BibbiaWeb.net - di Alessandro Conti Puorger

Decriptare la Bibbia - di Alessandro Conti Puorger Autore   Contatti    Cerca      Home     
BibbiaWeb 2011  
Decriptare le lettere parlanti delle sacre scritture ebraicheVangeli e Protovangeli - Clicca qui per consultareParlano le lettere
Cerca negli articoli
Consulta le rubriche
  Lettere ebraiche
    e codice Bibbia
  Decriptazione Bibbia
  Attesa del Messia
  Vangeli
    e Protovangeli
  Ricerche di verità
  Racconti
    a sfondo biblico
  San Giuseppe

Decriptare la Bibbia
  Tutti gli articoli
  Indice
     brani decriptati
  Articoli più letti

 

RICERCHE DI VERITÀ...

 
IL FINE SETTIMANA
DONO D'ANTICIPO D'ETERNITÀ

di Alessandro Conti Puorger
 

    parti precedenti:

UNA DISCUSSIONE IMPORTANTE »
LA DIMENSIONE DEL RIPOSO »
LA SETTIMANA DELLA CREAZIONE »
I GIORNI SONO SACRI »

COMPORTAMENTI RELIGIOSI PRIMA DELLA TORAH
OFFERTE, ALTARI, SACRIFICI

Sul tema del "sabato", in primis, mi sono chiesto cosa dica la Bibbia su obblighi, prescrizioni, offerte, sacrifici e feste religiose ai tempi dei patriarchi degli ebrei prima della manifestazione di Dio a Mosè.
La risposta è che su tutto ciò prima di quel momento nella Bibbia non risulta alcun comando da parte di Dio.
Lo conferma il profeta Geremia che addirittura afferma: "Dice il Signore... in verità io non parlai né diedi comandi sull'olocausto e sul sacrificio ai vostri padri, quando li feci uscire dal paese dell'Egitto." (Geremia 7,21s)
Anche altri profeti sono critici su tale questione, tanto da far pensare che nel Pentateuco, com'è pervenuto, ci siano anche prescrizione inserite per usanze locali e non proprio volute da Dio o perlomeno gli stessi profeti mettono in evidenza che dietro tali gesti può facilmente nascondersi l'ipocrisia religiosa, ed al riguardo basta leggere Osea 6,6; Michea 6,6-8; Amos 5,21s.
La conclusione è che l'unico sacrificio ben accetto a Dio è la conversione e che sacrifici ed offerte prima dell'uscita dall'Egitto erano solo moti spontanei.
Tra i libri del Pentateuco, in ogni modo, il solo che tratta dei patriarchi è il libro della Genesi, che però è anche il più recente, scritto 7-8 secoli dopo l'evento esodo e la critica attuale sostiene che in forma midrashica contiene le riflessioni su quanto gli ebrei d'allora credevano e s'erano tramandati sulle proprie origini.
Non resta, perciò, che attingere da quel testo canonico per avere qualche elemento su tali questioni.
La prima volta che nel libro della Genesi si trova una manifestazione "religiosa" è al quarto capitolo, nel racconto di Caino e Abele, ove il primo fece un'offerta a Dio dai frutti della terra ed Abele la prese dai primogeniti del gregge.
(Vedi: "Visione su Abele, il pastore gradito al Signore")
Dio preferì il sacrificio d'Abele.
Il motivo della preferenza è da cercare nel moto spontaneo del cuore, sul quale solo Dio può giudicare, piuttosto che nel tipo d'offerta.
In tale occasione, però essendovi anche due attività a confronto, è parso a molti come che se l'offerta del pastore fosse stata preferita a quella dell'agricoltore, il che sembra un accenno al fatto che l'aspirazione alla cultura nomade dei patriarchi, pastori di greggi, piuttosto che agricoltori, veniva da una inclinazione mite in contrapposto agli Egiziani, che come Caino, ai propri dèi offrivano con preferenza fiori, frutti e prodotti agricoli, ma nel contempo angariavano gli ebrei, figura questi di Abele.
Il Genesi segnala poi un primo atto liturgico con Noè che offrì un sacrificio spontaneo a Dio dopo che s'abbassarono le acque del diluvio e l'arca rimase a secco sull'Ararat, "edificò un altare al Signore; prese ogni sorta di animali mondi e di uccelli mondi e offrì olocausti sull'altare". (Genesi 8,20)
L'osservazione del testo in tale occasione fu che il Signore "ne adorò la soave fragranza e pensò: Non maledirò più il suolo a causa dell'uomo, perché l'istinto del cuore umano è incline al male fin dall'adolescenza; né colpirò ogni essere vivente come ho fatto". (Genesi 8,21)
Che soave fragranza può uscire da carcasse di bestie bruciate?
Certo però è il Signore ha sentito un profumo.
Il soave odore poteva essere quello dell'intenzione che usciva dall'animo di Noè, ma l'accenno all'istinto negativo dell'uomo sembra non far trovare spazio a tale interpretazione.
Forse allora il profumo, era un futuro odore!
È allora da vedere cosa vogliano dire le lettere di quelle parole e l'esatte lettere ebraiche decriptate secondo il metodo "Parlano le lettere".

