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RICERCHE DI VERITÀ...

 
ATTORNO AL SANTUARIO VICINO ALL'OREB,
LA MONTAGNA DI DIO

di Alessandro Conti Puorger
 

IL TRADIZIONALE MONTE SINAI
Se c'è un posto in cui s'è verificato un evento ritenuto sovrannaturale è certamente il monte Sinai, ove Dio s'è manifestato al popolo d'Israele.
Qui le Sacre Scritture d'Israele riferiscono che Dio con quel popolo ha sancito un patto ed in quel posto fu costruita la tenda del convegno e tutti gli arredi. Un Santuario smontabile a tutti gli effetti che conteneva le Tavole del Patto in una apposita Arca Santa?
Dove era quel monte su cui Mosè prima incontrò Dio nel roveto ardente e poi passò due volte 40 giorni e 40 notti per ricevere i Dieci Comandamenti e tutta la Torah scritta e orale?
A partire dal IV secolo d.C. è opinione che il Monte Sinai, conosciuto come Monte Horeb od Oreb, Monte Musa, Gebel Musa o Jabal Musa, Montagna di Mosè, sia una montagna dell'Egitto che si trova nella parte meridionale del Sinai, la montagna più alta della penisola; infatti, la sua vetta raggiunge i 2285 metri e troneggia sul monastero di Santa Caterina, meta di folle che vi vengono in pellegrinaggio.

Il libro dell'Esodo non tratta del viaggio, ma solo della sosta al Sinai e dopo la costruzione del Santuario conclude: "Per tutto il tempo del loro viaggio, quando la nube s'innalzava e lasciava la Dimora, gli Israeliti levavano le tende. Se la nube non si innalzava, essi non partivano, finché non si fosse innalzata. Perché la nube del Signore, durante il giorno, rimaneva sulla Dimora e, durante la notte, vi era in essa un fuoco, visibile a tutta la casa d'Israele, per tutto il tempo del loro viaggio." (Esodo 40,36-38)
Qualunque fosse quel posto s'allontanarono solo per la conquista della terra promessa; il girovagare se si verificava non avrebbe avuto altri scopi che salvare la pelle.
La conquista sarebbe potuta avvenire subito, ma di fatto, come ci raccontano i libri dei Numeri e del Deuteronomio, ci fu una sosta nello sviluppo del progetto, per mancanza di fede di chi aveva ricevuto il patto stesso.
Tale stasi, voluta da Dio, si concluse quando tutta la generazione degli adulti fuoriusciti dall'Egitto ebbe a perire per morte naturale nel deserto.
Prima del patto ci furono alcuni eventi come lo scontro con gli Amaleciti e la ribellione di Massa e Meriba, e lì c'era già l'Oreb (Esodo 17).
Varie domande si propongono al riguardo.

Perché un patto sarebbe stato concluso all'estremità sud della penisola del Sinai, così lontano dal paese che dovevano ricevere in dono da Dio?
Come mai c'è un posto che si chiama Meriba di Kades ed è in tutta altra posizione nella penisola del Sina circa a 250 Km a nord est ed il raggiungerla, passando dall'estremità sud del Sinai, avrebbe comportato un allungamento dei sensibile dei percorsi tra andata e ritorno?

La distanza dal monte Sinai tradizionale a Gerico, primo avamposto poi conquistato 40 anni dopo della terra promessa, è infatti veramente notevole, oltre 400 km in linea d'aria e 750 Km seguendo vie carovaniere.
Tappe di 30 km al giorno per una massa consistente di milioni di persone con donne vecchi e bambini, mi pare proprio incredibile...
E poi che ne potevano sapere i fuoriusciti di una terra promessa così distante?
Qualcuno la doveva pur vedere e descrivere, quindi gli esploratori dovevano partire da più vicino, come di fatto avvenne, ed era inutile promettere cose inimmaginabili!

Eppure, dopo il decalogo e le norme dati al Sinai dei capitoli 20-23 del libro dell'Esodo, al termine del capitolo 23 c'è un brano di 12 versetti che riguarda la promessa del territorio che pare promessa concretizzabile proprio con eventi possibili e prossimi: "Ecco, io mando un angelo davanti a te per custodirti sul cammino e per farti entrare nel luogo che ho preparato... ti farà entrare presso l'Amorreo, l'Ittita, il Perizzita, il Cananeo, l'Eveo e il Gebuseo e io li distruggerò... l'Eveo, il Cananeo e l'Ittita. Non li scaccerò dalla tua presenza in un solo anno... Li scaccerò dalla tua presenza a poco a poco, finché non avrai tanti discendenti da occupare la terra. Stabilirò il tuo confine dal Mar Rosso fino al mare dei Filistei e dal deserto fino al Fiume... Ma tu non farai alleanza con loro e con i loro dèi..."

Ci si aspetterebbe che una dichiarazione del genere fosse stato pronunciata alle porte del territorio ambito o almeno a portata d'ispezione, invece con il sito del Sinai tradizionale, tutti i percorsi s'allungano e veramente tante sono le tappe, ognuna delle quali, tra l'altro, comportava smontaggio e montaggio del Santuario.
Ho così voluto approfondire la questione, verificare la consistenza delle prove sul sito tradizionale del monte ed esaminare eventuali altre possibilità alla luce della Sacra Scrittura.
Com'è mio solito, con intento del tutto personale, ho poi sintetizzato i risultati in questo articolo.

