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RICERCHE DI VERITÀ...

 
I CHERUBINI ANNUNCIANO
LA VENUTA DELL'AGNELLO

di Alessandro Conti Puorger
 

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GLI ANGELI DELLA BIBBIA
La prima volta che vengono citati i Cherubini è alla fine del capitolo 3 del libro della Genesi quando "'adam", la prima coppia umana, fu scacciata dal giardino dell'Eden: "Il Signore Dio lo scacciò dal giardino di Eden, perché lavorasse il suolo da cui era stato tratto." (Genesi 3,23)
Di seguito, il testo del libro della Genesi, capitolo 3 versetto 24, prosegue così: "Scacciò l'uomo e pose a oriente del giardino di Eden i cherubini e la fiamma della spada guizzante, per custodire la via all'albero della vita."
Ciò che dirò qui di seguito al riguardo di questo versetto è quanto ho inserito in "La spada del Signore".
Le parole usate in ebraico sono:

Cherubini                             kerubim
Fiamma                           we'et lahat
della spada                           ha choeroeb
guizzante,                    hammitehapoekoet
per custodire                          lishemor
la via                                  'oet doeroek
all'albero della vita            e's hacaiim

Queste parole sono tutte riferibili al Messia.
Indico sinteticamente ciò che m'ispirano alla luce dei messaggi grafici delle lettere e dei riferimenti biblici.

A - Cherubini, "kerubim", sono alla porta del Paradiso, due sono sulla cassa dell'Arca dell'Alleanza, due sul velo del Tempio, sono sotto la Merkabah, il carro della gloria (Ezechiele 1).
Pensando a Gesù come all'agnello che in ebraico si può dire anche "kar" (Deuteronomio32,14; 1Samuele 15,9; 2Re 3,4; Salmo 37,20; Isaia 16,1 e 34,6; Geremia 51,40; Ezechiele 27,21 e 39,18; Amos 6,4) una lettura con i miei criteri, spezzando la parola "kerubim" , alla luce del pensiero cristiano suggerito dal libro dell'Apocalisse, ottengo l'avviso:

"L'Agnello dentro è vivente ".

Questo è quanto, in effetti, sono ad indicare con la loro presenza quegli esseri.
Alcune manifestazioni angeliche sulla grotta-casa di Betlemme ove c'è il Santo Bambino, sono al sepolcro vuoto di Gesù, ma il Figlio dell'Uomo è lì attorno paiono confermare quel pensiero.

B - E la fiamma "we'et lahat", la lama della spada ritorta, traducono i Rabbini.
Provo a fare una lettura di quelle lettere ispirata dall'episodio di Gesù che morto in croce è trafitto dalla lancia: "un'asta all'Unigenito crocifisso con potenza aprirà il cuore " e più in generale per lahat'"Guizzante entrerà nel cuore ".
La stessa lama, ma di luce, nella iconografia esce dal cuore di Gesù Risorto, "Guizzante esce dal cuore ."
Questa lama sarà quella che entrerà anche nel cuore di Maria.


Si può, infatti, leggere: "L'Agnello dentro sarà alla Madre a portare , da primogenito appeso , nel cuore aperto una spada ."

L'Agnello dentro sarà alla Madre a portare, da primogenito appeso, nel cuore aperto una spada.

È questa la radice della profezia di Simeone a Maria "E anche a te una spada trafiggerà l'anima" nel Vangelo di Luca 3,35.

