venuta del Messia.
Interessante è che nelle idee connesse al mondo a venire è ritenuto che gli studiosi della Torah, che ha valore ultraterreno, continueranno le discussioni con Dio e col Messia nell'Accademia o Yeshivah del cielo in cui l'assembea su alcune interpretazioni non necessariamente deve dare ragione a Dio.
Quando lassù vi sono discussioni su un tema v'è la convenzione che il giudizio conclusivo lo dà il più esperto che c'è in terra su quella materia, e questi è chiamato nell'Accademia di lassù e vi comincerà a far parte.
La vita nell'oltretomba, invece, pur essendo per l'ebraismo certezza, non è descritta nei libri che costituiscono quel canone biblico, ma è argomento trattato nella letteratura rabbinica, nella cabbalah e nel folklore ebraico.
Per questo folklore l'anima resta aderente al corpo per i primi 7 giorni (va e viene dal cimitero) e per 12 mesi l'anima sale e scende; salgono in minor tempo le anime pure, e i morti si dividono in tre categorie: "I pienamente giusti vengono destinati e suggellati per la vita eterna, i pienamente senza Dio... per il purgatorio, i mediocri sprofondano nel purgatorio" perché si purifichino "e poi risalgono" (b Rosh ha Shana 16b-17° e Berachot 61b)
Il lutto (avelut) dura per un anno e si divide in tre tempi:
- prima settimana (shivah), il parente stretto che porta il lutto (avel), non esce di casa e sta con abiti stracciati seduto su uno sgabello basso ecc;
- il periodo successivo fino ai 30 giorni (Sheloshim) meno rigido in quanto, quando morì Mosè gli Israeliti lo piansero per 30 giorni (Deut. 34,8);
- un figlio per undici mesi successivi aiuta l'anima del defunto ad uscire dal Purgatorio (Gehinnom) per trovare posto in Paradiso pregando il Kaddish alla presenza di un Minyan (dieci maschi adulti).
Il defunto è poi ricordato ogni anno nella recitazione del Kaddish che in tal caso è detto "per l'anniversario" (Yahrzeit).
Dai libri ebraici dell'Antico Testamento (ad es. in Is14,9 e Gb26,5) le anime, dette
reph'aim (deboli, flosci, quietati, da
o
,
dal corpo
soffiata via
()
è
la vita
)
prima della risurrezione dei morti, vivono in un luogo non meglio identificato detto She'ol
.
Deposto il cadavere nella tomba, l'anima come ombra va in questo Sheol (inferno, abisso) che non era il cielo, ma un "di sotto" nella terra (Pr. 15,2, Ez. 31,18 e Ez. 32,21), luogo di pene (Sal. 18,5, Sal. 88, Is. 38) da cui non si torna (Gb. 7,9); v'erano giusti (Gb. 14,13; Gen. 37,34s) ed empi (Pr. 5,3-5 e Pr. 7,27; Gb. 24,19; Sal. 31,17) come v'è conferma nel racconto del ricco epulone e del povero Lazzaro in Lc. 16,23,24.
I credenti dell'Antico Testamento non erano senza speranza: Dio, per tradizione il Messia, discenderà nello Sheol per redimerli (Sal. 16,10 e Sal. 49,15s) e seguiranno le sorti di Enoch che "camminò con Dio, e non fu più perché Dio l'aveva preso" (Gen. 5,24) - e di Elia "...ecco un carro di fuoco e cavalli di fuoco... Elia salì nel turbine verso il cielo" (2 Re 2,11b).
È questo dello She'ol un termine indifferenziato, diverso dall'idea d'inferno del mondo cristiano ed è tradotto con inferi, citato varie volte nei Salmi, ad esempio: "Volgiti Signore a liberarmi, salvami per la tua misericordia. Nessuno tra i morti ti ricorda. Chi negli inferi canta le tue lodi?" (Salmo 6,5.6)
Con l'idea del giudizio e della pena o della ricompensa, lo She'ol assunse colorazioni differenziate con pene più gravi nelle profondità e così lo vede anche Dante nella Divina Commedia.
Per la tradizione ebraica (vd.Alan Unterman) alla fine dei giorni, "acharit ha yamim", età del Messia, ci sarà la Resurrezione dei morti, "techiyyat hametim che Elia sul Monte degli Ulivi l'annuncerà col suono della grande tromba, lo "shofar gadol", e tutti i morti per canali sotterranei arriveranno in Israele ove saranno risuscitati e vi sarà il il Giorno del giudizio "jom ha-din".
Questo giorno del Giudizio però, ogni anno, ha un'efficace anticipazione legata all'anno liturgico ebraico ed ogni Capodanno, in cui appunto pure si suona lo shofar, il Giudizio universale viene tratto dalla lontananza dell'aldilà.
È così attualizzato per ogni uomo che di fatto morto o vivo sta davanti al Re della terra ed a ciascuno, secondo l'operato, è di fatto scritta la sentenza per l'anno trascorso e per il futuro, perché la storia e il futuro dipendono da Dio, e dopo i dieci giorni di penitenza è sigillata (Rosh ha Shana 16b); da ciò nasce la necessità di pregare un anno il Kiddush per il morto.
Per provocare la resurrezione verrà usata una particolare "rugiada".
Nelle zone poco piovose la rugiada è come manna dal cielo, infatti: "Quando di notte cadeva la rugiada sul campo, cadeva anche la manna." (Numeri 11,9)
Com'è questione di vita o di morte per le piante, così la rugiada che viene da Dio -col perdono dai peccati- salva dalla morte e reca la risurrezione.
Rugiada in ebraico è tal
e da queste due lettere, con una lettura dei segni secondo il mio metodo, si ricava "dal cuore
del Potente
".
L'esistenza d'un inferno eterno pare non sia passato nell'ebraismo, infatti:
- "Nell'inferno (Gehinnom) il castigo dei malvagi dura 12 mesi" (Edujot II,10);
- "Nel mondo a venire non esiste purgatorio." (b Aboda Sara 3b, Nedarim 8b).
Prima dei tempi messianici vi saranno le "doglie per la venuta del Messia", e nel mondo aumenteranno trasgressioni, arroganza, eresia, insipienza, con cataclismi e grandi sofferenze, la generazione avranno tutti gli eccessi dei pagani e vari proseliti svieranno, per tutti sarà comunque una gran pena.
Ciò in definitiva è il corrispettivo della successiva mancanza di purgatorio.
Vi sarà poi una grande guerra, quella di Gog e Magog (Ezechiele 38,2), in cui l'esercito di satana e dei suoi, combatterà contro l'esercito di Dio e di chi gli appartiene e vi morirà il Messia della famiglia di Giuseppe che però radunerà i figli d'Israele e ripristinerà il culto del Tempio, dopo compare il Messia figlio di Davide che vince e la guerra si concluderà con la distruzione dell'esercito nemico del male. (b Sukka 52a; j Sukka V,2,55b)
Avverrà il ritorno degli esiliati in Terrasanta, il mondo sarà in pace, i gentili riconosceranno il vero Dio e la terra sarà "piena della conoscenza del Signore" (Is. 11,9), Dio stesso sarà il Redentore definitivo e solo la sua redenzione durerà in eterno. (Midrash Trhillim a Sal. 30,2)
È questo il momento che avverrà la resurrezione dei morti ed il giorno del giudizio per dare inizio al "mondo a venire" (olam haba).
Si parlerà una sola lingua, non vi sarà notte e giorno, tutti gli animali saranno mansueti, non vi saranno più cibi proibiti e verra ucciso l'angelo della morte.