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RICERCHE DI VERITÀ...

 
LO SPOSO DELLA COPPIA NEL MATRIMONIO,
ROVETO ARDENTE

di Alessandro Conti Puorger
 

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UN PROGETTO CHE NON PIACQUE A TUTTI
C'era la necessità per Dio di preservare la libera crescita della nuova creatura dall'influenza d'una preesistente situazione, data per nota dall'autore, ma che Dio voleva gradualmente rendere nota.
La necessità di quel distinguere e separare notato nei giorni della creazione tra le cose che crea è sintomo che il Signore intende facilitare le scelte dell'uomo rendendo chiari alcuni punti proprio facendoglieli toccare con mano, ed era necessaria un'istruzione particolare ed era necessario che l'uomo distinguesse bene da male se doveva crescere e stare alla Sua presenza.
Per esistere occorrono scelte, uscire dal non essere che in definitiva è il male.
Dio conosce passato, presente e futuro ed ama, allora, poteva non dire la verità all'amata? Quel comando perciò "non ne mangiare" era inteso a proteggerla.
A tale istruzione Dio voleva provvedere direttamente come se avesse detto "non ne mangiare da sola, ti dirò io quando e come", perché non fosse influenzata in modo nefasto, come avvenne.
L'albero della conoscenza implica il tempo d'apprendimento, tanto é vero che nella visione dell'Apocalisse del mondo a venire nella Nuova Gerusalemme non sarà presente, mentre lo sarà quello della vita.
Con l'insegnamento del Signore la vita non avrebbe avuto un termine, ma un passaggio, mentre il mangiare senza di Lui provocava l'inizio del tempo e l'uomo si sarebbe sentito nudo d'insegnamenti completi e ricco solo di qualche nozione e con in più una interpretazione ed una scelta errata.
Per far cadere in errore l'uomo, infatti, occorse l'intervento di un'entità esterna al Paradiso, interessato ad impedire lo sviluppo dell'umanità e questi non avrebbe avuto successo se l'uomo, la coppia, avesse risposto: ne parlerò a Dio.
Il serpente "hannachash" , un essere vivente a cui il nome era stato dato da Adamo, quindi conosciuto, era stato evidentemente investito da uno spirito ignoto contrario al volere di Dio, il nemico di una precedente storia nei cieli.
Il serpente nell'immaginario collettivo è un animale che ha del misterioso, ripugnante e magico, perché dai veleni che si estraggano dalle varie specie si ricavano cure e medicine ed era guardato con rispetto.
Il radicale ebraico , infatti, riguarda la conoscenza magica, tramite auguri, gli indovini, l'usare pronostici, l'attendere alla divinazione, indi incantesimo e sortilegio, oltre che serpente.
Coi significati delle singole lettere e le regole di decriptazione di "Parlano le lettere", le lettere ci dicono d'una energia, un angelo che si nasconde dalla luce , un angelo delle tenebre.
Dio, il Creatore dell'uomo a propria immagine e somiglianza al versetto 26 dello stesso capitolo 1 è "'Aelohim" , forma plurale per dire Dio degli dei, cioè degli angeli e chi plasma l'uomo al Capitolo 2 della Genesi dalla polvere del suolo al versetto di 7 è "Iahwèh" "'Aelohim" .
Di fatto "'Aelohim" è un termine plurale che per la tradizione ebraica, esprime una dimensione universale, perché il Dio d'Israele "Iahwèh" è anche Dio di tutti gli uomini ed è più potente di tutti i loro dèi messi assieme.
Il Capitolo 2 usa per la prima volta il tetragramma sacro che ha in sé l'idea d'eternità per le lettere del Suo Nome che formano colui che "fu è sarà " e dice il Maimonide (1136-1204) "È il Primo in assoluto e l'Ultimo in assoluto", ma ben prima ci parla di ciò l'Apocalisse (1,17; 2,8; 22,13).
Il Primo e l'Ultimo implica il verbo venire , così Dio, ed in particolare Cristo per i cristiani, è colui che viene... che diviene: "Ecco, io verrò presto e porterò con me il mio salario, per rendere a ciascuno secondo le sue opere. Io sono l'Alfa e l'Omega, il Primo e l'Ultimo, il principio e la fine." (Apocalisse 22,12-13)
Non verrebbe in mente a nessun ebreo che gli atti creativi fondanti del cielo, della terra e dell'uomo, siano stati compiuti da angeli, o da un dio, così tanto meno all'autore del libro della Genesi che voleva proprio asserire che era stato Dio stesso, il Dio degli dei, l'unico e vero Dio l'autore di quelle meraviglie.
Il Salmo 8, ricordato da Gesù dopo l'ingresso messianico a Gerusalemme quando caccia i venditori dal Tempio (Matteo 21,16) ed è accolto dai fanciulli, che si rivolge ad "Adonai Iahwèh", il Signore Dio, le traduzioni C.E.I di prima e l'attuale rispettivamente riportano nei riguardi della creazione dell'uomo:

  • "...l'hai fatto poco meno degli angeli, di gloria e di onore lo hai coronato."
  • "...l'hai fatto poco meno di un dio, di gloria e di onore lo hai coronato."
La prima forma è da correggere e la seconda ci provata, ma può creare equivoco, perché l'uomo non è di poco inferiore a un dio qualsiasi, a un idolo o ad uno che fa dio di se stesso, ma è di poco inferiore solo a Lui, al Dio degli dei.
Questo Salmo 8 è una chiave di volta, perché proprio quel punto delicato può spiegare il motivo di ribellione d'una parte angelica se si coglie nell'intenzione di Dio che l'uomo è superiore agli angeli.
Il testo secondo la traduzione più recente del Salmo 8 è la seguente, ove ho riportato in rosso solo una chiosa:

"Al maestro del coro. Su 'I torchi'. Salmo. Di Davide. O Signore, Signore nostro, quanto è mirabile il tuo nome su tutta la terra! Voglio innalzare sopra i cieli la tua magnificenza, con la bocca di bambini e di lattanti: hai posto una difesa contro i tuoi avversari, per ridurre al silenzio nemici e ribelli. Quando vedo i tuoi cieli, opera delle tue dita, la luna e le stelle che tu hai fissato, che cosa è mai l'uomo perché di lui ti ricordi, il figlio dell'uomo, perché te ne curi? Davvero l'hai fatto poco meno del Dio degli dei, di gloria e di onore lo hai coronato. Gli hai dato potere sulle opere delle tue mani, tutto hai posto sotto i suoi piedi: tutte le greggi e gli armenti e anche le bestie della campagna, gli uccelli del cielo e i pesci del mare, ogni essere che percorre le vie dei mari. O Signore, Signore nostro, quanto è mirabile il tuo nome su tutta la terra!"

Il Figlio dell'Uomo, poi di certo, non è inferiore agli angeli pur se s'è sottoposto a scendere (kenosis,) nel mondo delle tenebre per essere uomo e ridargli dignità.
Da quel Salmo 8 si ricava che il Signore Iahwèh ha nemici e ribelli.
È la tradizione orale ebraica dell'angelo ribelle che trapela dalla scrittura, il Lucifero di Isaia 14,12-13 "Come mai sei caduto dal cielo, Lucifero, figlio dell'aurora? Come mai sei stato steso a terra, signore di popoli? Eppure tu pensavi: Salirò in cielo, sulle stelle di Dio innalzerò il trono, dimorerò sul monte dell'assemblea, nelle parti più remote del settentrione."
Di ciò pare dire poco la Tenak, cioè la parte dell'Antico Testamento della Bibbia cristiana presa dalle Sacre Scritture definite di "quelle che sporcano le mani" (Tosephta, Yadaim 2,13) del canone ebraico (comportavano il lavarsi le mani, dopo averli toccati).
Alcuni cenni si trovano nei libri:
  • Genesi 3,5 "Diventerete come Dio" che rivela le sue mire e il suo orgoglio;
  • Genesi 6,1-2 su i figli di Dio e le figlie degli uomini;
  • Levitico 16,6-10, il capro per Azazel;
  • Giobbe, con "ha-satan" l'angelo capo-accusatore della corte divina.
L'idea è che Lucifero, Satana, Sammaele - nomi delle entità demoniaca che nell'opporsi a Dio - trascinò via dal cielo un terzo degli angeli, i ribelli, che non convenivano col progetto dell'Altissimo di creare l'uomo per volerne "sposare" l'umanità. (Vedi: midrash "Tempo-Eternità")
Satana, infatti, è avversario dell'uomo e ne vuole dimostrare l'inettitudine e l'impossibilità ad arrivare alle vette del modello che Dio ha pensato per lui.
Dice la prima lettera di Giovanni: "sappiamo che siamo da Dio, mentre tutto il mondo giace sotto il potere del maligno". (1Giovanni 5,19)
Non è un'idea isolata, ma è nella coscienza ebraica dell'epoca, la letteratura apocalittica n'è piena e la lettera di Giuda ne riporta un'eco con "...angeli che non conservarono la loro dignità ma lasciarono la propria dimora, egli li tiene in catene eterne, nelle tenebre, per il giudizio del gran giorno." (Giuda 6)
Dio, infatti, li tiene in catene nel mondo, da cui non possono fuggire, in attesa del giudizio che avverrà secondo il libro dell'Apocalisse dopo il combattimento finale, ma gli uomini ne fanno le spese, quindi sono meritevole di comprensione e misericordia da parte del Creatore. (Vedi: "L'arcangelo Michele lotta con basilisco e leviatano")
La domanda è quando si verificò questo evento? Quale fu il momento in cui poté avvenire il trasferimento dal cielo nel mondo creato da Dio per l'uomo?
La risposta è certamente ciò poté avvenire dopo creata la separazione tra cielo e la terra, vale a dire alla separazione delle acque di sopra dalle acque di sotto, con la creazione del firmamento nel 2° giorno della creazione, quando "Dio disse: Sia il firmamento in mezzo alle acque per separare le acque dalle acque. Dio fece il firmamento e separò le acque, che sono sotto il firmamento, dalle acque, che son sopra il firmamento. E così avvenne. Dio chiamò il firmamento cielo. E fu sera e fu mattina: secondo giorno." (Genesi 1,6-8)
Fu enucleato un posto, un altro mondo, per farvi rimanere chi avesse voluto fuggire da Lui; di fatto fu l'ultimo momento in cui ci fu la possibilità per gli angeli ribelli di trovare un posto per fuggire da Dio.
Evidentemente preso atto della libertà che offriva la divisione dei cieli si gettarono sul nuovo mondo che in quel momento era solo una massa di acqua, non essendo ancora apparso l'asciutto del 3° giorno.
C'è la traccia che proprio questo è l'unico giorno ove il testo di Genesi 1 non registra l'osservazione di Dio "E vide che era cosa buona", infatti:
  • 1° giorno "Dio vide che la luce era cosa buona", ma per le tenebre tacque, forse era cominciato la cacciata dal cielo ed era bene discernere luce e tenebre;
  • 2° giorno, Dio non osservò che era cosa buona;
  • 3° giorno "Dio vide che era cosa buona" due volte (versetto 10 e 12), separate le acque dalla terra e quando produsse alberi con frutti e semi;
  • 4° giorno "Dio vide che era cosa buona";
  • 5° giorno "Dio vide che era cosa buona" e benedisse le creature create;
  • 6° giorno "Dio vide che era cosa buona" al momento della creazione degli animali, poi creò l'uomo maschio e femmina, li benedisse e "Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona."
Nel 1° giorno Dio non incluse in quel dire "era cosa buona" le tenebre, cioè era bene solo che ci fosse la luce e nel 3° giorno ripete due volte l'osservazione "era cosa buona", la prima dopo quando emerse l'asciutto ...come se le acque di sotto fossero sede ormai di indesiderati.
Tutta la terra doveva diventare un paradiso terrestre, era nel suo disegno la casa della sposa nel tempo del fidanzamento e a modello di come la pensava né fece un esempio per il primo uomo: "Il Signore Dio prese l'uomo e lo pose nel giardino di Eden, perché lo coltivasse e lo custodisse." (Genesi 2,15)
Fuori c'era steppa e sterpaglia e la mente l'associa a il demonio che imperversava evidentemente sulla terra, ma tra il possesso del demonio Dio creò un'oasi, una colonia, un avamposto del cielo... iniziava la guerra.