C - Il radicale della parola spada "ha choeroeb" è che porta ai verbi "uccidere, essere distrutto, distruggere, ammazzare", ma anche "essere secco, asciugarsi, essere desolato".
Indipendentemente dai segni di vocalizzazione, peraltro aggiunti nei Sacri testi ebraici della Tenak solo nei primi secoli dell'evo moderno, spada ha le stesse lettere del monte Oreb, "Chorebah" .
Questo monte per la prima volta si trova citato in Esodo 3,1 quando Dio si presenta a Mosè nel roveto ardente per far intraprendere la via della salvezza: "Ora Mosè stava pascolando il gregge di Ietro, suo suocero, sacerdote di Madian, e condusse il bestiame oltre il deserto e arrivò al monte di Dio, l'Oreb." Pensando al testo in ebraico la parola spada perciò ad un ebreo evoca certamente l'Oreb e gli eventi ad esso relativi: essenzialmente una teofania del Dio vivente e il dono della Torah.
Se si spezza la parola in + , c'è "una grotta "chor" = dentro " ed Elia trova una grotta sull'Oreb e Mosè viene riposto in una cavità sulla rupe quando vede Dio di spalle.
Gesù poi nascerà in una grotta - casa .
Mosè e Gesù nelle assemblee, posti chiusi , sono chiamati "rev" cioè "grande" per dire maestro, da cui "nostro maestro", Rabbunì.
La parola spada ricordando l'Oreb è ovvio che porta l'idea alla legge ed alla Torah e Gesù è la Torah vivente, il Cristo, Dio che parla dall'Oreb... è Lui la spada, la Parola di Dio, il Verbo del Padre, infatti: "...la parola di Dio è viva, efficace e più tagliente di ogni spada a doppio taglio; essa penetra fino al punto di divisione dell'anima e dello spirito, delle giunture e delle midolla e scruta i sentimenti e i pensieri del cuore." (Ebrei 4,12)
Al cristiano, perciò, potrebbe ricordare il nuovo Oreb, il nuovo Sinai, la montagna delle Beatitudini, da dove Gesù promulgò "il discorso della Montagna", Lui, la Parola, pronunciò le altre 9 parole, le sue benedizioni.
Guardiamo con attenzione alle lettere delle parole ebraiche del versetto della teofania del roveto, anche lì c'è una fiamma di fuoco che ricorda la spada dei cherubini a custodia dell'Eden.

"L'angelo del Signore gli apparve in una fiamma di fuoco in mezzo a un roveto..." (Esodo 3,2)



Qui fiamma è "labbat", perché sta ad indicare la parte più intima, il cuore "leb" del fuoco ed ecco che anche queste lettere se riferite alle vicende di Gesù e della madre possono suggerire:

"Un'asta sarà nel corpo del primogenito . Nella madre guizzerà unitamente così . Dal Signore Dio sarà dentro al cuore segnata . Per il sacrificio d'espiazione del Crocifisso si porterà afflitta () piena di lamenti ."

"Un'asta sarà nel corpo del primogenito. Nella madre guizzerà unitamente così. Dal Signore Dio sarà dentro al cuore segnata. Per il sacrificio d'espiazione del Crocifisso si porterà afflitta piena di lamenti."

Ancora profezia ben collegata a quella di Simeone del Vangelo di Luca?

D - Guizzante "hammitehapoekoet" "ritorta", traducono i Rabbini. Tale termine si ritrova in Deuteronomio 32,20: "Ha detto: Io nasconderò loro il mio volto: vedrò quale sarà la loro fine. Sono una generazione perfida, sono figli infedeli", quindi, perfido, perfidia, perversità fallacia.
Quella parola si trova poi per 9 volte nel libro dei Proverbi (2,12-14; 6,14; 8,13; 10,31-32; 16,28-30; 23,33).
Forse il nocciolo è quel "faccia liscia " che porta a da "puk" belletto (2Re 9,30 che usa Gezabele) quindi, c'è l'idea di un cercare di falsare la verità, ossia di dare un'immagine diversa di se stesso.
Se considero la parola separata in - - - posso provare a leggere pensando a Gesù "entrerà tra i morti , ne riuscirà , ne sgorgherà () il Crocifisso " e ancora "entrerà tra i morti , ne riuscirà , il Verbo per la rettitudine che lo segnava ".

E - Per custodire "lishemor" viene da "guardare, custodire, sorvegliare".
Per far comprendere come sono espressive le lettere ebraiche produco alcuni pensieri indotti da quelle lettere.

Se la lettera la rivolgiamo a Dio, il Potente:
  • Il Potente Nome in un corpo ", profezia di incarnazione;
  • Il Potente risorgerà in vita i corpi " profezia di risurrezione;
  • Il Potente brucerà l'essere ribelle ()" profezia di redenzione;
Se la lettera la rivolgiamo al serpente, nemico dell'uomo:
  • il serpente accese l'essere ribelli ()", motivo della caduta;
  • il serpente accese amarezza ", motivo di infelicità.
Mi ricorda inoltre il caro San Giuseppe e l'enciclica "Il Custode del Redentore - Redemptoris Custos" di Giovanni Paolo II - Roma, 15-08-1989.

