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I CHERUBINI ANNUNCIANO LA VENUTA DELL'AGNELLO
di Alessandro Conti Puorger

LA TEOFANIA AL CANALE KEBAR
Si possono incontrare i Cherubini?
Sì, perché "...santo è il Signore, nostro Dio" (Salmo 99,9), quindi, l'incontro può avvenire se si è vicini alla fonte della santità o se questa ci si sta avvicinando e debbo concludere che molti li hanno incontrati, perché in qualche modo sono ormai tanti i colpiti dalla novità assoluta di un prezioso annuncio capace di metter in movimento gli spiriti ormai statici di persone che non credono ci possa essere qualcosa capace di coinvolgerli più di tanto.
Di certo quelli che dettero una buona notizia del genere erano i Cherubini del carro della gloria del Signore, quello che in ebraico, da "rekab" , è detto "merkavah o merkabah", il carro che annuncia agli esuli la possibilità di rientrare nella vera Terra Promessa, il Regno eterno del Messia, il Cristo, che col suo sangue, morte e risurrezione ha riscattato per i figli di Dio.
Con loro ci si avvicina ad assaggiare l'amore gratuito, vale a dire l'agaph l'"agapé" di Cristo, che in modo riduttivo viene anche detto "carità".
Ciò, è quanto produce in definitiva l'evangelizzazione ai lontani o a chi si è allontanato dall'idea del Regno dei Cieli.
Questa portò ad interessarmi della descrizione nella Bibbia di quel carro che ne fa il profeta al capitolo 1 del libro di Ezechiele, quando propone la sua teofania.
Fu così che presentai l'articolo "Il carro di fuoco d'Ezechiele: UFO e/o macchina del tempo?".
Quel carro, infatti, desta tanta curiosità e fa volare la fantasia, specie tra gli ufologi, in quanto le traduzioni italiane del testo ebraico paiono proprio descrivere una navicella aliena.
Presentai però in quella occasione la decriptazione del testo in ebraico, inserito nella Tenak o Bibbia canonica degli ebrei, procedendo secondo il mio metodo di cui è detto in "Parlano le lettere", utilizzando i significati grafici propri di ciascuna lettera dell'alfabeto ebraico e con tale strumento ottenni esaurienti pagine di secondo livello sulla profezia dell'epopea del Messia.

Sulle proprietà delle lettere ebraiche e del perché e del per come si possa attendere nella Tenak o Bibbia ebraica anche la presenza di testi nascosti propongo questi miei articoli:
In sintesi, al riguardo è da ricordare il preciso messaggio di Gesù di questo versetto: "Voi scrutate le Scritture credendo di avere in esse la vita eterna; ebbene, sono proprio esse che mi rendono testimonianza." (Giovanni 5,39)
Si può incontrare, infatti, il Messia atteso nei libri che la tradizione, confermata da Gesù, attribuisce scritti da Mosè e, per estensione, in tutta la Bibbia ebraica.
Lo stesso Gesù ha anche detto: "Non pensate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non son venuto per abolire, ma per dare compimento. In verità vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà neppure un iota o un segno dalla legge, senza che tutto sia compiuto." (Matteo 5,17s)
In tal modo si comprende come anche la singola lettera è da tener presente in quel messaggio, il che fa intuire che può sussistere anche una interpretazione del testo sacro lettera per lettera.
Lo conferma pure il Talmud: "Nessuna lettera sarà mai abolita dalla Torah" (Esodo Rabàh 6.1)
D'altronde: "Tutte le cose sono state create per mezzo di Lui e in vista di Lui", come dice Colossesi 1,16 e la Bibbia nelle sue midolla lo profetizza con ogni lettera ebraica in essa impiegata dall'autore ispirato.

È da premettere che, storicamente, oltre due secoli e mezzo prima di quella visione di Ezechiele, la Bibbia in 2Re 2 riferisce di un carro di fuoco che assunse in cielo il profeta Elia, il Tisbita.
Questo carro sì, pur se veniva dal cielo, non era però il carro della gloria del Signore, ma solo un mezzo inviato per il trasporto in alto nella gloria di Elia.
Questi sono i due versetti essenziali di quel l'evento nella traduzione C.E.I e nel testo ebraico: "Mentre camminavano conversando, ecco un carro di fuoco e cavalli di fuoco si interposero fra loro due. Elia salì nel turbine verso il cielo. Eliseo guardava e gridava: Padre mio, padre mio, cocchio d'Israele e suo cocchiere. E non lo vide più. Allora afferrò le proprie vesti e le lacerò in due pezzi." (2Re 2,11-12)

Nell'articolo "Elia rapito in cielo. Un Giubileo" presentai tra l'altro l'intera decriptazione di 2Re 2 e quei due versetti sono molto importanti in quanto ci portano alla trasfigurazione di Gesù di cui dicono i Vangeli sinottici e preparano a far comprendere come i testi biblici possono parlare con la voce dei Vangeli grazie allo strumento della decriptazione se si rivolge a Cristo Gesù tutto il contenuto.
Torniamo però ad Ezechiele.
Questi, di famiglia sacerdotale, nacque nel regno di Giuda verso il 620 a.C. e fu deportato nel 597 a.C. assieme a Ioiachin, re di Giuda.
Ezechiele fu destinato ad un campo di lavoro attorno ad un villaggio chiamato Tel Aviv non lontano da Babilonia.
Cinque anni più tardi Ezechiele, con quella visione del carro della gloria, ricevette la chiamata alla missione di profeta con l'incarico di fungere da "sentinella alla casa d'Israele" (Ezechiele 3,17).
Storicamente quella visione, che si sviluppa per i primi tre capitoli del libro d'Ezechiele, è collocata nel 592 a.C. proprio in quel villaggio Tel Aviv durante l'esilio dei giudei a Babilonia, presso il canale "nahar" Kebar , il canal grande dei babilonesi.
In ebraico, infatti, il radicale significa "moltiplicare, fare abbondare".
Quel canale appunto serviva da adduttore principale della rete di canali per irrigare i campi e moltiplicarne la produttività e per trasportare via fiumi i raccolti a Babilonia.
Il radicale di è "scorrere" da cui il sostantivo sta per fiume o altro corso d'acqua e "Naharah" derivato da quel radicale, da solo, cioè senza altri nomi, è attribuito in Isaia 7,20 al fiume Eufrate.
Quel radicale però ha anche un altro significato, quello di "splendere" e di "essere illuminato" (Salmo 34,6 e Isaia 60,5) e nel caso specifico chi risulta essere stato illuminato è proprio Ezechiele.
Al canale Kebar, quindi, Ezechiele ebbe "un'abbondante illuminazione", e ad illuminarlo fu proprio la teofania del carro della gloria del Signore.
Inoltre carro è una permutazione delle lettere di Kebar .
In definitiva fu una vera e propria teofania e gli apparve un carro celeste che poteva avanzare in tutte le direzioni mediante ruote speciali che di fatto eranp esseri angelici gli "'Ofanim" che lo trasportavano con accanto altri esseri che il profeta indica come Cherubini.
In mezzo a fuoco e ad uno spendore simile a quello dell'elettro incandescente, sotto una cupola trasparente, c'era la figura di un uomo su un trono.

Ezechiele (1,7-12) così descrive i Cherubini: "Io guardavo, ed ecco un vento tempestoso avanzare dal settentrione, una grande nube e un turbinìo di fuoco, che splendeva tutto intorno, e in mezzo si scorgeva come un balenare di metallo incandescente. Al centro, una figura composta di quattro esseri animati, di sembianza umana con quattro volti e quattro ali ciascuno. Le loro gambe erano diritte e i loro piedi come gli zoccoli d'un vitello, splendenti come lucido bronzo. Sotto le ali, ai quattro lati, avevano mani d'uomo; tutti e quattro avevano le proprie sembianze e le proprie ali, e queste ali erano unite l'una all'altra. Quando avanzavano, ciascuno andava diritto davanti a sé, senza voltarsi indietro. Quanto alle loro fattezze, avevano facce d'uomo; poi tutti e quattro facce di leone a destra, tutti e quattro facce di toro a sinistra e tutti e quattro facce d'aquila. Le loro ali erano spiegate verso l'alto; ciascuno aveva due ali che si toccavano e due che coprivano il corpo. Ciascuno andava diritto davanti a sé; andavano là dove lo spirito li sospingeva e, avanzando, non si voltavano indietro."


Cherubino


Ciascun Cherubino aveva quattro facce che corrispondono a quelle degli esseri viventi detti "Karibù" con testa d'uomo, corpo di leone, zampe di toro e ali d'aquila le cui effigi custodivano i palazzi di Babilonia.


Karibù


Al 2° paragrafo "La merkabah - la gloria del Signore" nell'articolo "El Shaddai, il petto generoso e San Giuseppe, il nutrizio" ho presentato alcune considerazioni su quel carro ed in particolare su quali potessero essere gli spunti che avevano provocato la descrizione riallacciandomi agli aspetti della sfinge ed all'uscita dalla schiavitù d'Egitto.

Per un esiliato del regno di Giuda, costretto a Babilonia, Gerusalemme e il suo Tempio certamente evocavano malinconici ricordi.
Il Salmo 137, il canto dell'esule, ci parla proprio della sentita oppressione e dei sentimenti di un esiliato in quei tempi in quei campi di lavoro.

"Sui fiumi di Babilonia, là sedevamo piangendo al ricordo di Sion.
Ai salici di quella terra appendemmo le nostre cetre.
Là ci chiedevano parole di canto coloro che ci avevano deportato,
canzoni di gioia, i nostri oppressori: Cantateci i canti di Sion!
Come cantare i canti del Signore in terra straniera?
Se ti dimentico, Gerusalemme, si paralizzi la mia destra;
mi si attacchi la lingua al palato, se lascio cadere il tuo ricordo,
se non metto Gerusalemme al di sopra di ogni mia gioia." (Salmo 137,1-6)
(La decriptazione del Salmo 137 si trova in "Gerusalemme e Babele roccaforti di guerra apocalittica")

Il Dio d'Israele però più di sei secoli prima aveva sentito le grida dei discendenti dei patriarchi e in forza dell'alleanza con loro li aveva liberati dalla schiavitù dell'Egitto e, dopo la teofania del Sinai, li aveva guidati, con i Cherubini dell'Arca dell'alleanza nel loro peregrinare per 40 anni nel deserto fino a farli entrare nella Terra Promessa.
Allora, l'arca, munita di stanghe, era portata dai Leviti per ogni dove ed aveva fatto cadere le mura di Gerico.
(Vedi: "L'epopea dell'arca del patto - testi nascosti")

Ecco che questa Arca in visione, munita di ruote come su di un carro, va ora a cercare il popolo per riportarlo a casa da ogni dove; questo è il senso delle ruote che vanno in ogni direzione.
L'immaginario di allora era che il Dio d'Israele, appunto, sedesse sull'Arca come su di un trono tra i Cherubini che stavano sul propiziatorio o meglio che l'Arca fosse immagine della stessa Arca celeste che altro non era che il Suo trono di lassù sostenuto dai Cherubini (Vedi: Apocalisse 4):
  • "Il popolo mandò subito a Silo a prelevare l'arca del Dio degli eserciti che siede sui Cherubini". (1Samuele 4,4)
  • "Signore degli eserciti, Dio di Israele, che siedi sui cherubini, tu solo sei Dio per tutti i regni della terra; tu hai fatto i cieli e la terra." (Isaia 36,16)
  • "Cavalcava un cherubino e volava, si librava sulle ali del vento." (Salmo 18,11)
  • "Tu, pastore d'Israele, ascolta, tu che guidi Giuseppe come un gregge. Assiso sui cherubini rifulgi davanti a Èfraim, Beniamino e Manasse. Risveglia la tua potenza e vieni in nostro soccorso. Rialzaci, Signore, nostro Dio, fa splendere il tuo volto e noi saremo salvi." (Salmo 80,2-4)
  • "Il Signore regna, tremino i popoli; siede sui Cherubini, si scuota la terra." (Salmo 99,1)
    (In "Abdia, libro del servo di Iahwèh" tra l'altro ho riportato la decriptazione del Salmo 18, mentre quella dei Salmi 80 e 99 la riporterò in prossimi paragrafi.)
L'Arca poi, in particolari momenti, pare s'illuminasse ed era in grado di scatenare una potenza sconosciuta, capace di uccidere; infatti, è da ricordare che, trasportata su un carro, quando parve inclinarsi e cadere e fu toccata da un tale Uzzà sacerdote: "L'ira del Signore si accese contro Uzzà; Dio lo percosse per la sua colpa ed egli morì sul posto, presso l'arca di Dio." (2Samuele 6,7)


L'arca del patto


Ciò ha fatto immaginare l'Arca come un potente condensatore che poteva caricarsi di cariche elettrostatiche capaci di formare anche archi voltaici fornendo lampi e in grado poi di produrre energia al contatto di chi le metteva a terra.
Altri l'hanno anche immaginata come una rudimentale radio ante litteram per parlare a distanza e ricevere da distanza.

