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RICERCHE DI VERITÀ...

 
MANGIARE DELL'ALBERO DELLA VITA

di Alessandro Conti Puorger
 
 

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È COMPIUTO!
Gesù sulla croce nell'esclamare "Tutto è compiuto" esprime e rappresenta al Padre la supplica, l'invito e l'attesa di tutta l'umanità da Lui in quel momento rappresentata in quella condizione, perché tutta l'umanità è appunto soggetta a tante sofferenze, perché di fatto è in croce condannato a malattie e nella migliore delle ipotesi a invecchiare prima di morire.
Dalla croce sgorgò un rivolo di acqua e sangue.
Se quell'uomo era il Figlio di Dio, la roccia d'Israele, quell'evento fu filtrato in base alle profezie, erano sgorgate le acque dal tempio di Gerusalemme, dal nuovo tempio, dal costato di Cristo.
"Riverserò sopra la casa di Davide e sopra gli abitanti di Gerusalemme uno spirito di grazia e di consolazione, guarderanno a colui che hanno trafitto" aveva detto il profeta Zaccaria (Zaccaria 12,10).
L'evangelista Giovanni sul fatto "usci sangue e acqua" per mettere in attenzione, attesta: "Chi ha visto ne dà testimonianza e la sua testimonianza è vera ed egli sa che dice il vero, perché anche voi crediate." (Giovanni 19,35)
È come se le acque del fiume del giardino dell'Eden siano sgorgate in terra, segno che è ristabilita comunione e continuità tra le acque di Dio, cioè le acque del cielo, e l'uomo.
C'è ora una nuova fonte da cui viene la vita, c'è un arco tra cielo e terra, c'è una scala, la via all'albero della vita è stata ripristinata, ci riè l'accesso al Paradiso.
La sorgente per lavare il peccato è stata attivata.
Tutti i deserti e le depressioni degli animi, tutti gli orgogli possono essere sommersi dal nuovo diluvio della misericordia che esce dal Figlio unico, primogenito del Padre, dal cui costato sgorgono i segni sacramentali del battesimo e dell'eucarestia, che indicano il parto della nuova Eva dal costato del nuovo Adamo.
S. Tommaso d'Aquino, dottore della chiesa, nelle sue "Opere" (opusc. 57 per la festa del Corpus Domini) parlando del prezioso e meraviglioso convito preparatoci con l'Eucarestia da Dio e da suo Figlio dice: "L'Unigenito Figlio di Dio, volendoci partecipi della sua divinità, assunse la nostra natura e si fece uomo per far di noi uomini dei... Nessuno, infine, può esprimere la soavità di questo sacramento. Per mezzo di esso si gusta la dolcezza spirituale nella sua stessa fonte e si fa memoria di quella altissima carità, che Cristo ha dimostrato nella sua passione."

Circa la visione di Ezechiele (Ezechiele 47) dell'acqua che esce dalla parte destra, Orientale, del tempio per inondare la valle del Giordano si segnala, che confrontando le foto della Sindone di Torino, positivi e negativi, quindi verificando la posizione che aveva effettivamente quel corpo d'uomo della Sindone, lo squarcio e la copiosa fuoriuscita di sangue con acqua è avvenuta sulla destra del torace.

Il fatto poi che il velo del tempio si squarciò nel mezzo fa ricordare che su tale velo (Vedi "I cherubini alla porta dell'Eden") erano tessuti due cherubini a custodia del Santo dei Santi, a ricordo di quelli posti da Dio alle porte del Paradiso: "Scacciò l'uomo e pose ad oriente del giardino di Eden i cherubini e la fiamma della spada folgorante e, per custodire la via all'albero della vita." (Genesi 3,24)
Il segno perciò è che ormai era libero quel passaggio, è stata aperta la nuova via,e la via ora è il Cristo stesso.
Lui è la porta per accedere al giardino della vita eterna.

"In verità, in verità vi dico: io sono la porta delle pecore." (Giovanni 10,7)
"Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvo; entrerà e uscirà e troverà pascolo." (Giovanni 10,9)
"Il Signore è il mio pastore non manco di nulla; su pascoli erbosi mi fa riposare ad acque tranquille mi conduce." (Salmi 23,12)

Il discorso degli angeli non finisce qui!
Il vangelo di Giovanni racconta dell'incontro di Maria di Magdala con "due angeli in bianche vesti, seduti l'uno dalla parte del capo e l'altro dalla parte dei piedi, dove era stato posto il corpo di Gesù." (Giovanni 20,12)
Ed il vangelo di Luca narra dell'apparizione alle donne andate al sepolcro "Ecco due uomini apparire vicino a loro in vesti sfolgoranti... Essi dissero loro: Perché cercate tra i morti colui che è vivo? Non è qui è risorto." (Luca 24,4.5b.6b)

Cioè i custodi della via all'albero della vita appaiono un'ulteriore volta per guidare chi ha ancora dubbi a seguire la nuova unica via.
Giovanni riporta infine l'apparizione del risorto agli apostoli raccolti nel cenacolo la stessa sera della domenica della resurrezione e la trasmissione nello stesso giorno agli apostoli della sua missione e dello Spirito Santo.
"Pace a voi! Come il Padre ha mandato me anch'io mando voi dopo aver detto questo alitò su di loro e disse: ricevete lo Spirito Santo a chi non rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi." (Giovanni 20,21)
Riapparve, poi agli apostoli otto giorni dopo nello stesso modo, ma ora c'era Tommaso, ancora incredulo perché non era stato presente la prima volta e Gesù risorto gli disse: "Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani, stendi la tua mano e mettila nel mio costato e non essere più incredulo, ma credente." (Giovanni 20,22)
Cioè Gesù stesso indica dove rivolgere gli occhi e la mente per ritrovare la continuità' con Dio, dove è stato riattivato il corso dell'acqua viva.
Rispose Tommaso: "Mio Signore e mio Dio." (Giovanni 20,28)
La prima lettera di Giovanni, sulla riapertura della comunione con Dio attraverso Gesù Cristo osserva: "E chi è che vince il mondo se non chi crede che Gesù è il figlio di Dio? Questi è colui che è venuto con acqua e sangue, Gesù Cristo, non con acqua soltanto, ma con l'acqua e con il sangue. Ed è lo Spirito che rende testimonianza, perché lo Spirito è la verità. Perché tre sono quelli che rendono testimonianza: lo spirito, l'acqua e il sangue, e questi tre sono concordi... E la testimonianza è questa: Dio ci ha dato la vita eterna e questa vita è nel suo Figlio. Chi ha il Figlio ha la vita; chi non ha il Figlio di Dio, non ha la vita." (1 Giovanni 5,5-8;11,12).

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