F - la via "'oet doeroek" e l'albero della vita "he's hachaiym" aprono il pensiero a "Io sono la via, la verità e la vita." (Giovanni 14,6)
Provo ora a leggere quelle parole del versetto Genesi 3,24 da dopo "spada" tutte di seguito:


"entrerà tra i morti , ne riuscirà , il Verbo per la rettitudine che lo segnava , potente risorgerà in vita il corpo , gli verrà () in aiuto nel corpo la rettitudine , si vedrà rialzarsi . Ad uscire dalla tomba sarà ; risarà tra i viventi ."

Dal punto di vista redazionale, però, la prima volta in assoluto che nei libri della Torah appare il termine "Cherubini" è da ritenere che sia in occasione della descrizione dell'Arca della Testimonianza, al capitolo 25 del libro dell'Esodo, ove il testo dice: "Farai due cherubini d'oro: li farai lavorati a martello sulle due estremità del coperchio. Fà un cherubino ad una estremità e un cherubino all'altra estremità. Farete i cherubini tutti di un pezzo con il coperchio alle sue due estremità. I cherubini avranno le due ali stese di sopra, proteggendo con le ali il coperchio; saranno rivolti l'uno verso l'altro e le facce dei cherubini saranno rivolte verso il coperchio. Porrai il coperchio sulla parte superiore dell'arca e collocherai nell'arca la Testimonianza che io ti darò. Io ti darò convegno appunto in quel luogo: parlerò con te da sopra il propiziatorio, in mezzo ai due cherubini che saranno sull'arca della Testimonianza, ti darò i miei ordini riguardo agli Israeliti." (Esodo 25,18-22; 37,6-9)

"Avevano grandi ali e volti di bambini" (Talmud Khagghigà 13b Rashi, Ralbag)
"Il volto infantile dei bambini ricorda a colui che desidera studiare la Torah il dovere di assomigliare ai fanciulli in due aspetti: accettare il giogo della Torah come un bimbo che ha appena iniziato ad apprendere e, proprio come lui essere puro e innocente." (Nakhal Kedumim)

Forse a proprio alla reminiscenza rimasta nella tradizione di quei cherubini col volto di fanciulli si collega il detto di Gesù: "In verità vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli. Perciò chiunque diventerà piccolo come questo bambino, sarà il più grande nel regno dei cieli." (Matteo 18,3-4)
C'è un midrash in cui l'Onnipotente interroga il popolo ebraico intorno al Sinai: "Come posso sapere che voi osserverete la mia Torà? Chi saranno i miei garanti?"
Gli Ebrei proposero i Patriarchi e le Matriarche, ma l'Onnipotente non accettò, perché ormai il contributo da questi era stato dato.
Furono proposti allora i profeti, i saggi e i capi spirituali di ogni generazione, ma il Signore eccepì che sarebbero stati pochi, mentre il patto riguardava la nazione tutta intera.
"Allora saranno i nostri bambini i garanti!" dissero gli Ebrei.
"Noi garantiamo che insegneremo ai nostri figli in ogni generazione la Torah e ciò garantirà la sua e la nostra continuità".
Ciò spiega bene il significato dei cherubini con volto di fanciulli sul coperchio dell'arca che conteneva le Tavole del Patto.

Secondo la tradizione i volti dei cherubini erano l'uno maschile e l'altro femminile segno del matrimonio mistico tra Dio e l'umanità.

"Le ali di ciascun Cherubino erano spiegate verso l'alto e rivolte in direzione frontale rispetto all'altro, formando una sorta di tetto." (Talmud Sukkà 5b Rashi)
"Ogni persona dovrebbe eccellere in queste due doti: avere la ali spiegate verso l'alto... e avere il volto verso il prossimo..." ('Olelot Efraym)

Ecco che quei due cherubini con le loro ali che si toccavano formavano come una porta, "la porta del Signore, attraverso la quale entreranno i giusti" (Salmo 118,20).

