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SAN GIUSEPPE...

 
SAN GIUSEPPE - IL CARPENTIERE

di Alessandro Conti Puorger
 
 

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IL GIUSEPPE DELL'ANTICO TESTAMENTO
Il nome Giuseppe ci porta al Giuseppe d'Egitto dell'Antico Testamento la cui storia si trova nel libro del Genesi (Capitoli 37-50) che rammento succintamente.

Giuseppe è il penultimo figlio di Giacobbe - Israele, nipote d'Isacco, pronipote d'Abramo, e di Rebecca.
Era innamorato di Rebecca, figlia dello zio Labano, fratello di sua madre Rachele, presso cui prestava servizio di pastore, ma Labano lo fece attendere sette anni e poi, con inganno, gli dette in moglie, la prima figlia Lia, promettendogli anche la seconda, appunto Rachele, ma per poter sposare anche Rachele, dovette servire Labaro per altri sette anni.
Giacobbe ebbe 4 mogli e 12 figli da cui discendono le 12 tribù d'Israele. Giuseppe fu concepito quando Giacobbe era in età avanzata, era l'11° figlio, ma fu il primo di Rebecca, la moglie amata (il 12° fu Beniamino).
Giacobbe "amava Giuseppe più di tutti i suoi figli, perché era il figlio avuto in vecchiaia", ma... "i suoi fratelli, vedendo che il loro padre amava lui più di tutti i suoi figli, lo odiavano". (Gen. 37,3s)
I fratelli per gelosia lo vendettero ad un mercante che lo portò in Egitto.
Diventò schiavo di Potifar, consigliere del Faraone e comandante delle guardie; si fece ben volere e fu scelto come e maggiordomo di tutta la casa, con potere su tutti i suoi averi, ma la moglie di Potifar s'invaghì di Giuseppe, però non si lasciò sedurre e lei si vendicò e mentendo lo fece imprigionare.
Dopo varie vicende, Giuseppe avendo interpretato un sogno del Faraone - "le 7 vacche grasse e le 7 magre; le 7 spighe piene e le 7 vuote" - fu nominato viceré, amministratore del regno: "Il Faraone disse a Giuseppe: ecco io ti metto a capo di tutto il paese d'Egitto." (Gen. 41,41)
Sapientemente seppe amministrare ed ammassare nel tempo favorevole dei primi 7 anni per poi dispensare durante la carestia dei 7 anni successivi e poté nutrire tutto il popolo, i popoli vicini ed anche la sua stessa famiglia con la quale felicemente si riunì.
Perdonò, infatti, i fratelli e questi con le loro mogli e tutti i loro figli e col vecchio padre (70 persone) si poterono rifugiare in Egitto.
Ora, le nazioni del mondo provenienti dai discendenti di Noè (Sem, Cam e Jafet), come si ricava dal Capitolo 10° del Genesi, se si ha la pazienza di contare i nomi citati (ad ogni nome corrisponde un popolo), sono proprio 70.
Queste 70 persone con Giuseppe ed i suoi figli (Efraim e Manasse) costituiscono il seme del popolo d'Israele che Giuseppe curò e nutrì in Egitto, numero che ricorda i famosi 72, discepoli inviati da Gesù due a due in missione per costituire il nuovo Israele di Dio.

Alcuni accostamenti e somiglianze tra questi due patriarchi furono notate da Santi Padri e da Sommi Pontefici.
Leone XIII nell'Enciclica "Quamquam pluries" scrive: "Parecchi Padri della Chiesa opinarono, d'accordo in ciò con la sacra liturgia, aver l'antico Giuseppe, figlio del patriarca Giacobbe adombrato la persona e il ministero del nostro e col suo splendore simboleggiato la grandezza e la gloria del futuro custode della divina famiglia. E, per verità, oltre all'avere entrambi sortito lo stesso nome, e non scevro di significato, corrono tra loro ben altre, e queste chiarissime somiglianze, a voi ben note: e primariamente quella che l'antico Giuseppe si guadagnò in modo singolare la benevolenza e il favore del suo signore e che avendo da lui avuto il governo della casa, tutte le prosperità e benedizioni di Dio piovevano dal cielo, per riguardo a Giuseppe, al suo padrone. Ma v'è di più, ch'egli per volontà del monarca governò con sovrani poteri tutto il regno; e nel tempo di pubblica calamità, per i mancati raccolti e per la carestia, sovvenne con sì stupenda provvidenza agli egizi e ai popoli confinanti, che il re decretò si chiamasse "Salvatore del mondo" E così in quel antico patriarca ci viene fatto di ravvisare la figura del nostro. Siccome quegli fu una benedizione di Dio per tutta la casa del suo padrone e poi per tutto il regno, così questi, destinato alla custodia della Cristianità, deve ritenersi difensore e tutore della Chiesa; laquale è veramente la Casa del Signore e il Regno di Dio in terra."

