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RICERCHE DI VERITÀ...
LO SPOSO DELLA COPPIA NEL MATRIMONIO, ROVETO ARDENTE
di Alessandro Conti Puorger
parti precedenti:
INTRODUZIONE »
UNA SPOSA O UN ROBOT? »
UN PROGETTO CHE NON PIACQUE A TUTTI »
LA CASA PER LA SPOSA »
LA CADUTA »
SALMI 127,1 - CANTO DELLE ASCENSIONI. DI SALOMONE »
PREPARATIVI DI UNA FAMIGLIA SANTA »
IL MATRIMONIO DEL FIGLIO UNIGENITO ISACCO »
IL MATRIMONIO FIGURA DEL PATTO
Nel definire le proprie mogli negli episodi alquanto oscuri, Abramo e il faraone (Genesi 12,10-20), Abramo e Abimelek (Genesi 20), Isacco e Abimelek (Genesi 26) dichiarano "è mia sorella"
e la stessa indicazione
"sorella mia sposa" si trova 4 volte nel Cantico dei Cantici che l'ebraismo considera l'inno d'amore del matrimonio tra Ha-Shem, il Nome Santo e Israele:
- 4,9 - "Tu mi hai rapito il cuore, sorella mia, sposa..."
- 4,10 - "Quanto sono soavi le tue carezze, sorella mia, sposa..."
- 4,12 - "Giardino chiuso tu sei, sorella mia, sposa, giardino chiuso..."
- 5,1 - "Son venuto nel mio giardino, sorella mia, sposa..."
E evidente il collegamento al primo matrimonio che Dio sancì nel giardino dell'Eden e il termine "kallah"
usato per sposa deriva da
,
radicale ebraico che significa "compiere, portare a compimento", concetto supporto al midrash della descrizione della creazione della sposa.
L'unione dell'uomo e la donna è il ricongiungimento voluto nell'idea originaria del Creatore che completa così il modello che aveva nella mente nel creare sia lui che lei destinati ad essere un unicum, e così si può leggere l'idea "sorella mia sposa"
"all'origine
strappata
()
fu
la sposa
".
Abramo e Isacco vista così la cosa non dicevano bugia!
Dirà il profeta Osea: "oracolo del Signore mi chiamerai: Marito mio, e non mi chiamerai più: Mio padrone... Ti farò mia sposa per sempre, ti farò mia sposa nella giustizia e nel diritto, nella benevolenza e nell'amore, ti fidanzerò con me nella fedeltà e tu conoscerai il Signore. E avverrà in quel giorno - oracolo del Signore - io risponderò al cielo ed esso risponderà alla terra; la terra risponderà con il grano, il vino nuovo e l'olio." (Osea 2,18 e 21-24)
Il grano, il vino e l'olio sono i segni del Messia e ai cristiani ricordano l'olio dell'unzione, il sacro crisma del Messia e il pane e il vino dell'eucaristia.
Dei versetti importanti Osea 2,21-22 trascrivo le parole essenziali in ebraico.
Ti farò mia sposa per sempre
Ti farò mia sposa nella giustizia
Ti fidanzerò con me nella fedeltà
(Quel "fidanzerò" è uguale a ti sposerò. lo stesso verbo
)
Sposarsi
e felicità o beatitudine "'oeshoer"
sono parole che hanno le stesse lettere da ordinare in modo diverso e stesso numero per la gimatria (501 = 300
+ 200
+ 1
),
e l'ordinarle in modo giusto e da fare nel corso della vita matrimoniale, perché la disponibilità c'è, se ci si appoggia al Signore.
"In principio"
,
la prima parola della Genesi, salvo la B =
,
ha le stesse lettere di "farò sposa"
e così l'idea che il Signore nel creare il cielo e la terra volesse fare una casa
per sposarsi trova un ulteriore appoggio.
Quei versetti di Osea c'insegnano che il vero matrimonio nel Signore sarà fondato e provato da 7 elementi uniti ed inscindibili: per sempre, giustizia, diritto, benevolenza, amore, fedeltà e conoscenza del Signore.
Se manca una sola di queste sette colonne crolla la casa; dice infatti il libro dei Proverbi: "La Sapienza si è costruita la casa, ha intagliato le sue sette colonne" e continua con: "Ha ucciso gli animali, ha preparato il vino e ha imbandito la tavola" (Proverbi 9,1-2) con cui pare ricordare gli animali uccisi per il patto relativo e le promesse e l'alleanza del Signore con Abramo (Genesi 15).