All'atto della costruzione del primo Tempio poi i cherubini si moltiplicarono a testimoniare che quella era veramente la sede in terra della corte celeste.
Oltre a quelli sull'arca e sul velo del Santo dei Santi da 1Re 6,23-29 e 32-35 si apprende che Salomone, all'atto della costruzione del primo Tempio di Gerusalemme, "Nella cella fece due cherubini di legno di ulivo, alti dieci cubiti. L'ala di un cherubino era di cinque cubiti e di cinque cubiti era anche l'altra ala del cherubino; c'erano dieci cubiti da un'estremità all'altra delle ali. Di dieci cubiti era l'altro cherubino; i due cherubini erano identici nella misura e nella forma. L'altezza di un cherubino era di dieci cubiti, così anche quella dell'altro. Pose i cherubini nella parte più riposta del tempio, nel santuario. I cherubini avevano le ali spiegate; l'ala di uno toccava la parete e l'ala dell'altro toccava l'altra parete; le loro ali si toccavano in mezzo al tempio, ala contro ala. Erano anch'essi rivestiti d'oro. Ricoprì le pareti del tempio con sculture e incisioni di cherubini, di palme e di boccioli di fiori, all'interno e all'esterno... I due battenti erano di legno di ulivo. Su di essi fece scolpire cherubini, palme e boccioli di fiori, che ricoprì d'oro, stendendo lamine d'oro sui cherubini e sulle palme. Lo stesso procedimento adottò per la porta della navata, che aveva stipiti di legno di ulivo a forma quadrangolare. I due battenti erano di legno di abete; un battente era costituito da due pezzi girevoli e così l'altro battente. Vi scolpì cherubini, palme e boccioli di fiori, che ricoprì d'oro lungo le linee dell'incisione."

L'ebraismo s'è chiesto cosa raffigurassero quei cherubini e perché in genere due, affacciati come sull'arca e sul velo del Santo dei Santi, ed è arrivato a più conclusioni e tra le molte idee, segnalo:
  • "TB Yoma 54 e Bba Batra 99 "...nella tensione dell'abbraccio dei due cherubini vi vede simboleggiato l'amore di Dio per Israele che si unirebbero quando Israele compie la volontà di Dio."
  • "Midrash Tadshe" associa i due cherubini ai nomi di Dio di 'Elohim riferito all'attributo della giustizia e a IHWH connesso alla misericordia.
    (Vedi: "Il Dio Vivente")
Circola questo racconto nella tradizione ebraica: La tenda del Santo dei Santi in occasione dei pellegrinaggi a Gerusalemme veniva leggermente tenuta scostata per vedere quel simbolo dell'amore di Dio costituito dai due Cherubini.
Quando i due Cherubini si abbracciavano stava a significare l'amore di Dio per il popolo e la promessa di fertilità.
Quando però Israele era infedele i Cherubini si allontanavano era a significare la collera di Dio e il presagio di calamità.

Il tabernacolo ed il tempio, insieme al corredo contenevano molte rappresentazioni di Cherubini (Esodo 25,17-22; 26,1-31; 36,8; 1Re 6,23-35; 7,29-36; 8,6-7; 1Cronache 28,18; 2Cronache 3,7-14; 2Cronache 3,10-13, 5,7-8; Ebrei 9,5).

Il raffigurare Cherubini parrebbe in contrasto al comando di non farsi immagini.
Eppure Dio stesso li comandò come pure comandò all'ebreo di non farsi - immagini personali - da adorare.
Anche Salomone con quei cherubini di legno di cui ho prima detto pare non rispettare il comandamento: "Non ti farai idolo né immagine alcuna di ciò che è lassù nel cielo né di ciò che è quaggiù sulla terra, né di ciò che è nelle acque sotto la terra. Non ti prostrerai davanti a loro e non li servirai. Perché io, il Signore, sono il tuo Dio, un Dio geloso..." (Esodo 20,4.5)
I cherubini, è vero, sono angeli del cielo, ma non sono idoli o dèi da adorare, bensì sono manifestazioni e ambasciatori di Dio stesso.
Più complesso è interpretare quanto Mosè, poi, ordinò in Numeri 21,3, che si facesse cioè il serpente di bronzo acciocché chiunque morso da serpenti, guardandolo guarisse.

