BibbiaWeb.net - di Alessandro Conti Puorger

Decriptare la Bibbia - di Alessandro Conti Puorger Autore   Contatti    Cerca      Home     
BibbiaWeb 2017  
Decriptare le lettere parlanti delle sacre scritture ebraicheRacconti a sfondo biblico - Clicca qui per consultareParlano le lettere
Cerca negli articoli
Consulta le rubriche
  Lettere ebraiche
    e codice Bibbia
  Decriptazione Bibbia
  Attesa del Messia
  Vangeli
    e Protovangeli
  Ricerche di verità
  Racconti
    a sfondo biblico
  San Giuseppe

Decriptare la Bibbia
  Tutti gli articoli
  Indice
     brani decriptati
  Articoli più letti

 

LETTERE EBRAICHE E CODICE BIBBIA...

 
I CIELI APERTI

di Alessandro Conti Puorger
 
 

    parti precedenti:

MOTORE DEL TEMA »
TORNIAMO AD ADAMO »
IL ROTOLO DELLA TORAH E IL CIELO »
PROFEZIE DA SCRUTARE »

UNA SCALA VERSO IL CIELO
L'umanità del dopo "diluvio" di cui ai capitoli Genesi 6-9, nata dai figli di Noè, come si deduce dall'episodio della "torre di Babele" al capitolo 11, ben presto si dimenticò degli insegnamenti degli avi e rinnovò la ribellione confermando la volontà come quella prima del diluvio di fare a meno di Dio, indice di un inquinamento per i poteri umani irreversibile intervenuto nell'essenza dell'uomo stesso; del resto la costatazione di Dio dopo il diluvio fu: "...ogni intento del cuore umano è incline al male fin dall'adolescenza" (Genesi 8,21).

Fu il primo rifiuto radicale di Dio quello compiuto dall'uomo in Genesi 3 col segno di mangiare del mitico albero della conoscenza del bene e del male, "il peccato del mondo" di cui dice il Battista in Giovanni 1,29, peccato istigato da uno spirito ribelle, nemico dell'uomo stesso e di Dio, di cui l'uomo restò schiavo.
Quel rifiuto, primo atto d'ingiustizia compiuto nella creazione, perché contrario a riconoscere com'era giusto che fosse che Dio era il Creatore e che creava per amore, si pose da ostacolo al compimento della creazione così come concepita da Dio, che voleva passare per la volontà dell'uomo, fine ultimo della creazione stessa che Dio ha pensato e vuole a propria immagine e somiglianza.

Un angelo ribelle nel racconto di Genesi 3 si presenta come serpente ed "era il più astuto..." (Genesi 3,1), in ebraico "a'rum", le cui lettere suggeriscono che era "un nemico che si portava ai viventi " e che "agiva per alzarsi ", ossia teneva alta la testa per superare gli altri, un orgoglioso.
Ecco che una "torre" viene innalzata dalla nuova umanità, infatti, i posti elevati che sottolineano l'orgoglio umano in genere sono la sua sede preferita.
La ribellione fu rinnovata nella piana di Sennar, "Shinar" , per tradizione sede dell'antica città di Babilonia ove sono i ruderi della "ziqqurat", una piramide a gradoni in sumerico detta "monte" U-Nir per cui il "Shinar" pare proprio venire da quella "ziqqurat", luogo dove sorge il monte U-Nir "nar" , ma le lettere che hanno fatto pensare a un "nemico" si trovano anche in "Shinar" assieme a il radicale di "rinnovare" e suggeriscono che lì l'agire "rinnovò () il nemico " e "si riaccese l'angelo (ribelle) nemico " per "bruciare la giovane " umanità.
Per evitare il peggio là Dio divise le lingue e disperse le genti al tempo del figlio di Eber, Peleg il cui nome viene dal radicale PLG relativo al verbo "dividere", per cui il testo annota "perché ai suoi tempi fu divisa la terra" (Genesi 10,24).

