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SECONDO "DISTINGUO" NEL GENESI TRA ANIMALI E UOMO
Il Genesi 1,28 "Dio li benedisse e disse loro: Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra; soggiogatela e dominate sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e su ogni essere vivente, che striscia sulla terra" usa il termine "ogni essere vivente", in ebraico
,
ossia "tutto ciò che vive", e Genesi 1,30 precisa "nei quali è alito di vita", vale a dire ove c'è un respiro
di vita
.
Il termine
è tradotto anche con anima, ma in effetti è alito, respiro, soffio; come di chi soffia sul fuoco "energia
dalla bocca
sul fuoco
".
L'idea di anima è trasmigrato nel pensiero teologico dal neoplatonismo che ha inculturato i proseliti dell'ebraismo.
Nel capitolo 2 al versetto 7, però, l'autore sente la necessità di precisare il particolare modo con cui fu creato l'uomo: "allora il Signore Dio plasmò l'uomo con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita e l'uomo divenne un essere vivente
."
L'uomo diviene un essere vivente
cioè ha un respiro come gli animali e a tutti gli effetti è come loro un respiro che vive.
Sembra così per il comune termine
,
"volgarizzato" in anima, esservi una stesso tipo di anima negli uomini e negli animali.
I termini usati nel versetto Genesi 2,7 per la creazione dell'uomo però sono particolari e meritano una grande attenzione:
- plasmò
è il termine che usa il vasaio " fu
ad alzare
un corpo
".
La materia base da cui Dio lo forma
è la polvere della terra e Dio è perciò come un vasaio
che con la polvere della terra plasma il corpo dell'uomo.
Dirà San Paolo che l'annuncio di Cristo risveglia un'anima nell'uomo "E Dio che disse: Rifulga la luce dalle tenebre, rifulse nei nostri cuori, per far risplendere la conoscenza della gloria divina che rifulge sul volto di Cristo. Però noi abbiamo questo tesoro in vasi di creta, perché appaia che questa potenza straordinaria viene da Dio e non da noi." (2Corinzi 4,6s)
Questo vaso di creta, il corpo visibile, il vestito di cellule ed atomi con la morte si rompe ed esce il contenuto, l'uomo nuovo, con una nuova "carne".
San Paolo nella 1 lettera ai Corinzi aveva concluso: "Se c'è un corpo animale, vi è anche un corpo spirituale, poiché sta scritto che il primo uomo, Adamo, divenne un essere vivente, ma l'ultimo Adamo divenne spirito datore di vita. Non vi fu prima il corpo spirituale, ma quello animale, e poi lo spirituale. Il primo uomo tratto dalla terra è di terra, il secondo uomo viene dal cielo. Quale è l'uomo fatto di terra, così sono quelli di terra; ma quale il celeste, così anche i celesti. E come abbiamo portato l'immagine dell'uomo di terra, così porteremo l'immagine dell'uomo celeste. Questo vi dico, o fratelli: la carne e il sangue non possono ereditare il regno di Dio, né ciò che è corruttibile può ereditare l'incorruttibilità." (1 Corinzi 5,44-50)
- polvere del suolo
cioè con elementi già creati, non esclude l'evoluzione; con la lettura di quelle lettere si può avere: "Agì
soffiando
nei corpi
la vita
degli angeli
che entrò
nell'uomo
nel mondo
."
- soffiò nelle sue narici
la lettera ebraica
è una bocca e pare proprio vedersi le due bocche, quella dell'uomo su cui scaturisce il soffio dalla bocca di Dio.
- un alito di vita
"nishmat haiim ove nishmat" è altro modo per dire alito, soffio, e quindi tradotto anche in termini più tardivi con anima.
È da notare che qui vita non è singolare, ma plurale, forse duale, "lo spirito delle due vite" e così è usato nel versetto Genesi 2,9 quando dice dell'albero della vita piantato nel giardino; in effetti, è l'albero delle due vite
.
È questo
lo spirito datore di vita di cui parla San Paolo che grazie a Cristo "invia
la risurrezione
agli uomini/morti
".
- essere vivente è
lo stesso che per gli animali "un respiro vivente".
L'uomo così per quanto riguarda questa è come un animale, perché anche lui è un respiro vivente, ma ha avuto una formazione particolare rispetto a loro in quanto, l'autore del Genesi volutamente lo evidenzia, ha proprio un soffio di alito di Dio, che si aggiunge allo atto creatore degli animali.