È poi da far notare che dopo quanto detto in modo specifico in Genesi 3,24 i cherubini con la loro presenza ed immagine servono da allora in poi a ricordare che s'è vicini al recinto proibito, in presenza di un limite invalicabile, cioè dov'è il luogo Santo o del Santo.
Il Santo dei Santi nel Tempio ricorda l'ambito da cui l'uomo fu scacciato come poi precisa Genesi 3,24, quel posto speciale della terra dove l'uomo, senza il peccato, poteva stare in comunione col Signore e dove poi solo Mosè poteva entrare per parlare faccia a faccia col Signore.
Al riguardo si consideri quanto ho scritto in "I Cherubini alla porta dell'Eden" considerati nella storia dei Patriarchi come tracce per ritrovare il Paradiso Terrestre di cui ho detto in "Il giardino dell'Eden" ove porto la tesi che Il Paradiso Terrestre fosse tutta la depressione dove ora nel fondo c'è il Mar Morto.
Fu disposto che anche i teli della Dimora riportassero immagini di cherubini, infatti, in Esodo 26,1 si legge: "Quanto alla Dimora, la farai con dieci teli di bisso ritorto, di porpora viola, di porpora rossa e di scarlatto. Vi farai figure di cherubini, lavoro d'artista."
Non basta!

Lo stesso velo di separazione dal Santo dei Santi avrà due cherubini, come precisa Esodo 26,31-33: "Farai il velo di porpora viola, di porpora rossa, di scarlatto e di bisso ritorto. Lo si farà con figure di cherubini, lavoro di disegnatore. Lo appenderai a quattro colonne di acacia, rivestite d'oro, con uncini d'oro e poggiate su quattro basi d'argento. Collocherai il velo sotto le fibbie e là, nell'interno oltre il velo, introdurrai l'arca della Testimonianza. Il velo sarà per voi la separazione tra il Santo e il Santo dei santi."

In effetti, racconta il libro dei Numeri 7,89: "Quando Mosè entrava nella tenda del convegno per parlare con il Signore, udiva la voce che gli parlava dall'alto del coperchio che è sull'arca della testimonianza fra i due cherubini; il Signore gli parlava."
(Vedi: "L'Incarnazione sotto il "velo" di Mosè")

Secondo la Qabbala, la "Gerarchia ebraica degli angeli" è descritta nell'Ordine Ermetico dell'Alba Dorata ove esistono dieci arcangeli, ognuno che comanda uno coro di angeli e che corrisponde ad una delle 10 Sephirot.
Da questa tradizione risulta che appunto i Cherubini - 9° Rango - sono molto vicino agli uomini - 10° Rango.


Sugli angeli si deduce un simbolismo delle immagini particolare:
  • l'essere coperti di occhi sta ad indicare il possesso della visione beatifica di Dio e la percezione vera del nostro mondo. "...E in mezzo al trono e attorno al trono, quattro creature viventi piene d'occhi davanti e di dietro. ...E le quattro creature viventi avevano ognuna sei a1i ed eran piene d'occhi all'intorno e di dentro..." (Apocalisse 4, 6-8)
  • l'essere dotati di mani rappresenta la volontà spirituale, di compiere la volontà di Dio. Secondo i mistici la posizione delle mani rivela il messaggio portato dall'Angelo; mano sinistra alzata compie la giustizia divina, se tende la destra è latore della divina misericordia. indice della destra punta il cielo è messaggero di una rivelazione.
  • le ali indicano la natura spirituale e la libertà dalla materia. Maggiore è la vicinanza a Dio più numerose e grandi sono le ali. Dionigi l'Areopagita dichiara: "L'ala simboleggia la prontezza ad elevarsi, il celestiale che da l'accesso verso l'alto e, con l'ascesa, il superamento di tutte le bassezze; la leggerezza delle ali indica che essi non hanno alcuna inclinazione terrestre ma si elevano in completa purezza e senza pesi verso le altezze sublimi..." Sono in definitiva un potenziamento della mente, delle mani e del corpo.
Anche i più vicini a Dio possono però insuperbirsi.
In Ezechiele al Capitolo 28 vi è, infatti, un parallelo tra le vicende del principe di Tiro re potente e pieno di orgoglio caduto ad opera degli Assiri e il principe dei dèmoni che il testo asserisce essere stato un Cherubino.

