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CONSACRARE
Tanto sarebbe da dire al riguardo del santificare e del consacrare, intendo però andare diritto allo scopo finale del compiersi di quanto il Signore, quando benedì e consacrò lo "Shabbat", ha annunciato che avverrà in questi ultimi tempi della 7a tappa della creazione.
Il Signore, infatti, nel settimo giorno della creazione, dopo la morte di Adamo e il primo fratricidio - Caino uccise Abele - porta avanti un'altra tappa della creazione, quella dello "Shabbat", la più importante.
È un periodo d'istruzione e d'educazione che il Signore sta portando avanti con l'uomo, tempo in cui lo porterà alla fede.
Dio in persona, andando alla ricerca della pecora perduta, risvegliando la dignità nell'umanità, intende liberare l'uomo dalla schiavitù del negativo che l'aveva conquistato e farlo passare dall'indifferenza, al timore e finalmente all'amore.
È questo il tempo in cui occorre la collaborazione dell'uomo stesso che, in una storia di salvezza, viene benedetto e consacrato, tempo in cui si lasci santificare, ossia acconsenta di essere invaso dallo Spirito Santo per passare al livello in cui lo vuole inserire il suo Creatore, ossia a livello del Figlio e non di semplice creatura, come del resto suggerisce la lettera di San Paolo ai Galati 3,23-29: "Prima però che venisse la fede, noi eravamo rinchiusi sotto la custodia della legge, in attesa della fede che doveva essere rivelata. Così la legge è per noi come un pedagogo che ci ha condotto a Cristo, perché fossimo giustificati per la fede. Ma appena è giunta la fede, noi non siamo più sotto un pedagogo. Tutti voi infatti siete figli di Dio per la fede in Cristo Gesù, poiché quanti siete stati battezzati in Cristo, vi siete rivestiti di Cristo. Non c'è più giudeo né greco; non c'è più schiavo né libero; non c'è più uomo né donna, poiché tutti voi siete uno in Cristo Gesù. E se appartenete a Cristo, allora siete discendenza di Abramo, eredi secondo la promessa."
Dopo la santificazione dello "Shabbat", di cui si è detto, la prima volta che nella "Torah" si ritrova il verbo "consacrare" è in Esodo 13,1s, quando: "Il Signore disse a Mosè: Consacrami ogni essere che esce per primo dal seno materno tra gli Israeliti: ogni primogenito di uomini o di animali appartiene a me."
"Consacrato" inteso come lasciare riservato a Lui.
Quel "consacrami" che dice il Signore è
"qadosh li", cioè sarà "santo
per me
",
ossia sarà considerato diverso per me e da considerare in modo diverso dagli altri, cioè appunto, è da riservare per Lui.
Ecco che nell'ebraismo il primo figlio, il primogenito, il "bekor"
,
colui che per primo apre l'utero "roechoem"
,
viene ad assumere una dignità particolare, diverso da ogni altro.
Quelle lettere "roechoem"
in ebraico però indicano anche la "misericordia", e questo dire ha certamente un senso profetico e portano alla mente il grembo materno, le viscere di misericordia del Creatore da cui discende la nostra inalienabile dignità.
Il consacrare porta al concetto dell'unto con l'olio santo come avveniva per re e sacerdoti e il "consacrato" per eccellenza è l'unto, il Cristo in greco, il Messia in ebraico "Meshiach"
o
,
l'atteso figlio di Davide che ripristinerà il regno eterno a Gerusalemme.
Il libro del profeta Isaia al capitolo 61 riporta la seguente profezia: "Lo spirito del Signore Dio è su di me perché il Signore mi ha consacrato con l'unzione; mi ha mandato a portare il lieto annunzio ai miseri, a fasciare le piaghe dei cuori spezzati, a proclamare la libertà degli schiavi, la scarcerazione dei prigionieri...", pagina letta da Gesù nella sinagoga di Nazaret in Luca 4.
Consacrare con l'unzione è "mashach"
le stesse lettere di Messia.
