BibbiaWeb.net - di Alessandro Conti Puorger

Decriptare la Bibbia - di Alessandro Conti Puorger Autore   Contatti    Cerca      Home     
BibbiaWeb 2019  
Decriptare le lettere parlanti delle sacre scritture ebraicheSan Giuseppe - Clicca qui per consultareParlano le lettere
Cerca negli articoli
Consulta le rubriche
  Lettere ebraiche
    e codice Bibbia
  Decriptazione Bibbia
  Attesa del Messia
  Vangeli
    e Protovangeli
  Ricerche di verità
  Racconti
    a sfondo biblico
  San Giuseppe

Decriptare la Bibbia
  Tutti gli articoli
  Indice
     brani decriptati
  Articoli più letti

 

ATTESA DEL MESSIA...

 
LA NOSTRA GIOIA

di Alessandro Conti Puorger
 
 

SULLA "GIOIA"
La vita produce dolori e gioie e queste sono sale, luce e lievito della vita.
Gli eventi di gioia, infatti, danno sapore ai giorni, fanno superare i lati negativi della vita illuminandola e spingono a crescere per tendere e attendere d'assaporare le varie pietanze che la vita stessa può offrire, quindi, spinge a crescere nella conoscenza.
Sappiamo di non sapere, ma una cosa impariamo ben presto, apprendiamo che la vita propone continue scelte, ma le strade cieche o pericolose non sempre hanno segnali chiari, anzi possono anche proporsi come allettanti.
Ecco che il vivere per l'uomo è simile al navigare.
A tale riguardo è proprio valida l'allegoria che propone Omero con l'Odissea con la storia dell'eroe Ulisse che passa da isola in isola, toccando tanti lidi, subendo naufragi, superando pericoli, allettato dalle sirene, perdendo purtroppo compagni e amici per poi ritrovare la gioia delle cose semplici, la moglie, il figlio, insomma la pace nella terra d'origine da cui era uscito per la "guerra".
La vita si presenta come un mistero in cui entrare; è come percorrere un mare. È questo il mare della vita, incerto, alcune volte piatto, spesso però in preda a venti e uragani, con pericolose barriere e fondali rocciosi anche affioranti da evitare, per pervenire a qualche rado approdo, a isole verdi con un porto ove potersi rifugiare solo per un tempo per rifocillare il corpo e ritemprare lo spirito con qualche evento memorabile, poi cambia vento, si riprendono le forze e si arriva a un'altra meta e così via finché le forze reggono, sempre sperando in una meta sicura.
(Vedi: "Il mare della vita")

