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VANGELI E PROTOVANGELI...

 
L'ANIMA DEL CREATO
E LA PIETRA ANGOLARE

di Alessandro Conti Puorger
 

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LA STELLA DEL MATTINO
Se si prende atto in modo radicale della risurrezione di Cristo, ci si rende conto che la storia dell'umanità ha subito una rivoluzione.
I giorni della creazione sono scanditi con "E fu sera e fu mattina: primo, secondo... giorno" (Genesi 1) e l'umanità, almeno quella dei figli di Abramo era in attesa di un giorno in cui avvenisse un fatto appunto rivoluzionario.
Il profeta Isaia aveva parlato chiaro: "Preparerà il Signore degli eserciti per tutti i popoli, su questo monte, un banchetto di grasse vivande, un banchetto di vini eccellenti, di cibi succulenti, di vini raffinati. Egli strapperà su questo monte il velo che copriva la faccia di tutti i popoli e la coltre che copriva tutte le genti. Eliminerà la morte per sempre; il Signore Dio asciugherà le lacrime su ogni volto; la condizione disonorevole del suo popolo farà scomparire da tutto il paese, poiché il Signore ha parlato." (Isaia 25,6-8)
Questo monte è dove sorge Gerusalemme.

"Il primo giorno dopo il sabato, di buon mattino, si recarono alla tomba, portando con sé gli aromi che avevano preparato. Trovarono la pietra rotolata via dal sepolcro; ma, entrate, non trovarono il corpo del Signore Gesù... ecco due uomini apparire vicino a loro in vesti sfolgoranti... dissero loro: ...è risuscitato... bisognava che il Figlio dell'uomo fosse consegnato in mano ai peccatori, che fosse crocifisso e risuscitasse il terzo giorno." (Giovanni 24,1-7)

Fu così quello il mattino che sancì l'inizio per l'uomo di una nuova creazione!
Gesù, il primo dei risorti diviene così per tutti noi "la stella radiosa del mattino"; così, infatti, a Lui si riferisce il libro dell'Apocalisse: "Io, Gesù, ho mandato il mio angelo, per testimoniare a voi queste cose riguardo alle Chiese. Io sono la radice della stirpe di Davide, la stella radiosa del mattino". (Apocalisse 22,16)

La stella radiosa del mattino, la stella Sirio o anche il pianeta Venere che illuminato dal sole nascente si vede prima all'alba, fu, così, simbolo della risurrezione di Cristo.
Le stelle nell'immaginario antico, in special modo nel mondo egizio, poi in quello giudaico ed infine cristiano, col loro brillare nel buio della notte, hanno portato ad evocare l'immagine dei giusti che brillano di luce propria o riflessa della divinità o della Torah o di Cristo in questo mondo di tenebre.
Nell'Antico Testamento gli astri obbediscono alla volontà di Dio e l'annunciano come è evidente secondo l'idea del Salmo 19,2.

"Levate in alto i vostri occhi e guardate: chi ha creato quegli astri?
Egli fa uscire in numero preciso il loro esercito e li chiama tutti per nome;
per la sua onnipotenza e il vigore della sua forza non ne manca alcuno.
I cieli narrano la gloria di Dio, e l'opera delle sue mani annunzia il firmamento."

