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LETTERE EBRAICHE E CODICE BIBBIA...

 
LO SPIRITO DI VERITÀ

di Alessandro Conti Puorger
 
 

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LA PAROLA DI VERITÀ »
IL PROCESSO A GESÙ »
LA VERITÀ NELLA TORAH »

PENSIERI DI GIOVANNI SULLA VERITÀ
Abbiamo intuito che il tema della "verità" è particolarmente caro all'evangelista Giovanni ed al riguardo propongo due suoi brani significativi tratti da:

  • 2Giovanni 1-6 - "Io, il presbitero, alla Signora eletta e ai suoi figli che amo nella verità, e non io soltanto, ma tutti quelli che hanno conosciuto la verità, a causa della verità che dimora in noi e dimorerà con noi in eterno: grazia, misericordia e pace siano con noi da parte di Dio Padre e da parte di Gesù Cristo, Figlio del Padre, nella verità e nell'amore. Mi sono molto rallegrato di aver trovato alcuni tuoi figli che camminano nella verità, secondo il comandamento che abbiamo ricevuto dal Padre. E ora prego te, Signora, non per darti un comandamento nuovo, ma quello che abbiamo avuto fin dal principio, che ci amiamo gli uni gli altri. E in questo sta l'amore: nel camminare secondo i suoi comandamenti. Questo è il comandamento che avete appreso fin dal principio; camminate in esso."
  • 3Giovanni 1-4 - "Io, il presbitero, al carissimo Gaio, che amo nella verità. Carissimo, faccio voti che tutto vada bene e che tu sia in buona salute, come va bene per la tua anima. Molto infatti mi sono rallegrato quando sono giunti alcuni fratelli e hanno reso testimonianza che tu sei verace in quanto tu cammini nella verità. Non ho gioia più grande di questa, sapere che i miei figli camminano nella verità."
Essere veraci è camminare nella verità.
Ciò è identificato nel camminare nel comandamento dell'amore!
Il camminare nei comandamenti era appunto ritenuto un camminare nella verità essendo questi espressione della volontà di Dio per l'uomo, come risulta da questo passo del libro deuterocanonico di Tobia: "Ora, nel trattarmi secondo le colpe mie e dei miei padri, veri sono tutti i tuoi giudizi, perché non abbiamo osservato i tuoi decreti, camminando davanti a te nella verità." (Tobia 3,5)

D'altronde, nel versetto già ricordato di Ietro che suggerisce a Mosè di costituirsi degli aiutanti in cui si parla di uomini veri è chiarito in quale via debbono camminare; infatti, Ietro dice a Mose tu riservati il compito di spiegare: "...i decreti e le leggi; indicherai loro la via per la quale devono camminare e le opere che devono compiere." (Esodo 18,20s)

Nel Deuteronomio è poi chiaro il bivio, camminare col Signore, quindi nella verità o camminare nella menzogna del male: "Vedi, io pongo oggi davanti a te la vita e il bene, la morte e il male; poiché io oggi ti comando di amare il Signore tuo Dio, di camminare per le sue vie, di osservare i suoi comandi, le sue leggi e le sue norme, perché tu viva e ti moltiplichi e il Signore tuo Dio ti benedica nel paese che tu stai per entrare a prendere in possesso." (Deuteronomio 30,15s)

"Camminare per la via della verità" è tema fondamentale dell'ebraismo e costituisce il suo epilogo profetico nei tempi del Messia con l'attesa della risurrezione dai morti, fede incrollabile dei farisei che la traevano da una lettura particolare della Bibbia non accettata dai Sadducei.

Il "camminare per la via della verità" in ebraico è , ma circoncidendo il testo in altro modo s'ottiene questo pensiero: "Il Potente ha scritto : le generazioni tutte col primogenito dei morti !" che sta ad affermare che le generazioni verranno tutte risorte; in definitiva il tema del libro dell'Apocalisse.
In quel libro si trovano i seguenti accenni che ci riportano al nostro tema della verità che altri non è che un uomo che torna vincitore dai morti.

Apocalisse 1,17-18 - "Appena lo vidi, caddi ai suoi piedi come morto. Ma egli, posando su di me la destra, mi disse: Non temere! Io sono il Primo e l'Ultimo e il Vivente. Io ero morto, ma ora vivo per sempre e ho potere sopra la morte e sopra gli inferi."

Apocalisse 2,8 - "All'angelo della Chiesa di Smirne scrivi: Così parla il Primo e l'Ultimo, che era morto ed è tornato alla vita."

Apocalisse 22,12-13 - "Ecco, io verrò presto e porterò con me il mio salario, per rendere a ciascuno secondo le sue opere. Io sono l'Alfa e l'Omega, il Primo e l'Ultimo, il principio e la fine."

Primo Ultimo
a   W
 

il Vivente

È indubbio, l'autore dell'Apocalisse sta descrivendo la parola "'oemoet" .

In definitiva la verità "'emet" per l'ebraismo, il "verum" dei romani, in greco è tradotta "a-lètheia" "alhdeia", con a privativo, quindi "non nascondimento", "non nascosto" o se si potesse dire "svelatezza", quindi rivelato e rivelazione.
È perciò oggettiva ed incontestabile!
L'Apocalisse è la rivelazione, ossia la verità degli ultimi tempi.