"Il Signore ne adorò la soave fragranza e pensò..."



La decriptazione reca al pensiero che chi bruciava, in effetti, era segno della volontà dell'uomo, pur se ormai potenzialmente incapace, di liberarsi dallo spirito bestiale che... "Portatosi s'era nei corpi per vivere (). La perversità () v'entrò che l'Unico aveva confinata . Nei corpi s'era nascosto nel mondo l'angelo (una energia). Chiudendovisi (co)stringeva recando della forza l'origine per essere ribelli ()."

Il bestiale "Portatosi s'era nei corpi per vivere.
La perversità v'entrò che l'Unico aveva confinata.
Nei corpi s'era nascosto nel mondo l'angelo (una energia).
Chiudendovisi costringeva recando della forza l'origine per essere ribelli."

Il Signore sentiva l'odore di questo evento, come d'altronde profetico era stato il ramoscello d'olivo riportato dalla colomba che preannunciava l'olio dell'unzione del Messia che sarebbe nato dai discendenti di Noè (Luca 3,26).
Noè con la moglie, i tre figli, Sem, Cam e Jafet e le loro mogli, erano gli unici otto salvati dopo il diluvio.
Noè era stato definito un giusto (Genesi 6,10), pur tuttavia quella conclusione di Dio nei riguardi del cuore dell'uomo sembra far cogliere che pur se Noè è un giusto è ineluttabile che "l'istinto del cuore umano è incline al male fin dall'adolescenza", ne consegue che Dio ne prende atto per una strategia di salvezza da ciò che inquina il cuore umano sin dalle origini.
Così il decriptato ci fa entrare nel perché Dio secondo l'autore non può prendersela più di tanto con l'uomo e conclude che è il momento di portare a segno un modus d'intervento inatteso dal nemico che insidia l'uomo.
Tutti gli uomini, secondo la Bibbia, discendono da quegli otto salvati con l'arca, e solo più tardi si paleserà il peccato di Cam, che comportò la maledizione di Noè sul figlio Canan di tale figlio (Genesi 9,18-28).
Pur tuttavia, già al momento di quel sacrificio di Noè il Signore considerò che l'animo dell'uomo è distorto.
Quindi la generazione nuova non è molto diversa dalla vecchia, solo che è cambiata la strategia di Dio... interverrà!
Pare, perciò, anche scorgersi nello specifico che l'atto stesso del sacrificio con la sua religiosità, di per sé, ha palesato una stortura superabile solo se il motore è la vera fede e su questo stesso tema più tardi il libro del Genesi racconta che Dio proverà Abramo.
Dio poi benedisse Noè ed i suoi figli, diede (Genesi 9) loro poche norme ed ordinò di moltiplicarsi e di dominare sulla terra, senza spargimenti di sangue.