La Genesi però propone che la linea dei primogeniti discesi da Noè conservò la lingua parlata da Dio con Adamo dato che Noè nacque 126 anni dopo la morte di Adam (vissuto 930 anni Genesi 5,5) e visse, dopo il diluvio, 350 ann (Genesi 9,28), per cui con le informazioni temporali ricavabili da quei Sacri Testi, si ha che:

  • il diluvio sarebbe avvenuto nell'anno assoluto 1656 dalla creazione dell'uomo, un migliaio d'anni prima dell'esodo degli ebrei dall'Egitto;
  • Abram, poi chiamato Abramo da Dio, sarebbe nato a Ur in Mesopotamia nell'anno assoluto 1948;
  • Abram, all'età di 75 anni (Genesi 12), sentita la chiamata del Signore, si portò da Ur in Anatolia, poi nel XIX secolo a.C. in terra di Canaan.
  • l'esodo degli ebrei dall'Egitto i più lo ritengono avvenuto nel XIII secolo a.C..
Nel fatto della torre erano tutti concordi, perché "un'unica lingua e uniche parole" parvero avere i i postdiluviani, infatti, cercarono di costruirsi, così si dissero, una "una città e una torre, la cui cima tocchi il cielo" e "di fasi un nome" ossia un idolo, "per non disperderci su tutta la terra", dispersione che il Signore, invece, per il bene dell'uomo ritenne opportuno si verificasse.

Era quello il primo tentativo di globalizzazione segnalato dalla Bibbia per il sogno aberrante della creatura uomo d'essere dio di se stesso.
Dal diluvio, guardando la tempistica indicata nel Genesi, passano almeno 365 anni prima della chiamata di Abram che Dio legò con un'alleanza.
Giacobbe, ricevuta in luogo del gemello Esaù la primogenitura da Isacco loro padre grazie a un sotterfugio tramato con la madre Rebecca, anche per paura di ritorsioni, fuggi dai parenti in Anatolia ove poi mise su famiglia.
Durante il viaggio una notte fece un sogno in questi termini: "Giacobbe partì da Bersabea e si diresse verso Carran. Capitò così in un luogo, dove passò la notte... prese una pietra, se la pose come guanciale e si coricò in quel luogo. Fece un sogno: una scala ( "sullam") poggiava sulla terra, mentre la sua cima raggiungeva il cielo; ecco gli angeli di Dio salivano e scendevano su di essa. Ecco il Signore gli stava davanti e disse: Io sono il Signore, il Dio di Abramo tuo padre e il Dio di Isacco. La terra sulla quale tu sei coricato la darò a te e alla tua discendenza...La tua discendenza sarà come la polvere della terra e ti estenderai a occidente e ad oriente, a settentrione e a mezzogiorno. E saranno benedette per te e per la tua discendenza tutte le nazioni della terra. Ecco io sono con te e ti proteggerò dovunque tu andrai..." (Genesi 28,10-15)

Giacobbe "...chiamò quel luogo Betel, mentre prima di allora la città si chiamava Luz" (Genesi 28,19) sita a a 18 km a nord di Gerusalemme ove secondo la tradizione fu sede di un santuario israelitico (Giudici 20,18.26; 21,2).

Quanto nell'episodio è tradotto dall'ebraico come "scala" è "sullam", termine che si trova solo in quel Genesi 28,12, che con i significati delle lettere suggerisce che sono i "gironi ove il Potente vive ", ovviamente nei cieli.

Era quello un sogno importante, infatti, palesa la premonizione che i cieli si sarebbero aperti sarebbe divenuta realtà la sognata comunicazione tra la divinità e gli uomini, il Dio "'El" con noi "e'manu'", l'Emmanuele.

I versetto 28,14 dice "saranno benedette per te e per la tua discendenza tutte le nazioni della terra" per cui si sarebbe avverata la speranza degli uomini di non essere abbandonati in questo mondo destinati a morire senza sapere perché e per cosa vivere, ma ognuno avrebbe un padre e una madre eterni e gli altri, allora, sarebbero veri fratelli da cui ricevere e dare amore vero e non la farsa rappresentata dai sentimenti umani condizionati dalla paura della morte.