Davide precisò che non poté costruire il Tempio, perché fu uomo di guerra, ma che lo costruirà suo figlio uomo di pace, Salomone, come dice il nome stesso, a cui consegnò tutto il necessario che aveva approvvigionato per la costruzione: "Gli diede l'oro puro per l'altare dei profumi, indicandone il peso. Gli consegnò il modello del carro d'oro dei cherubini, che stendevano le ali e coprivano l'arca dell'alleanza del Signore. Tutto ciò - disse - era in uno scritto da parte del Signore per farmi comprendere tutti i particolari del modello". (1Cronache 28,18-19)

Pare così doversi interpretare che nel Primo Tempio, cioè nel Tempio costruito da Salomone, l'Arca nel Santo dei Santi fosse sotto un baldacchino a forma di carro con Cherubini.
A Cafarnao è stata trovata un'antica raffigurazione dell'Arca mobile, cioè su ruote, a ricordo del baldacchino.
In definitiva proprio l'Arca andò a presentarsi ad Ezechiele e non una sola volta.
L'avviso era chiaro: raccoglierò di nuovo il mio popolo e lo farò uscire dalla schiavitù di Babilonia.
Difatti, poi Ezechiele ebbe questo incarico dal Signore: "Perciò profetizza e annuncia loro: Così dice il Signore Dio: Ecco, io apro i vostri sepolcri, vi faccio uscire dalle vostre tombe, o popolo mio, e vi riconduco nella terra d'Israele. Riconoscerete che io sono il Signore, quando aprirò le vostre tombe e vi farò uscire dai vostri sepolcri, o popolo mio. Farò entrare in voi il mio spirito e rivivrete; vi farò riposare nella vostra terra. Saprete che io sono il Signore. L'ho detto e lo farò .Oracolo del Signore Dio." (Ezechiele 31,12-14)

I CHERUBINI
Nelle traduzioni della Bibbia in italiano della C.E.I. il termine Cherubino si trova 89 volte di cui 23 al singolare, per 88 volte nell'Antico Testamento ed una sola volta al plurale nel Nuovo Testamento in Ebrei 9,5.
In ebraico Cherubino in genere è "Kerub", scritto ed il plurale è "Kerubim" .
In 2Samuele 22.23 e in 2Re 11,4.19 si trova la parola Karì , per indicare personaggi intesi come Cari od originari della Caria (già regione dell'Anatolia oggi in Turchia, a sud della Ionia e a ovest della Frigia e della Licia), ma dal contesto si comprende che erano delle vere e proprie guardie del corpo, capitani di milizie scelte come i nostri corrazzieri o carabinieri a cavallo.
Detto ciò, allora si può pensare come - , da cui si può arguire capitani della , come iniziale e icona della parola casa del Re o del Tempio .
Il radicale ebraico poi ha più significati:
  • scavare, forare, mentre in aramaico è trafiggere;
  • mercanteggiare, comprare;
  • preparare un banchetto.
Tutto ciò evoca un personaggio intermedio tra maggiordomo che fa la spesa e accudisce alla mensa, e una guardia del corpo, il tutto però con riferimento alla casa di Dio, in una visione antropomorfica del regno dei cieli.
Non meno importante è precisare ancora che in ebraico il termine "Kar" , plurare "karim", indica sia l'agnello, sia l'ariete quale macchina da guerra.
L'agnello "Kar" , infatti, nelle aree semitiche è la base di un buon banchettare.
Ecco che in contrasto con un'idea guerresca si ha l'idea di un'immagine mite quale quella dell'agnello che avrà grande sviluppo nel cristianesimo.
Si pensi a: "Ecco l'agnello di Dio, ecco colui che toglie il peccato del mondo!" (Giovanni 1,29) detto nei riguardi di Gesù da parte di Giovanni Battista.
Questa parola "Agnello" appare per 40 volte nel Nuovo Testamento, di cui ben 36 nel libro dell'Apocalisse e conferma la visione dell'opera del Servo di IHWH di cui profetizzò il profeta Isaia:

"Maltrattato, si lasciò umiliare
e non aprì la sua bocca;
era come agnello condotto al macello,
come pecora muta di fronte ai suoi tosatori,
e non aprì la sua bocca." (Isaia 53,7)

È probabile che il termine Cherubino derivi da "karibu" o "karabu" della lingua accadica che nell'ambito della cultura religiosa dell'area mesopotamica è figura importante, letteralmente "colui che prega, invoca", raffigurato con le mani protese verso il cielo pronto ad intercedere con gli dèi.
Nel monoteismo biblico il "Kerub" è rappresentato quale essere alato in forma antropomorfa o zoomorfa ed è un sottoposto del Dio unico.
In definitiva il Cherubino a tutti gli effetti è un angelo e così è considerato nell'Ebraismo, nel Cristianesimo e nell'Islamismo ("mukarraban" - presente nelle Sure del Corano IV.172; LVI.11 e LXXXIII.21).
In definitiva i Cherubini formano la schiera angelica che sta attorno al trono celeste e loda Dio in eterno e riceve i suoi primi ordini.
Il termine "angelo" deriva dal latino "angelus", ma la fonte etomologica è il termine greco ossia "ággelos" che si pronuncia: "ánghelos", attestato nel dialetto miceneo nel XIV-XII secolo a.C. come "akero", quindi molto prossimo al "Keru-i" ebraico con il significato di inviato, messaggero degli Dei.
In ebraico angelo è "mal'ak" ed equivale ad un messaggero, l'incaricato da qualcuno, da un signore, da un Re o da Dio stesso.
L'etimologia porta a - - , quindi, parola/parla per uno a mano aperta = cioè in pace, senza armi.
La lettera kaf = = o mano aperta, palmo della mano rappresenta appunto un comportamento rtto, equo liscio, senza peli, perfetto, pulito ed è l'iniziale della parola "Keter" = corona che, assieme a intelligenza "binah" e sapienza "chokmah", costituiscono le prime tre "sefirot" che secondo i saggi d'Israele portano al Regno di Dio in terra.
Il valore numerico di Keter-corona è 620 ( = 20; = 400; = 200), e rappresenta la totalità delle "mitzvot" - 613 ordinate dalla Torah e delle sette "mitzvot" rabbiniche o noachiche. (Guray Haari')
Quella lettera kaf = = riferita a Dio è un pò il suo distintivo.
È la "rettitudine" di Dio, la sua sostanza particolare che non fa distinzione di persone, un po' come si comprende essere il pensiero di Gesù quando nel discorso della montagna dice: "...io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per i vostri persecutori, perché siate figli del Padre vostro celeste, che fa sorgere il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere sopra i giusti e sopra gli ingiusti. Infatti se amate quelli che vi amano, quale merito ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? Siate voi dunque perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste." (Matteo 5,44-48)

Chi per grazia partecipa della sua sostanza, che appunto chiamo "rettitudine", ama tutti con amore gratuito e infinito, e diviene figlio di quel Padre!
In ebraico angelo e ambasciatore sono sinonimi, si scrivono entrambi con queste lettere e si dicono "mal'ak".
Ciò detto, se si considera appunto che quella lettera = è come un segnale di apporto di quella essenza particolare e che in ebraico "mal'a" indica l'essere pieno, pienezza, si ha che il messaggero di Dio - si può considerare come un incaricato "riempito/pieno di rettitudine ".
In fondo gli angeli, quando sono inviati, è necessario che si manifestino, onde debbono pur assumere forme e/o aspetti visibili e captabili per l'uomo, quindi questa forma in senso lato è un "corpo", sia pure spirituale, riempito di "rettitudine" da chi lo invia.
Dio stesso, peraltro, se vuole presentarsi deve assumere una dimensione captabile dall'uomo almeno come voce e in questo senso la Bibbia nell'Antico Testamento lo definisce "l'angelo del Signore", cioè "l'angelo di IHWH", ma in definitiva è proprio Lui stesso, che riempie un involucro fisico con la sua essenza, come nel caso del roveto ardente.
Nell'intera Bibbia il termine "angelo del Signore" si trova 61 volte di cui una sola nel Nuovo Testamento e precisamente in questo importante passo:

"Ecco come avvenne la nascita di Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, che era giusto e non voleva ripudiarla, decise di licenziarla in segreto. Mentre però stava pensando a queste cose, ecco che gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa, perché quel che è generato in lei viene dallo Spirito Santo. Essa partorirà un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli, infatti, salverà il suo popolo dai suoi peccati." (Matteo 1,18-21)

Dopo l'esilio babilonese si consolida l'idea che l'angelo è un essere creato da Dio, ma puro spirito e non una sua emanazione che ha il solo il tempo di vita che serve all'espletamento della missione, quindi sono esseri che sono stati pensati e creati da Dio.
Nella Sacra Scrittura non vi è un esplicito riferimento alla loro creazione, che però è patrimonio della fede, a cominciare dai Padri della Chiesa.
Santo Agostino ha detto degli angeli: " Subito fatti, furono fatti luce - Ut facti sunt, lux facti sunt".
Ciò pare ricordare quanto è scritto nell'apocrifo libro detto dei Giubilei, del II secolo a.C.: "E l'angelo che sta accanto a Dio, in conformità all'ordine del Signore, disse a Mosè: Scrivi tutte le cose della creazione, in qual modo il Signore Iddio compì, in sei giorni, tutta la Sua creazione e nel settimo giorno si riposò, lo santificò per tutti i secoli e lo pose a segno di tutta la sua opera. Nel primo giorno creò i cieli che in alto, la terra, le acque ed ogni spirito che serviva al Suo cospetto, gli angeli che stanno accanto a Dio, gli angeli della santità, gli angeli dello spirito del fuoco e quelli dello spirito del vento, delle nuvole per la tenebra, la grandine e la neve; gli angeli degli abissi, dei tuoni e dei fulmini; gli angeli degli spiriti del gelo, del forte calore, della stagione delle piogge, della primavera, dell'estate e dell'autunno... che Egli preparò con la sapienza del Suo cuore." (Giubilei II, 1,1-3)

Daniele afferma che mille volte mille angeli servono Dio e diecimila volte diecimila stanno in piedi davanti a Lui.

Il Cherubino "Kerub" , pertanto, è un essere puro spirito, intermediario tra Dio e l'uomo, e la lettura delle lettere fa considerare che:

"la rettitudine in un corpo porta dentro ".

È poi da tenere in debita considerazione che, come abbiamo visto nella descrizione che ne fa Ezechiele, "Sotto le ali, ai quattro lati, avevano mani d'uomo" (Ezechiele 1,8).

