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ASCOLTARE E VEDERE
"Ascolta Israele", in ebraico
"Schema' Israel", sono le prime parole della preghiera che l'ebreo praticante recita mattina e sera coprendosi gli occhi, "Ascolta Israele: il Signore è il nostro Dio, il Signore è uno", si trova due volte "il Nome",
-
"ha-Shem" del "Signore", il Tetragramma Sacro,
,
HWH, non pronunciabile, sostituito con
"Adonai" corrispondente a "Signore" le cui vocali, secondo la tradizione, sono quelle con cui a Yom Kippur il Sommo Sacerdote nel Santo dei Santi del Tempio di Gerusalemme, osava vocalizzare il Tetragramma.
È da riflettere sul perché dell'atto di coprirsi gli occhi durante lo "Schema'".
Ora, in ebraico, per il verbo "ascoltare", oltre
vi è un altro verbo, il radicale
che coinvolge prettamente l'udito e l'orecchio "'ozoen", quindi, è prettamente un "udire", ascoltare con le orecchie.
Il primo radicale,
,
quindi, è così da intendere in modo ampio e integrale, ossia coinvolge l'intera persona, non solo l'organo dell'udito, ma in toto colpisce sensi, mente, cuore e spirito dell'uomo.
Del resto, l'inizio della preghiera dello "Shema'" prende spunto da Deuteronomio 6,4-5 che recita: "Ascolta, Israele: il Signore è il nostro Dio, unico è il Signore. Tu amerai il Signore, tuo Dio, con tutto il cuore, con tutta l'anima e con tutte le forze."
Si è però ancora lontani dal perché si coprono gli occhi.
Poco prima, nello stesso libro del Deuteronomio, in 4,35.36 il Signore commenta e ammonisce ricordando brevemente di come con segni e prodigi ha raccolto il suo popolo e dice: "Tu sei stato fatto spettatore di queste cose, perché tu sappia che il Signore è Dio e che non ve n'è altri fuori di lui. Dal cielo ti ha fatto udire la sua voce per educarti
;
sulla terra ti ha mostrato il suo grande fuoco e tu hai udito le sue parole di mezzo al fuoco."
Quel "Tu sei stato fatto spettatore" nel testo ebraico è "'attah har'etta lada't"
"Hai visto per esperienza
queste cose" quindi sei "testimone" che in ebraico si scrive "e'd"
con le stesse lettere di conoscenza e esperienza "dea'"
,
ma al contrario.
Attenzione, il Libro è scritto per i fedeli d'Israele, ma il soggetto della frase di fatto è "Tu", ossia, tu chiunque sei che leggi questo testo, sei chiamato a ricordare i segni nella tua vita fatti dal Signore.
Ogni fedele d'Israele del resto è come se avesse percorso il cammino nel deserto ed è chiamato come testimone che ha visto, ha recepito, ha compreso le opere che ha fatto Dio nella propria vita ed ogni mattina e sera è invitato a portarle alla memoria e a ricordarsele.
Scrive al riguardo San Paolo in 1Corinzi 10,1-4: "Non voglio infatti che ignoriate, o fratelli, che i nostri padri furono tutti sotto la nuvola, tutti attraversarono il mare, tutti furono battezzati in rapporto a Mosè nella nuvola e nel mare, tutti mangiarono lo stesso cibo spirituale, tutti bevvero la stessa bevanda spirituale: bevevano infatti da una roccia spirituale che li accompagnava, e quella roccia era il Cristo."
Ora, le lettere di "testimone" "e'd" e di "eternità" "a'd" sono le stesse
;
perciò a chi ha fatto quella esperienza l'Eterno gli si si è presentato.
Il Signore lo sta "educando"
,
come dice il testo ebraico, ossia è a correggere e a portarlo "è
alla pienezza
la mente e il corpo
"
per potersi far presente in modo più completo in un elemento più ricettivo.
"Tu", allora, prendi atto che sei nell'ambito di un cammino di salvezza e prosegui integro davanti al tuo Dio.
Ecco che i saggi ebrei ricordano questo fatto in due modi:
- scrivendo con lettere più grandi la terza e l'ultima lettera del testo in ebraico scritto da destra a sinistra di "Shema' Ishrael IHWE 'alohenu IHWE 'oechad"
per confermare che sono testimoni
,
hanno visto
il Suo aiuto
,
hanno visto
la Sua mano
,
cioè il Suo braccio Santo e tendono all'eternità
;
- ponendosi la mano sugli occhi come a ricordare i prodigi del Signore.
Al tale ultimo riguardo c'è di più.
