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IL ROTOLO DELLA TORAH E IL CIELO
Torno alla profezia nella lingua corrente di Gesù, l'aramaico, di Daniele 7,13 ove "simile a figlio d'uomo" è "kebar 'oenash"
,
e "sulle nubi del cielo" è "a'nanei shemai'a"
;
ora, "Shem"
=
vuol dire "Nome", termine spesso usato che dall'ebraismo per evitare di pronunciare l'ineffabile Tetragramma
IHWH, per cui il cielo
"shemai'a" si può ritenere sede del "il Nome
c'è
dell'Unico
",
ma anche dove "ad accendere
la vita
sta
l'Unico
"
o anche i "Nomi
ci sono
dell'Unico
",
nomi che poi gli astrologi riducono e riferiscono a quelli dello zodiaco.
Del resto quello di "cielo" nell'ebraismo è concetto che va oltre il cielo fisico, ma riguarda la sede della realtà divina; si scrive
e si dice "shamaim", ove la lettera "mem"
sostituisce quanto in aramaico è la "'alef"
di "shemai'a"
.
La vita
che esiste
,
così, pare proprio essere all'interno del Nome
come del resto legge San Paolo nel discorso ad Atene davanti all'areopago: "Quello che voi adorate senza conoscere, io ve lo annunzio. Il Dio che ha fatto il mondo... Signore del cielo
...essendo lui che dà a tutti la vita
...in lui, infatti viviamo, ci muoviamo ed esistiamo..." (Atti 17,22-28)
Le nubi "a'nanei"
poi possono alludere al momento fondante della nascita d'Israele all'uscita dall'Egitto con l'apertura delle acque e alle colonne di nubi e di fuoco (Esodo 13,21s) che l'accompagnavano.
Si aprì il cielo, le due colonne indicavano acqua
e fuoco
dal cielo, quindi, il Nome
come a firma dell'autore attestante che l'evento era "celeste".
Ora la creazione comporta che il cielo si aprì e il Nome, il Creatore, consenti' l'esistenza di altro oltre se solo, in modo figurato srotolò la pergamena del progetto della creazione, la Torah, ove con le 22 lettere dell'alfabeto ebraico c'è la "password" del SS. Nome
dando luogo alla vita
che esiste
.
Dio tenne con la destra l'estremità
del rotolo e con la sinistra la
e tratteggiò i cieli
,
e questa è un'allegoria possibile visto che "io con le mani ho disteso i cieli" è citato più volte (Isaia 45,12; 48,13; 51,15 e 10,12; 51,15).
Del resto, Dio presenta all'uomo il Nome e il Cielo che lo contiene, dando la possibilità di scegliere all'uomo stesso di accettare la Torah, che è il proprio il Cielo di Dio, infatti lo conferma il Siracide15,15-17: "Se tu vuoi, puoi osservare i comandamenti; l'essere fedele dipende dalla tua buona volontà. Egli ti ha posto davanti fuoco
e acqua
:
là dove vuoi tendi la tua mano. Davanti agli uomini stanno la vita
e la morte (il bene e il male aggiunge la Vulgata): a ognuno sarà dato ciò che a lui piacerà."
Accade che la Torah, allora, sia sinonimo di cielo essendo il rotolo del Nome di Dio; infatti, appena si apre e si legge qualcosa da questa, o dai libri canonici da quella ispirata, una porzione di cielo appare sulla terra.
"Che cosa fece il Santo Benedetto? Distese la Sua "destra" e spiegò i cieli, stese la Sua "sinistra" e fondò la Terra... "(Pirke di Rabbi Eliezer)
Rabbi Moshe ben Nahman, detto il "Nahmanide", noto con l'acronimo Ramban (1194-1269), rabbino, filosofo, medico, il più importante studioso e commentatore biblico ebreo, un catalano del Medioevo, nei suoi scritti sostiene: "Noi possediamo una tradizione affidabile che l'intera Torah consiste dei Nomi di Dio, che possono essere raccolti dalle sue lettere in modi differenti, e ciò è perché, se anche una sola lettera manca o è sbagliata, il rotolo è invalido. Nella Torah originale, scritta con fuoco nero su fuoco bianco, non c'erano spazi tra le parole, cosicché poteva essere letta sia puramente come Nomi, o nel modo separato in cui la leggiamo ora per articolare la Torah e i comandamenti."
Questo cielo con la terra finirà il giorno del giudizio, termine della 7a tappa della creazione, lo "shabbat"
,
quando lo stare in esilio
()
in terra finirà
.
Il profeta Isaia 34,4 con un "i cieli si arrotolano come un libro" da forza all'immagine dei cieli scritti su un rotolo che Dio alla fine dei tempi chiuderà.
Apocalisse 21,1s e 2Pietro 3,10 poi propongono la visione per cui il vecchio cielo sparirà, ne sorgerà un nuovo nel giorno 8°, la Domenica eterna, infatti:
- Apocalisse 21,1.21 - "Vidi poi un nuovo cielo e una nuova terra, perché il cielo e la terra di prima erano scomparsi e il mare non c'era più. Vidi anche la città santa, la nuova Gerusalemme, scendere dal cielo, da Dio, pronta come una sposa adorna per il suo sposo."
- 2Pietro 3,10 - "Il giorno del Signore verrà come un ladro; allora i cieli spariranno in un grande boato, gli elementi, consumati dal calore, si dissolveranno e la terra, con tutte le sue opere, sarà distrutta."
(In Appendice presento la decriptazione dei capitoli 34 e 35 di Isaia)