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di Alessandro Conti Puorger
 
 

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MATRIMONIO - LA PRIMA ALLEANZA
Occorre andare più a fondo sul particolare di quando Dio addormentò la coppia, vale a dire sul versetto "...fece scendere un torpore sull'uomo..." (Genesi 2,21).
Torpore, sonno profondo "tarddemah" , con la che si legge con forza, viene dal radicale verbale "dormire profondamente" e questa parola si ritrova poche altre volte e precisamente in Genesi 15,12 e 1 Samuele 26,12, Giobbe 4,13 e 33,15, Proverbi 19,15, infine in Isaia 29,10 e questo ultimo porta al pensiero che si sta leggendo dei termini di un libro sigillato, vediamo: "Poiché il Signore ha versato su di voi uno spirito di torpore, ha chiuso i vostri occhi, ha velato i vostri capi. Per voi ogni visione sarà come le parole di un libro sigillato: si dà a uno che sappia leggere dicendogli: Leggilo, ma quegli risponde: Non posso, perché è sigillato. Oppure si dà il libro a chi non sa leggere dicendogli: Leggilo, ma quegli risponde: Non so leggere." (Isaia 29,10-12)
Pare proprio l'invito a decriptare un messaggio e, ancora più in generale, pare proprio suggerire che la Sacra Scrittura è un libro sigillato da aprire.
Isaia parla chiaro, c'è un I° ed un II° livello di lettura, uno normale, cioè il saper leggere usuale ed uno speciale, per leggere il sigillato, una seconda pagina, per il quale occorre avere una iniziazione; chi non sa leggere, non supera il I° livello e chi legge soltanto quanto ufficiale, non supera il II°, onde vi sono pagine da dissigillare e midrash da aprire.
Tale pensiero porta appunto a considerare che tutto il testo biblico ebraico sia criptato e, al riguardo, propongo questi miei articoli:

In tale versetto di Isaia che anche lui dosa ogni parola, non è un sonno normale è "uno spirito di torpore", un "ruach" , come un ulteriore soffio di Dio e così va esteso anche a Genesi 2,21 e poi a Genesi 15,12, fu un soffio nuovo che scese sul maschio e sulla femmina!
La parola torpore la posso dividere in due parti e e è analogo a radicale di "investigare"; anche la parola Torah ha in sé e ci dice di investigare i segni, anche le singole lettere "segni portare alla mente aprendoli ", perciò è da investigare sulla , lettere che indicano "somiglianza"; ossia è da approfondire la somiglianza.
Proseguendo su tale idea scruto il termine "tarddemah" di Genesi 2,21 spezzandolo anche lettera per lettera ove indica fine - finire e poi che unite a una lettera h potenziale (sempre aggiungibile per la spaziatura delle lettere e perché tale lettera indica proprio spazio apertura) si ha il radicale di "calpestare signoreggiare", così si può leggere "finire di calpestare-signoreggiare () la matrice della vita nel mondo : si deve smettere di sfruttare la parte debole dell'umanità; occorre un patto, uomo-donna!
C'è poco da fare, da che mondo è mondo raro è stato un comportamento non violento nel rapporto maschio femmina; il più forte, più o meno, ha fatto prevalere le proprie volontà e l'altra parte ha subito o per forza o per amore, ma spesso questo non è puro, ma condiscendenza dall'una e l'altra parte per un'utilità, raramente in modo gratuito.
Si trova in "tarddemah" anche essere simile, assomigliarsi.
Quello stesso è radicale anche di "perire, essere distrutto", in quanto contiene il sangue "dam" che esce .
Tutto ciò porta a immaginare la preparazione ad una comprensione profonda di una sostanziale somiglianza e parità tra i due componenti la coppia primigenia, il finire, così di un signoreggiare di una parte sull'altra e, infine, "l'indicazione alle menti di aiutarsi per vivere nel mondo ".
Visto che = è radicale d'investigare, "i segni portare alla mente" quel torpore "tarddemah" è nel matrimonio un investigare, scoprire e attuare la similitudine tra gli sposi e di questi con Dio che li ha voluti coppia.
Nel libro di Giobbe si parla del consiglio che viene dal Signore nel sonno: "Parla nel sogno, visione notturna, quando cade il sopore sugli uomini e si addormentano sul loro giaciglio; apre allora l'orecchio degli uomini e con apparizioni li spaventa, per distogliere l'uomo dal male e tenerlo lontano dall'orgoglio, per preservarne l'anima dalla fossa..." (Giobbe 33,15-18) e qualcosa del genere accadde alla prima coppia, compresero nel Signore quella verità.
Fu quella, di fatto, la prima vera alleanza "berit" , "la famiglia", fatta con Adamo, inteso come prima coppia, il primo vero patto di fuoco basato sulla donna, colonna fondamentale della famiglia, in cui passò il Signore.
Il Signore costruì la prima famiglia nel sonno e gli sposi non fecero nulla.
S'apre allora il canto delle ascensioni di Salomone, Salmo127, che pare così proprio riferirsi al dormire della prima coppia, il tempo in cui il Signore costruì una la, appunto l'istituto della prima famiglia, poggiata in Dio, un patto eterno, il primo patto e quando fece sempre nel torpore di Abramo il patto da cui nacque "la casa d'Israele".

