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LA BUCA DELLA VIPERA, IL COVO DEL SERPENTE
Quella profezia di Isaia sul Messia dal tronco di Iesse, poco dopo, parlando dei tempi messianici, al versetto 11,8 dice: "Il lattante si trastullerà sulla buca della vipera; il bambino metterà la mano nel covo del serpente velenoso."
In "Giuseppe, l'Emmanuele e la Madre" ho riportato decriptato l'intero capitolo 11 di Isaia e in particolare di quel versetto 8 che presento ora con dimostrazione:
Isaia 11,8 - "Il lattante si trastullerà sulla buca della vipera; il bambino metterà la mano nel covo del serpente velenoso. "
Mi colpì che nella prima parola del versetto, "si trastullerà"
,
si trovano in pratica le lettere del nome Gesù
=
e m'immaginai la gioia dei primi scrutatori cristiani della Tenak, intenti a trovare profezie sul Gesù - Messia, nel rinvenirle ed ecco il risultato di quella decriptazione:
Da Gesù
risorto
l'azione
è stata
portata
.
Sono stati assolti
()
dall'innalzato
()
per la vergogna
della croce
.
Gli apostoli
portano
dai peccati
alla felicità
.
Allo scendere
del soffio (dello spirito)
l'iniquità
fugge
dai viventi
,
portano
il serpente
a essere
sbarrato
,
riportano
il giubilo
al mondo
.
Le seguenti parole di quel versetto indicate in rosso meritano un esame:
- "poten"
e "tsipo'ni"
,
per aspide, vipera, serpente;
- "chur"
,
buco, covo;
- "m'aurat"
,
foro, covo, cavità, tana.
Ora, l'ultima di queste, "m'aurat"
contiene la parola "luce", "'or"
,
ossia è "viva
luce
"
vale a dire "astro, fonte di luce, lampada, candelabro", ma con la
finale la "viva
luce
finisce
",
e evidenzia ove è finito
il portatore di luce, nel "chur"
,
buco nero e, il pensiero si porta a Lucifero trasformato in "poten"
e "tsipo'ni"
,
ossia serpente.
Posso leggere "poten"
come "soffio
del drago
"
e "tsipo'ni"
come vi "scese
il soffio
di sventura
"
e spiccano le lettere
(
=
)
di "Saphon", che era il nome dell'Ermon, in "tsipo'ni"
,
ove "giù
il soffio
ha recato
l'angelo
(ribelle)" e, ancora, essendo
il radicale di "stare in vedetta, vigilare" ne consegue per "Saphon"
"di vedetta
()
si portò
l'angelo
(ribelle)", per cui per "tsipo'ni"
si propone l'idea "di vedetta
()
per vedere - per agire
l'angelo
(ribelle) sta
".
Tutto conduce a qualcosa di "già visto" per il monte Ermon "Chermon"
in quanto quel "chur"
,
"buco" è dove "si nasconde
un corpo
"
e pare confermare il pensiero che sul quel monte "nascosto
nei corpi
per vivere
vi si portò
l'angelo
(ribelle)" e conferma per l'Ermon l'idea del "nido - covo
ove per vivere
si portò
l'angelo
(ribelle)", quindi, "consacrato
"
e ricade sotto anatema, destinato allo sterminio perché appartiene a Dio che l'ha destinato a finire; quindi, il vedere il biancore dell'Ermon destava felicità e faceva sperare una vittoria finale.
Dopo questi pensieri ho riguardato le prime parole di quel versetto Isaia 11,8: "Il lattante si trastullerà...", "vesh'esha 'ioniq"
e le lettere fanno considerare un momento particolare: "un Gesù
che illuminato
si vede
con una colomba
()
che gli si riversa
"
che pare essere un "flash" dei Vangeli relativo al momento del battesimo di Gesù nel fiume Giordano.
Che uno stesso versetto sia interpretabile in più modi del resto è possibilità insita nella Bibbia ebraica, come spiega il profeta Geremia 23,29 quando scrive: "La mia parola non è forse come il fuoco - oracolo del Signore - e come un martello che spacca la roccia?", ossia ogni parola sprizza scintille ognuna contenente una sfaccettatura della Sua parola che ha molteplicità di significati e molteplici letture; e in sintonia nel Talmud, In Sinedrin 34 e 35 si trova questo pensiero: "La Bibbia ha settanta volti... In ogni parola sacra brillano molte luci... Dio ha pronunciato una parola, due ne ho ascoltate (Salmo 62,12)".
La buca della vipera, il covo del serpente è mia opinione, che indica un preciso luogo della geografia della Terra Santa, precisamente là dove il tortuoso Giordano s'immette nella fossa profonda senza vita del Mar Morto, dove il Signore aveva già riportato il preavviso di vittoria con l'apertura delle acque al suo passaggio con l'arca.
(Vedi: "Vittoria sul drago - sanati nel Giordano", in particolare il paragrafo "Il drago sinuoso".)