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ATTESA DEL MESSIA...

 
LO SPOSO DELL'ALLEANZA

di Alessandro Conti Puorger
 
 

PROMESSA DIVINA: "ALLEANZA"
È noto che è definita "alleanza" il rapporto tra due parti con i diritti e i doveri formalizzati per il raggiungimento di una finalità d'interesse comune.
In un patto del genere due persone possono legarsi in modo indissolubile per garantire le proprie vite, in un vincolo perenne, di amicizia, di matrimonio o anche solo per un tempo per motivi politici e di potere; così pure due stati o anche semplici enti o società usano fare alleanza per affrontare nemici o congiunture negative o per difesa o per raggiungere mete di controllo ed espansionistiche.
Al riguardo, la saggezza dell'antico Israele propone: "Meglio essere in due che uno solo, perché otterranno migliore compenso per la loro fatica. Infatti, se cadono, l'uno rialza l'altro. Guai invece a chi è solo: se cade, non ha nessuno che lo rialzi. Inoltre, se si dorme in due, si sta caldi; ma uno solo come fa a riscaldarsi? Se uno è aggredito, in due possono resistere: una corda a tre capi non si rompe tanto presto." (Qoelet 4,9-12)

Su ciò sono state pronunciate tante parole a commento; due che studiano con il maestro, due soci negli affari, ma il detto, che parte con due e finisce con un tre, pare calzare perfettamente se si pensa l'alleanza matrimoniale col Signore.
Quell'unione, infatti, moltiplica le forze se assieme ai due che s'alleano il vincolo matrimoniale è reso sacro per la presenza e la chiamata a partecipazione di Dio, autore e costruttore della casa e della famiglia (Salmo 127,1); ecco che in tal caso la corda diviene a tre capi ed è molto più resistente.

Il termine "alleanza" in ebraico si dice "berit" e si scrive .
Già da sole le sue lettere, e , come "bar", hanno vari significati:
  • un figlio (in aramaico);
  • il frumento e il grano;
  • un campo aperto, all'aperto;
  • pulito, puro, limpido, da cui lisciva "bor", o , e purezza "barur" .
Sono anche il radicale di "mangiare" , quindi, si ha "biriah" "cibo" e "barut" "alimento" e allora "berit" "alleanza" forse allude al mangiare assieme, atto che sottolinea l'avvenuta alleanza, in quanto, il mangiare assieme è atto che si compie tra familiari e amici e con quanti divengono tali.
Con un "'alef" quelle due lettere portano al radicale che ha più significati:
  • "creare", da cui "creatura", "beri'ah" ;
  • "cibare, ingrassare", da cui "cibato, ingrassato", "bari'a" ;
  • "tagliare, dissodare, disboscare" da cui quel "bar" di campo aperto.
Un altro termine certamente dipendente da quelle due lettere è benedire da cui "benedetto" "baruk" e "benedizione" "berakah" ove = .

Come tutte le 22 lettere consonanti di quell'alfabeto le due lettere e la 2a e la 20a sono anche numeri che equivalgono = 2 e = 200 ed ecco che vengono ad alludere a un 2 che diviene 200, quindi, ad una resa di 100 volte.

Al riguardo, assume significato il versetto Genesi 26,12: "Isacco fece una semina in quel paese e raccolse quell'anno il centuplo. Il Signore, infatti, lo aveva benedetto", ove collega il centuplo alla benedizione "berakah" .
Interpretando graficamente le lettere e finali della parola benedizione come un vaso aperto , c'è l'idea che con il benedire si viene ad augurare che: "il centuplo nel vaso entri .
(Per i significati grafici delle lettere ebraiche si vedano le schede cliccando sui loro simboli a destra nelle pagine di questo mio Sito)