"Se il Signore non costruisce la casa, invano vi faticano i costruttori.
Se il Signore non custodisce la città, invano veglia il custode.
Invano vi alzate di buon mattino, tardi andate a riposare e mangiate pane di sudore: il Signore ne darà ai suoi amici nel sonno.
Ecco, dono del Signore sono i figli, è sua grazia il frutto del grembo.
Come frecce in mano a un eroe sono i figli della giovinezza.
Beato l'uomo che ne ha piena la faretra: non resterà confuso quando verrà a trattare alla porta con i propri nemici." (Salmo 127)

A questo punto s'innesta tutto il discorso presentato nel già accennato articolo "Lo sposo della coppia nel matrimonio, roveto ardente" "Lo sposo della coppia nel matrimonio, roveto ardente" ove quel Salmo è integralmente decriptato.
Ricordo solo, perché calzante col discorso che si va sviluppando, il decriptato combinato del 1 e ultimo versetto di quel Salmo che qui riporto.

Salmi 127,1 - Una luce fu nella mente ad entrare. In un vivente dall'alto si porterà. Finirà il serpente, la pace rientrerà. Da primogenito vivrà il Signore. Il Potente padre l'invierà nel mondo in una famiglia/casa che sarà prescelta di illuminati. Si porterà per la prima volta alla vista dei viventi per accompagnarli. Di un costruttore sarà a portarsi a casa e primogenito della madre sarà ad entrare. Porterà nel mondo il Potente in un uomo a vivere la compagna. Sarà un povero portato da una donna santa a vivere nel corpo.

...

Salmi 127,5 - Felici saranno ad uscire gli uomini, beati in pienezza. Verrà la donna il Verbo alla fine a portare viva dal mondo a vivere dal Potente. Dall'Unico saranno a casa. Per la risurrezione portata retti essendo saranno dalla Parola condotti. Verranno desiderosi di starvi ad abitare. Sarà stato nei viventi dentro bruciato il nemico.

La Donna che il Messia porterà con sé via dal mondo alla fine è tutta l'umanità santa come la madre del Verbo che s'intravede nel decriptato del versetto Salmo 127,1 e sarà la Santa Famiglia allargata, che unirà alla Santa Famiglia dell'infanzia, ma ora gloriosa, Giuseppe, Maria, tutti i fratelli di Gesù che porterà con sé.
Quello con la prima coppia fu un vero patto d'alleanza, promessa di un matrimonio eterno che Dio intendeva esteso all'umanità intera.

Quella coppia però si dissociò da Dio e proseguì il proprio rapporto fuori dalla protezione, fuori cioè dal baldacchino matrimoniale che era quel ambito, la vera casa della 1° coppia, il Gan Eden o Paradiso terrestre.
Allora, il paradiso terrestre nella mente di Dio pare essere il matrimonio!
Raccontano i primi capitoli della Genesi, che così non fu, le cose non andarono bene per l'umanità figlia di quella coppia, perse l'umanità il dono del matrimonio e tutto il racconto biblico, la storia di salvezza, è il cercare di riportare in atto quel primo patto in quanto ci si rende conto che la situazione dello stato femminile descritta nella Bibbia, non è conforme al disegno iniziale di Dio, ma è conseguenza del peccato.
La ricostruzione fu lenta e trovò tanti ostacoli per il peccato di "maschilismo" di chi aveva potere e non voleva comprendere o mal comprendeva, perché non intravedeva un rapporto diverso con la donna.
La società maschilista almeno iniziò a venir regolata da Dio che n'arginava gli eccessi col comando "Non opprimerai il tuo prossimo" (Levitico 19,13) che doveva prendere piede, almeno come tendenza, ma lo fece con molta lentezza e si trasformò nell'obbiettivo "amerai il tuo prossimo come te stesso". (Levitico 19,18)
(Si pensi solo che, oggi, in Italia, risulta che una donna su tre tra i 16 e i 70 anni ha ricevuto qualche atto di violenza maschile nella propria vita - Telegiornale RAI 1 del 25-11-2010)