"Poiché il tuo cuore si è insuperbito e hai detto: Io sono un dio...
Perciò così dice il Signore Dio...
ecco, io manderò contro di te i più feroci popoli stranieri;
snuderanno le spade contro la tua bella saggezza,
profaneranno il tuo splendore siedo su un trono divino in mezzo ai mari...
Tu eri un modello di perfezione, pieno di sapienza,
perfetto in bellezza; in Eden, giardino di Dio...
Eri come un cherubino protettore, ad ali spiegate;
io ti posi sul monte santo di Dio e camminavi in mezzo a pietre di fuoco.
Perfetto tu eri nella tua condotta, da quando sei stato creato,
finché fu trovata in te l'iniquità.
Accrescendo i tuoi commerci ti sei riempito di violenza e di peccati;
io ti ho scacciato dal monte di Dio e ti ho fatto perire, o cherubino protettore,
in mezzo alle pietre di fuoco." (Ezechiele 28,2-15)

Ho presentato la decriptazione di Ezechiele 28 nell'articolo "Da isole, navi di Tarsis e Tiro, il Messia" nella rubrica "Racconti a sfondo biblico".
Ciò è in linea col libro di Giobbe (1,6 e 2,1), che propone che satana fosse un partecipante all'assemblea di Dio.
Anche Gesù di Nazaret, tra i suoi cherubini, vale a dire i 12 apostoli, aveva uno, Giuda Iscariota, che lo tradì.

Le apparizioni angeliche nella Bibbia sono frequenti.
Pur limitandoci al solo libro della Genesi, dopo quella citazione dei Cherubini a guardia del Giardino dell'Eden posso ricordare le seguenti:
  • l'angelo che soccorre Agar (Genesi 16,7);
  • inviati divini annunciato la nascita di Isacco (Genesi 18,2-10);
  • un angelo ferma la mano di Abramo e gli rinnova la promessa della discendenza (Genesi 22,12-17);
  • Giacobbe fa il sogno di una scala tra terra e cielo e di angeli che salivano e scendevano (Genesi 28,12);
  • Giacobbe lotterà una notte intera con un inviato di Dio (Genesi 32,25);
  • un angelo accompagna Eliezier, servo di Abramo, inviato a prendere una moglie ad Isacco (Genesi 24,40).
Nel Nuovo Testamento, troviamo gli angeli o l'angelo che:
  • annuncia a Maria la maternità;
  • parla più volte con Giuseppe;
  • annunciano ai pastori la nascita del Bambino;
  • servono Gesù nel deserto;
  • lo sostengono nell'orto del Getzemani;
  • sta seduto presso la tomba dopo la Resurrezione;
Per la Qabbalah l'albero della vita è la "scala di Giacobbe" (Genesi 28), la cui base è appoggiata sulla terra e la cui cima tocca il cielo che rappresenta l'albero sefirotico, il programma secondo il quale si è svolta la creazione lungo la quale le anime e le creature hanno raggiunto la loro forma attuale tramite le sefirot e gli angeli sono apportatori di conoscenza che salgono e scendono continuamente ma è anche il sentiero di risalita, attraverso cui l'intero creato può ritornare al traguardo cui tutto anela.
Secondo la tradizione orale, i due Cherubini possiedono l'uno un volto maschile e l'altro un volto femminile le due polarità fondamentali dell'esistenza e della consapevolezza.
Col graduale ravvicinamento e riunificazione di tali principi i Cherubini i due "Guardiani della soglia", diventano i pilastri della porta che ci introduce nel Giardino dell'Eden e servono indicazione e di riferimento per chi cerca cercando di tornare a casa.
L'Albero della Vita è la fonte del segreto dell'immortalità nei suoi due aspetti congiunti, anima e corpo, quindi per il cristiano è proprio Gesù Cristo il primo dei risorti che dona quel frutto per tornare alla casa del Padre.
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