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RACCONTI A SFONDO BIBLICO...

 
ABRAMO PONTE TRA IL PRIMO E L'ULTIMO ADAMO

di Alessandro Conti Puorger
 
 

ADAMO, PRESENTE E FUTURO
C'è poco da fare, dal punto di vista delle scienze naturali che riguardano gli aspetti fisici, chimici e biologici, l'uomo fa parte del genere "homo", della famiglia degli ominidi, appartenente all'ordine dei primati; è, quindi, un bipede, un mammifero dotato, in genere, di capacità di ragionare.
È tutto e solo questo?
È solo un animale dotato di ragione o c'è di più?
Conoscere i propri limiti, ossia il proprio campo di definizione, collocarsi insomma in modo giusto in questo mondo fa evitare di correre invano, infatti una valutazione errata nel campo esistenziale implica il rischio di fallire la traiettoria della propria vita e di non cogliere il bersaglio.

Il filosofo Blaise Pascal (1623-1662) diceva che: "...cos'è l'uomo nella natura? Un nulla in confronto all'infinito, un tutto in confronto al nulla, un qualcosa di mezzo fra nulla e tutto."
Pascal, che era anche teologo, concluse che il problema comporta il prendere posizione da parte dell'uomo, almeno fare una specie di scommessa sull'esistenza Dio che porta "salvezza".
Questa, infatti, è l'unica luce che rende lieta l'esistenza di chi è consapevole di finire in polvere.
Ecco che appare all'orizzonte la Teologia che non è però una scienza in senso stretto, in quanto, le problematiche metafisiche non si possono sondare con metodi scientifici.
È bene però soppesare ciò che è stato valutato e considerato sull'uomo dall'uomo quale creatura vivente.
Ora, se si guarda alla storia nota e agli uomini anche di questo tempo si deve concludere che l'uomo, perlomeno almeno dal punto di vista statistico, è un essere pensante "religioso", in quanto l'idea di una divinità attraversa trasversalmente tutti e cinque i continenti.


Certo è che tra i tanti elementi da poter e dover tenere in considerazione per prendere eventuali decisioni sono da tenere presenti anche quelli suggeriti dalla Bibbia, il libro più letto nel pianeta, e che è ancora un "best seller", visto che il libro non è letto solo tra i cristiani in cui è nominalmente collocabile un terzo della popolazione mondiale.

La Bibbia o Sacra Scrittura, che almeno per la parte in ebraico dell'Antico Testamento è anche il primo libro sacro dell'ebraismo, subito, all'inizio, il Genesi, il primo del rotolo della Torah o Pentateuco, suggerisce che l'uomo è più di un semplice animale.

Nel prosieguo dell'articolo avverto che, com'è mio solito delle 22 lettere dell'alfabeto ebraico, tutte e solo consonanti, userò anche la particolare proprietà connessa al loro grafismo che dà loro l'aspetto di icone. Come ho ampiamente verificato queste sono atte a trasmettere concetti come fossero mini-geroglifici, quindi, sono in grado di spiegare l'essenza di parole ebraiche, da leggere tipo rebus, e così di mettere in grado di decriptare interi versetti e capitoli facendo emergere la profezia dell'epopea gloriosa del Cristo. Al riguardo, si vedano le schede di tali lettere, cliccando sui loro simboli a destra della Home di questo mio Sito, indi le regole di decriptazione in "Parlano le lettere" e "Le 22 sacre lettere - appunti di un qabalista cristiano". Da tale metodo nel procedere di questi pensieri attingerò a piene mani, avendone ormai provato l'efficacia a partire dal 1996, con decriptazioni che danno inesauribilmente alla luce pagine di secondo livello della Tenak o Bibbia ebraica, letta alla luce dei Vangeli.
(Vedi: "Indice brani decriptati")