E la donna è "prossimo", come del resto il marito per la donna.
Così, con lentezza, cominciò a considerarsi prossimo anche la donna, infatti, amare il prossimo è non fare agli altri quello che non vuoi fatto a te, e fu sempre più chiaro, salvo incancreniti egoismi per vantaggi spiccioli che però allontanano la vera comunione, l'impegno morale di dare alla donna parità e dignità piena, per rientrare con lei nel patto originario prima del peccato, altrimenti non si va da nessuna parte e s'entra sempre più nella barbarie.
Dio, infatti, allora separò il maschio dalla femmina, ma congiunse l'uomo alla donna, come evidenzia Gesù dicendo: "Quello dunque che Dio ha congiunto, l'uomo non lo separi..." (Matteo 19,6)
La Torah e poi i libri storici, i profeti e i Salmi, sono la prova scritta del tentativo da parte di Dio, inviando lo spirito nei patriarchi e nei profeti, persone di un popolo particolare dell'umanità nell'errore, d'iniziare a rivelare quel patto antico rimasto vanificato e che doveva essere ancora attuato.
Il cristianesimo poi accolse quei libri integralmente dopo il 382 d.C. con il Decretum Damasi (punto 120 del Catechismo della Chiesa Cattolica) come parola di Dio, ma ha precisato "sebbene contengano anche cose imperfette e temporanee" (punto 122 dello stesso Catechismo) che la Chiesa interpreta e distingue alla luce dei Vangeli e della propria tradizione.

Che quello con la prima coppia fu un vero patto d'alleanza, promessa di un matrimonio eterno tra Dio e la prima coppia stessa, è confermato dal libro della Genesi perché ci ripropone quel termine "torpore" proprio quando il Signore vuol fare un'alleanza con Abramo.
Non direi che ciò è a caso, ma proprio con riferimento a quel primo "torpore".
La parola alleanza berit si ritrova, infatti, nel versetto 15,18, ove Abram, nelle cui reni v'è il popolo di Dio, è stato addormentato e al risveglio sente la promessa di un nuovo paradiso terrestre: "In quel giorno il Signore concluse questa alleanza con Abram: Alla tua discendenza io do questo paese dal fiume d'Egitto al grande fiume, il fiume Eufrate..." (Genesi 15,18s)
Questa terra è tra due fiumi e il fiume Eufrate (Genesi 2,14) è uno di quelli della descrizione del paradiso terrestre d'Adamo ed Eva. (Vedi: "Il giardino dell'Eden")
Anche in questo caso scese un torpore, uno Spirito, mandato dal Signore, ma questa volta su quel patriarca, e ci fu una divisione, un'apertura di carni, in questo caso di animali, perché, come s'usava a quei tempi, Abramo, divise gli animali per il sacrificio e per il giuramento del patto.
Il Signore però tardava e "Mentre il sole stava per tramontare, un torpore (tarddemah ) cadde su Abram, ed ecco un oscuro terrore lo assalì" (Genesi 15,12) poi "...un forno fumante e una fiaccola ardente (la parola esatta lì è di fuoco ) passarono in mezzo agli animali divisi. In quel giorno il Signore concluse questa alleanza con Abram..." (Genesi 15,17s)
Si pensi che poi al capitolo 17, Dio, prima della nascita d'Isacco, il discendente della promessa, cambierà all'annuncio della nascita d'Isacco il nome d'Abram in Abramo e della moglie Sarai in Sara aggiungendo ad entrambi la lettera H = di riapertura che non avevano, la lettera H che riapre all'Esistenza!
  • (5) "Non ti chiamerai più Abram ma ti chiamerai Abra(h)am."
  • (15) "Quanto a Sarai tua moglie, non la chiamerai più Sarai, ma Sara(h)."
Solo dopo aperti in tal modo c'è l'annuncio: "Sara(h), tua moglie, ti partorirà un figlio e lo chiamerai Isacco" (Genesi 17,19) a segno dell'alleanza conclusa con la prima coppia, anche loro con quella H furono "aperti" onde nascesse il figlio unico della promessa, Isacco, figura del Figlio dell'Uomo, "figlio, come si credeva, di Giuseppe... di Abramo... di Adamo, figlio di Dio" come capta Luca nella genealogia di Gesù riportata al capitolo 3 del suo Vangelo subito dopo il battesimo di Gesù quando Dio disse: "Tu sei il mio figlio prediletto, in te mi sono compiaciuto." (Luca 3,22)