Nell'immaginario biblico oltre i cieli fisici e al firmamento creato da Dio nel 2° giorno della creazione, al disopra, in senso allegorico, perché ovviamente si parla di una realtà aliena all'umanità, era pensato "il cielo dei cieli" (1Re 8,27; Siracide 16,18) ove era ipotizzato risiedesse Dio con l'assemblea dei suoi angeli.

La decriptazione del capitolo Genesi 28 con i criteri e le regole e i significati delle lettere ebraiche di "Parlano le lettere", riportata in "Il fine settimana, dono d'anticipo d'eternità" dal versetto Genesi 28,12 fornisce il seguente pensiero relativo al Messia, il risolutore della nostra vita, l'Emmanuele, Dio con noi, conseguenza stretta dell'apertura dei cieli:

Genesi 28,12 - E (dal Messia) saranno nell'assemblea del Potente i viventi portati dal mondo. Tra gli angeli entreranno nei giri, perché vivranno tra le schiere. Con il corpo saliranno dal mondo, portati nel corpo dell'Unigenito. Risorti, ma vivi, camminando, saranno a vedere, entrandovi, i cieli, per la calamità dell'angelo (ribelle) usciti. I viventi, che dal serpente afflitti sono, in Dio rientreranno, essendo stato, chi male operava stando nei viventi, portato a scendere. Saranno i viventi a casa riportati.

Ecco che, com'è giusto che sia, tutto nella Torah è scritto in vista di Lui, il Cristo, profezia di una storia da Lui portata avanti in aiuto degli uomini.
I Salmi, più volte parlano di quel cielo sede di Dio, in:
  • Salmi 8,2 - "O Signore, Signore nostro, quanto è mirabile il tuo nome su tutta la terra! Voglio innalzare sopra i cieli la tua magnificenza."
  • Salmi 108,6 - "Innalzati sopra il cielo, o Dio; su tutta la terra la tua gloria!"
  • Salmi 136,26 - "Lodate il Dio del cielo: perché eterna è la sua misericordia."
  • Salmi 148,4 - "Lodatelo, cieli dei cieli, voi, acque al di sopra dei cieli."
Nell'Antico Testamento si trova "...ma c'è un Dio nel cielo che svela i misteri" o "Benedetto sei tu nel firmamento del cielo", poi è chiamato "Dio del cielo" a partire da Genesi 24,3.7; Esdra 1,2; 5,11-12; 6,9-10; 7,12.21.23; Neemia 1,4; 2,4.20; Tobia 7,13; 8,15; Giuditta 5,8; 6,19; 11,17 e in Daniele 2,18-19.28.37.44 e 3,56.

L'attesa era che Dio spuntasse dai cieli per cui il "Benedictus esclama "...verrà a visitarci dall'alto un sole che sorge" (Luca 1,78) e i Vangeli e il Nuovo Testamento alla luce di Cristo rivisitano questo pensiero e vi si trova più volte espresso il concetto di cielo aperto.
Gesù, risorto, 10 giorni prima della Pentecoste successiva alla Pasqua della sua passione, e come percorresse la scala di Giacobbe per ascendere al cielo:
  • Luca 24,50s - "Poi li condusse fuori verso Betania e, alzate le mani, li benedisse. Mentre li benediceva, si staccò da loro e fu portato verso il cielo."
  • Atti 1,9-11 "...fu elevato in alto sotto i loro occhi e una nube lo sottrasse al loro sguardo. E poiché essi stavano fissando il cielo mentre egli se n'andava, ecco due uomini in bianche vesti si presentarono a loro e dissero: Uomini di Galilea, perché state a guardare il cielo? Questo Gesù, che è stato di tra voi assunto fino al cielo, tornerà un giorno allo stesso modo in cui l'avete visto andare in cielo."
Gesù stesso, peraltro, aveva ricordato:
  • a Natanaele in Giovanni 1,51 il sogno di Giacobbe quando gli disse: "In verità, in verità vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sul Figlio dell'uomo".
  • a Nicodemo in Giovanni 3,13 che: "Eppure nessuno è mai salito al cielo, fuorché il Figlio dell'uomo che è disceso dal cielo."
In Atti 7,56, poi, al momento del martirio di Santo Stefano abbiamo visto che questi ebbe a dire: "Ecco, io contemplo i cieli aperti e il Figlio dell'uomo che sta alla destra di Dio " e in Atti 10,11-13 San Pietro: "Vide il cielo aperto e un oggetto che discendeva come una tovaglia grande, calata a terra per i quattro capi. In essa c'era ogni sorta di quadrupedi e rettili della terra e uccelli del cielo. Allora risuonò una voce che gli diceva: Alzati, Pietro, uccidi e mangia!"