Ho appurato che, di fatto, sul luogo del monte Sinai tradizionale non si hanno notizie storiche né tracce di insediamenti precedenti l'evo moderno, quando divenne luogo di pellegrinaggio e di meditazione per i primi cristiani, infatti:
  • nel 330 d.C. S. Elena, madre dell'imperatore Costantino, vi fece costruire una piccola chiesa nel luogo ove fu ritenuto si trovasse il Roveto ardente;
  • il corpo di Santa Caterina fu inumato in un monastero sul monte;
  • nel 527 d.C. Giustiniano vi fece costruire la "Basilica della Trasfigurazione".
In pratica nulla di più.

L'ebraismo non è particolarmente attaccato al Monte Sinai nel sito tradizionale.
I midrash ci danno possibili più montagne disposte ad accogliere la Torah di Mosè e si basano sulle etimologie popolari dei nomi dei monti, il che fa intendere che tanto ne abbiano parlato e disquisito scrutando le parole della Torah e dei Salmi attingendo a pluralità di significati e di eventi associati alle montagne che per il loro elevarsi fanno presente il "sacro".
In ebraico, infatti, il cercare dalle parole , come lettere, sia pure che con diversa vocalizzazione è simile ad andare per il "deserto" che si scrive .
I midrash mostrano che la strada percorsa dagli Ebrei è ricca di nomi e di significati già frequentati e che gli esodi e le montagne sacre dei popoli della zona sono molteplici, come se molti monti potessero pretendere d'essere il monte Sinai.
Si pensi solo ai Samaritani che rivendicano per buono il monte Gherizim.
La Scrittura, dice che ce ne indica almeno cinque: "Har Ha'Elokim" - montagna divina, "Har Sinai", "Har Horev", "Montagna di Bashan", "Har Gevnunim" - monte dei picchi.
Secondo il midrash si chiamerebbe:
  • Sinai, perché su questo monte il Signore ha odiato, "sanah", gli angeli e amato il genere umano e da "Simanai", monte dei segni;
  • Horeb dalla parola "Herev", spada, perché la legge divina è una spada;
  • montagna di Bashan dall'espressione Be Shen, con i denti, perché ciascun cibo che l'uomo addenta è detto fu donato al Sinai;
  • monte Gevnunim, monte dai più picchi o monte formaggio da "gevinah", che sarebbe la vera montagna da cui nasce la storia dell'ebraismo.
Non fu, infatti, scelta la più alta delle montagne, ma la più bassa e umile, in onore all'umiltà, che è la virtù che precede la profezia.

Un Midrash su Genesi racconta che, mentre le nazioni ed i popoli si rifiutavano di accettare la Legge, i monti disputavano fra di loro contendendosi l'onore di essere prescelti come luogo della rivelazione. Il Tabor si vantava di essere il più alto, appunto perché aveva torreggiato sulle acque del diluvio; l'Hermon accampava diritti perché, al momento dell'Esodo, si era steso fra le due sponde del Mar Rosso permettendo agli Israeliti di passare; il Carmelo, sicuro della sua posizione, taceva e pensava: Se la presenza di Dio, la "Shekinah", deve sostare sul mare, sosterà su di me, e se deve sostare sulla terra ferma, sosterà su di me. Ma una voce risuonò dall'alto e dichiarò: la presenza divina non si fermerà su questi alti monti, che sono così superbi, bensì sul Sinai, che è il più piccolo ed il più insignificante di tutti. La stessa Midrash precisa che il Sinai fu preferito anche perché su di esso non erano stati adorati idoli.
Stesse considerazioni sulle pretese da parte dei monti del Tabor e del Carmelo sono ripetute nel Targum, nel Midrash su Numeri e sul Salmo 68 e nella "Pesikta Rabbati".

Ma il Sinai tradizionale è più alto di tutti quei monti!
Per gli ebrei la ricerca del luogo geografico pare di minore importanza in quanto il Sinai è più un'idea astratta che un luogo fisico.
Il succo è che le Scritture dicono che la Torah è stata da Dio, appunto, nel deserto e non in un paese specifico, perché così possa appartenere a tutti, chiunque la voglia.
Questo m'ha incuriosito e sono andato a cercare un po' nella geologia d'Israele.

Esiste un comprensorio con una struttura a denti costituito d'intrusioni di quarzo sienitico del Triassico o Jurassico, temperato in profondità ed estruso poi in superficie, detta Makhtesh Ramon.
Si trova nel deserto del Neghev e le sporgenze sono alte fino a 600 metri, detta anche Gevinam Valley con una forma particolare detta Shen Ramon, vicino c'è il villaggio di Mitzpe Ramon.
È una roccia formata da intrusioni di magma raffreddatosi sotto terra spinto in su, come un dente in eruzione, attraverso l'azione tettonica.
Il Cratere di Ramon è di 40 Km di lunghezza e di 2-10 Km di larghezza, a forma di cuore allungato.
Gli strati sedimentari adiacenti sono stati cotti e si trovano massi di sabbia liquefatta e riconsolidata.


Un posto di orridi e dirupi, ideale per nascondersi: "O mia colomba, che stai nelle fenditure della roccia, nei nascondigli dei dirupi, mostrami il tuo viso, fammi sentire la tua voce, perché la tua voce è soave, il tuo viso è leggiadro". (Cantico dei Cantici 2,14)
Questa colomba era Israele e quel posto non è lontano da Kades Barnea.
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