Questa alleanza "berit" fu pure sigillata col fuoco che venne dal Signore, quella fiaccola ardente e iniziava con Abramo e Sara la storia che portò circa V secoli dopo alla consegna della Torah a Mosè con le tavole del patto, ove comandamento fondamentale è quello dell'amore, perché lo sposo cerca l'amore della sposa "amerai il Signore tuo Dio con tutto il cuore, con tutta l'anima e con tutte le forze" (Deuteronomio 6,5) come del resto fanno gli sposi tra di loro; così la Torah vuole essere un contratto di nozze con tutte le clausole.

Anche Gesù fu aperto sulla croce dopo che si era addormentato nel torpore della morte e ne uscì la Sposa e pure lei fu trafitta ed aperta:
  • "uno dei soldati gli colpì il fianco con la lancia e subito ne uscì sangue e acqua." (Giovanni 19,34)
  • "Simeone li benedisse e parlò a Maria, sua madre: ...anche a te una spada trafiggerà l'anima." (Luca 2,34s)
Il Vangelo di Matteo ci parla, e non a caso, ma con evidente riferimento a quei dormire di Adamo e di Abram, di un altro patto santissimo di matrimonio, ove il sì del marito fu detto al risvegliò dal sonno; trattasi del matrimonio di Giuseppe e Maria: "Destatosi dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l'angelo del Signore e prese con sé la sua sposa, la quale, senza che egli la conoscesse, partorì un figlio, che egli chiamò Gesù." (Matteo 1,24s)

La Torah, in effetti, menziona quattro alleanze:
  • la prima, tra l'uomo e la donna, è il matrimonio alla presenza del Signore, promessa di uno sponsale eterno della coppia con lui;
  • la seconda, capitolo 9 della Genesi, di Dio con i sopravvissuti del diluvio, Noè, i figli e le spose, 4 coppie, 8 persone, segno di pienezza, progenie della prima coppia che aveva peccato, ove si definisce un minimale codice di comportamento (dette le 7 leggi di Noè), li benedice "per le generazioni eterne" (9,12), promessa di un lavacro diverso per il peccato considerato che "non vi saranno più le acque per il diluvio per distruggere ogni carne" (9,15) segno, l'arco nel cielo, che ricorderà l'alleanza "versa del fuoco il segno " e ripete "eterna" (9,16);
  • la terza, unisce Dio ad Abramo che è eletto per ricevere le promesse (il segno della circoncisione ricorderà la fedeltà al Dio unico Genesi 15,7 e 17,7), farà della sua discendenza "una grande nazione" per la quale "saranno benedette tutte le famiglie della terra" (Genesi 12,1-13);
  • la quarta, con cui Dio lega a sé in modo speciale Israele che liberato dalla schiavitù d'Egitto al Sinai conferma come popolo il patto con Abramo che accoglie le 10 parole del decalogo e le norme della Torah.
Quale quinto atto d'alleanza seguì la ripetizione di quella del Sinai a Sichem (Giosuè 24) col popolo impegnato nella conquista della terra promessa.
Sesto atto, nel cristianesimo, è la nuova alleanza istituita nell'ultima cena da Cristo che si dà in modo completo, corpo e sangue, per la sposa che uscirà poi dal suo costato.

C'è poi la promessa di un'ultima alleanza sulla terra col suo ritorno finale nella gloria, la risurrezione e il giudizio, che prepara l'atto del matrimonio eterno nei cieli come propone il libro dell'Apocalisse.
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