Il loro brillare manifesta la luce di Dio e quindi nell'immaginario ebraico il capo di quelle schiere rappresentative degli angeli sarebbe l'arcangelo Uriel (Libro di Enoch capitolo 21 e nel II libro di Esdra).
Questo angelo Uriel , infatti, si chiama proprio "Luce è di Dio " che nella tradizione ebraica è l'angelo che contrastò Mosè, perché non aveva circonciso il figlio (Esodo 4) e annunciò la nascita di Sansone (Giudici 13,3-5) ed aiuta a studiare la Torah.
Si parla, infatti, di angeli decaduti come stelle cadenti "...la sua coda (del drago) trascinava giù un terzo delle stelle del cielo e le precipitava sulla terra."(Apocalisse 12,4) e nella stesso libro dell'Apocalisse è detto di sette stelle con riferimento a sette Chiese che formano una menorah, cioè un candelabro a sette luci nelle mani di Cristo.
Tra l'altro la stella a sei punte o scudo di David o sigillo di Salomone è simbolo del giudaismo.
La stella del mattino è identificata con la più luminosa del firmamento, cioè Sirio della Costellazione del Cane maggiore.
Tale stella, infatti, era considerata di Iside, rappresentata dalla dea 'spdt', "Sopedet", la "Sothis" dei greci; quando sorgeva esattamente all'alba cioè nella sua levata eliaca, ossia in concomitanza col sole, era l'inizio del calendario sacro d'Egitto.
Per quel calendario di 365 giorni esatti l'anno iniziava proprio il giorno a quella levata eliaca, ma si aveva lo sfasamento rispetto alla realtà di un giorno ogni 4 anni e quindi lentamente l'inizio dell'anno differiva dall'inizio della piena del Nilo (si verificava nel mese di luglio preannunciava le piene del Nilo) riferimento per il computo dei calendari.
Ogni 1461 anni si era in sincronia.
A causa della precessione degli equinozi, inoltre, la levata eliaca di Sirio ritarda di una settimana circa ogni millennio e oggi si verifica il 15 Agosto.
L'insieme dei due sfasamenti portava a calcoli complessi.
"Septet", particolarmente brillante al suo levarsi col sole, accompagnava la barca di Ra ed era invocata nei libri dei morti da aiuto per l'anima ad andare ove sorge Orione.
Il libro di Giobbe, ritenuto molto antico, XI-X secolo a.C., almeno per il nucleo poetico, completato con parti in prosa - prologo ed epilogo - nel VI secolo a.C. parla di queste credenze:

"Puoi tu annodare i legami delle Plèiadi o sciogliere i vincoli di Orione? Fai tu spuntare a suo tempo la stella del mattino o puoi guidare l'Orsa insieme con i suoi figli? Conosci tu le leggi del cielo o ne applichi le norme sulla terra? Puoi tu alzare la voce fino alle nubi e farti coprire da un rovescio di acqua? Scagli tu i fulmini e partono dicendoti: Eccoci!" (Giobbe 38,31-35)

Il suo geroglifico rappresentava la conoscenza del divino ed era un vessillo segno di divinità col segno d'una stella.


Il mondo classico per stella del mattino ha sostituito a Sirio il pianeta Venere, le volte in cui appare luminosa in concomitanza dell'alba.

Il profeta pagano Balaam, chiamato a profetizzare dal re di Moab contro Israele che s'avvicinava dal deserto a quelle terre disse: "Io lo vedo, ma non ora, io lo contemplo, ma non da vicino: Una stella spunta da Giacobbe e uno scettro sorge da Israele." (Numeri 24,17)
Questa stella è Cristo che squarcia le tenebre del mondo con la sua risurrezione e come tale appare come segno sulla mangiatoia di Belemme, simbolo della venuta del Messia atteso.
Un secolo dopo le vicende di Gesù di Nazaret una parte del giudaismo ritenne d'individuare per Messia Simon Bar-Kokeb, caporione di esseni e zeloti della seconda rivolta ebraica, 132-135 d.C., contro i Romani.
Altri richiami alla tale perifrasi sulla stella che sta a segnare l'inizio di una nuova era per ciascuno con la conferma nel cuore dell'avvenuta risurrezione del Cristo si ricava da questi versetti:
  • "E così abbiamo conferma migliore della parola dei profeti, alla quale fate bene a volgere l'attenzione, come a lampada che brilla in un luogo oscuro, finché non spunti il giorno e la stella del mattino si levi nei vostri cuori." (2Pietro 2,19)
  • "con la stessa autorità che a me fu data dal Padre mio e darò a lui la stella del mattino." (Apocalisse 2,28)
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