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SAN GIUSEPPE...

 
CONOSCERE IL PADRE

di Alessandro Conti Puorger
 
 

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LA FAMIGLIA DI NAZARET
San Paolo nella lettera ai Galati 4,4 scrive "...quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna, nato sotto la Legge...".
Propone che quando fu ritenuto il momento opportuno, il Signore in un matrimonio che aveva preparato da secoli si fece presente, per garantirlo in modo pieno e intervenire in modo attivo.

A tale proposito nel Vangelo di Luca si legge: "...l'angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria." (Luca 1,26-27)

Fu Dio che Li fece fidanzare; davanti a Lui si giurarono fedeltà per sempre tra loro e col Signore.
Dio stesso, infatti, aveva scelto, secondo la promessa che aveva fatto a Davide tramite Natan quel marito, Giuseppe, e quella moglie, Maria, per una famiglia nuova e la rese Santa come aveva fatto intravedere agli Israeliti "...siate santi, perché io sono santo" (Levitico 11,44 e 45).

Fu un patto perfetto di alleanza a tre, Dio, Giuseppe e Maria.
Dio li mise sotto il baldacchino della Sua gloria; li adombrò, vale a dire li coprì con la Sua ombra e furono sposi promessi l'uno all'altra, come era uso nel tempo, pur se non ancora entrati nella fase della coabitazione.

Nei matrimoni ebraici l'ombra di Dio o protezione divina è ricordata appunto dal baldacchino "chuppah", una tenda propiziatoria stesa su di loro sotto la cui ombra avviene il rito conclusivo.
La parola "ombra", in ebraico "tsel" per le lettere che la formano è allusiva del fatto che "scenderà la potenza ", sottinteso, di Dio, invocata nei matrimoni.
Quella ombra vista ricorda "tsela'" la "costola", "il lato", "il fianco", "accanto", sotto la sua ombra si videro e si riconobbero marito e moglie.

Icona del matrimonio di Giuseppe e Maria

L'angelo che annuncia a Maria, specificato col nome, è Gabriele e le lettere indicano "nel cammino dentro il corpo ci sarà la divinità ".

Questi, infatti, annunciò a Maria, "Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell'Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine." (Luca 1,30-32)

Il fatto è confermato dal Vangelo di Matteo 1,18, i due erano fidanzati, ossia avevano già iniziato il matrimonio con il rito detto "Erusin", appunto il fidanzamento e, com'era uso, attendevano di completare quel rito con l'inizio della convivenza, infatti, "Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto."

Il Signore che partecipava come cemento della coppia a quel patto, intendeva prendere parte attiva in quel matrimonio in cui avevano fatto alleanza piena con Lui e prima d'agire mandò il suo messaggero a Maria.
Le disse: "Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell'Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine." (Luca 1,30-33)

L'angelo, in definitiva, annunciò che da lei sarebbe nato il Messia. Maria allora chiese: "Come avverrà questo, poiché non conosco uomo? Le rispose l'angelo: Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell'Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio." (Luca 1,34-35)

Con quel "la potenza dell'Altissimo ti coprirà con la sua ombra" la parola "ombra", ricorda il matrimonio e quel baldacchino che fa presente la comune adesione degli sposi a sottoporsi alla volontà di Dio e accettarne ogni decisione nel proprio matrimonio.
In quel preciso momento in Maria sia l'amore tra lei e Giuseppe, sia la sua fede in Dio, furono messi alla prova.

Rifiutare la parola dell'angelo per non rischiare il disonore di un divorzio da parte del promesso sposo, o accogliere le parole dell'angelo, quindi, la volontà di Dio e accettare la gestazione fidando in Lui che il suo promesso sposo credesse alle sue parole e mantenesse il giuramento di fedeltà davanti al Signore, nonostante l'evidenza di quello che, in termini terreni era da valutare come tradimento.
Questa fu la prova per Maria cui pose la parola "fine" con il proprio "sì" per cui rispose all'angelo: "avvenga per me secondo la tua parola".