Il libro dell'Apocalisse ad esempio in 19,11 ci parla del cielo aperto: "Poi vidi il cielo aperto, ed ecco un cavallo bianco; colui che lo cavalcava si chiamava Fedele e Verace: egli giudica e combatte con giustizia."
La lettera agli Ebrei in 7,26 poi ricorda il sacerdote perfetto, ponte tra Dio e l'umanità, "Tale era, infatti, il sommo sacerdote che ci occorreva: santo, innocente, senza macchia, separato dai peccatori ed elevato sopra i cieli..."

Grande parte dell'umanità non conosce o non crede o non crede più a questa notizia che cambia la sorte degli uomini; il cielo è aperto.
Stretta conseguenza che ne discende è che, come asserisce San Paolo in Efesini 2,19, gli uomini possono essere "concittadini dei santi e familiari di Dio" e vivere come tale il tempo della vita terrena destinata per crescere nella conoscenza del Signore e accettare il suo disegno d'amore, ma spesso, essendo il "mondo" incredulo l'individuo, ingannato, s'invischia in questioni che portano alla morte dell'essere, mentre l'esistenza è solo in Dio e senza c'è la morte interiore di tutto il nostro essere, il nulla e la morte fisica.

Dice San Paolo in 1Corinzi 15,32b, richiamando Isaia 22,13b, "Se i morti non risorgono", "mangiamo e beviamo, perché domani moriremo", ove il risorgere equivale ai cieli aperti, altrimenti non resterebbe che il "carpe diem", il "cogli l'attimo", con l'ubriacarsi e l'illudersi con quanto il giorno offre all'esistenza.

Nel seguito cercherò di mostrare lo stretto collegamento del pensiero dei cieli aperti con la storia della salvezza annunciata da Gesù nei Vangeli.

vai alla visualizzazione stampabile di tutto l'articolo

  invia questa notizia ad un amico


									
Copyright © 2017 BibbiaWeb - Tutti i diritti riservati. Riproduzione vietata.
[Bibbia home][inizio articolo]  Tutti gli articoli di
  LETTERE EBRAICHE E CODICE BIBBIA...
[Bibbia home][inizio articolo]
 
DECRIPTARE LA BIBBIA - Le lettere del RE
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera jod
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera kàf
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera lamed
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera mèm

DECRIPTARE LA BIBBIA - Ala a destra del RE
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera nùn
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera samek
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera 'ajin
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera pè

DECRIPTARE LA BIBBIA - Ala a destra estrema
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera sade
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera qòf
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera resh
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera s'in e shìn

DECRIPTARE LA BIBBIA - Ala a sinistra del RE
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera wàw
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera zàjin
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera hèt
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera tèt

DECRIPTARE LA BIBBIA - Ala a sinistra estrema
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera bèt
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera ghimel
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera dalet
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera hè

DECRIPTARE LA BIBBIA - Il primo e l'ultimo
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera 'alef
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera taw


Bibbia Home | Autore | Perché Bibbiaweb? | Contatti | Cerca | Links
info@bibbiaweb.net  
Per i contenuti tutti i diritti sono riservati ad Alessandro Conti Puorger
BibbiaWeb

Alessandro Conti Puorger Alessandro Conti Puorger
Via Eleonora d'Arborea 30 - Roma - Italy

Realizzazione EdicolaWeb Edicolaweb.net
Via S. Maria a Cintoia 14/b - Firenze, Italy