Ho poi trovato che "Cherubini" in Genesi 3,24 invece che è scritto "Kerubim" , e lo stesso modo è usato nel Salmo 80,2.
Questa notazione apre un altro scenario.
Chi sono quelli in Israele su cui poggia saldamente l'idea del Signore Dio degli eserciti se non sui maestri i "Rabbì" perciò Dio siede "sui retti Maestri" di Torah, "i retti Rabbini " che sono appunto dei .
I Rabbi erano i Cherubini che portavano la Torah in mezzo al popolo.
"E non fatevi chiamare 'maestri', perché uno solo è il vostro Maestro, il Cristo." (Matteo 23,10), perché Lui, il Cristo, è la Torah vivente.
Oggi, in senso traslato, i Cherubini sono gli evangelizzatori che portano Cristo alle genti. "Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro". (Matteo 18,20)
La lettera agli Ebrei ci propone all'attenzione la fede di chi ci ha annunciato la parola di Dio, i Cherubini che ci hanno portato il Cristo: "Ricordatevi dei vostri capi, i quali vi hanno annunciato la parola di Dio. Considerando attentamente l'esito finale della loro vita, imitatene la fede. Gesù Cristo è lo stesso ieri e oggi e per sempre! Non lasciatevi sviare da dottrine varie ed estranee..." (Ebrei 13,7-9)
Il responsorio a questa parola nelle lodi mattutine del Comune dei pastori e dottori della Chiesa, infatti, recita:

" Li hai posti come sentinelle, vegliano sulla tua Chiesa.
Giorno e notte annunziano il tuo nome, vegliano sulla tua Chiesa.
"

C'è quindi uno stretto collegamento degli annunziatori con Ezechiele che dopo la visione dei Cherubini che portavano il Cristo si sentì chiamato ad essere "sentinella alla casa d'Israele" (Ezechiele 3,17).

Quella biletterale consonantica KR o CR nella lingua greca dà luogo a Kras o Kre-as dal radicale Kar, Kra, Kru con i connessi significati di divenire duro, coagularsi com'è il caso del cristallo, e porta all'idea che avevano gli antichi della carne, immaginata come sangue coagulato, quindi, alla parola latina "caro" e all'accusativo "carnem" onde il pensiero vola a "Et Verbum caro factum est et habitavit in nobis". (Giovanni 1,14)

A questo punto l'agnello "Kar" di Dio è colui che porta "la rettitudine di Dio nel corpo ", quindi è evidente l'allusione all'incarnazione in Gesù di Nazaret recepita dall'autore ebraico del libro dell'Apocalisse.
La "merkavah", è così diventato il segno della evangelizzazione, perché va in cerca dei prigionieri e li riporta al Regno di Dio.
(Vedi: "Filippo e il carro della prima evangelizzazione")

Quei Cherubini del carro del trono della gloria dalla tradizione cristiana sono considerati figure, tutte alate, dei quattro evangelisti canonici, ciascuno rappresentato dall'immagine:
  • Luca, del vitello per il carattere di tenerezza, dolcezza e mansuetudine del suo messaggio;
  • Marco del leone, perché indica la regalità, la forza, la maestà del Cristo che vince il male;
  • Matteo della figura umana, in quanto rispetto agli altri mette maggiormente in risalto l'umanità del Cristo, il Figlio dell'Uomo;
  • Giovanni dell'aquila che vola in alto per la sua visione teologica.
Il libro dell'Apocalisse inequivocabilmente si ispira alla visione di Ezechiele del carro della gloria quando dice: "Davanti al trono vi era come un mare trasparente simile a cristallo. In mezzo al trono e attorno al trono vi erano quattro esseri viventi, pieni d'occhi davanti e dietro. Il primo vivente era simile a un leone; il secondo vivente era simile a un vitello; il terzo vivente aveva l'aspetto come di uomo; il quarto vivente era simile a un'aquila che vola. I quattro esseri viventi hanno ciascuno sei ali, intorno e dentro sono costellati di occhi; giorno e notte non cessano di ripetere: Santo, santo, santo il Signore Dio, l'Onnipotente, Colui che era, che è e che viene!" (Apocalisse 4,6-9)

GLI ANGELI DELLA BIBBIA
La prima volta che vengono citati i Cherubini è alla fine del capitolo 3 del libro della Genesi quando "'adam", la prima coppia umana, fu scacciata dal giardino dell'Eden: "Il Signore Dio lo scacciò dal giardino di Eden, perché lavorasse il suolo da cui era stato tratto." (Genesi 3,23)
Di seguito, il testo del libro della Genesi, capitolo 3 versetto 24, prosegue così: "Scacciò l'uomo e pose a oriente del giardino di Eden i cherubini e la fiamma della spada guizzante, per custodire la via all'albero della vita."
Ciò che dirò qui di seguito al riguardo di questo versetto è quanto ho inserito in "La spada del Signore".
Le parole usate in ebraico sono:

Cherubini                             kerubim
Fiamma                           we'et lahat
della spada                           ha choeroeb
guizzante,                    hammitehapoekoet
per custodire                          lishemor
la via                                  'oet doeroek
all'albero della vita            e's hacaiim

Queste parole sono tutte riferibili al Messia.
Indico sinteticamente ciò che m'ispirano alla luce dei messaggi grafici delle lettere e dei riferimenti biblici.

A - Cherubini, "kerubim", sono alla porta del Paradiso, due sono sulla cassa dell'Arca dell'Alleanza, due sul velo del Tempio, sono sotto la Merkabah, il carro della gloria (Ezechiele 1).
Pensando a Gesù come all'agnello che in ebraico si può dire anche "kar" (Deuteronomio32,14; 1Samuele 15,9; 2Re 3,4; Salmo 37,20; Isaia 16,1 e 34,6; Geremia 51,40; Ezechiele 27,21 e 39,18; Amos 6,4) una lettura con i miei criteri, spezzando la parola "kerubim" , alla luce del pensiero cristiano suggerito dal libro dell'Apocalisse, ottengo l'avviso:

"L'Agnello dentro è vivente ".

Questo è quanto, in effetti, sono ad indicare con la loro presenza quegli esseri.
Alcune manifestazioni angeliche sulla grotta-casa di Betlemme ove c'è il Santo Bambino, sono al sepolcro vuoto di Gesù, ma il Figlio dell'Uomo è lì attorno paiono confermare quel pensiero.

B - E la fiamma "we'et lahat", la lama della spada ritorta, traducono i Rabbini.
Provo a fare una lettura di quelle lettere ispirata dall'episodio di Gesù che morto in croce è trafitto dalla lancia: "un'asta all'Unigenito crocifisso con potenza aprirà il cuore " e più in generale per lahat'"Guizzante entrerà nel cuore ".
La stessa lama, ma di luce, nella iconografia esce dal cuore di Gesù Risorto, "Guizzante esce dal cuore ."
Questa lama sarà quella che entrerà anche nel cuore di Maria.


Si può, infatti, leggere: "L'Agnello dentro sarà alla Madre a portare , da primogenito appeso , nel cuore aperto una spada ."

L'Agnello dentro sarà alla Madre a portare, da primogenito appeso, nel cuore aperto una spada.

È questa la radice della profezia di Simeone a Maria "E anche a te una spada trafiggerà l'anima" nel Vangelo di Luca 3,35.

C - Il radicale della parola spada "ha choeroeb" è che porta ai verbi "uccidere, essere distrutto, distruggere, ammazzare", ma anche "essere secco, asciugarsi, essere desolato".
Indipendentemente dai segni di vocalizzazione, peraltro aggiunti nei Sacri testi ebraici della Tenak solo nei primi secoli dell'evo moderno, spada ha le stesse lettere del monte Oreb, "Chorebah" .
Questo monte per la prima volta si trova citato in Esodo 3,1 quando Dio si presenta a Mosè nel roveto ardente per far intraprendere la via della salvezza: "Ora Mosè stava pascolando il gregge di Ietro, suo suocero, sacerdote di Madian, e condusse il bestiame oltre il deserto e arrivò al monte di Dio, l'Oreb." Pensando al testo in ebraico la parola spada perciò ad un ebreo evoca certamente l'Oreb e gli eventi ad esso relativi: essenzialmente una teofania del Dio vivente e il dono della Torah.
Se si spezza la parola in + , c'è "una grotta "chor" = dentro " ed Elia trova una grotta sull'Oreb e Mosè viene riposto in una cavità sulla rupe quando vede Dio di spalle.
Gesù poi nascerà in una grotta - casa .
Mosè e Gesù nelle assemblee, posti chiusi , sono chiamati "rev" cioè "grande" per dire maestro, da cui "nostro maestro", Rabbunì.
La parola spada ricordando l'Oreb è ovvio che porta l'idea alla legge ed alla Torah e Gesù è la Torah vivente, il Cristo, Dio che parla dall'Oreb... è Lui la spada, la Parola di Dio, il Verbo del Padre, infatti: "...la parola di Dio è viva, efficace e più tagliente di ogni spada a doppio taglio; essa penetra fino al punto di divisione dell'anima e dello spirito, delle giunture e delle midolla e scruta i sentimenti e i pensieri del cuore." (Ebrei 4,12)
Al cristiano, perciò, potrebbe ricordare il nuovo Oreb, il nuovo Sinai, la montagna delle Beatitudini, da dove Gesù promulgò "il discorso della Montagna", Lui, la Parola, pronunciò le altre 9 parole, le sue benedizioni.
Guardiamo con attenzione alle lettere delle parole ebraiche del versetto della teofania del roveto, anche lì c'è una fiamma di fuoco che ricorda la spada dei cherubini a custodia dell'Eden.

"L'angelo del Signore gli apparve in una fiamma di fuoco in mezzo a un roveto..." (Esodo 3,2)



Qui fiamma è "labbat", perché sta ad indicare la parte più intima, il cuore "leb" del fuoco ed ecco che anche queste lettere se riferite alle vicende di Gesù e della madre possono suggerire:

"Un'asta sarà nel corpo del primogenito . Nella madre guizzerà unitamente così . Dal Signore Dio sarà dentro al cuore segnata . Per il sacrificio d'espiazione del Crocifisso si porterà afflitta () piena di lamenti ."

"Un'asta sarà nel corpo del primogenito. Nella madre guizzerà unitamente così. Dal Signore Dio sarà dentro al cuore segnata. Per il sacrificio d'espiazione del Crocifisso si porterà afflitta piena di lamenti."

Ancora profezia ben collegata a quella di Simeone del Vangelo di Luca?

D - Guizzante "hammitehapoekoet" "ritorta", traducono i Rabbini. Tale termine si ritrova in Deuteronomio 32,20: "Ha detto: Io nasconderò loro il mio volto: vedrò quale sarà la loro fine. Sono una generazione perfida, sono figli infedeli", quindi, perfido, perfidia, perversità fallacia.
Quella parola si trova poi per 9 volte nel libro dei Proverbi (2,12-14; 6,14; 8,13; 10,31-32; 16,28-30; 23,33).
Forse il nocciolo è quel "faccia liscia " che porta a da "puk" belletto (2Re 9,30 che usa Gezabele) quindi, c'è l'idea di un cercare di falsare la verità, ossia di dare un'immagine diversa di se stesso.
Se considero la parola separata in - - - posso provare a leggere pensando a Gesù "entrerà tra i morti , ne riuscirà , ne sgorgherà () il Crocifisso " e ancora "entrerà tra i morti , ne riuscirà , il Verbo per la rettitudine che lo segnava ".

E - Per custodire "lishemor" viene da "guardare, custodire, sorvegliare".
Per far comprendere come sono espressive le lettere ebraiche produco alcuni pensieri indotti da quelle lettere.

Se la lettera la rivolgiamo a Dio, il Potente:
  • Il Potente Nome in un corpo ", profezia di incarnazione;
  • Il Potente risorgerà in vita i corpi " profezia di risurrezione;
  • Il Potente brucerà l'essere ribelle ()" profezia di redenzione;
Se la lettera la rivolgiamo al serpente, nemico dell'uomo:
  • il serpente accese l'essere ribelli ()", motivo della caduta;
  • il serpente accese amarezza ", motivo di infelicità.
Mi ricorda inoltre il caro San Giuseppe e l'enciclica "Il Custode del Redentore - Redemptoris Custos" di Giovanni Paolo II - Roma, 15-08-1989.

F - la via "'oet doeroek" e l'albero della vita "he's hachaiym" aprono il pensiero a "Io sono la via, la verità e la vita." (Giovanni 14,6)
Provo ora a leggere quelle parole del versetto Genesi 3,24 da dopo "spada" tutte di seguito:


"entrerà tra i morti , ne riuscirà , il Verbo per la rettitudine che lo segnava , potente risorgerà in vita il corpo , gli verrà () in aiuto nel corpo la rettitudine , si vedrà rialzarsi . Ad uscire dalla tomba sarà ; risarà tra i viventi ."