C'è, quindi, stretto collegamento tra figlio, grano, cibo, alleanza e benedizione.
Per sancire un patto, oltre che renderlo sacro con un giuramento chiamando Dio a testimone, si usava:
  • condividere pane e vino, come nell'alleanza tra Melchisedek e Abramo di cui è detto in Genesi 14,17-20;
  • il passare tra animali sacrificati e squartati con allusione esecratoria... succeda a noi come a questi animali se non siamo fedeli in Genesi 15;
  • il patto di sangue, alla base del rito dell'alleanza proposto da Mosè in Esodo 24,1-13 in forza del Levitico 17,11, "Poiché la vita della carne è nel sangue. Perciò vi ho concesso di porlo sull'altare in espiazione per le vostre vite; perché il sangue espia, in quanto è la vita" e si consideri anche Esodo 4,25 ove Zippora circonciso il figlio toccò col sangue Mosè e lo definì "sposo di sangue":
  • un pasto in comune, come tra Isacco e Abimelek in Genesi 26,28-30;
  • mangiare del sale, quindi, "patto di sale" come si trova nei testi in ebraico di Numeri 18,19 e 2Cronache 13,5 per dire di un'alleanza inviolabile e perenne;
  • erigere una pietra a memoriale come in Genesi 31,45;
  • una stretta di mano (Ezechiele 17,18).
Nella Bibbia in italiano la parola "alleanza" si presenta 365 volte, 334 nell'Antico Testamento e 31 nel Nuovo, il che dice come questa sia essenziale nell'ebraismo per descrivere sinteticamente il rapporto tra il popolo d'Israele, antico e nuovo, e Dio che l'ha eletto tra tutti i popoli per farne un alleato che l'annunci al mondo.
Di "alleanza" "berit" nella Torah si parla in 82 citazioni, 27 in Genesi, 13 in Esodo, 10 in Levitico, 5 in Numeri e 27 nel Deuteronomio.
Questi "Berit" della Torah sono il nocciolo duro da cui prenderanno spunto i Profeti e gli altri libri delle Sacre Scritture giudeo - cristiane per sviluppi ed evoluzioni.
La prima volta che questa parola si trova nella Bibbia è in Genesi 6,18.
Dio la pronuncia quando comunica a Noè la decisione che invierà il "diluvio" e aggiunge, "Ma con te io stabilisco la mia alleanza. Entrerai nell'arca tu e con te i tuoi figli, tua moglie e le mogli dei tuoi figli."
Questa arca è la "tebah" o "tebat" , come poi è chiamato in Esodo 2,3 il cestello di papiro con cui fu salvato Mosè dalle acque del Nilo.
Risultato di quel "midrash" è che tutti gli uomini successivi avranno per progenitore Noè, infatti, poi in Genesi 9,9 dirà "...ecco io stabilisco la mia alleanza con voi e con i vostri discendenti dopo di voi...", visto che tutti gli altri perirono col diluvio.
Un'alleanza comporta delle regole di convivenza e in quell'occasione "Noè eseguì tutto; come Dio gli aveva comandato, così egli fece." (Genesi 6,22)

Buon segno per l'inizio di una nuova generazione!
Noè è definito "giusto" da Dio in Genesi 6,9 e la buona notizia di Noè e che Dio in memoria di un unico giusto è propenso al perdono in quanto, come riferisce lo stesso libro del Genesi, aveva preso atto in Genesi 8,21 che l'uomo ormai era schiavo del male e non poteva essere lasciato in balia di questo, senza il Suo aiuto, insomma, l'uomo non può farcela a liberarsene da solo, infatti Dio ebbe a considerare "Non maledirò più il suolo a causa dell'uomo, perché ogni intento del cuore umano è incline al male fin dall'adolescenza".
Le parole in grassetto "perché ogni intento del cuore umano è incline al male", nel testo in ebraico sono:

"ki ietser leb ha'adam ra'"

e quelle lettere lette come icone con i loro significati grafici suggeriscono questa lettura: "perché è sceso nel corpo il serpente , dentro entrò nell'uomo il male ".
Tale lettura chiarisce che nell'uomo quell'"intento" o "formazione", dal radicale del verbo usato dal vasaio per "formare" ossia "plasmare" i vasi, è intervenuto dopo la formazione originaria che era stata perfetta, come è detto, usando quello stesso verbo, in Genesi 2,7 con "Allora il Signore Dio plasmò l'uomo con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita e l'uomo divenne un essere vivente"; in effetti, era accaduto un evento per cui l'uomo che Dio voleva trattare alla pari e crearlo come essere libero perché partecipasse alla creazione, era uscito dall'alleanza con Lui.
In tutto il racconto del "diluvio" e di Noè la parola "alleanza" è ripetuta 8 volte, segno di pienezza, di promessa un fatto certo.
L'alleanza con Noè, infatti, non è ancora l'alleanza che assicura lo stato delle origini tra Dio e Adamo, ma è segnale di un cambiamento di atteggiamento e la promessa di un ripensamento al compimento di una storia di redenzione che Dio stava ponendo in atto.

Del resto il segno che lasciò di quest'alleanza in Genesi 9,12-16 fu l'interpretazione di un segno che già esisteva, quello dell'arcobaleno il "qoeshoet" nel cielo, che appare per l'effetto fisico conseguenza della dispersione e rifrazione della luce solare sulle pareti delle gocce d'acqua ancora nell'atmosfera, infatti, "Dio disse: Questo è il segno dell'alleanza, che io pongo tra me e voi e ogni essere vivente che è con voi, per tutte le generazioni future. Pongo il mio arco sulle nubi, perché sia il segno dell'alleanza tra me e la terra. Quando ammasserò le nubi sulla terra e apparirà l'arco sulle nubi, ricorderò la mia alleanza che è tra me e voi e ogni essere che vive in ogni carne, e non ci saranno più le acque per il diluvio, per distruggere ogni carne. L'arco sarà sulle nubi, e io lo guarderò per ricordare l'alleanza eterna tra Dio e ogni essere che vive in ogni carne che è sulla terra."

Il segno è reciproco, entrambi, Dio e l'uomo si devono ricordare di quel segno, Dio fermerà la propria ira, ma l'uomo dovrà cercare la conversione a Lui e la pace; quindi, è un segno di speranza in un cambiamento.
Sono da soppesare le lettere del "il mio arco" "qoeshoeti" ; infatti, "duro e indurire" hanno le lettere , quindi un primo significato è un avviso l'epoca del "indurimento () finisce per me ". (L'arco assume forma lavorato al calore, "piegato al fuoco " e occorre forza per piegarlo ancora... si pensi all'arco di Ulisse.)

Le lettere di "qoeshoet" sostituito col loro valore numerico danno luogo a 800 = ( = 400) + ( = 300) + ( = 100), numero della pienezza che contiene l'8 "shemonoeh" allusivo dell'olio "shoemoen" che ungerà il Messia e il 100 = ossia che si verserà, ma 100 in ebraico è anche "me'ah" , quindi, verserà "la vita delle origini nel mondo ".
Questi sarà il vero poiché sarà trattato duramente () in croce .
Questi dice Dio è proprio il "mio arco" "qoeshoeti" attraverso di Lui a tutti i viventi verserà "il bere "sheti" ".

Al riguardo è importante ricordare quanto dice il Vangelo di Giovanni: "Nell'ultimo giorno, il grande giorno della festa, Gesù levatosi in piedi esclamò ad alta voce: Chi ha sete venga a me e beva chi crede in me; come dice la Scrittura: fiumi di acqua viva sgorgheranno dal suo seno. Questo egli disse riferendosi allo Spirito che avrebbero ricevuto i credenti in lui: infatti, non c'era ancora lo Spirito, perché Gesù non era stato ancora glorificato." (Giovanni 7,37-39)
Dalla croce, poi, nell'ultimo momento disse "Ho sete" e subito dopo "Tutto è compiuto". (Giovanni 19,28.30)

Questo bere in definitiva è che "la risurrezione alla fine ci sarà ".
Tutto cominciò con "Ecco io manderò il diluvio, cioè le acque, sulla terra," (Genesi 6,17) e il "diluvio", il "mabbul" , è "acqua dentro portata dal Potente - con potenza " ed ecco, Gesù la portò dalla croce, quando "uno dei soldati gli colpì il fianco con la lancia e subito ne uscì sangue e acqua." (Giovanni 19,34)

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