Adamo, "'adam" in ebraico, secondo il libro del Genesi, fu la prima coppia umana di un maschio e una femmina, i progenitori di tutti gli uomini esistenti sulla faccia della terra per cui tutti sono parenti gli uni degli altri.
La Bibbia descrive la creazione del cielo e della terra e di tutto quanto in questa esiste - regno animale, vegetale e animale - compiuta dal Creatore all'inizio dei tempi per collocare alla sommità questa piramide una creatura speciale e perfetta formata secondo la Sua volontà.
Dio, infatti, disse (in azzurro riporto i termini in ebraico):
  • Genesi 1,26 - Facciamo l'uomo - "'adam" a nostra immagine "betzzalmenu" , secondo la nostra somiglianza - "kidemutenu" .
  • Genesi 1,27 - ...maschio e femmina li creò.
  • Genesi 2,7a - "Allora il Signore Dio "plasmò" l'uomo - "'adam" - con polvere del suolo "a'fer" "'adamah" ..."
  • Genesi 2,7b - ...e soffiò "ipach" nelle sue narici un alito "nishmat" di vita e l'uomo divenne un essere vivente "noefash" .
Quel nome "'adam" è fatto derivare dal radicale sotteso da queste tre lettere dell'alfabeto ebraico: la 1a e la 13a = .

Queste lettere tratteggiano il radicale del verbo "essere rosso" o "rosseggiare" e forse alludono al fatto che il neonato dell'uomo al momento del parto esce con la placenta, sporco di sangue dall'utero della madre, quindi, è come velato di rosso.
Seguendo però il pensiero della creazione questo motivo non regge, infatti, Adamo nacque adulto, quindi, non passò attraverso la gestazione in una madre terrena, perciò il suo nome per la logica del testo deve avere un motore diverso, uno specifico che la Sacra Scrittura stessa intende suggerire, quindi, da scoprire e comprendere.

Resta comunque con qualche consistenza il pensiero legato alle due lettere "dam" , che si trovano nell'interno del nome, il cui significato in ebraico è "sangue", la cui presenza, in continua circolazione, assicura e preserva la vita all'uomo, come del resto però fa anche con tanti altri animali, il che allora non spiegherebbe il nome dell'uomo secondo la logica intrinseca della Bibbia.
Ecco allora che anche questo motivo non appare ancora del tutto dirimente nella scelta da parte del testo di quel nome, almeno sotto l'aspetto del messaggio biblico, secondo il quale ogni parola è attentamente soppesata.

Abbiamo visto che Dio formò l'uomo e il testo di Genesi 2,7 usa il verbo che è specifico dell'opera del "vasaio" quando sul suo tornio dà forma a un vaso, modellando l'argilla che poi cuoce in un forno.
Nel caso specifico l'argilla fu la polvere della terra, l'acqua e il fuoco rispettivamente le lettere "mem" e "Shin" del Suo Nome "Shem" con cui con energia segnò quella creatura, ossia Dio le diede il proprio "alito "nishmat" di vita" di cui è detto in Genesi 2,7b.

Soffermiamoci su quella polvere della terra o come traduce C.E.I. polvere del suolo "a'fer" "min" "'adamah" , ove quella terra appunto o suolo è un terra lavorata, rossiccia come appaiono i campi dopo l'aratura, pronta, dopo essere stata adeguatamente lavorata da parte di Dio, di dare un "'adam" al mondo .
Fece come un vaso d'argilla per contenere il Suo soffio e il Signore "soffiò nelle narici" "vaiipach be'apaiu" il proprio alito, "nishmat" .
In definitiva, secondo la Bibbia, la prima coppia ebbe il respiro, il "noefash" della vita, per cui sotto quell'aspetto fu come un qualsiasi animale che respira, ma ricevette anche un soffio divino "nishmat" che lo rese unico, "dall'energia del Nome segnato ".
Il testo del Genesi per la parola poi offre altri spunti con quel commento in Genesi 1,26 da parte di Dio quando il testo dice:
  • "a nostra immagine", ove è scritto "betzzalmenu" le cui lettere dicono "all'argilla il Potente con l'acqua energia recò " o "dentro scese dal Potente la vita per l'energia che recò " o infine "abitò l'ombra della vita Nostra (dice il Signore)".
  • "secondo la nostra somiglianza", ove è scritto "kidemutenu" tra le cui lettere appaiono:
    • il bi-letterale "kad" che in ebraico significa, "anfora, brocca", il che è in linea con quel verbo usato per "formare" che pare alludere a un vaso di argilla;
    • il bi-lettere dal radicale del verbo "essere simile" e "somigliare".
Ora, le lettere ebraiche hanno anche significati grafici intrinseci per cui quel "kad" in effetti è un vaso, una conca con una "dalet" che ha il significato sia di una mano, il manico, una ansa per portarlo, sia di una porta che protegge e aiuta, quindi "kidemutenu" può assumere il significato di un "vaso che protegge la vita che reca il segno dell'energia recata ", sottinteso da Dio stesso.
La lettera "Kaf" indica anche il cavo di una mano, il palmo liscio chiaro e senza peli, quindi, sostiene anche il concetto di essere piatto, liscio, netto e retto.
In quel "kidemutenu" si trova anche il verbo "morire" .
Adamo , insomma era "uno alla porta della vita ", una creatura ancora "retta protetta dal morire per l'energia recata ", sottinteso da Dio stesso.