Dal punto di vista redazionale, però, la prima volta in assoluto che nei libri della Torah appare il termine "Cherubini" è da ritenere che sia in occasione della descrizione dell'Arca della Testimonianza, al capitolo 25 del libro dell'Esodo, ove il testo dice: "Farai due cherubini d'oro: li farai lavorati a martello sulle due estremità del coperchio. Fà un cherubino ad una estremità e un cherubino all'altra estremità. Farete i cherubini tutti di un pezzo con il coperchio alle sue due estremità. I cherubini avranno le due ali stese di sopra, proteggendo con le ali il coperchio; saranno rivolti l'uno verso l'altro e le facce dei cherubini saranno rivolte verso il coperchio. Porrai il coperchio sulla parte superiore dell'arca e collocherai nell'arca la Testimonianza che io ti darò. Io ti darò convegno appunto in quel luogo: parlerò con te da sopra il propiziatorio, in mezzo ai due cherubini che saranno sull'arca della Testimonianza, ti darò i miei ordini riguardo agli Israeliti." (Esodo 25,18-22; 37,6-9)

"Avevano grandi ali e volti di bambini" (Talmud Khagghigà 13b Rashi, Ralbag)
"Il volto infantile dei bambini ricorda a colui che desidera studiare la Torah il dovere di assomigliare ai fanciulli in due aspetti: accettare il giogo della Torah come un bimbo che ha appena iniziato ad apprendere e, proprio come lui essere puro e innocente." (Nakhal Kedumim)

Forse a proprio alla reminiscenza rimasta nella tradizione di quei cherubini col volto di fanciulli si collega il detto di Gesù: "In verità vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli. Perciò chiunque diventerà piccolo come questo bambino, sarà il più grande nel regno dei cieli." (Matteo 18,3-4)
C'è un midrash in cui l'Onnipotente interroga il popolo ebraico intorno al Sinai: "Come posso sapere che voi osserverete la mia Torà? Chi saranno i miei garanti?"
Gli Ebrei proposero i Patriarchi e le Matriarche, ma l'Onnipotente non accettò, perché ormai il contributo da questi era stato dato.
Furono proposti allora i profeti, i saggi e i capi spirituali di ogni generazione, ma il Signore eccepì che sarebbero stati pochi, mentre il patto riguardava la nazione tutta intera.
"Allora saranno i nostri bambini i garanti!" dissero gli Ebrei.
"Noi garantiamo che insegneremo ai nostri figli in ogni generazione la Torah e ciò garantirà la sua e la nostra continuità".
Ciò spiega bene il significato dei cherubini con volto di fanciulli sul coperchio dell'arca che conteneva le Tavole del Patto.

Secondo la tradizione i volti dei cherubini erano l'uno maschile e l'altro femminile segno del matrimonio mistico tra Dio e l'umanità.

"Le ali di ciascun Cherubino erano spiegate verso l'alto e rivolte in direzione frontale rispetto all'altro, formando una sorta di tetto." (Talmud Sukkà 5b Rashi)
"Ogni persona dovrebbe eccellere in queste due doti: avere la ali spiegate verso l'alto... e avere il volto verso il prossimo..." ('Olelot Efraym)

Ecco che quei due cherubini con le loro ali che si toccavano formavano come una porta, "la porta del Signore, attraverso la quale entreranno i giusti" (Salmo 118,20).

All'atto della costruzione del primo Tempio poi i cherubini si moltiplicarono a testimoniare che quella era veramente la sede in terra della corte celeste.
Oltre a quelli sull'arca e sul velo del Santo dei Santi da 1Re 6,23-29 e 32-35 si apprende che Salomone, all'atto della costruzione del primo Tempio di Gerusalemme, "Nella cella fece due cherubini di legno di ulivo, alti dieci cubiti. L'ala di un cherubino era di cinque cubiti e di cinque cubiti era anche l'altra ala del cherubino; c'erano dieci cubiti da un'estremità all'altra delle ali. Di dieci cubiti era l'altro cherubino; i due cherubini erano identici nella misura e nella forma. L'altezza di un cherubino era di dieci cubiti, così anche quella dell'altro. Pose i cherubini nella parte più riposta del tempio, nel santuario. I cherubini avevano le ali spiegate; l'ala di uno toccava la parete e l'ala dell'altro toccava l'altra parete; le loro ali si toccavano in mezzo al tempio, ala contro ala. Erano anch'essi rivestiti d'oro. Ricoprì le pareti del tempio con sculture e incisioni di cherubini, di palme e di boccioli di fiori, all'interno e all'esterno... I due battenti erano di legno di ulivo. Su di essi fece scolpire cherubini, palme e boccioli di fiori, che ricoprì d'oro, stendendo lamine d'oro sui cherubini e sulle palme. Lo stesso procedimento adottò per la porta della navata, che aveva stipiti di legno di ulivo a forma quadrangolare. I due battenti erano di legno di abete; un battente era costituito da due pezzi girevoli e così l'altro battente. Vi scolpì cherubini, palme e boccioli di fiori, che ricoprì d'oro lungo le linee dell'incisione."

L'ebraismo s'è chiesto cosa raffigurassero quei cherubini e perché in genere due, affacciati come sull'arca e sul velo del Santo dei Santi, ed è arrivato a più conclusioni e tra le molte idee, segnalo:
  • "TB Yoma 54 e Bba Batra 99 "...nella tensione dell'abbraccio dei due cherubini vi vede simboleggiato l'amore di Dio per Israele che si unirebbero quando Israele compie la volontà di Dio."
  • "Midrash Tadshe" associa i due cherubini ai nomi di Dio di 'Elohim riferito all'attributo della giustizia e a IHWH connesso alla misericordia.
    (Vedi: "Il Dio Vivente")
Circola questo racconto nella tradizione ebraica: La tenda del Santo dei Santi in occasione dei pellegrinaggi a Gerusalemme veniva leggermente tenuta scostata per vedere quel simbolo dell'amore di Dio costituito dai due Cherubini.
Quando i due Cherubini si abbracciavano stava a significare l'amore di Dio per il popolo e la promessa di fertilità.
Quando però Israele era infedele i Cherubini si allontanavano era a significare la collera di Dio e il presagio di calamità.

Il tabernacolo ed il tempio, insieme al corredo contenevano molte rappresentazioni di Cherubini (Esodo 25,17-22; 26,1-31; 36,8; 1Re 6,23-35; 7,29-36; 8,6-7; 1Cronache 28,18; 2Cronache 3,7-14; 2Cronache 3,10-13, 5,7-8; Ebrei 9,5).

Il raffigurare Cherubini parrebbe in contrasto al comando di non farsi immagini.
Eppure Dio stesso li comandò come pure comandò all'ebreo di non farsi - immagini personali - da adorare.
Anche Salomone con quei cherubini di legno di cui ho prima detto pare non rispettare il comandamento: "Non ti farai idolo né immagine alcuna di ciò che è lassù nel cielo né di ciò che è quaggiù sulla terra, né di ciò che è nelle acque sotto la terra. Non ti prostrerai davanti a loro e non li servirai. Perché io, il Signore, sono il tuo Dio, un Dio geloso..." (Esodo 20,4.5)
I cherubini, è vero, sono angeli del cielo, ma non sono idoli o dèi da adorare, bensì sono manifestazioni e ambasciatori di Dio stesso.
Più complesso è interpretare quanto Mosè, poi, ordinò in Numeri 21,3, che si facesse cioè il serpente di bronzo acciocché chiunque morso da serpenti, guardandolo guarisse.

È poi da far notare che dopo quanto detto in modo specifico in Genesi 3,24 i cherubini con la loro presenza ed immagine servono da allora in poi a ricordare che s'è vicini al recinto proibito, in presenza di un limite invalicabile, cioè dov'è il luogo Santo o del Santo.
Il Santo dei Santi nel Tempio ricorda l'ambito da cui l'uomo fu scacciato come poi precisa Genesi 3,24, quel posto speciale della terra dove l'uomo, senza il peccato, poteva stare in comunione col Signore e dove poi solo Mosè poteva entrare per parlare faccia a faccia col Signore.
Al riguardo si consideri quanto ho scritto in "I Cherubini alla porta dell'Eden" considerati nella storia dei Patriarchi come tracce per ritrovare il Paradiso Terrestre di cui ho detto in "Il giardino dell'Eden" ove porto la tesi che Il Paradiso Terrestre fosse tutta la depressione dove ora nel fondo c'è il Mar Morto.
Fu disposto che anche i teli della Dimora riportassero immagini di cherubini, infatti, in Esodo 26,1 si legge: "Quanto alla Dimora, la farai con dieci teli di bisso ritorto, di porpora viola, di porpora rossa e di scarlatto. Vi farai figure di cherubini, lavoro d'artista."
Non basta!

Lo stesso velo di separazione dal Santo dei Santi avrà due cherubini, come precisa Esodo 26,31-33: "Farai il velo di porpora viola, di porpora rossa, di scarlatto e di bisso ritorto. Lo si farà con figure di cherubini, lavoro di disegnatore. Lo appenderai a quattro colonne di acacia, rivestite d'oro, con uncini d'oro e poggiate su quattro basi d'argento. Collocherai il velo sotto le fibbie e là, nell'interno oltre il velo, introdurrai l'arca della Testimonianza. Il velo sarà per voi la separazione tra il Santo e il Santo dei santi."

In effetti, racconta il libro dei Numeri 7,89: "Quando Mosè entrava nella tenda del convegno per parlare con il Signore, udiva la voce che gli parlava dall'alto del coperchio che è sull'arca della testimonianza fra i due cherubini; il Signore gli parlava."
(Vedi: "L'Incarnazione sotto il "velo" di Mosè")

Secondo la Qabbala, la "Gerarchia ebraica degli angeli" è descritta nell'Ordine Ermetico dell'Alba Dorata ove esistono dieci arcangeli, ognuno che comanda uno coro di angeli e che corrisponde ad una delle 10 Sephirot.
Da questa tradizione risulta che appunto i Cherubini - 9° Rango - sono molto vicino agli uomini - 10° Rango.


Sugli angeli si deduce un simbolismo delle immagini particolare:
  • l'essere coperti di occhi sta ad indicare il possesso della visione beatifica di Dio e la percezione vera del nostro mondo. "...E in mezzo al trono e attorno al trono, quattro creature viventi piene d'occhi davanti e di dietro. ...E le quattro creature viventi avevano ognuna sei a1i ed eran piene d'occhi all'intorno e di dentro..." (Apocalisse 4, 6-8)
  • l'essere dotati di mani rappresenta la volontà spirituale, di compiere la volontà di Dio. Secondo i mistici la posizione delle mani rivela il messaggio portato dall'Angelo; mano sinistra alzata compie la giustizia divina, se tende la destra è latore della divina misericordia. indice della destra punta il cielo è messaggero di una rivelazione.
  • le ali indicano la natura spirituale e la libertà dalla materia. Maggiore è la vicinanza a Dio più numerose e grandi sono le ali. Dionigi l'Areopagita dichiara: "L'ala simboleggia la prontezza ad elevarsi, il celestiale che da l'accesso verso l'alto e, con l'ascesa, il superamento di tutte le bassezze; la leggerezza delle ali indica che essi non hanno alcuna inclinazione terrestre ma si elevano in completa purezza e senza pesi verso le altezze sublimi..." Sono in definitiva un potenziamento della mente, delle mani e del corpo.
Anche i più vicini a Dio possono però insuperbirsi.
In Ezechiele al Capitolo 28 vi è, infatti, un parallelo tra le vicende del principe di Tiro re potente e pieno di orgoglio caduto ad opera degli Assiri e il principe dei dèmoni che il testo asserisce essere stato un Cherubino.