A seguito dell'adombramento del patto avvenuto a conferma del suo "sì", scese su di lei in modo concreto l'ombra di Dio, lo Spirito Santo, "scese il Potente in azione ", tratteggiando la parola "tsela'" , e si trovò incinta.

Il Signore rassicurò Giuseppe, perplesso in quell'arcano.
A Giuseppe in sogno apparve un angelo del Signore; gli disse: "Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati." (Matteo 1,20-21)

L'amore di Giuseppe per Maria e la sua giustizia davanti a Dio e davanti al prossimo furono messi a dura prova; accettare la parola dell'angelo e prendere Maria per sposa o far vincere il proprio orgoglio di maschio.
Questa fu la tentazione superata da Giuseppe; infatti, vinsero la fede nel Signore e l'amore per Maria ed ebbe fiducia in lei.

Pure su Giuseppe scese l'ombra dello Spirito Santo, infatti, "Giuseppe fece come gli aveva ordinato l'angelo del Signore e prese con sé la sua sposa: senza che egli la conoscesse, ella diede alla luce un figlio ed egli lo chiamò Gesù." (Matteo 1,25)

Giuseppe era un "tecton", , un architetto capace, e quale davidico, un buon conoscitore delle Sacre Scritture a cui educò, Gesù uomo, che pur se Figlio di Dio per giustizia lo riconobbe come padre e fu educato a cercare in quelle le profezie sulla sua casa.

Giuseppe in quel momento vide Maria alla luce nuova del Signore e la riconobbe come propria "costola", "tsela'" , insomma grazie "all'ombra di Dio la vide ", com'era accaduto ad Adamo nel paradiso terrestre.

Giuseppe certamente fra sé disse le parole del Genesi: "Questa volta è osso dalle mie ossa, carne dalla mia carne. La si chiamerà donna, perché dall'uomo è stata tolta"; quindi, ora io Giuseppe sono "'ish " e Maria è la mia "'ishah" e assieme, pur vergini, furono carne dell'Unico.

Da quel matrimonio, dalla carne di Maria, vergine prima, durante e dopo il parto, nacque un figlio pur se i due Giuseppe e Maria non contribuirono con un rapporto, quindi, vergini entrambi.
Dio, da parte sua, contribuì con la natura divina.
I due fornirono il loro richiesto contributo terreno.
Maria con la propria carne e Giuseppe, davidico, diede la paternità legale.

Davide nel deserto di Giuda col Salmo 63,2 cantava: "O Dio, tu sei il mio Dio dall'aurora io ti cerco, ha sete di te l'anima mia, desidera te la mia carne in terra arida, assetata, senz'acqua."
Desidera che Dio venga nella carne.

Le lettere di aurora qui in ebraico fanno pensare a una donna () che ha qualcosa nascosto nel corpo .

Il Salmo messianico 110 al versetto 3 tra l'altro dice: "A te il principato nel giorno della tua potenza tra santi splendori; dal seno dell'aurora , come rugiada , io ti ho generato", qui l'aurora ha un seno, un utero .

I cieli di sopra hanno fornito la rugiada, in ebraico "tel" che allude "all'amore del Potente ", e "La terra ha dato il suo frutto". (Salmo 67,7).
La "terra" il cui nome in ebraico è "'arets" con le lettere che formano tale termine si spiega come il luogo ove "iniziano i corpi ad alzarsi ", ma in modo profetico dicono che ivi "l'Unico in un corpo scenderà ".

"Misericordia e verità s'incontreranno, giustizia e pace si baceranno. La verità germoglierà dalla terra e la giustizia si affaccerà dal cielo. Quando il Signore elargirà il suo bene, la nostra terra darà il suo frutto. Davanti a lui camminerà la giustizia e sulla via dei suoi passi la salvezza." (Salmo 85,11-14)
Sono tutte profezie d'incarnazione che fanno intuire che c'era una tensione speciale a un evento del genere.

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