Il demonio, o satana, o diavolo dal Catechismo della Chiesa Cattolica:

391 - Dietro la scelta disobbediente dei nostri progenitori c'è una voce seduttrice, che si oppone a Dio, la quale, per invidia, li fa cadere nella morte La Scrittura e la Tradizione della Chiesa vedono in questo essere un angelo caduto, chiamato Satana o diavolo. La Chiesa insegna che all'inizio era un angelo buono, creato da Dio. Il diavolo infatti e gli altri demoni sono stati creati da Dio naturalmente buoni, ma da se stessi si sono trasformati in malvagi.

392 - La Scrittura parla di un peccato di questi angeli. Tale "caduta" consiste nell'avere, questi spiriti creati, con libera scelta, radicalmente e in modo irrevocabile rifiutato Dio e il suo Regno. Troviamo un riflesso di questa ribellione nelle parole rivolte dal tentatore ai nostri progenitori: "Diventerete come Dio" (Genesi 3,5), "Il diavolo è peccatore fin dal principio" (1 Giovanni 3,8), "padre della menzogna" (Giovanni 8,44).

393 - A far sì che il peccato degli angeli non possa essere perdonato è il carattere irrevocabile della loro scelta, e non un difetto dell'infinita misericordia divina. Non c'è possibilità di pentimento per loro dopo la caduta, come non c'è possibilità di pentimento per gli uomini dopo la morte.

394 - La Scrittura attesta la nefasta influenza di colui che Gesù chiama "omicida fin dal principio" (Giovanni 8,44), e che ha perfino tentato di distogliere Gesù dalla missione affidatagli dal Padre. "Il Figlio di Dio è apparso per distruggere le opere del diavolo." (1 Giovanni 3,8) Di queste opere, la più grave nelle sue conseguenze è stata la seduzione menzognera che ha indotto l'uomo a disobbedire a Dio.

395 - La potenza di Satana però non è infinita. Egli non è che una creatura, potente per il fatto di essere puro spirito, ma pur sempre una creatura: non può impedire l'edificazione del regno di Dio. Sebbene Satana agisca nel mondo per odio contro Dio e il suo regno in Cristo Gesù, e sebbene la sua azione causi gravi danni - di natura spirituale e indirettamente anche di natura fisica - per ogni uomo e per la società, questa azione è permessa dalla divina provvidenza, la quale guida la storia dell'uomo e del mondo con forza e dolcezza. La permissione divina dell'attività diabolica è un grande mistero, ma "noi sappiamo che tutto concorre al bene di coloro che amano Dio". (Romani 8,28) Alla fine dei tempi alla risurrezione dei morti il demonio non troverà posto nel mondo a venire.
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