Tutto ebbe inizio con l'episodio detto del "roveto ardente" in Esodo 3: "Mentre Mosè stava pascolando il gregge di Ietro, suo suocero, sacerdote di Madian, condusse il bestiame oltre il deserto e arrivò al monte di Dio, l'Oreb. L'angelo del Signore gli apparve in una fiamma di fuoco dal mezzo di un roveto. Egli guardò ed ecco: il roveto ardeva per il fuoco, ma quel roveto non si consumava. Mosè pensò: Voglio avvicinarmi a osservare questo grande spettacolo: perché il roveto non brucia? Il Signore vide che si era avvicinato per guardare; Dio gridò a lui dal roveto: Mosè, Mosè! Rispose: Eccomi! Riprese: Non avvicinarti oltre! Togliti i sandali dai piedi, perché il luogo sul quale tu stai è suolo santo! E disse: Io sono il Dio di tuo padre, il Dio di Abramo, il Dio di Isacco, il Dio di Giacobbe. Mosè allora si coprì il volto, perché aveva paura di guardare verso Dio. Il Signore disse: Ho osservato (ho visto e rivisto) la miseria del mio popolo in Egitto e ho udito il suo grido a causa dei suoi sovrintendenti: conosco le sue sofferenze. Sono sceso per liberarlo dal potere dell'Egitto e per farlo salire da questa terra verso una terra bella e spaziosa, verso una terra dove scorrono latte e miele..." (Esodo 3,1-8)
Mosè prima vide, poi preso atto che era Dio che si rivelava, per timore di morire si coprì gli occhi.
Per prima cosa Mosè prende atto anche Dio, alla stregua di un uomo che ha gli organi del sentire, ha visto, ha udito e conosce le sofferenze del popolo in Egitto, e quindi anche di lui fuoriuscito, come gli dicesse, comprendo bene quanto hai nell'animo.
Mosè un fuoco "
vivo
vide
",
poi il "Nome
sentì
(
=
)"
e in tal modo è tratteggiato quel radicale di "Shema'"
.
L'ebreo che recita lo "Shema'" è come se fosse proprio lui stesso Mosè che sta davanti al roveto ardente.
Ecco, allora, che ascoltare è anche vedere il fuoco e la luce che Lui ha promanato alla vita di chi ha iniziato a pregare.
È anche da poter concludere che chi come Mosè ascolta poi vede; infatti, il Signore poi a Mosè fece vedere il modello della Tenda del Santuario celeste.
Gli disse, infatti, in Esodo 25,40: "Guarda ed eseguisci secondo il modello che ti è stato mostrato sul monte".
Quel "modello" nel testo ebraico è chiamato "tabenit"
da cui Mosè fece la Tenda del Convegno o della Testimonianza, ove pose le due tavole con le "dieci parole" nell'arca della alleanza, il primo Tempio mobile.
Quelle lettere di "tabenit"
profeticamente suggeriscono "indicava
il Figlio
che sarà
crocefisso
"
e Gesù conclude: "Ma egli parlava del tempio del suo corpo." (Giovanni 2,21)
La lettera "'ajin"
,
la 16a dell'alfabeto, come ho riportato sulla scheda di quella lettera che si ottiene cliccando sul suo simbolo nella colonna a destra delle pagine di questo mio Sito, ha origine da un segno egiziano, un avambraccio teso con la mano rivolta in alto
a"vin 3
indicante azione, ma anche "toccare con mano", quindi, vedere, la cui icona in egiziano è un occhio
come nei segni sinaitici, vale a dire organo della vista e i rotoli di Qumran presentano
,
per cui si conclude che il segno
riguarda gli organi del sentire in genere, udito, vista, tatto, ecc..
Paiono proprio riferirsi allo "Shema'". i primi versetti della 1 lettera di Giovanni quando dice: "Quello che era da principio, quello che noi abbiamo udito, quello che abbiamo veduto con i nostri occhi, quello che contemplammo e che le nostre mani toccarono
del Verbo della vita - la vita, infatti si manifestò, noi l'abbiamo veduta e di ciò diamo testimonianza e vi annunciamo la vita eterna, che era presso il Padre e che si manifestò a noi - quello che abbiamo veduto e udito
,
noi lo annunciamo anche a voi, perché anche voi siate in comunione con noi. E la nostra comunione è con il Padre e con il Figlio suo, Gesù Cristo. Queste cose vi scriviamo, perché la nostra gioia sia piena." (1Giovanni 1,1-4), Tenuto conto dei suddetti pensieri, visto che "Quello che era da principio", appunto, è il Verbo, la Luce, il Nome
più alto, che si è portato nel mondo, il Signore, come conclude anche San Paolo in Filippesi 2,9 " Per questo Dio lo esaltò e gli donò il nome che è al di sopra di ogni nome" paiono proprio annunciare lo "Shema'" del Signore, che si è fatto carne in risposta alle invocazioni del Suo popolo.
Maria di Nazaret, vide un angelo inviatole da Dio, ascoltò, "Shema'"
,
sentì
il Nome
,
accolse in se stessa quanto le diceva, le si accese
il seno
()
e nacque il Messia, Figlio di Dio.