"Poiché il tuo cuore si è insuperbito e hai detto: Io sono un dio...
Perciò così dice il Signore Dio...
ecco, io manderò contro di te i più feroci popoli stranieri;
snuderanno le spade contro la tua bella saggezza,
profaneranno il tuo splendore siedo su un trono divino in mezzo ai mari...
Tu eri un modello di perfezione, pieno di sapienza,
perfetto in bellezza; in Eden, giardino di Dio...
Eri come un cherubino protettore, ad ali spiegate;
io ti posi sul monte santo di Dio e camminavi in mezzo a pietre di fuoco.
Perfetto tu eri nella tua condotta, da quando sei stato creato,
finché fu trovata in te l'iniquità.
Accrescendo i tuoi commerci ti sei riempito di violenza e di peccati;
io ti ho scacciato dal monte di Dio e ti ho fatto perire, o cherubino protettore,
in mezzo alle pietre di fuoco." (Ezechiele 28,2-15)

Ho presentato la decriptazione di Ezechiele 28 nell'articolo "Da isole, navi di Tarsis e Tiro, il Messia" nella rubrica "Racconti a sfondo biblico".
Ciò è in linea col libro di Giobbe (1,6 e 2,1), che propone che satana fosse un partecipante all'assemblea di Dio.
Anche Gesù di Nazaret, tra i suoi cherubini, vale a dire i 12 apostoli, aveva uno, Giuda Iscariota, che lo tradì.

Le apparizioni angeliche nella Bibbia sono frequenti.
Pur limitandoci al solo libro della Genesi, dopo quella citazione dei Cherubini a guardia del Giardino dell'Eden posso ricordare le seguenti:
  • l'angelo che soccorre Agar (Genesi 16,7);
  • inviati divini annunciato la nascita di Isacco (Genesi 18,2-10);
  • un angelo ferma la mano di Abramo e gli rinnova la promessa della discendenza (Genesi 22,12-17);
  • Giacobbe fa il sogno di una scala tra terra e cielo e di angeli che salivano e scendevano (Genesi 28,12);
  • Giacobbe lotterà una notte intera con un inviato di Dio (Genesi 32,25);
  • un angelo accompagna Eliezier, servo di Abramo, inviato a prendere una moglie ad Isacco (Genesi 24,40).
Nel Nuovo Testamento, troviamo gli angeli o l'angelo che:
  • annuncia a Maria la maternità;
  • parla più volte con Giuseppe;
  • annunciano ai pastori la nascita del Bambino;
  • servono Gesù nel deserto;
  • lo sostengono nell'orto del Getzemani;
  • sta seduto presso la tomba dopo la Resurrezione;
Per la Qabbalah l'albero della vita è la "scala di Giacobbe" (Genesi 28), la cui base è appoggiata sulla terra e la cui cima tocca il cielo che rappresenta l'albero sefirotico, il programma secondo il quale si è svolta la creazione lungo la quale le anime e le creature hanno raggiunto la loro forma attuale tramite le sefirot e gli angeli sono apportatori di conoscenza che salgono e scendono continuamente ma è anche il sentiero di risalita, attraverso cui l'intero creato può ritornare al traguardo cui tutto anela.
Secondo la tradizione orale, i due Cherubini possiedono l'uno un volto maschile e l'altro un volto femminile le due polarità fondamentali dell'esistenza e della consapevolezza.
Col graduale ravvicinamento e riunificazione di tali principi i Cherubini i due "Guardiani della soglia", diventano i pilastri della porta che ci introduce nel Giardino dell'Eden e servono indicazione e di riferimento per chi cerca cercando di tornare a casa.
L'Albero della Vita è la fonte del segreto dell'immortalità nei suoi due aspetti congiunti, anima e corpo, quindi per il cristiano è proprio Gesù Cristo il primo dei risorti che dona quel frutto per tornare alla casa del Padre.

EZECHIELE 10 - DECRIPTAZIONE
Nello stesso libro del profeta Ezechiele, al capitolo 10, di complessivi 22 versetti, si ripete la teofania di quel carro del Signore sui Cherubini.
Il profeta conferma che "I cherubini... erano gli stessi esseri viventi che avevo visto al fiume Chebar" e "Il loro aspetto era il medesimo che avevo visto lungo il fiume Chebar..." (Ezechiele 10,15-22)
Fornisce poi un particolare aggiuntivo su quel carro "Io sentii che le ruote venivano chiamate Tùrbine" (Ezechiele 10,13)
Basta cambiare un accento che in luogo di Tùrbine si ha Turbìne e l'immaginazione corre verso la descrizione di un vero e proprio UFO.
Il termine ebraico lì usato è "galleggal" che indica anche ruota e tùrbine, cioè avvolgimento.
Il testo ha una ripetizione veramente speciale della parola "Cherubino".
Bel testo ebraico; si trova, infatti al plurale per 16 volte ed al singolare per 6 mentre in italiano rispettivamente per 15 e 5 volte.

Riporto il testo della più recente traduzione C.E.I..

Ezechiele 10,1 - Io guardavo, ed ecco, sul firmamento che stava sopra il capo dei cherubini, vidi come una pietra di zaffìro e al di sopra appariva qualcosa che aveva la forma di un trono.

Ezechiele 10,2 - Disse all'uomo vestito di lino: Và fra le ruote che sono sotto il cherubino e riempi il cavo delle mani di carboni accesi, che sono fra i cherubini, e spargili sulla città. Egli vi andò, mentre io lo seguivo con lo sguardo.

Ezechiele 10,3 - Ora i cherubini erano fermi alla destra del tempio, quando l'uomo vi andò, e una nube riempiva il cortile interno.

Ezechiele 10,4 - La gloria del Signore si alzò sopra il cherubino verso la soglia del tempio e il tempio fu riempito dalla nube e il cortile fu pieno dello splendore della gloria del Signore.

Ezechiele 10,5 - Il fragore delle ali dei cherubini giungeva fino al cortile esterno, come la voce di Dio onnipotente quando parla.

Ezechiele 10,6 - Appena ebbe dato all'uomo vestito di lino l'ordine di prendere il fuoco fra le ruote in mezzo ai cherubini, questi avanzò e si fermò vicino alla ruota.

Ezechiele 10,7 - Il cherubino tese la mano per prendere il fuoco che era fra i cherubini; ne prese e lo mise nel cavo delle mani dell'uomo vestito di lino, il quale lo prese e uscì.

Ezechiele 10,8 - Nei cherubini appariva la forma di una mano d'uomo sotto le loro ali.

Ezechiele 10,9 - Guardai, ed ecco che al fianco dei cherubini vi erano quattro ruote, una ruota al fianco di ciascun cherubino. Quelle ruote avevano l'aspetto del topazio.

Ezechiele 10,10 - Sembrava che tutte e quattro fossero di una medesima forma, come se una ruota fosse in mezzo all'altra.

Ezechiele 10,11 - Muovendosi, potevano andare nelle quattro direzioni senza voltarsi, perché si muovevano verso il lato dove era rivolta la testa, senza voltarsi durante il movimento.

Ezechiele 10,12 - Tutto il loro corpo, il dorso, le mani, le ali e le ruote erano pieni di occhi tutt'intorno, tutti e quattro con le loro ruote.

Ezechiele 10,13 - Io sentii che le ruote venivano chiamate Tùrbine.

Ezechiele 10,14 - Ogni cherubino aveva quattro sembianze: la prima quella di cherubino, la seconda quella di uomo, la terza quella di leone e la quarta quella di aquila.

Ezechiele 10,15 - I cherubini si alzarono in alto: erano gli stessi esseri viventi che avevo visto al fiume Chebar.

Ezechiele 10,16 - Quando i cherubini si muovevano, anche le ruote avanzavano al loro fianco: quando i cherubini spiegavano le ali per sollevarsi da terra, le ruote non si allontanavano dal loro fianco;

Ezechiele 10,17 - quando si fermavano, anche le ruote si fermavano, e quando si alzavano, anche le ruote si alzavano con loro perché lo spirito degli esseri viventi era in esse.

Ezechiele 10,18 - La gloria del Signore uscì dalla soglia del tempio e si fermò sui cherubini.

Ezechiele 10,19 - I cherubini spiegarono le ali e si sollevarono da terra sotto i miei occhi; anche le ruote si alzarono con loro e si fermarono all'ingresso della porta orientale del tempio del Signore, mentre la gloria del Dio d'Israele era in alto su di loro.

Ezechiele 10,20 - Erano i medesimi esseri che io avevo visto sotto il Dio d'Israele lungo il fiume Chebar e riconobbi che erano cherubini.

Ezechiele 10,21 - Ciascuno aveva quattro aspetti e ciascuno quattro ali e qualcosa simile a mani d'uomo sotto le ali.

Ezechiele 10,22 - Il loro aspetto era il medesimo che avevo visto lungo il fiume Chebar. Ciascuno di loro avanzava diritto davanti a sé.

Presento la decriptazione - dimostrata per il versetto 19, poi di seguito l'intera decriptazione.

Ezechiele 10,19 - I cherubini spiegarono le ali e si sollevarono da terra sotto i miei occhi; anche le ruote si alzarono con loro e si fermarono all'ingresso della porta orientale del tempio del Signore, mentre la gloria del Dio d'Israele era in alto su di loro.





Ezechiele 10,19 - E saranno nella luce dell'Unico portati ad entrare . Cherubini saranno i viventi dell'Unico . Tutti come il Verbo tra gli angeli saranno ad entrare a vivere . E saranno in alto portati a vivere da angeli fuori dalla terra . Il Potente a vedere saranno , tra gli angeli sarà . Per abitare lassù verranno () i viventi portati ed entreranno nell'Unico condotti dal Verbo . L'energia sarà nei viventi dal Potente . I popoli integri a portare sarà il risorto Verbo che Crocifisso dalla tomba risorse . Lo vedranno le moltitudini che era il Crocifisso il Signore che nel mondo versò il sangue per un asta che con energia gli fu portata da spento (). Portò per aiutare la divinità . Ad uscire fu la rettitudine di Dio che dall'innalzato () fu ad entrare nei viventi . La vita potente dal seno () del Potente uscì .

Ezechiele 10,1 - Si porterà l'Unico alla vista e nel mondo l'energia entrerà. Dio entrerà in un corpo. A versarsi sarà per agire da una donna. Dall'alto nel corpo di una donna entrerà la rettitudine che nel corpo dentro le sarà a vivere. Da primogenito figlio la riempirà il Verbo. Lancerà la rettitudine nei viventi nei corpi, che all'origine uscì, per sbarrare la morte. La rettitudine riempirà il primogenito. Un angelo vide dell'Altissimo nel mondo la madre.

Ezechiele 10,2 - E fu a dirle che la divinità entrerà nel primogenito. Fu ad illuminarla. Il cuore le accese dentro. Di aiutarlo il sia la madre portò: sia nel primogenito a viverle nel corpo. Dentro il primogenito Dio abitò. Fu un angelo a recarle l'indicazione, il Potente si rivelò. Le rivelò che Dio sotto in cammino nel corpo si portava ad abitare per riportare la pienezza dell'innocenza inviando a resistere la rettitudine. L'energia racchiuse il Potente fu nella donna a vivere. Nella famiglia in cui fu l'angelo a portare il segno il Potente l'agnello portò. Dentro fu nella madre a portarsi questi. Nel corpo si versò dall'alto. Nel mondo, in una città, si portò. Ci fu dentro di Dio una sorgente ad esistere.

Ezechiele 10,3 - E al mondo la rettitudine in un corpo portò. Dentro fu in un seno a vivere. Aiutata fu da una madre a rivivere nei giorni. L'energia del Potente dentro fu in un'arca. Da dentro il primogenito l'avrebbe portata ad entrare negli uomini ed entrerà in azione l'energia che l'angelo (ribelle) nei viventi negò. Verrà a racchiudersi giù nei corpi al mondo nelle persone nei giorni alla fine.

Ezechiele 10,4 - A portare fu nel corpo la Madre la rettitudine dentro recando aiuto al Signore. In seno il Potente le entrò. L'agnello portò dentro dall'alto. Dalla Madre il Verbo al termine inviato uscirà in un tempio. Lo portò a stare tra i viventi il Potente per amore. Sarà al termine a venire tra i miseri ad abitare. Si chiuderà giù in un corpo che riempirà. Nel mondo verrà lo splendore.