È, così, l'alleanza con Israele un vero matrimonio che fece il Signore e che doveva portare a un frutto concreto, un uomo figlio di Dio.
Queste che riporto sono tutte frasi del Signore nella Torah che sottolineano il rapporto esclusivo matrimoniale con Israele:
"Ora, se vorrete ascoltare la mia voce e custodirete la mia alleanza, voi sarete per me la proprietà tra tutti i popoli, perché mia è tutta la terra! Voi sarete per me un regno di sacerdoti e una nazione santa. Queste parole dirai agli Israeliti".(Esodo 19,5-6)
"Voi sarete per me uomini santi..." (Esodo 22,30)
"Sarete santi per me, poiché io, il Signore, sono santo e vi ho separati dagli altri popoli, perché siate miei." (Levitico 20,26)
Sarete miei e... lo sposo dice sei mia sposa.
Il matrimonio d'una coppia nell'ebraismo celebra e fa presente illuminando con un segno concreto nella carne il matrimonio di Dio alla comunità d'Israele.
Nel rito del matrimonio ebraico tra l'altro c'è una preghiera che recita il rabbino "Tu sia benedetto Eterno che santifichi il tuo popolo Israele col matrimonio".
In ciascuno di quei versetti appena sopra citati è ben evidente quel "per me" "lii"
così come è ripetuto 3 volte nei già riportati versetti di Osea.
Dicono appunto i rabbini che le due lettere di
fanno presente in quei casi:
- la lettera
il Santo d'Israele, perché è la lettera più alta di tutto l'alfabeto;
- la lettera
il popolo d'Israele, perché è la lettera più piccola di tutto l'alfabeto, "siete infatti il più piccolo di tutti i popoli" (Deuteronomio 7,7)
Tali lettere sono poi l'inizio e la fine del nome d'Israele
.
All'interno poi vi sono le tre lettere
che combinate in modo diverso danno "sposarsi"
e "felicità"
ed anche "capo, testa"
tutte con lo stessa somma gimatrica 501, quindi secondo il pensiero della cabbalah hanno stretto e sottile collegamento.
Le tavole della legge, le 10 parole o comandamenti dalla tradizione "...scritte dal dito di Dio, sulle quali stavano tutte le parole che il Signore vi aveva dette sul monte, in mezzo al fuoco, il giorno dell'assemblea" sono considerate la consegna del documento scritto o Ketubbah del matrimonio tra Dio e Israele.
Un midrash dice che, rotte le prime, per quelle che ridiede dopo l'episodio del vitello d'oro, Dio disse a Mosè, ora scrivile tu; ciò come un re che aveva già scritto la ketubbah per una donna che lo tradì e fu cacciata, ma un amico lo convinse a riconciliarsi e il re disse all'amico: Va bene, però ora la ketubbah scrivila tu... io ti darò una mano." (Shemot rabbà 47:2; Tanchumà yashan, Ki tissà 17).
I due sposi, come nel matrimonio cristiano, sono i ministri che nei giorni servono la nuova unità della coppia ove ciascuno non è quello di prima, ma cerca la comunione in presenza del Signore attento testimone e attore. è via di santità.
il matrimonio, infatti, è via di santità ed è detto "Qiddushin", cioè "Santificazione e Consacrazione" e la coppia nel matrimonio riceve la benedizione divina per seguire giorno dopo giorno la via del Qiddushin e procede secondo le Leggi della Purità Famigliare, "Taharat Hamashpachà", col bagno rituale della miqweh.
Disse Rabbi' Eleazar: "ogni uomo che non ha una donna non è un uomo (completo cioè un 'Adam), come è detto: maschio e femmina furono creati e chiamò il loro nome uomo" (in Genesi 5,2 'Adam).
Seguendo il criterio gemiatrico per il nome della coppia "'Adam"
contando le lettere col loro nome "'alef"
"-dalet"
"-mem"
si ha il valore numerico di 625 pari a quello del termine
"ha-keter", "la corona".
(80+30+1) +
(400+30+4) +
(40+40) = 625
(
= 200) +
(
= 400) +
(
= 20) +
(
= 5) = 625
Per la Cabbalah "la corona" è la prima delle 10 seìfirot, come la coppia umana è la cima della creazione. (Vedi: "Tensione dell'ebraismo ad una Bibbia segreta" nel paragrafo "La Bibbia segreta cercata dalla Cabbalà ebraica")
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