L'uomo, peraltro, sa che non può restare seduto sugli allori se li ha conseguiti.
Ha ben presente che ogni meta di questo mondo alla lunga è instabile e occorre proseguire, cercare altri porti che diano forza.
Sono tante, infatti, le inevitabili burrasche da superare che comunque la vita riserva copiose per tutti.
Questo navigante sa anche che quando vengono meno le speranze, perde l'impulso ed è allora che si ritrova nella vecchiaia vera della vita, ove calano i venti, le vele si sgonfiano e non ci sono nemmeno forze sufficienti per remare, mentre se la vecchiaia è di sola età, ma non di spirito, rimangono speranze e si possono provare ancora gioie.
La gioia, insomma, è una speranza attesa, qualcosa di molto agognato, che si avvera, ma alcune volte è un evento inatteso che apre nuovi orizzonti insperati o inesplorati!
Non è perciò come un sentimento e nemmeno come un'emozione di empatia, ma la gioia è la risposta di tutto l'essere dell'uomo - corpo, anima e spirito - a un fatto che avviene e coinvolge l'uomo tutto l'intero e cambia la situazione proprio come una buona notizia.
I sentimenti o i piaceri corporali coinvolgono, invece, solo il pensiero e parti sensibili, ma non sono integrali come la gioia vera che riconosciamo, perché quelli non prendono l'uomo nella propria globalità e gli danno spessore come invece fa la gioia.
Di fatto, quando si prova una gioia è come s'aprissero i cieli e vedessimo oltre.
Nasce un attimo di rivelazione e di conoscenza pura che si dilata e apre a dimensioni inaspettate, comunque non note, che lasciano nostalgia e desiderio di riprovarla e attestano anche che è possibile l'impossibile, perché fa intravedere dimensioni ignote della vita e fa intuire l'esistenza di altre accrescendo speranze per il futuro.
Anche eventi semplici, quando si è "puri", ossia "non smaliziati" dal mondo, possono dare grande gioia.
Ciò accade nella fanciullezza con le gioie semplici gustando e, per i più, godendo d'amore disinteressato... poi, ecco le gioie dei primi risultati, di studio, di lavoro, e in genere, il primo amore, i figli, insomma, fatti della vita che costituiscono approdi e fermano momenti irrepetibili per ciascuno.
L'uomo sa bene che non può dominare tutte le leve che concorrono alla formazione della realtà.
Sa anche che purtroppo possono essere veramente molti gli eventi contrari che si possono opporre a ottenere il risultato volta per volta sperato.
Ecco, quindi, l'affacciarsi negli antichi dell'idea del "fato", ossia di "ciò che è detto", vale a dire di "quanto è previsto", perché tutto secondo molti sarebbe come già previsto e destinato dagli... dei, esseri soprannaturali posti a gestire i vari fenomeni e gli aspetti della vita umana e che servivano a spiegare avvenimenti altrimenti inspiegabili.
Oggi, che molto di più si sa grazie alla scienza, gli dei hanno perso molto delle loro chance; è però filtrata fino ai nostri tempi l'idea che avevano gli antichi, quella del fato, del destino, dell'imponderabile e tanti sono i fan dell'astrologia e del destino legato alle stelle.
In definitiva nell'immaginario collettivo s'è consolidata l'idea di un ente che guidi i destini umani.
I greci e poi i latini, infatti, credevano alle "Moire", "Parche" o Fatae, figlie di Giove e di Temi, dea della Giustizia, che secondo quei miti erano le tre tessitrici che fissavano in modo inesorabile il destino di ciascun uomo, tessendo la loro vita per cui, appunto, tutto era previsto, quindi, anche le gioie e i dolori!
La prima delle tre, Cloto, filava il filo della vita, la seconda, Lachesi, dispensava i destini con fili diversamente colorati che disponeva ad arte assegnandone uno a ogni individuo stabilendone anche la durata e il modo della fine, e per ultima, la terza, Atropo, inesorabile, tagliava il filo della vita al momento stabilito.
L'eco del pensiero di un comportamento simile si trova in Isaia 38,12b, ma in questo caso attribuito al Dio d'Israele da Ezechia, re di Giuda, nel "Cantico" che gli elevò quando cadde malato: "Come un tessitore hai arrotolato la mia vita, mi recidi dall'ordito. In un giorno e una notte mi conduci alla fine."

Ecco che nella storia, di fatto, si sono agitate le seguenti tre idee che tra loro paiono inconciliabili:
  • l'uomo è autore del proprio destino;
  • tutto è casuale;
  • il proprio destino è immutabile.
Insomma filosofi e i teologi ne hanno tanto parlato: esiste o no il libero arbitrio?
Oppure, tutto è casuale?
O addirittura tutto è immodificabile, in quanto, deve andare come deve andare?
A monte di tutto ciò invero c'è la domanda delle domande che attende risposte personali; e la domanda cui ciascuno prima o poi è chiamato a rispondere è:

Dio esiste o non esiste?

Questa non è suscettibile della risposta definitiva attraverso le indagini della sola mente umana, visto che si trovano filosofi e scienziati di grande valore sia in posizioni pro, sia contro l'esistenza di un Dio creatore.
La seconda e la terza di quelle opzioni, di fatto, di solito sono allontanate e appaiono solo dopo che è stata scelta la prima, in quanto, l'uomo - e ciò è oggettivamente un bene - cerca d'operare per tutta la propria vita al fine di "migliorare" la propria condizione, secondo quanto può comprendere.
Dapprima l'uomo, in genere, agisce come libero di conseguire i risultati sperati, come se non ci fosse il "caso" o il "fato", ma tali fantasmi al verificarsi d'impedimenti sono subito considerati possibili; insomma si è più portati ad attribuire i risultati a proprio merito, e poi riferire il negativo al "fato" o al "caso", insomma a questioni che agiscono al di fuori della propria volontà.
All'uomo, qualsiasi cosa faccia o intraprende nella vita, s'oppone comunque un grosso scoglio, la morte corporale, su cui prima o poi si deve incontrare e contro cui ineluttabilmente s'infrange la propria barca.
Davanti a tale esito s'infrange il libero arbitrio e ogni orgoglio umano, perché davanti a quella ogni speranza mondana viene a cadere e tutto appare effimero.
Al proposito dice il Qoelet 1,3, libro sapienziale della Bibbia, "...tutto è vanità. Quale utilità ricava l'uomo da tutto l'affanno per cui fatica sotto il sole?"