Il Creatore perciò aveva pensato di dotare Adamo di tutte le doti necessarie, perché fosse a Lui simile e aveva rischiato, infatti, averlo dotato di quanto necessario per essergli somigliante implicava, quindi, anche il libero arbitrio, cioè la possibilità di decidere la propria sorte e di accettare o meno il progetto di Dio, quindi potenzialmente avrebbe potuto rifiutarlo.
Il progetto "Adamo" insomma sarebbe potuto divenire realtà solo se l'uomo stesso l'avesse accolto e avesse partecipato attivamente alla propria costruzione.

In conclusione, se il primo uomo avesse voluto poteva diventare somigliante al Dio che gli era Padre e Madre.
A questo punto quel nome Adamo nasconde una profezia.
Potrebbe essere un futuro che in ebraico in genere si forma facendo precedere il radicale del verbo con un "'alef" .
Ecco che un futuro del genere rivelerebbe il desiderio auspicato da Dio per l'uomo al momento della creazione, che questi, appunto, in un prossimo futuro accetti e accada così che a Lui "sarà simile" ed ecco in tal modo apparire Adamo nel mondo .

L'essere simile a Dio, in definitiva, è da considerare una potenzialità che era riservata all'uomo se avesse accettato di esserlo.
Di Adamo Dio ne ebbe ogni cura e lo mise in un posto riservato.
Il Signore Dio, infatti, preparò tutto ad hoc:
  • Genesi 2,8 - "piantò un giardino in Eden, a oriente, e vi collocò l'uomo che aveva plasmato."
  • Genesi 2,9 - "fece germogliare dal suolo ogni sorta di alberi graditi alla vista e buoni da mangiare, e l'albero della vita in mezzo al giardino e l'albero della conoscenza del bene e del male."
Non mise la prima coppia di uomini con gli animali e proibì loro di mangiare di quell'albero della conoscenza la cui presenza era necessaria perché potesse essere esercitata da parte dell'uomo la scelta che avrebbe dovuto fare e che prima o poi si sarebbe presentata.
Trapela che il pensiero del Signore era che l'insegnamento sul bene e sul male l'avrebbe portato avanti gradualmente e personalmente, tramite diretti insegnamenti per evitare erronee interpretazioni.
Aveva, infatti, messo l'uomo, la prima coppia di un maschio e di una femmina, in una scuola "Il Signore Dio prese l'uomo e lo pose nel giardino di Eden, perché lo coltivasse e lo custodisse." (Genesi 2,15) e Lui stesso sarebbe stato l'insegnante.

Dico ciò perché Dio stesso iniziò subito l'insegnamento.
Del resto che ciò avvenne in questo modo, o almeno che l'autore ispirato lo vuole suggerire, lo si evince dal fatto che il racconto riporta che immediatamente dopo ad Adamo, la prima coppia, Dio presentò gli animali (Genesi 2,19-20) per far conoscere e far comprendere ad Adamo stesso le loro attitudini, l'aiuto che potevano dare e i vari stati di impurità o meno che quelle attitudini avrebbero rappresentato se fossero state nell'uomo.
In tale occasione si comprende che fece tra l'altro capire loro come la dote della sessualità, che avevano come gli animali, era un dono che poteva renderli Suoi collaboratori e farli partecipi a far nascere figli di Dio che avrebbero dovuto educare come, Lui il Creatore e Padre e Madre stava educando loro.
Con loro ci fu evidentemente un patto.

