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ATTESA DEL MESSIA...

 
LO SCETTRO DI DIO, IL BASTONE DI MOSÈ E IL MESSIA

di Alessandro Conti Puorger
 
 

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LA GUERRA CONTRO IL DIO DI QUESTO MONDO »
IL MESSIA VIENE DALLA TERRA O DAL CIELO? »
IL MESSIA VIENE DAL CIELO ED È PROFETIZZATO NELLE SCRITTURE »
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IL TRONO DEL RE DEL CIELO
La Bibbia ci dice che Dio andò alla ricerca di un popolo con cui allearsi per conquistare la terra e scelse una coppia anziana, Abramo e Sara e lei era anche sterile, eppure Dio e Abramo avevano gli stessi desideri: figli e terra!
Come propone la Bibbia, l'episodio che costituisce l'uscita dalle acque del parto del popolo di Dio si verifica dopo circa quattro secoli con i discendenti di Abramo e di Isacco e di Giacobbe con cui Dio farà poi una specifica alleanza. L'evento fu l'apertura del Mar Rosso di cui è detto in Esodo 14 e fu proprio un episodio glorioso in cui Dio manifestò il suo braccio santo e fu chiaro che era più potente del faraone dei suoi carri, dei suoi cavalli e dei suoi cavalieri.
Il cantico che Mosè allora propose al popolo conclude con "Il Signore regna in eterno e per sempre!" (Esodo 15,18) che è la constatazione che il fedele, anche quando non sa darsi spiegazioni, fa mirando i cieli, valutando con sguardo sintetico le vicende umane, certo che nulla accade se non inquadrato in un insieme, la storia, che vedrà la vittoria finale di Dio sul demonio e sul male.
Tutto ciò fu ben chiaro a Davide che si propose come interprete della volontà di Dio proponendo in effetti Dio stesso come re, sì che di fatto lui, l'unto dal Signore, altri non era che il suo vice in terra.
Ciò fu evidente quando Davide, gli anziani e i capi d'Israele procedettero con gioia al trasporto dell'Arca dell'alleanza del Signore dalla casa di Obed-Èdom a Gerusalemme e introdussero e collocarono l'Arca di Dio al centro della tenda eretta per essa da Davide.
Qui offrirono olocausti e sacrifici di comunione a Dio.
In quello stesso giorno Davide per la prima volta affidò ad Asaf e ai suoi fratelli una composizione di lode al Signore, riportata in 1Cronache 16,8-36 che, tra l'altro, al versetto 31 propone:

"Gioiscano i cieli ed esulti la terra si dica fra i popoli: Il Signore regna".

Era Gerusalemme divenuta così figura della Gerusalemme celeste con cui si conclude il libro dell'Apocalisse: "Vidi poi un nuovo cielo e una nuova terra, perché il cielo e la terra di prima erano scomparsi e il mare non c'era più. Vidi anche la città santa, la nuova Gerusalemme, scendere dal cielo, da Dio, pronta come una sposa adorna per il suo sposo. Udii allora una voce potente che usciva dal trono: Ecco la dimora di Dio con gli uomini! Egli dimorerà tra di loro ed essi saranno suo popolo ed egli sarà il 'Dio-con-loro'". (Apocalisse 21,1-3)
Da questa allegoria del re e di un regno dei cieli ne conseguono anche altri elementi; avrà appunto un trono, uno scettro, una corona e i suoi ambasciatori.
È interessante seguire sulla Bibbia quanto relativo a tali argomenti per approfondire l'idea che spunta dai sacri testi su tali temi.
L'antico libro di Giobbe vede che Dio "Copre la vista del suo trono stendendovi sopra la sua nube." (Giobbe 26,9) e la tradizione ebraica e biblica, infatti, immagina Dio seduto su una nube in cielo sul Trono di Gloria "Kiss'e ha kavod".
Oltre Ezechiele lo vide anche Michea che: "...disse: Pertanto, ascoltate la parola del Signore. Io ho visto il Signore seduto sul trono; tutto l'esercito celeste stava alla sua destra e alla sua sinistra." (2Cronache 18,18)
Solo Lui, il Re, può stare seduto, assieme ai 24 vegliardi.
Al momento della vittoria finale, infatti, si legge: "Il settimo angelo suonò la tromba e nel cielo echeggiarono voci potenti che dicevano: Il regno del mondo appartiene al Signore nostro e al suo Cristo: egli regnerà nei secoli dei secoli. Allora i ventiquattro vegliardi seduti sui loro troni al cospetto di Dio, si prostrarono faccia a terra e adorarono Dio". (Apocalisse 11,15s)
Gesù, infatti, agli apostoli che stavano con lui dopo l'ultima cena disse: "Voi siete quelli che avete perseverato con me nelle mie prove; e io preparo per voi un regno, come il Padre l'ha preparato per me, perché possiate mangiare e bere alla mia mensa nel mio regno e siederete in trono a giudicare le dodici tribù di Israele." (Luca 22,28-30)
Le altre figure angeliche stanno in piedi davanti al trono: "...alle sette Chiese che sono in Asia: grazia a voi e pace da Colui che è, che era e che viene, dai sette spiriti che stanno davanti al suo trono, e da Gesù Cristo, il testimone fedele, il primogenito dei morti e il principe dei re della terra." (Apocalisse 1,4)
L'idea del trono è estrapolata da quella di un re terreno ed il Talmud sostiene:

Questo trono fu visto dal profeta Ezechiele che presenta così la sua visione: "Sopra il firmamento che era sulle loro teste apparve qualcosa come una pietra di zaffìro ( 'aben safir) in forma di trono ( demut kiss'e) su questa specie di trono, in alto, una figura dalle sembianze d'uomo . Da ciò che sembravano i suoi fianchi in su, mi apparve splendido come metallo incandescente e, dai suoi fianchi in giù, mi apparve come di fuoco. Era circondato da uno splendore simile a quello dell'arcobaleno ( qoeshet) fra le nubi in un giorno di pioggia. Così percepii in visione la gloria del Signore ( kavod IHWH)." (Ezechiele 1,26-28)
Il trono era circondato dall'arcobaleno "qoeshet", e si può intendere che la vera prima lontana visione del trono della gloria ci fu per gli otto salvati quando si presentò quel primo arcobaleno nel racconto del Genesi del diluvio per sancire la prima alleanza con la nuova umanità.
Dal punto di vista dell'antichità della Sacra Scrittura la prima volta che, in effetti si parla, del trono del Signore è in Esodo 17, quando gli Israeliti furono attaccati da Amalek come ho evidenziato nei versetti che seguono.
È noto, infatti, in base a quel racconto che "Quando Mosè alzava le mani, Israele era il più forte, ma quando le lasciava cadere, era più forte Amalek. Poiché Mosè sentiva pesare le mani dalla stanchezza, presero una pietra, la collocarono sotto di lui ed egli vi sedette, mentre Aronne e Cur, uno da una parte e l'altro dall'altra, sostenevano le sue mani. Così le sue mani rimasero ferme fino al tramonto del sole. Giosuè sconfisse Amalek e il suo popolo passandoli poi a fil di spada. Allora il Signore disse a Mosè: Scrivi questo per ricordo nel libro e mettilo negli orecchi di Giosuè: io cancellerò del tutto la memoria di Amalek sotto il cielo! Allora Mosè costruì un altare, lo chiamò Il Signore è il mio vessillo ( IHWH nissi) e disse: Una mano contro il trono del Signore ( iad a'l kes IH)! Vi sarà guerra del Signore contro Amalek di generazione in generazione!" (Esodo 17,11-15)
Viene così palesata l'esistenza di una guerra perenne "di generazione in generazione" del Signore in terra contro il male, personificato là da Amalek.
Il popolo di Dio, perciò, si troverà sempre vicino il Signore "...che avanza come un prode, come un guerriero eccita il suo ardore; grida, lancia urla di guerra, si mostra forte contro i suoi nemici." (Isaia 42,13)
Gesù, infatti, nel Vangelo di Luca "Interrogato dai farisei: Quando verrà il regno di Dio? Rispose... il regno di Dio è in mezzo a voi!". (Luca 17,20s)
La guerra contro il dio di questo mondo era in pieno atto e il re il cui regno non è di questo mondo fu crocifisso sul suo trono di gloria, la croce gloriosa, e sulla croce scrissero che era re.
Visione simile a quella del profeta Ezechiele è quella dell'autore dell'Apocalisse: "Subito fui rapito in estasi. Ed ecco, c'era un trono nel cielo, e sul trono uno stava seduto. Colui che stava seduto era simile nell'aspetto a diaspro e cornalina. Un arcobaleno simile a smeraldo avvolgeva il trono. Attorno al trono, poi, c'erano ventiquattro seggi e sui seggi stavano seduti ventiquattro vegliardi avvolti in candide vesti con corone d'oro sul capo. Dal trono uscivano lampi, voci e tuoni; sette lampade accese ardevano davanti al trono, simbolo dei sette spiriti di Dio." (Apocalisse 4,2-5)
Dio come sovrano nei cieli ha evidentemente anche uno scettro.
Balaam il veggente dei pagani chiamato a maledire Israele ha una visione, una nascita celeste, una stella e uno scettro da Israele: "...Una stella spunta da Giacobbe e uno scettro sorge da Israele, spezza le tempie di Moab e il cranio dei figli di Set..." (Numeri 24,17)
Lo scettro qui è "shevoet e la lettera è particolare in quanto di uso molto meno frequente rispetto alle altre lettere e quindi caratterizzante la parola.
Tale lettera ha come significati base "cuore, pozzo, sigillato, utero" e come significati traslati "carità, bontà, amore, bellezza". (Vedi: scheda lettera tet cliccando nella colonna a destra delle pagine del Sito)
Se si spezza la parola coi significati delle varie lettere (Vedi: "Parlano le lettere") per scettro si ottengono questi predicati un significato:
  • gnostico, "per illuminare dentro il sigillato ";
  • sessuale, "accende dentro l'utero ";
  • spirituale o etico "accende dentro l'amore ".
Tra i vari significati che possono dare le lettere di questa parola però c'è anche "stare in esilio () per amore ".
Questo scettro, allora, è quello del Messia; sarà, infatti, Lui che "...pur essendo di natura divina, non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio; ma spogliò se stesso, assumendo la condizione di servo e divenendo simile agli uomini; apparso in forma umana, umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce." (Filippesi 2,6-8)
Il Vangelo di Matteo 27,28s sottolinea che schernirono Gesù vestendolo da re di burla con una canna per scettro: "Spogliatolo, gli misero addosso un manto scarlatto e, intrecciata una corona di spine, gliela posero sul capo, con una canna nella destra; poi mentre gli si inginocchiavano davanti, lo schernivano: Salve, re dei Giudei!"
Di fatto i salmi messianici segnalano la presenza di questo scettro eterno associato al Messia, ancora con l'uso della parola ""shevoet :
  • "Il tuo trono, o Dio, dura per sempre; scettro di rettitudine è il tuo scettro regale. Ami la giustizia e la malvagità detesti: Dio, il tuo Dio, ti ha consacrato con olio di letizia, a preferenza dei tuoi compagni." (Salmo 45,7s)
  • "Di Davide. Salmo. Oracolo del Signore al mio Signore: Siedi alla mia destra, finché io ponga i tuoi nemici a sgabello dei tuoi piedi. Lo scettro del tuo potere stende il Signore da Sion: Domina in mezzo ai tuoi nemici." (Salmo 110,1s) (Vedi: "Nel DNA dei Salmi: il Messia" articolo in .pdf in "Attesa del Messia")