Eppure, le gioie sono fatti reali che incidono nella vita di ogni uomo e hanno il potere sia di spuntare in questa valle di lacrime ove non pare potrebbero avere spazio, sia di superare la coltre della morte che dovrebbe appesantire gli animi.
La gioia, infatti, riesce a far esultare l'uomo anche se su lui il pensiero della morte pare tarpare le ali.
A questo punto si può dire che la gioia vera è come l'amore, in quanto, è capace di vincere l'oppressione della morte.

Dice il Cantico dei Cantici in 8,6 "...forte come la morte è l'amore, tenace come gli inferi è la passione..." e questo poema è un canto spirituale, un vero inno all'Amore che coinvolge a pieno corpo, anima e spirito dei due amanti che si ritrovano come "anime gemelle" tanto che è inserito nella Bibbia per alludere all'amore corrisposto tra Dio e il Suo popolo e/o tra Dio e l'anima del fedele.
Di fronte alla gioia che l'uomo pragmatico o il più pessimista degli uomini può comunque incontrare, pur se ateo questi arriva a concludere almeno che "il caso, il fato o il destino" gli è stato favorevole, ossia, in definitiva, è come dicesse che "l'imponderabile", quello che non osa chiamare col Suo nome e che altri chiamano Dio, comunque, lo ha favorito, quindi lo ha amato.
Una sottile speranza così è capace di filtrare negli animi di chiunque, aldilà di ogni più pessimistico dei ragionamenti e fa superare ogni più nera visione.
Accade così che nella mente scatta l'idea che ogni uomo che vive su questa terra, anche il più derelitto, possa e debba avere qualcuno che s'interessa o s'interesserà di lui e che lo ama.
Un atto del genere è auspicato per rendere un debito compenso, in quanto, è sentita necessaria un'esistenza, quella della Giustizia, che purtroppo su questa terra non si riesce a conseguire, perché fuori dal campo umano.

Prima di continuare avverto che, come m'è usuale, nel prosieguo uso la proprietà insita nelle 22 lettere dell'alfabeto ebraico di essere anche icone con un proprio messaggio grafico.
Al riguardo, si vedano le relative schede con i significati che s'ottengono cliccando sui loro simboli a destra delle pagine di questo mio Sito.
Nei miei personali commenti, studi e meditazioni sulle Sacre Scritture, uso poi anche un personale strumento per me di grande aiuto, un mio metodo di regole di decriptazione per ottenere pagine di 2° livello sull'epopea del Messia di cui è detto in "Parlano le lettere" e in "Le 22 sacre lettere, appunti di un qabalista cristiano" in base ai su menzionati significati grafici delle lettere ebraiche.
Al riguardo, perché utili sull'argomento, segnalo anche:
vai alla visualizzazione stampabile di tutto l'articolo

  invia questa notizia ad un amico


									
Copyright © 2019 BibbiaWeb - Tutti i diritti riservati. Riproduzione vietata.
[Bibbia home][inizio articolo]  Tutti gli articoli di
  ATTESA DEL MESSIA...
[Bibbia home][inizio articolo]
 
DECRIPTARE LA BIBBIA - Le lettere del RE
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera jod
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera kàf
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera lamed
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera mèm

DECRIPTARE LA BIBBIA - Ala a destra del RE
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera nùn
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera samek
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera 'ajin
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera pè

DECRIPTARE LA BIBBIA - Ala a destra estrema
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera sade
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera qòf
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera resh
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera s'in e shìn

DECRIPTARE LA BIBBIA - Ala a sinistra del RE
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera wàw
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera zàjin
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera hèt
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera tèt

DECRIPTARE LA BIBBIA - Ala a sinistra estrema
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera bèt
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera ghimel
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera dalet
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera hè

DECRIPTARE LA BIBBIA - Il primo e l'ultimo
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera 'alef
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera taw


Bibbia Home | Autore | Perché Bibbiaweb? | Contatti | Cerca | Links
info@bibbiaweb.net  
Per i contenuti tutti i diritti sono riservati ad Alessandro Conti Puorger
BibbiaWeb

Alessandro Conti Puorger Alessandro Conti Puorger
Via Eleonora d'Arborea 30 - Roma - Italy

Realizzazione EdicolaWeb Edicolaweb.net
Via S. Maria a Cintoia 14/b - Firenze, Italy