Di fatto quelle sono le stesse norme che il 1° Concilio di Gerusalemme diede per i pagani che si convertivano al cristianesimo: "astenersi dall'idolatria, dall'impudicizia, dagli animali soffocati e dal sangue." (Atti 15,19-21)
L'uomo fu, così, nuovamente benedetto e consacrato dominatore, perciò re della terra, in cui però non vi sarà ancora la pace, che poi profetizzerà Isaia.
In quella occasione Dio, infatti, sottolinea che il "timore ed il terrore di voi sia in tutte le bestie selvatiche..." (Genesi 9,2) e fa profilare inimicizia tra gli uomini "Chi sparge il sangue dell'uomo dall'uomo il suo sangue sarà sparso". (Genesi 9,6a)
Nelle semplici norme di vita che Dio dette allora non ci fu prescrizione alcuna di culto, di feste o sacrifici, e solo in base a quelle semplici norme Dio proclamò la sua alleanza eterna con tutti gli uomini e con gli esseri che vivono in ogni carne.
La storia, per contro, insegna che i discendenti di Noè, dispersi dopo il crollo della torre di Babele, per ingraziarsi gli dèi costruirono idoli ed altari per sacrifici anche umani e pure dai discendenti di Sem, da cui provengono i patriarchi degli ebrei, furono continuati sacrifici spontanei in favore del Signore sull'esempio del progenitore Noè.
A tale riguardo, sempre nella Genesi, è raccontato che: "Il Signore apparve ad Abram e gli disse: alla tua discendenza io darò questo paese" (Genesi 12,7a) ed Abramo come risposta, per memoriale "...costruì in quel posto un altare al Signore che gli era apparso." (Genesi 12,7b)
Dopo la separazione dal nipote Lot, quando si stabilì alle Querce di Mamre ad Ebron, il patriarca costruì un ulteriore altare al Signore (Genesi 13,18).
L'olocausto, vale a dire far ardere completamente un'offerta senza che resti nulla da utilizzare per chi l'offre o per il sacerdote (Genesi 22,2), fu chiesto da Dio al patriarca Abramo addirittura nei riguardi dell'amato figlio Isacco, infatti, per far saggiare ad Abramo se aveva camminato nella fede o se era solo religiosità chiese: "Prendi tuo figlio, il tuo unico figlio che ami, Isacco, và nel territorio di Moria e offrilo in olocausto su di un monte che io t'indicherò".
Era usanza prettamente pagana, barbara e d'egoismo estremo, bruciare nel fuoco i propri figli (ad es. al dio Molok) per auspicare d'avere fortuna.
Com'è noto, Abramo alla richiesta di Dio di sacrificare il figlio, stava per ubbidire e là, sul Moria, preparò un altare, ma Dio in tale occasione, scrutato il cuore d'Abramo, evidentemente vi scorse la fede e non l'egoismo e così Abramo mentre stava per sacrificare il figlio fu fermato e sacrificò un ariete che Dio stesso aveva messo a disposizione.

