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RICERCHE DI VERITÀ...

 
ATTORNO AL SANTUARIO VICINO ALL'OREB,
LA MONTAGNA DI DIO

di Alessandro Conti Puorger
 

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IL TRADIZIONALE MONTE SINAI »
KADES BARNEA »
MONTE SINAI, DETTO ANCHE OREB »
GLI AMORREI, GLI AMALECITI, I MEDIANITI E GLI HURRITI »
I PREDECESSORI DEGLI EBREI »
IL MONTE KARHOM O DELLO ZAFFERANO »

CONCLUSIONI
"Ora Mosè stava pascolando il gregge di Ietro, suo suocero, sacerdote di Madian, e condusse il bestiame oltre il deserto e arrivò al monte di Dio, l'Oreb." (Esodo 3,1)
Beh il gregge era di Ietro ed evidentemente fu Ietro a dire a Mosè dove portare a pascolare il gregge.
Gli disse di portarlo al - "har ha 'elohim", il monte delle divinità, di tutte le divinità, perché Ietro era un sacerdote di un dio che aveva evidentemente espressione in quel monte.
Quel nome "har ha 'elohim", si ritrova in Esodo 18,5, prima della manifestazione di IHWH sull'Oreb e anche questa volta c'entra Ietro: "Ietro dunque, suocero di Mosè, con i figli e la moglie di lui venne da Mosè nel deserto, dove era accampato, presso la montagna di Dio."
Era il monte della divinità di Ietro, il monte delle divinità!
Ietro lo sapeva bene che Mosè sarebbe andato là!
Evidentemente glielo aveva fatto conoscere lui.

Ecco che appare un luogo sacro, dimenticato... forse volutamente... da quando l'homo sapiens vi mise piede, almeno da 40 mila anni fa, dicono i ritrovamenti, ma tra il 4000 e il 2000 a.C., nell'antica età del Bronzo, per ben due millenni c'è una vera esplosione di sacralità, questi è il Monte Harkom nel deserto di Paran che l'esercito Israeliano fino ad alcuni anni fa usava come campo di esercitazione e di tiro e che ora ha definito campo di ricerca archeologica.
In vari graffiti sul monte c'è lo stambecco, animale sacro a Sin.
Il geroglifico del dio egizio SePDu, sposato con la dea SePDeT, di cui ho detto prima, riporta uno stambecco.
Quello era dunque il vero Sinai, montagna sacra per le popolazioni locali, già da millenni e sacro per Ietro sacerdote di un dio locale.
Oreb, Sinai e Monte di Dio sono la stessa montagna.
Le tradizioni locali lo hanno ubicato in varie parti, ma tutto porta a concludere che fosse nella zona di Kades dove il popolo rimase vari anni: "Così rimaneste in Kades molti giorni, per tutto il tempo in cui vi siete rimasti." (Deuteronomio 1,46)
Lungo tutto l'altopiano, là, al monte dello Zafferano ci sono tracce che lo manifestano come luogo considerato santo da generazioni e generazioni.

La spedizione del professor Anati ha trovato tracce di accampamenti come quelli dell'uscita degli ebrei dall'Egitto sotto la guida di Mosè, ma di alcuni secoli prima del tempo ritenuto dai biblisti per l'Esodo.
Sono stati trovati fondi di capanne in pietra e fondi scavati nel terreno, almeno 120 accampamenti capaci di ospitare diverse migliaia di persone, ma non i milioni deducibili dalla Bibbia che evidentemente li ha indicati in modo pletorico e allegorico.
Questi sono ai piedi del rilievo mentre gli altari e i luoghi d'adorazione sono sulla sommità, il che fa pensare che solo gli iniziati erano ammessi a salire sulla montagna e ciò conferma la narrazione biblica di un solo uomo, Mosè, che salì oltre l'altopiano sul monte vero e proprio:

  • "Voi vi avvicinaste e vi fermaste ai piedi del monte; il monte ardeva nelle fiamme che si innalzavano in mezzo al cielo; vi erano tenebre, nuvole e oscurità. Il Signore vi parlò dal fuoco; voi udivate il suono delle parole ma non vedevate alcuna figura; vi era soltanto una voce." (Deuteronomio 4,11s)
  • "Il Signore disse a Mosè: Và dal popolo e purificalo oggi e domani: lavino le loro vesti e si tengano pronti per il terzo giorno, perché nel terzo giorno il Signore scenderà sul monte Sinai alla vista di tutto il popolo. Fisserai per il popolo un limite tutto attorno, dicendo: Guardatevi dal salire sul monte e dal toccare le falde." (Esodo 19,10-12)
Questo ultimo versetto ci parla di acqua e anche abbondante per purificare e lavare le vesti, ma al Sinai tradizionale c'è una piccola sorgente, ma in alto non alla pendice disponibile per chi vi stesse accampato.
Ai piedi del monte Har Karkom c'è una sorgente!


Vicino, sempre lì, nei pressi di quella sorgente ai piedi del monte Harkom, si trova una incisione su una pietra che raffigura animali velenosi, serpenti, scorpioni e la lucertola "saraf", che pare rendere attuale il versetto "...ti ha condotto per questo deserto grande e spaventoso, luogo di serpenti velenosi e di scorpioni, terra assetata, senz'acqua; che ha fatto sgorgare per te l'acqua dalla roccia durissima." (Deuteronomio 8,15.)
Pure ai piedi della montagna, vicino ai resti di un antico insediamento si notano dodici grosse pietre erette come rudimentali steli.


Fanno ricordare che: "Mosè scrisse tutte le parole del Signore, poi si alzò di buon mattino e costruì un altare ai piedi del monte, con dodici stele per le dodici tribù d'Israele. Incaricò alcuni giovani tra gli Israeliti di offrire olocausti e di sacrificare giovenchi come sacrifici di comunione, per il Signore." (Esodo 24,4s)

L'altopiano è fatto di selce durissima spazzata dai venti.
Essendo levigata, in certi momenti a seconda di come è colpita dai raggi solari, abbaglia con strana luce scura e porta a ricordare: "Poi Mosè salì con Aronne, Nadab, Abiu e i settanta anziani di Israele. Essi videro il Dio d'Israele: sotto i suoi piedi vi era come un pavimento in lastre di zaffiro, simile in purezza al cielo stesso". (Esodo 24,9s)
Non è proprio zaffiro, ma quei versetti paiono proprio descriverlo.
Forse l'ortodossia d'Israele del dopo esilio che voleva esaltare la purità delle proprie origini come ricorda ila Torah "Il Signore IHWH lo guidò da solo, non c'era con lui alcun dio straniero. Lo fece montare sulle alture della terra..." (Deuteronomio 32,12s) ha dimenticato o voluto dimenticare quel posto, che invece ci parla di un iniziale sincretismo religioso.
Proprio lì gli altri dèi hanno taciuto, solo IHWH ha parlato!
Come ho accennato vi sono là come due cime contrapposte, i seni della grande madre, uno sarebbe il monte della Torah, l'altro l'Oreb quello del miracolo dell'acqua.

In conclusione, pur se le vicende bibliche per secoli sono state tramandate oralmente ed i sacri testi ci sono arrivati tardivamente, rimaneggiati e assemblati nella forma attuale solo nel periodo VI-II secolo a.C. dopo l'esilio babilonese, quelle Scritture hanno però conservato un fondamento di realtà e tra le righe, vi sono elementi di una testimonianza storica.
Tutto ciò porta a concludere che effettivamente il "vero" monte Sinai è nel Neghev vicino a Kades.
È qui presente la decriptazione del Capitolo 20 dei Numeri, da cui si ricava che il testo nasconde l'attesa di una manifestazione messianica e il vero monte è il Calvario vicino a cui ci fu il Suo sepolcro, su cui manifestò la Sua santità, con la Sua morte in croce e la Sua gloria con la risurrezione.
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