È di Questi che l'ebraismo attende la venuta nella tappa dello Shabbat mentre per il cristianesimo è venuto e tornerà nella gloria.
Il Salmo 45, poi, che certamente riguarda il Messia, dice:
- Salmo 45,3 - "Tu sei il più bello tra i figli dell'uomo, sulle tue labbra è diffusa la grazia, ti ha benedetto Dio per sempre.
- Salmo 45,7 - "Il tuo trono, Dio, dura per sempre; è scettro giusto lo scettro del tuo regno.
- Salmo 45,8 - "Ami la giustizia e l'empietà detesti: Dio, il tuo Dio ti ha consacrato
con olio di letizia, a preferenza dei tuoi eguali."
Un primogenito, Gesù il Cristo, nato dalla Vergine Maria fu il primo uomo, dopo il peccato di Adamo, ad aprire la misericordia di Dio nei riguardi della condizione umana e fu a meritare la grazia per tutti i fratelli.
Questi sarà un primogenito, "bekor"
,
oltre che fisicamente perché primogenito di madre anche nel proprio intimo, in quanto, Lui "dentro
la rettitudine
recherà
nel corpo
"
e per i suoi meriti l'umanità sarà messa in grado di godere della risurrezione dai morti e la sua eredità.
San Paolo coglie questi aspetti dicendo in:
- Romani 8,28-30 - "Del resto, noi sappiamo che tutto concorre al bene di coloro che amano Dio, che sono stati chiamati secondo il suo disegno. Poiché quelli che egli da sempre ha conosciuto li ha anche predestinati ad essere conformi all'immagine del Figlio suo, perché egli sia il primogenito tra molti fratelli; quelli poi che ha predestinati li ha anche chiamati; quelli che ha chiamati li ha anche giustificati; quelli che ha giustificati li ha anche glorificati." e il giustificare e rendere giusti quindi santificati.
- Tito 3,5-7 - "egli ci ha salvati, non per opere giuste da noi compiute, ma per la sua misericordia, con un'acqua che rigenera e rinnova nello Spirito Santo, che Dio ha effuso su di noi in abbondanza per mezzo di Gesù Cristo, salvatore nostro, affinché, giustificati per la sua grazia, diventassimo, nella speranza, eredi della vita eterna."
Nell'articolo "Veglia di Pasqua; le due metà del passar oltre perenne" tra l'altro ho inserito decriptato Esodo 13,1-16 e ne riporto i primi 4 versetti che palesano esaurientemente la profezia.
Esodo 13,1 - A portarsi fu la Parola del Signore per salvare dal serpente origine dell'essere ribelli.
Esodo 13,2 - Si versò in aiuto per bruciare il serpente che sta in tutti, dentro l'arderà per guarire i cuori fiacchi per il serpente. Per misericordia dentro un figlio fu d'Israele, si portò in una famiglia, per abitare nel mondo da madre uscì. Il Potente fu in Lui!
Esodo 13,3 - E fu a iniziare a vivere nel corpo tra i viventi la luce del mondo. Dio entrò in azione in un vivente. Questi la rettitudine recava nel corpo, veniva la forza a riportare ai viventi del mondo. Questi entrato nella donna nel corpo era sceso nel primogenito in modo puro. A vivere in Egitto la madre con la famiglia fu confinata con chi la serviva che retto era. Dentro, di nascosto, a questi riversato fu l'aiuto per rientrare, si riportarono. Sceso era nel primogenito il Signore. Venuto, anelava tra i viventi questi entrare per portare al serpente guai. Dal primogenito con la rettitudine il vigore nei viventi scenderà.
Esodo 13,4 - Un giorno il primogenito in croce dai viventi fu innalzato. L'Unico che era a vivergli dentro nella tomba l'aiutò. Risorto uscì per il Padre. Rifù a casa.
Nelle prime 6 tappe fu creata la creatura uomo con tutte le potenzialità necessarie per essere a immagine e somiglianza di Dio e nella 7a tappa queste, con l'aiuto del Signore, saranno portate a compimento.