Lui, Gesù Cristo, è l'"'amen" "'oemoet" "fedele e verace" come è sintetizzato in:
  • Apocalisse 3,14 - "All'angelo della Chiesa di Laodicèa scrivi: Così parla l'Amen, il Testimone fedele e verace, il Principio della creazione di Dio";
  • Apocalisse 19,11-16 - "Poi vidi il cielo aperto, ed ecco un cavallo bianco; colui che lo cavalcava si chiamava Fedele e Veritiero: egli giudica e combatte con giustizia. I suoi occhi sono come una fiamma di fuoco, ha sul suo capo molti diademi; porta scritto un nome che nessuno conosce all'infuori di lui. È avvolto in un mantello intriso di sangue e il suo nome è: il Verbo di Dio. Gli eserciti del cielo lo seguono su cavalli bianchi, vestiti di lino bianco e puro. Dalla bocca gli esce una spada affilata, per colpire con essa le nazioni. Egli le governerà con scettro di ferro e pigerà nel tino il vino dell'ira furiosa di Dio, l'Onnipotente. Sul mantello e sul femore porta scritto un nome: Re dei re e Signore dei signori."
In conclusione la fede cristiana si basa sulla verità di una rivelazione.
Il testimone che ci rivela la verità è Gesù Cristo risorto.
L'annuncio è il Kèrigma che presenta il succo della rivelazione.
Nel corso dell'ultima Gesù nel discorso che seguì Gesù avvertì gli apostoli che avrebbero ricevuto lo "Spirito di Verità" che chiama anche il Consolatore:
  • Giovanni 14,17 - "...lo Spirito di verità che il mondo non può ricevere, perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete, perché egli dimora presso di voi e sarà in voi."
  • Giovanni 15,26s - "Quando verrà il Consolatore che io vi manderò dal Padre, lo Spirito di verità che procede dal Padre, egli mi renderà testimonianza; e anche voi mi renderete testimonianza, perché siete stati con me fin dal principio."
  • Giovanni 16,13 - "Quando però verrà lo Spirito di verità, egli vi guiderà alla verità tutta intera, perché non parlerà da sé, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annunzierà le cose future."
È interessante considerare che senza che Gesù Cristo sia glorificato, cioè risorto e asceso al cielo, non può venire lo Spirito.
Cosa è da pensare al riguardo?
L'autorevole pensiero di Sant Agostino al riguardo è il seguente:
"Non vorremmo dunque che Cristo dica agli Apostoli: 'È bene per voi che io me ne vada, perché, se non me ne vado, non verrà a voi il Consolatore.' (Giovanni 16,7) Se la mia natura umana non viene sottratta alla vostra vista carnale, non potrete assolutamente comprendere, sperimentare, pensare niente di divino. Quanto ho detto è più che sufficiente. Era necessario pertanto che dopo la risurrezione e l'ascensione al cielo del Signore Gesù Cristo, si adempisse la sua promessa di inviare lo Spirito Santo. Così aveva anche detto, come commento personale, l'evangelista Giovanni, quando Gesù, riferendosi allo Spirito Santo, aveva esclamato: 'Se uno ha sete, venga a me - e beva... e fiumi d'acqua viva sgorgheranno dal suo seno.' Commentando queste parole, l'Evangelista prosegue: 'Questo egli disse riferendosi allo Spirito che avrebbero ricevuto i credenti in lui: infatti non c'era ancora lo Spirito, perché Gesù non era stato ancora glorificato.' (Giovanni 7,38.39) Il Signore nostro Gesù Cristo fu dunque glorificato con la risurrezione e l'ascensione al cielo; allora mandò lo Spirito Santo." (Sant Agostino Discorso 270 Sulla Pentecoste)

Proprio la parola ebraica per Spirito "ruach" letta con i significati grafici propri delle lettere dice di sé tante cose che si possono riportare al Kèrigma ed ai suoi effetti.

  • "Ruach": "la mente/testa riporta dalle chiusure ", libera le menti;
  • "i corpi riporta dalla prigionia ", riporta i prigionieri;
  • "il corpo riporta dalla tomba " che è congruente col pensiero che lo Spirito poteva essere passato solo dal primo risorto.
Abbiamo poi visto che in Giovanni 4,5-8 è detto: lo Spirito è la verità.
Fermiamoci un attimo a meditare queste parole: Lo Spirito è la verità.
In ebraico le parole Lo Spirito è la verità si possono tradurre:


Cosa ci dicono le lettere?
"Il corpo ha riportato dalla tomba ! È risorto il primo dai morti ! Sorprendente!

Non posso pensare che Giovanni non avesse questo modo di leggere le lettere ebraiche nella propria mente.
Tra l'altro lo Spirito di Verità, su cui tornerò, è pensiero di Giovanni e si trova nel suo Vangelo nei capitoli 14-16.
Questo Spirito di Verità sarà proprio quello che ispirerà la rivelazione della verità degli ultimi tempi che in modo connaturale con la cultura biblica del tempo Giovanni ha presentato poi con il libro dell'Apocalisse.
Sintesi catechetica dello Spirito di Verità "ruach l'emet" è il Kèrigma.

"Il corpo riportò dalla tomba potente il primogenito dei morti !"
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