Poi, anche Isacco, dopo che Dio gli apparve e lo benedisse, "costruì (a Bersabea) un altare e invocò il nome del Signore; lì piantò la tenda. E i servi d'Isacco scavarono un pozzo." (Genesi 26,25)
Giacobbe, dopo la separazione da Esaù, a Sichem eresse l'altare di El-Elohè-Israel (Genesi 33,20) e, dopo l'episodio della violenza di Sichem alla figlia Dina seguita dalla vendetta dei fratelli, se ne partì ed in Betel, su ordine di Dio stesso, costruì un altare.
La motivazione era istituire un culto per evitare culti idolatri nella famiglia (Genesi 35,2-4) e questa forse è proprio la chiave di lettura da dare ai culti dei patriarchi, cioè usare forme religiose dei popoli tra cui vivevano, riferendoli però al Dio Unico per tenere unita la famiglia e distoglierla dai culti dei popoli tra cui vivevano.
A Betel, Dio benedì Giacobbe, gli confermò la promessa fatta ad Abramo e ad Isacco, e Giacobbe per risposta eresse una stele, vi fece una libagione, e l'unse d'olio (Genesi 35,14), come aveva fatto con il guanciale di pietra in occasione del sogno della scala da cui salivano e scendevano gli angeli del cielo (Genesi 28,18).
Vale appena ricordare che ungere in ebraico è ed olio è , parole che richiamano rispettivamente la figura del Messia, l'Unto, e il numero 8 che in ebraico è con le stesse lettere di olio, quindi l'VIII giorno ed i relativi decriptati, come vedremo, ci parlano appunto di tale mito, divenuto realtà in Gesù Cristo.
L'olocausto - Esodo 18,12 - prima della consegna della legge è poi nominato un'altra volta, quando Ietro, l'offrì al Signore per ringraziamento, allorché con la figlia Zippora ed i nipoti Gherson ed Eliezer, figli di Zippora e di Mosè, andò nel deserto ad incontrare il genero che guidava fuoriusciti dall'Egitto.
Particolarmente interessante si delinea proprio il Cap 28 del libro del Genesi in cui è descritto il sogno di Giacobbe, perché tratta di un'idea di collegamento tra cielo e terra tramite la sognata scala da cui scendevano e salivano angeli.
Se i racconti ebraici del Genesi sono stati preparati anche per recepire un testo nascosto questo racconto dovrebbe essere particolarmente pregnante.
Con questa idea nella mente ho così voluto affrontare la decriptazione dei 22 versetti di quel capitolo e sono stato sorpreso della lucida sintesi che se ne ricava applicando il mio metodo di "Parlano le lettere" che rende praticabile con successo l'idea espressa in "Decriptare le lettere parlanti delle Sacre Scritture ebraiche".
Si trova così delineato, in modo ancora allegorico nel testo esterno e come racconto nel decriptato, il disegno conseguente alla considerazione già accennata nel racconto dell'arca di quando Dio disse: "Non maledirò più il suolo a causa dell'uomo, perché l'istinto del cuore umano è incline al male fin dall'adolescenza; né colpirò ogni essere vivente come ho fatto". (Genesi 8,21)
Quel racconto di Genesi 28 ha poi un seguito in Genesi 35 ove è ricordata anche Betlemme "Così Rachele morì e fu sepolta lungo la strada verso Èfrata, cioè Betlemme". (Genesi 35,19)
Più avanti riporterò i racconti dalla traduzione del testo di questi complessivi 51 versetti dei due capitoli del Genesi 28 e 35 secondo la CEI e poi tutto di continuo il testo delle decriptazioni parola per parola.

vai alla visualizzazione stampabile di tutto l'articolo

  invia questa notizia ad un amico


									
Copyright © 2011 BibbiaWeb - Tutti i diritti riservati. Riproduzione vietata.
[Bibbia home][inizio articolo]  Tutti gli articoli di
  RICERCHE DI VERITÀ...
[Bibbia home][inizio articolo]
 
DECRIPTARE LA BIBBIA - Le lettere del RE
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera jod
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera kàf
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera lamed
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera mèm

DECRIPTARE LA BIBBIA - Ala a destra del RE
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera nùn
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera samek
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera 'ajin
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera pè

DECRIPTARE LA BIBBIA - Ala a destra estrema
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera sade
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera qòf
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera resh
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera s'in e shìn

DECRIPTARE LA BIBBIA - Ala a sinistra del RE
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera wàw
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera zàjin
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera hèt
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera tèt

DECRIPTARE LA BIBBIA - Ala a sinistra estrema
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera bèt
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera ghimel
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera dalet
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera hè

DECRIPTARE LA BIBBIA - Il primo e l'ultimo
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera 'alef
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera taw


Bibbia Home | Autore | Perché Bibbiaweb? | Contatti | Cerca | Links
info@bibbiaweb.net  
Per i contenuti tutti i diritti sono riservati ad Alessandro Conti Puorger
BibbiaWeb

Alessandro Conti Puorger Alessandro Conti Puorger
Via Eleonora d'Arborea 30 - Roma - Italy

Realizzazione EdicolaWeb Edicolaweb.net
Via S. Maria a Cintoia 14/b - Firenze, Italy