Ezechiele 10,5 - Ed a versare portò il Potente della rettitudine l'energia nel Verbo. Fu nel mondo così in un corpo a portarsi ad abitare. Fu in un vivente l'anima per agire dell'Eterno nel mondo. Chiusa giù in un corpo entrò a vivere. Scese per l'angelo (ribelle) nel mondo con la rettitudine rovesciare. Porterà il rifiuto del Potente al demonio che gli sarà da sbarramento (quando) la rettitudine ad insinuare nei corpi porterà.

Ezechiele 10,6 - A portarsi fu nel mondo. Fu in una famiglia a scendere su cui aveva portato la scelta e venne in un uomo il cuore ad accendere in cui entrò solo a stare la Parola dell'Unico per l'essere ribelle rovesciare. Nascose l'Unico il fuoco in un vivente. Dentro c'era l'energia, recata per finire il serpente dal cammino. Il Potente rivelerà ai viventi che dentro dell'opprimere porterà la fine del serpente. Di rettitudine li sazierà. Sarà ai viventi a portarla. Fu dentro col desiderare di spazzarlo dai viventi. In aiuto da quel primogenito scenderà la potenza. D'entrare desidera nelle persone.

Ezechiele 10,7 - Porterà ad esistere il fuoco del Potente nella prigione del mondo con la rettitudine che dal corpo porterà. Con l'entrata, finirà le forze dell'essere impuro nei viventi. Dentro sarà l'energia a recare la fine del serpente. Con la rettitudine nei corpi porterà dentro ad esistergli nei viventi la maledizione. L'Unico la distruzione con il fuoco nei corpi dentro sarà all'angelo a recare. Alla fine usciranno Cherubini ad essere i viventi (quando) porterà ad esistere la risurrezione. Quel primogenito a recare sarà al drago la maledizione con l'innocente energia che sarà nei cuori a riaccendere. Entrato dentro l'aiuto saranno i viventi portati obbedienti. Dalla prigionia a portare sarà a rialzarsi quel primogenito.

Ezechiele 10,8 - A portarsi fu in un corpo la divinità. La rettitudine in un corpo si portò ad abitare. Fu di un uomo il figlio a stare. Scelse di essere d'aiuto all'umanità. Alla fine strapperà via con la rettitudine l'angelo (ribelle) il cui soffio è entrato in ogni vivente.

Ezechiele 10,9 - Porterà quel primogenito alla vista una calamità all'angelo che entrò all'origine nei corpi. Dentro agirà entrando. Dell'Unico riporterà il soffio. L'energia risarà nei viventi. Dell'Unico all'ombra entreranno per la rettitudine che nei corpi si riporterà. Dentro sarà la vita delle origini a riportarsi nelle persone. Nei fratelli per l'aiuto dell'Unico giù la potenza rientrerà. Così nei corpi si riporterà dentro Uno solo e il desiderare nelle persone di Uno solo. Inizierà giù il serpente ad uscire per la rettitudine nei corpi e da dentro dei fratelli l'essere impuro e l'essere ribelle che all'origine entrò, uscirà. Quel primogenito la porterà nelle persone essendo la piaga una sorgente. Originerà da dentro energia dalla croce. I corpi per dono risusciterà.

Ezechiele 10,10 - Porterà ai viventi dal corpo ad originare una forza che uscirà con acqua e sangue. La porterà dalla croce ai fratelli. Un neonato originerà, un corpo dentro nel tempo dalla piaga. Una donna dal corpo sarà ad uscirgli. Sarà ad entrare nel mondo col desiderio del Verbo che l'ha inviata da dentro la croce di portare la rettitudine nel mondo. All'Unico riporterà le persone.

Ezechiele 10,11 - Dentro nel cammino di integri per Dio originerà un corpo/Chiesa dentro al tempo.G numero si vedrà che sarà ad entrarvi di viventi che saranno nel cammino a portarsi. Al serpente guai per la conversione porteranno; lo consumeranno con la rettitudine. Dal Crocifisso dalla piaga sarà ad uscire la Madre che a versare li porterà nell'acqua. La felicità sarà nelle persone a rientrare. Partorirà la Donna fratelli che nel corpo saranno a portarsi. Sarà al serpente con la rettitudine recato il rifiuto. Saranno i convertiti a portarglielo.

Ezechiele 10,12 - Portando la rettitudine nei cuori la risurrezione dei corpi ai viventi recherà e fuggirà il bestiale. A recare sarà l'aiuto. Sarà a entrare la vita per la riportata rettitudine. Angeli il Verbo sarà dal mondo i viventi a recare fuori. Quel primogenito li porterà nella persona. Saranno i viventi a riempirlo standogli in seno. Saranno inviati a stargli i viventi dal foro dentro per essere a casa del Potente. Quel primogenito le moltitudini dal tempo vivi all'Unico li porterà nella persona per starvi a vivere.

Ezechiele 10,13 - Dal Potente desideravano con il Verbo tra gli angeli stare i viventi. Potenti, usciti dalla putredine, portati con i corpi, quel primogenito uscirà a rivelarsi. Rivelerà che dentro dell'Unico in questi l'energia c'era.

Ezechiele 10,14 - Si porterà l'Unico alle moltitudini in vista. Uscirà che nella persona erano a riempirlo racchiusi. Li aiutò con la persona in cui furono ad entrare. Ai fratelli in aiuto dalla persona fu ad uscirgli la rettitudine che dal corpo dentro portava. Dalla persona fu ad uscire della risurrezione l'energia. Fu il soffio inviato agli uomini per portare fuori il serpente bruciato con la forza della risurrezione. Le persone saranno con gli originari corpi. Il Signore sarà in vista. Saranno col Verbo figli risorti col corpo.

Ezechiele 10,15 - Portati a casa del Potente, retti tutti, vi entreranno. Dall'Agnello condotti ad abitare. Saranno i viventi a stare con l'Unico. Entreranno a vivere tra i beati. Vedranno chi era il Crocifisso: era il Figlio che partorì la rettitudine da dentro al corpo.

Ezechiele 10,16 - Lo portarono dentro i potenti pur retto in croce. Ad entrarvi da agnello lo portarono. Fu tra i viventi a portarsi in cammino ed uscì il desiderare nelle persone che resistesse la vita delle origini. Giù al serpente nei viventi recò dentro il fuoco che venne con l'entrata della rettitudine che nei corpi recò. Da dentro che erano i viventi dall'origine nell'oppressione dell'angelo (ribelle) col Verbo furono ad uscire per vivere dal Potente. In alto in seno al Potente entrarono. All'uscita della terra il serpente nei guai in un buco dentro recò. Dal mondo all'Unico li portò di persona. Un mare anche uscirà vivi di viventi del primogenito ad immagine. (Il racconto l'ho messo al passato perché sono le considerazioni di quelli che lo riconosceranno nei cieli.)

Ezechiele 10,17 - Da dentro per l'azione nei viventi del sangue a spazzare dai viventi l'essere impuro recò e puri li portò. La vita dei viventi fu ad innalzare e all'Unico li condusse integri. Così fu lo Spirito a rientrare nei viventi con l'uscita del bestiale.

Ezechiele 10,18 - E sarà saranno a rialzarsi l'originaria gloria. saranno fuori portati dal mondo in seno del Potente i viventi ed alla soglia del Tempio (di lassù) portati saranno i risorti, innalzati con i retti corpi, e dentro saranno a vivervi.

Ezechiele 10,19 - E saranno nella luce dell'Unico portati ad entrare. Cherubini saranno i viventi dell'Unico. Tutti come il Verbo tra gli angeli saranno ad entrare a vivere. E saranno in alto portati a vivere da angeli fuori dalla terra. Il Potente a vedere saranno, tra gli angeli sarà. Per abitare lassù verranno i viventi portati ed entreranno nell'Unico condotti dal Verbo. L'energia sarà nei viventi dal Potente. I popoli integri a portare sarà il risorto Verbo che crocifisso dalla tomba risorse. Lo vedranno le moltitudini che era il Crocifisso il Signore che nel mondo versò il sangue per un asta che con energia gli fu portata da spento. Portò per aiutare la divinità. Ad uscire fu la rettitudine di Dio che dall'innalzato fu ad entrare nei viventi. La vita potente dal seno del Potente uscì.

Ezechiele 10,20 - Dal mondo saranno nell'Unico ad entrare a vivere tra i beati. Vedranno che è il Crocifisso che fu in croce. Per strapparli via dal maledetto fu in Israele da figlio partorito. Così dentro al corpo si portò di un primogenito. La conoscenza della rettitudine fu da agnello a recare. Da dentro un mare n'uscì, nei viventi ad entrò.

Ezechiele 10,21 - Dalle insidie si vedranno uscire. Nell'Unico le moltitudini si vedranno entrare. Le persone saranno la pienezza a racchiudere per l'aiuto portato da quel primogenito dal cui corpo da dentro si vide la rettitudine inviare. Il Verbo era che nei viventi il rifiuto racchiuse per l'essere impuro col sangue che recò dalla croce. Ce ne fu a sufficienza per l'umanità. Sotto la rettitudine inviò il Verbo che fu ad entrare nei viventi.

Ezechiele 10,22 - Porterà a sbarrare la morte. Il soffio ad inviare fu nel mondo della vita. Rientra nei viventi che usciranno per il mondo. Nelle persone ci sarà la vita beata. Nei corpi i guai finiranno, spazzerà via il serpente. L'angelo (ribelle) uscirà dai corpi. Spengerà il verme che all'origine fu ad entrare nei viventi e l'Unico riporterà integri gli uomini. La divinità agirà dentro i corpi. Le persone saranno portate a stare col Potente per la rettitudine riportatasi.

SALMO 80 - DECRIPTAZIONE
Salmo 80,1 - Al maestro del coro. Su "Giglio del precetto". Di Asaf. Salmo.

Salmo 80,2 - Tu, pastore d'Israele, ascolta, tu che guidi Giuseppe come un gregge. Assiso sui cherubini rifulgi

Salmo 80,3 - davanti a Èfraim, Beniamino e Manasse. Risveglia la tua potenza e vieni in nostro soccorso.

Salmo 80,4 - Rialzaci, Signore, nostro Dio, fa' splendere il tuo volto e noi saremo salvi.

Salmo 80,5 - Signore, Dio degli eserciti, fino a quando fremerai di sdegno contro le preghiere del tuo popolo?

Salmo 80,6 - Tu ci nutri con pane di lacrime, ci fai bere lacrime in abbondanza.

Salmo 80,7 - Ci hai fatto motivo di contesa per i vicini, e i nostri nemici ridono di noi.

Salmo 80,8 - Rialzaci, Dio degli eserciti, fa' risplendere il tuo volto e noi saremo salvi.

Salmo 80,9 - Hai divelto una vite dall'Egitto, per trapiantarla hai espulso i popoli.

Salmo 80,10 - Le hai preparato il terreno, hai affondato le sue radici e ha riempito la terra.

Salmo 80,11 - La sua ombra copriva le montagne e i suoi rami i più alti cedri.

Salmo 80,12 - Ha esteso i suoi tralci fino al mare e arrivavano al fiume i suoi germogli.

Salmo 80,13 - Perché hai abbattuto la sua cinta e ogni viandante ne fa vendemmia?

Salmo 80,14 - La devasta il cinghiale del bosco e se ne pasce l'animale selvatico.

Salmo 80,15 - Dio degli eserciti, volgiti, guarda dal cielo e vedi e visita questa vigna,

Salmo 80,16 - proteggi il ceppo che la tua destra ha piantato, il germoglio che ti sei coltivato.

Salmo 80,17 - Quelli che l'arsero col fuoco e la recisero, periranno alla minaccia del tuo volto.

Salmo 80,18 - Sia la tua mano sull'uomo della tua destra, sul figlio dell'uomo che per te hai reso forte.

Salmo 80,19 - Da te più non ci allontaneremo, ci farai vivere e invocheremo il tuo nome.

Salmo 80,20 - Rialzaci, Signore, Dio degli eserciti, fa' splendere il tuo volto e noi saremo salvi.