Faraone dell'XI Dinastia

Per gli egiziani assurse a significato di scettro per i propri faraoni il bastone di pastore, il Hekat , segno della civiltà su cui regnavano, basata su allevamento e agricoltura; il faraone, d'altronde, era il buon pastore del suo popolo e per il popolo ebraico che ebbe alle origini una cultura egizia, quanto nei racconti biblici dell'Antico Testamento è relativo a bastone da pastore spesso nasconde l'idea di un vero e proprio scettro.
Altro termine poi collegabile a tale concetto che in ebraico indica "bastone, bastone di comando, verga, o scettro" è "mattoeh" , che indica anche tribù, come ramificazione, termine in cui c'è pure quella lettera che è come un utero, una gemma ancora chiusa della pianta, l'utero da cui esce il ramo della pianta stessa; quindi, estrapolando, da dove escono i figli della tribù e ne evoca la prolificità: "Vita dall'utero uscita ", per tribù;

"Vita dalla gemma uscita " per ramo.

Il bastone che batte sulla roccia e fa uscire acqua è un "mattoeh" che riferito in un discorso più ampio porta al Cristo in croce, la nostra roccia, che colpito al costato "acqua dal cuore esce ".

La sposa che attende di essere introdotta nella sala del re, il cui accesso è impedito dalla legge se il re non chiama, è tema che si trova nel tardivo libro biblico di Ester (II secolo d.C.).
Nei versetti che seguono lo scettro ha una sua rilevanza:
  • Ester 4,11, "Tutti i ministri del re e il popolo delle sue province sanno che se qualcuno, uomo vo donna, entra dal re nell'atrio interno, senza essere stato chiamato, in forza di una legge uguale per tutti, deve essere messo a morte, a meno che il re non stenda verso di lui il suo scettro d'oro, nel qual caso avrà salva la vita. Quanto a me, sono già trenta giorni che non sono stata chiamata per andare dal re".
  • Ester 5,2, "Ma Dio volse a dolcezza lo spirito del re ed egli, fattosi ansioso, balzò dal trono, la prese fra le braccia, sostenendola finché non si fu ripresa, e andava confortandola con parole rasserenanti, dicendole: Che c'è, Ester? Io sono tuo fratello; fatti coraggio, tu non devi morire. Il nostro ordine riguarda solo la gente comune. Avvicinati! Alzato lo scettro d'oro, lo posò sul collo di lei, la baciò e le disse: Parlami! Gli disse: Ti ho visto, signore, come un angelo di Dio e il mio cuore si è agitato davanti alla tua gloria. Perché tu sei meraviglioso, signore, e il tuo volto è pieno d'incanto".
Quello scettro in Ester è parola persiana "sharebit" , ma c'è ancora la lettera e un predicato che si può conseguire dalla lettura delle lettere ebraiche è "il principe in casa sta con la bella ".
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