Giuseppe in ebraico è Josef, participio del radicale verbale jsf che indica "aggiungere, essere aggiunto, crescere, far crescere, accrescere"; quindi colui che fa crescere.
San Giuseppe, di fatto, è colui che Dio ha scelto per far crescere Suo figlio Gesù, il nuovo Israele, e Lo ha accudito, anche in Egitto, come fece Giuseppe dell'Antico Testamento che fece crescere il seme del vecchio Israele.
Il libro del Genesi (43,8) dice che andarono in Egitto: "per conservare la vita e non morire", come dovettero fare Gesù, Giuseppe e Maria.
Secondo la genealogia del Vangelo di Matteo, il padre di San Giuseppe si chiamava anche lui Giacobbe, e gli apocrifi tengono a precisare che la grotta di Betlemme non era lontana dalla tomba di Rachele, sposa di Giacobbe e madre di Giuseppe dell'Antico Testamento.
Giuseppe d'Egitto difende la propria castità nei riguardi della moglie di Potifar; il nostro Giuseppe conserverà la propria verginità per Maria.
Altro accostamento importante è col fatto dei sogni; entrambi i Giuseppe, dell'Antico e del Nuovo Testamento, sono strettamente legati ai sogni.

Ricordo i sogni descritti e/o interpretati da Giuseppe d'Egitto nella sua storia:

  • 1° "Noi stavamo legando covoni in mezzo alla campagna, quando ecco il mio covone si alzò e restò diritto e i vostri covoni vennero intorno e si prostrarono davanti al mio." (Gen. 37,6s);
  • 2° "...il sole, la luna e 11 stelle si prostravano davanti a me." (Gen. 37,9b);
  • 3°, interpretato al coppiere del Faraone (Gen. 40,9-13);
  • 4°, interpretato al panettiere del Faraone (Gen. 40,16- 19);
  • 5°e 6°, delle vacche e delle spighe, interpretati al Faraone (Gen. 41).
Analogamente gli angeli parlano a San Giuseppe nel sonno:
  • 1° sogno, nel quale gli è annunciato che ciò che accade a Maria è opera dello Spirito Santo e che al figlio che nascerà darà il nome di Gesù (Mt. 1,20-25);
  • 2°, invitato a fuggire in Egitto perché Erode voleva uccidere Gesù (Mt. 2,13);
  • 3°, è avvisato della morte d'Erode ed è invitato a tornare in Israele (Mt. 2,20);
  • 4°, con cui gli è detto d'andare in Galilea (Mt. 2,23).
Quando San Giuseppe è proclamato Patrono della Chiesa Universale (8.12.1870) assunse, di fatto, la posizione di "Viceré" del "paradiso".
Pio XII, il 1° maggio 1955, in un'allocuzione ai lavoratori, nel proporre un parallelo col viceré d'Egitto Giuseppe li invitò a rivolgersi a San Giuseppe con le parole: "Se voi volete essere vicini a Cristo - Ite ad Joseph (Gen. 41,55) - Andate da (San) Giuseppe."
Giuseppe dell'A.T. morì a 110 anni (Gen. 50, 26); l'idea è ripresa dall'apocrifo "Storia di Giuseppe il falegname" che per San Giuseppe indica 111 anni di vita terrena (un'unità in più rispetto al Giuseppe d'Egitto).

Una curiosità, infine, con la morte di Giuseppe termina il libro del Genesi e il successivo, l'Esodo 1,7 recita: "I figli d'Israele prolificarono e crebbero, divennero numerosi e molto potenti e il paese ne fu ripieno."
In parallelo, in linea col pensiero Gesù nuovo Israele, nel Vangelo di Luca, dopo l'episodio di Gesù a 12 anni al Tempio, si legge: "E Gesù cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini." (Lc. 2,52)
Ne consegue che quanto della vita di Gesù in Luca nei versetti che precedono quest'ultimo corrisponde al libro del Genesi; dopo inizia il Suo Esodo.
Il Capitolo 3 dello stesso Vangelo ci porta, infatti, già alla predicazione del Battista (parallelo di Mosè che parla più volte con il Faraone) ed al battesimo di Gesù (parallelo del passaggio del Mar Rosso), poi il Capitolo 4 alle tentazioni nel deserto (parallelo delle tentazioni del popolo d'Israele), in altre parole inizia il ministero pubblico di Gesù, in cui s'unificano le figure di Mosè e di Giosuè, che libera il popolo di Dio e lo fa entrare nella vera nuova terra promessa, la Sua Risurrezione.
L'accostamento, inoltre, tra i versetti Lc. 2,52 ed Es. 1,7 può far pensare che, come la morte dell'antico Giuseppe precedette nel Genesi il pieno rafforzamento in Egitto del vecchio popolo d'Israele da cui si parte con il libro dell'Esodo, così potrebbe essere avvenuta la morte di San Giuseppe mentre Gesù cresceva e si rafforzava fino alla maturità (tra i 12 e i 18 anni di Gesù).
San Giuseppe, buon Ebreo, peraltro, ormai aveva compiuto il mandato di dare a Gesù, oltre al sostentamento, l'istruzione religiosa (almeno fino all'età in cui s'entrava a pieno titolo a far parte dell'assemblea) e gli aveva insegnato i segreti del mestiere. (Vedi "Le Pasque della Santa Famiglia")

a.contipuorger@gmail.com

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