Il Salmo è una preghiera per la rinascita di Israele, ma nasconde una densa pagina messianica.
A titolo d'esempio presento la decriptazione dell'ultimo dei 29 versetti che costituiscono il Salmo.

Salmo 80,20 - Rialzaci, Signore, Dio degli eserciti, fa' splendere il tuo volto e noi saremo salvi.



Salmo 80,20 - Il Signore Dio nel mondo fu a vivere . Scese dentro in un primogenito . Lo portarono in croce ne uscì risorto . Fu dentro l'energia a recare nel mondo per iniziare a guarire () dall'angelo (ribelle). Della rettitudine portò l'energia Gesù ( = ) nel mondo .

Questa è la decriptazione dei 20 versetti del Salmo.

Salmo 80,1 - Perché l'angelo (ribelle) giù si nascose, di Dio un fuoco per rinnovare fu in un seno che aiuto gli portò. Una prescelta il Potente del primogenito riempì. Il Verbo in vita questa madre portò nel corpo.

Salmo 80,2 - Con un corpo per agire entrò in Israele. Ascoltò nel mondo un l'angelo che guidava nel cammino un retto. Giù incontrò Giuseppe e fu ad illuminarlo: nella sua casa uscirà l'Agnello. In casa sarò dalla matrice ad uscire. Porterà il Verbo ad essere alla vista del mondo.

Salmo 80,3 - Del Potente in persona sarà il primogenito frutto che la Madre porterà, figlio gli sarà in cui vivrà l'energia che porterà ai viventi. Per l'energico fuoco uscirà il peccare dai corpo. Nei corpi a rientrare verrà la forza. L'oppressione portata dal serpente spengerà la potenza di Gesù che in croce entrerà per noi.

Salmo 80,4 - La maledizione sarà dai viventi ad uscire per la risurrezione che sarà quel figlio a recare e rientrerà dell'Unico nel corpo delle persone a ristare la rettitudine, ma l'angelo (ribelle) per il portato fuoco si vedrà uscire.

Salmo 80,5 - Sarà nel mondo a portare ad entrare la divinità. Entrerà a stare nei viventi (quando) giù da dentro il peccare finirà per sempre. I morti saranno visti risorgere dall'energia del Crocifisso. Da dentro il Crocefisso Verbo guizzò. Dal croce si vide dalla piaga...

Salmo 80,6 - ...uscire del primogenito la sposa. Dal Crocefisso con l'acqua il vigore della vita in aiuto dal seno portò. Il Crocefisso una luce versò ai viventi. Portò da dentro col sangue per il peccare finire un fuoco che il serpente sarà a bruciare.

Salmo 80,7 - Il Crocifisso alla luce dalla destra portò la madre. Ad aiutarlo si recò con gli apostoli. Il serpente col fuoco della rettitudine sarà a ricusare. Fu da casa, dove stava con gli apostoli, a portarsi. Fu del Potente in azione nel cammino a recare la potenza; da madre si portò.

Salmo 80,8 - La maledizione che c'è per i viventi giù dentro per il peccare alla fine uscirà per il fuoco che sarà dal Figlio portato. Lo porterà ad uscire quel primogenito dal corpo. Dalla persona sarà della rettitudine a recare l'energia Gesù nel mondo.

Salmo 80,9 - Scorrerà dal Verbo l'energia, la (sua) vita nei viventi scenderà. Il corpo sarà degli uomini a riempire, spazzerà da tutti lo straniero. Per la risurrezione scapperà chi portò ad esistere la morte. Dai cuori si vedrà uscire.

Salmo 80,10 - Nelle persone sarà alla fine la potenza il Verbo ad inviare. Il Signore porterà di tutti a risorgere i corpi. Il fuoco dal corpo risorto del Signore tutti riempirà. Da quel primogenito dal corpo scenderà.

Salmo 80,11 - La rettitudine che li riempirà li porterà rigenerati. Saranno i viventi a rialzarsi potenti nel mondo per la portata azione dell'energia del Verbo che sarà rientrata. Da quel primogenito nei corpi di questi ci sarà la divinità.

Salmo 80,12 - Il Crocifisso risorto la potenza nelle tombe riverserà. A rialzarsi saranno i corpi che saranno a riuscire. L'eternità sarà stata ai viventi portata, la divina energia li avrà rigenerati. La colomba (lo Spirito di Dio) a riversare avrà portato nei tutti che sono stati nel mondo.

Salmo 80,13 - La potenza nei viventi entrata dal Verbo nei corpi innalzerà tutte in cammino le generazioni che saranno da Lui portate nel corpo ad entrargli. Tutte aldilà saranno le generazioni rette.

Salmo 80,14 - Saranno l'Agnello a riempire i viventi. Gli angeli del mondo nel petto gli staranno con i corpi. A vivere si vedranno nel corpo portarsi dalla ferita che per l'opprimere del demonio ci fu. Saranno dai compagni angeli ad entrare.

Salmo 80,15 - A Dio dal mondo saranno i viventi innalzati. A casa si vedranno portare dal Crocifisso risorto. Li porterà il Figlio per amore nel cuore a vivere nei cieli ed a vedere li porterà il Volto, li verserà alla porta. Dal cammino col Verbo tra gli angeli questi verranno.

Salmo 80,16 - I portati retti tra gli angeli entreranno. Con quel primogenito risorto tra canti d'amore si vedranno entrare. Dai giorni per l'energia della rettitudine recata li porterà ad innalzare il Figlio. La forza del Crocifisso uscì nel cammino.

Salmo 80,17 - Tra i serafini entreranno. A casa da moglie al trono li porterà. Nell'assemblea entreranno a vivere. Scappato il nemico, tutte le persone essendo rette, saranno al Padre per mano condotti.

Salmo 80,18 - Il Crocefisso per il mondo fu un forte aiuto con la rettitudine. Innalzò l'umanità alla destra come l'innalzato Figlio Unigenito per il sangue che da quel primogenito con l'acqua scese dalla croce nel cammino.

Salmo 80,19 - Porterà il Potente ad incontrare. Nel foro porterà a scorrere i viventi. Nella piaga del Crocifisso a chiudersi saranno per essere tra gli angeli condotti e da dentro del Risorto innocenti corpi originerà.

Salmo 80,20 - Il Signore Dio nel mondo fu a vivere. Scese dentro in un primogenito. Lo portarono in croce ne uscì risorto. Fu dentro l'energia a recare nel mondo per iniziare a guarire dall'angelo (ribelle). Della rettitudine portò l'energia Gesù nel mondo.

SALMO 99 E ISAIA 6,1-8 - DECRIPTAZIONE
È il Salmo 99 un inno alla regalità di Dio.

Salmo 99,1 - Il Signore regna: tremino i popoli. Siede in trono sui cherubini: si scuota la terra.
Salmo 99,2 - Grande è il Signore in Sion, eccelso sopra tutti i popoli.
Salmo 99,3 - Lodino il tuo nome grande e terribile. Egli è santo!
Salmo 99,4 - Forza del re è amare il diritto. Tu hai stabilito ciò che è retto; diritto e giustizia hai operato in Giacobbe.
Salmo 99,5 - Esaltate il Signore, nostro Dio, prostratevi allo sgabello dei suoi piedi. Egli è santo!
Salmo 99,6 - Mosè e Aronne tra i suoi sacerdoti, Samuele tra quanti invocavano il suo nome: invocavano il Signore ed egli rispondeva.
Salmo 99,7 - Parlava loro da una colonna di nubi: custodivano i suoi insegnamenti e il precetto che aveva loro dato.
Salmo 99,8 - Signore, nostro Dio, tu li esaudivi, eri per loro un Dio che perdona, pur castigando i loro peccati.
Salmo 99,9 - Esaltate il Signore, nostro Dio, prostratevi davanti alla sua santa montagna, perché santo è il Signore, nostro Dio!

Dio è re giusto e santo.
Nei nove versetti per ben tre volte è dichiarato Santo.
Dal primo versetto in cui si parla dei Cherubini, di cui poi presento la dimostrazione, il termine Cherubini serve per dire di Lui, il Cristo, che nasce in una famiglia del mondo e si propone come "l'Agnello" come peraltro nella decriptazione del Salmo 80.
Questa parola richiama tutto l'immaginario che evoca nella Bibbia, quale:
  • Genesi 22,7-8 - "Isacco si rivolse al padre Abramo e disse: Padre mio! Rispose: Eccomi, figlio mio. Riprese: Ecco qui il fuoco e la legna, ma dov'è l'agnello per l'olocausto? Abramo rispose: Dio stesso provvederà l'agnello per l'olocausto, figlio mio!"
  • Esodo 12,5 - "Il vostro agnello sia senza difetto..."
  • Levitico 14,21 "...un agnello come sacrificio di riparazione..."
  • Isaia 11,6 - "Il lupo dimorerà insieme con l'agnello..."
  • Isaia 53,7 - "...era come agnello condotto al macello, come pecora muta di fronte ai suoi tosatori."
Quel tre volte "Santo" ci porta ad un'altra visione, questa volta di Isaia, in cui appaiono degli angeli, che sono definiti "Serafini".

"Nell'anno in cui morì il re Ozia, io vidi il Signore seduto su un trono alto ed elevato; i lembi del suo manto riempivano il tempio. Sopra di lui stavano dei serafini; ognuno aveva sei ali: con due si copriva la faccia, con due si copriva i piedi e con due volava. Proclamavano l'uno all'altro, dicendo: Santo, santo, santo il Signore degli eserciti! Tutta la terra è piena della sua gloria. Vibravano gli stipiti delle porte al risuonare di quella voce, mentre il tempio si riempiva di fumo. E dissi: Ohimé! Io sono perduto, perché un uomo dalle labbra impure io sono e in mezzo a un popolo dalle labbra impure io abito; eppure i miei occhi hanno visto il re, il Signore degli eserciti. Allora uno dei serafini volò verso di me; teneva in mano un carbone ardente che aveva preso con le molle dall'altare. Egli mi toccò la bocca e disse: Ecco, questo ha toccato le tue labbra, perciò è scomparsa la tua colpa e il tuo peccato è espiato. Poi io udii la voce del Signore che diceva:Chi manderò e chi andrà per noi? E io risposi: Eccomi, manda me!" (Isaia 6,1-8)

È interessante la descrizione di questi angeli, gli "sharef" , in ebraico "gli ardenti".
Hanno 6 ali e hanno anche le mani.
Quel particolare, che con due ali si coprono la faccia, richiama l'idea della recita della preghiera dello "shemà" che l'ebreo pronuncia coprendosi gli occhi che inizia con: "Ascolta, Israele: il Signore è il nostro Dio, il Signore è uno solo. Tu amerai il Signore tuo Dio con tutto il cuore, con tutta l'anima e con tutte le forze." (Deuteronomio 6,4-5)
Con tutto il tuo cuor intendesi con tutta la mente e tutti i sentimenti.
Con tutta l'anima è con tutta la propria vita, quindi con tutto il corpo.
E le forze sono rappresentate le braccia e le mani che agiscono.
Ed ecco che questi esseri hanno proprio due ali destinate alla testa, due al corpo, e due per le braccia, come a dire che tutte le proprietà personali sono dedicate a Dio al massimo grado.


Un ardente


Questi pensieri fanno venire alla mente il martirio di Rabbi Akiva.
Secondo il Talmud (Bavlì, Berachot 61b), per provare ad eliminare l'Ebraismo, il governo Romano proibì ai Maestri Ebrei di insegnare la Torah, ma Rabbi Akiva si rifiutò di seguire questo decreto e fu catturato e condannato a morte sul rogo nel 137 d.C..
Lo legarono e per farlo soffrire di più gli misero delle spugne impregnate d'acqua tra gli indumenti e le avvolsero con un rotolo della Torah.
Mentre ardeva come un serafino, il Rabbino sorrideva e recitava le preghiere.
Ai discepoli sbalorditi, Rabbi Akiva disse: "Per tutta la vita mi sono tormentato a causa del verso: 'Amerai il Signore tuo Dio con tutta l'anima'", e mi sono sempre chiesto quando sarei stato capace di adempiere questo precetto, ed ora che finalmente posso adempierlo, non dovrei farlo?"
Recitò così lo Shemà: " Shemà' Yisrael, Hashem 'Elohenu Hashem 'echad" e morì mentre pronunciava l'ultima parola e si sentì una voce dal Cielo che proclamò: "Tu sei beato Akiva, il tuo respiro si è spento con 'Echad. Tu sei beato Akiva, avrai una parte nel Mondo Avvenire."
Questo modo di morire è una lettura del termine Serafino "sharef" , infatti, "arde il corpo per la Parola ".