Come si fa a dire ciò?
Accadde che sulla coppia cadde un "torpore" che Genesi 2,21 definisce "tareddemah" .
I due si svegliarono non più solo maschio e femmina, ma come "marito - moglie " come dice il testo in Genesi 2,23b, creatura nuova, in alleanza perenne con Dio.
Quel termine "tareddemah" suggerisce che fece loro intravedere, "indicò alle loro menti - testa la somiglianza ", ossia illustrò loro il progetto completo, vale a dire di farli a Lui somiglianti e evidentemente a parole loro l'accettarono, quindi, fecero alleanza con Lui e iniziò il rapporto fiduciario da entrambi le parti.

Quando tutto fu pronto ed erano stati dati i rudimenti necessari non restava che far esercitare loro a tutto tondo il libero arbitrio.
Era arrivato il momento della scelta, quindi, potevano essere sottoporli alla prova e siccome "non cade foglia che Dio non voglia", furono tentati dal serpente come è narrato in Genesi 3, prova nella quale quella coppia non scelse Dio, ma il suo contrario, come appunto riferisce il racconto della caduta.
L'uomo, di fatto, aveva scelto di essere un animale, non aveva creduto che Dio li amasse veramente, ma che fosse un dittatore che avrebbe tarpato la loro volontà.
Preferirono essere "liberi"!
Con il che la scuola finì.
Ormai non restava all'uomo che entrare nella vita di tutti i giorni che si sarebbe sviluppata secondo la scelta di campo fatta.

Ecco, allora, che il Genesi racconta la sua cacciata dal Gan Eden e dei Cherubini messi a guardia del giardino.
Adamo perse il suo vestito di gloria, si rivestì di foglie di fico, quindi, scattò per l'uomo la dimensione "tempo".
L'uomo incolpò la moglie del proprio errore e "...chiamò sua moglie Eva, perché ella fu la madre di tutti i viventi." (Genesi 3,20)

Il maschio si appropriò del nome della coppia e chiamò la femmina con un nome che gli dette lui stesso, trattandola come aveva fatto con gli animali quando dette loro il nome; lei, infatti, sarà la madre di tutti i viventi, ormai, purtroppo, animali come lei.
Del resto quel nome Eva in ebraico con la prima lettera una acca chiusa va confrontato con ebraico con due acca aperte che significa essere, divenire è da intendere come se dicesse: hai chiuso il divenire!
Con il che fu sancita la divisione dell'unità e dell'amore della prima coppia.
Non era più la creatura nuova che Dio voleva creare, un matrimonio perfetto, un marito e moglie legati da unità e amore, ma erano diventati due, un maschio e una femmina della razza degli "uomini", legati, nel migliore dei casi, da un debole accordo per la sopravvivenza facilmente vinto per opportunità e egoismo.

Tutta la Sacra Scrittura è poi il racconto, il commento e una profezia continua sulla storia di Dio con l'uomo che presenta i Suoi tentativi di far tornare i discendenti dell'uomo, tutti e solo figli nati da Adamo fuori dal giardino e dopo la caduta causata dalla errata scelta iniziale dei progenitori ed educati da questi a restare "liberi", quindi non figli di Dio.
Il libro del Genesi, ucciso Abele da parte di Caino alla nascita di Set in 5,5 sottolinea: "Adamo aveva centotrenta anni quando generò un figlio a sua immagine, secondo la sua somiglianza, e lo chiamò Set.", ossia i figli ormai erano a somiglianza di Adamo che aveva scelto di non essere figlio di Dio.

Il progetto di Dio restava sospeso grazie alla Sua magnanimità.
Era, quindi, atteso un uomo secondo il disegno di Dio.
Questo evento si attuerà nel tempo definito come "il giorno del Signore" in cui grazie alla nascita di un uomo nuovo saranno creati "nuovi cieli e una terra nuova", quella che non era stata mai conosciuta per l'interruzione del progetto.
Dio non poteva che aspettare e nella sua misericordia dare del tempo e non segare il progetto, infatti, dice la 2Pietro 3,14s: "Perciò, carissimi, nell'attesa di questi eventi, fate di tutto perché Dio vi trovi in pace, senza colpa e senza macchia. La magnanimità del Signore nostro consideratela come salvezza..."

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