È quel versetto Genesi 2,7 al momento della creazione dell'uomo l'unico dei tutta la Bibbia in cui sono usati assieme i termini di
e
.
Se questi si traducono anima se ne ricava che l'uomo oltre "l'anima animale" ha una "anima" particolare la "nismat" un soffio specifico di Dio (Vedi "Adamo uomo tra due regni" in "Ricerche di Verità") ed è sicuramente questa preparata per la seconda vita.
È perciò l'uomo un essere vivente particolare, perché non creato come gli animali con la sola
(ebraico "nèfesh hachaiyàh"; latino "animam viventem"; greco "psychè ton zòion"), ma formato con precisa volontà con un alito
soffio ("ruach", in greco "pnéuma" e in latino "spiritus") del suo Spirito
(vedi Genesi 6,3).
Ciò era ben chiaro agli antichi come risulta nel libro di Giobbe che è ritenuto appunto un dei libri più datati:
- "Egli (Dio) ha in mano l'anima
di ogni vivente e il soffio
di ogni carne
umana." (Giobbe 12,10)
- "Ma certo essa (la sapienza
di Giobbe 32,7) è un soffio
nell'uomo; l'ispirazione (l'alito)
dell'Onnipotente lo fa intelligente." (Giobbe 32,8), quindi diverso dagli animali.
La base di partenza è la polvere della terra.
Gli evoluzionisti possono intendere ciò anche come un progresso dalla specie umana di tipo animale il quale però, avverte l'autore ispirato, di fatto è da considerare che l'ulteriore passo non è automatico, ma avviene con specifico intenzionale intervento creativo.
È soffiato da Dio nelle narici di ciò che ha plasmato per farne un uomo un particolare alito di vita, questo è il fatto nuovo.
"A portare
è
un soffio
nel ventre
()
l'Unico
.
Il soffio
la colomba
()
(figura dello spirito = è
a recare
l'energia
)
accende nell'uomo
la vita
che sta
nella madre
."
Si può avere la variante, ma il significato è identico.
"Il soffio
è
a recare
l'energia
del Nome
segnando
la vita
che sta
nella madre
."
Come se ad un certo momento Dio formò un particolare animale e gli soffiò il suo spirito (Colomba) e l'uomo
non fu solo una creatura animale, ma un essere a Lui, l'Unico
,
simile
()
per il soffio del suo Nome.
L'uomo ha quindi in sé insite come due vite.
Ripete due volte il Salmo 49,13.21: "Ma l'uomo nella prosperità non comprende, è come gli animali che periscono".
Il racconto del capitolo 3 del Genesi comporta che Adamo ed Eva, mangiando del frutto della conoscenza offerto dal serpente sono stati invasi dal suo spirito, invidioso dell'uomo e del disegno che aveva Dio su l'umanità.
Lo spirito ribelle dell'angelo superbo, che secondo la tradizione orale fu precipitato dal cielo, lo ricorda il profeta Isaia: "Come mai sei caduto dal cielo, Lucifero, figlio dell'aurora? Come mai sei stato steso a terra, signore di popoli? Eppure tu pensavi: Salirò in cielo, sulle stelle di Dio innalzerò il trono, dimorerò sul monte dell'assemblea, nelle parti più remote del settentrione." (Isaia 14,12.13)
Da allora nell'uomo vi sono come due spiriti che si combattono quello del "noefoesh"
e del "nismat"
,
quello che la tradizione indica come quello dell'angelo cattivo e dell'angelo buono che entrambi consigliano l'uomo:
- "l'angelo
superbo
"
=
;
- "L'angelo/energia
che il Nome
indica
"
=
.
Il primo è destinato a finire "polvere tu sei e in polvere tornerai!" (Genesi 3,19b)
Su questo tema San Paolo nella lettera ai Romani riassume la situazione vedendo in sé come due leggi, con questa chiara espressione: "...acconsento nel mio intimo alla legge di Dio, ma nelle mie membra vedo un'altra legge, che muove guerra alla legge della mia mente e mi rende schiavo della legge del peccato che è nelle mie membra. Sono uno sventurato! Chi mi libererà da questo corpo votato alla morte? Siano rese grazie a Dio per mezzo di Gesù Cristo nostro Signore! Io dunque, con la mente, servo la legge di Dio, con la carne invece la legge del peccato." (Romani 7,22-25)