I serafini eccellono nell'amore di Dio.
I cherubini eccellono nella conoscenza di Dio.
Questo è il pensiero di Dante Alighieri nell'XI Canto del Paradiso della sua Divina Commedia ove parla di San Francesco e di San Domenico posti rispettivamente tre i Serafini e i Cherubini.

"L'un fu tutto serafico in ardore;
l'altro per sapďenza in terra fue
di cherubica luce uno splendore.
" (Paradiso XI 39)

San Francesco s'è meritato il titolo di "serafico padre", cioè di uomo che arde d'amore per il Signore e San Domenico era una luce di dottrina per quelli che ascoltavano la sua predicazione.

Vediamo ora più da vicino cosa sta a significare l'ala "kanaf" di un angelo.
La rappresentazione degli angeli grafica o descrittiva con tale forma che richiama gli uccelli che volano non sta a significare che gli angeli abbiano veramente delle ali tanto è vero che spesso nella Bibbia appaiono anche come semplici uomini come ad Abramo alle querce di Mamré o a Giacobbe al torrente Iabbok.
Queste ali, al singolare "kanaf" , dal punto di vista fisico sono la base per elevarsi , mentre in termini spirituali sono qualità che consentono di volare, certamente perché quegli esseri che le posseggono hanno in sé la "retta energia del Verbo ".
I Serafini hanno appunto sei ali, in ebraico "ses canafim" e le lettere suggeriscono "esseri viventi col Verbo dimoranti nella luce o da risorti ".

Tornando a quel brano d'Isaia 6,1-8, è questi l'inizio in Isaia del testo detto "il libro dell'Emmanuele" che vari commentatori sostengono dovrebbe trovarsi all'inizio del libro di Isaia.
Si comprende come per il criptato, invece, il racconto è la continuazione di quello dei precedenti capitoli (che ho tutti decriptati) e nel contempo la descrizione di primo livello, quello esplicito, è una visione profetica che emerge dal sottostante ordito.

Ne fornisco la decriptazione.

Isaia 6,1 - Dentro il Risorto ha inviato il segno che dalla morte si esce. I viventi in cammino l'hanno visto. Questi si è al mondo riportato ed alla luce l'Unigenito esce. Inizia il segno (per tutti) che il Signore è risorto. A casa innalzato al trono dell'Unico, il corpo da vivente vi porta, di angeli una luce l'Unigenito portano ad essere simile al Potente, è portato alla pienezza. È vivente l'Unigenito crocefisso. Uscita al mondo è sposa.

Isaia 6,2 - Risorta con il corpo la Parola è viva. Vedono i viventi che l'aiuto è vivente. La vita che si vive in alto dal Potente ha portato alla luce. L'abitazione della Parola è tra i viventi, la luce per illuminare rettamente in luogo elevato è per i viventi. La parola dell'Unigenito racchiude del miele. Il segno c'è stato per i viventi che è in trono entrato. Il Verbo inviato è stato per portare il culto degli idoli ad essere dai viventi così pienamente fuori, il corpo in cammino a rivelare ha portato e dentro l'illuminazione completa c'è atata del Vivente. E' stata in azione portata la bocca della Parola.

Isaia 6,3 - E a versarsi col corpo iniziò per colpire al mondo il primo serpente. A questi al mondo lo portò l'Unico per pulire, per trebbiare, per rovesciare, per sbarrare, per portare il fuoco della santità. Il Signore sceso dentro ha iniziato a portare il segno in pienezza; la sposa in terra, alla gloria porterà.
(1Corinzi 11,7 -L'uomo/l'umanità... è immagine e gloria di Dio; la donna invece è gloria dell'uomo. In Cristo Uomo e Dio si associano i due segni, la sposa, perciò è una donna di uomini.)

Isaia 6,4 - Ed è stato inviato il peccare, che ha originato la morte, fuori per la pienezza della Parola che è viva. Per i viventi la voce esce per far sgorgare il desiderio di un mondo che dentro sia completo ed i viventi del Potente Unico vedono la Luce inviata.

Isaia 6,5 - E l'Unico in vita col corpo l'Unigenito ha portato per l'esistenza del serpente; con forza così sarà a scacciarlo, la vita gli sarà finita. Così esisterà in un uomo il cuore in vita. Iniziò la luce della Parola completamente ad essere viva. L'Unico l'inviò così, fu portato alla casa e rettamente in azione nella Madre il cuore a vivere iniziò, nuda la Parola fu in vita, a lamentarsi così fu, fualla luce, a piangere fu. Iniziò il segno che al mondo il re era uscito portandosi in campo. Le schiere hanno portato il segno, il corpo l'Unigenito ha portato, sentiti sono stati i lamenti.

Isaia 6,6 - Ed è stata in azione la Parola di Dio. In un primogenito nascosto nel sangue l'ha inviata per uscire alla luce col corpo. La Parola è stata tra i viventi portata. Dentro è l'aiuto portato col corpo. Da sentinella esce in casa un vivente dal serpente per rovesciarlo. Chiuso è stato in un vivente per spiccarne il veleno. E' olocauso vivente vittima.

Isaia 6,7 - Ed è in cammino; in azione dall'alto la Parola è stata portata. E' l'Unigenito in vita col corpo uscito. Ecco al mondo lo splendore si vede, uscita dall'alto si vede la luce, la semplicità retta si porta al ribelle, al delitto la rettitudine si porta. Il peccato, la violenza totalmente espierà.

Isaia 6,8 - E per primo ad ascoltare dell'Unico completamente la voce il Signore fu per iniziare a vivere col corpo. Originato il mite fu da Donna, per il serpente chiudere portato in vita è stato. E' stato in cammino per noi portato; disse: Eccomi, manda me!

Ecco ora di seguito tutta la decriptazione dell'intero Salmo 99.

Salmo 99,1 - Il Signore dal Regno fu in un corpo in cammino. Questi si portò alla vista dei viventi nei giorni. In una illuminata casa l'Agnello recò. Dentro fu in un uomo. L'energia gli portò nel cuore. Entrò in terra.

Salmo 99,2 - Dal Signore in una casa scese la colomba (il Suo Spirito). La gloria portò nel corpo della madre. Ad entrare si portò nel primogenito. Dall'alto in una sposa si vide vivere per stare con i viventi.

Salmo 99,3 - Fu a portarsi per l'essere impuro bruciare nei viventi con la rettitudine. Scapperà l'essere impuro dal serpente recato. L'angelo (ribelle) portatosi nei corpi all'origine rovescerà l'aiuto che porterà la risurrezione di Lui.

Salmo 99,4 - Porterà la forza dal Regno per salvarli. Il Verbo, che di cuore li ama, venne della rettitudine a recare l'energia per l'angelo (ribelle) finire. Nei viventi sarà bruciato nei corpi nelle acque bollenti infuocate che il Verbo dal cuore porterà. Scenderà nella polvere del mondo. Da dentro spazzerà, rovescerà chi lo abita dalle origini. Dalla croce uscirà in azione il dono del Crocifisso.

Salmo 99,5 - In alto i viventi lo portarono. Lo fu per la perversità del maledetto che ad opprimerlo si portò, ma riuscì risorto il Crocifisso dalla tomba portato. Per l'asta del serpente gli uscì il sangue dal corpo che nel cammino la potenza fu a recare della santità di Lui.

Salmo 99,6 - Li salverà Lui. Li rigenererà con l'energia dentro della rettitudine. Uscirà l'angelo che s'era portato, ma risorgerà i viventi. Riporterà l'originaria potenza che dentro verserà nei corpi degli uomini. In vita si riporteranno. Verserà nei corpi l'originaria forza della vita divina del Signore. Porterà Lui a spazzare l'angelo dai viventi.

Salmo 99,7 - A casa i popoli porterà alla conoscenza degli angeli. Inviati saranno dalla Parola. In Dio saranno ad entrare i viventi risorti a vivere con i corpi per l'eternità. Tutti saranno portati, ma nella tomba rovescerà l'angelo (ribelle), il dragone serpente che nei viventi si portò.

Salmo 99,8 - Sarà per la perversità il maledetto ad essere ricusato. Alla fine uscirà dall'azione l'angelo. Saranno integri per Dio. Perdonati n'usciranno l'esistenze. Sarà in tutti la potenza a rientrare nei viventi. Ed innocenti in seno del Potente innalzati saranno. Accompagnerà il Crocifisso i viventi.

Salmo 99,9 - A saziarsi i viventi di vita li condurrà il Signore. Di Dio ad entrare saranno nei pascoli. Si porterà luminoso il Crocifisso che dalla tomba si riportò e li condurrà dal Potente. Entreranno con i corpi nel santuario e così saranno santi. Il Signore Dio dal mondo sarà tra gli angeli a portarli.

LA SINTESI DELL'APOCALISSE
Al termine di questo articolo propongo la lettura integrale del testo del capitolo 4 del libro dell'Apocalisse.
Questo riporta una visione del trono della gloria.
La descrizione è una sintesi ispirata di tutto quanto è descritto nell'Antico Testamento.
I cherubini non sono nominati, ma la descrizione riguarda anche loro.

"Poi vidi: ecco, una porta era aperta nel cielo. La voce, che prima avevo udito parlarmi come una tromba, diceva: Sali quassù, ti mostrerò le cose che devono accadere in seguito. Subito fui preso dallo Spirito. Ed ecco, c'era un trono nel cielo, e sul trono Uno stava seduto. Colui che stava seduto era simile nell'aspetto a diaspro e cornalina. Un arcobaleno simile nell'aspetto a smeraldo avvolgeva il trono. Attorno al trono c'erano ventiquattro seggi e sui seggi stavano seduti ventiquattro anziani avvolti in candide vesti con corone d'oro sul capo. Dal trono uscivano lampi, voci e tuoni; ardevano davanti al trono sette fiaccole accese, che sono i sette spiriti di Dio. Davanti al trono vi era come un mare trasparente simile a cristallo. In mezzo al trono e attorno al trono vi erano quattro esseri viventi, pieni d'occhi davanti e dietro. Il primo vivente era simile a un leone; il secondo vivente era simile a un vitello; il terzo vivente aveva l'aspetto come di uomo; il quarto vivente era simile a un'aquila che vola. I quattro esseri viventi hanno ciascuno sei ali, intorno e dentro sono costellati di occhi; giorno e notte non cessano di ripetere:

Santo, santo, santo
il Signore Dio, l'Onnipotente,
Colui che era, che è e che viene!

E ogni volta che questi esseri viventi rendono gloria, onore e grazie a Colui che è seduto sul trono e che vive nei secoli dei secoli, i ventiquattro anziani si prostrano davanti a Colui che siede sul trono e adorano Colui che vive nei secoli dei secoli e gettano le loro corone davanti al trono, dicendo:

Tu sei degno, o Signore e Dio nostro,
di ricevere la gloria, l'onore e la potenza,
perché tu hai creato tutte le cose,
per la tua volontà esistevano e furono create." (Apocalisse 4)

E chi era in mezzo al trono?

"Poi vidi, in mezzo al trono, circondato dai quattro esseri viventi e dagli anziani, un Agnello, in piedi, come immolato..." (Apocalisse 5,6)

I 24 anziani ricordano i 24 ordini sacerdotali di 1Cronache 24,1-19, ma anche le 12 tribù d'Israele e i 12 apostoli in forza del detto di Gesù: "E Gesù disse loro: In verità vi dico: voi che mi avete seguito, nella nuova creazione, quando il Figlio dell'uomo sarà seduto sul trono della sua gloria, siederete anche voi su dodici troni a giudicare le dodici tribù di Israele." (Matteo 19,28)

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