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di Alessandro Conti Puorger
 
 

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PROTOVANGELI NELL'ANTICO TESTAMENTO
Mi rendo conto che prima di proseguire sul tema di questo articolo, per chi è lontano da un pensiero della possibilità di una decriptazione dei testi biblici è opportuno che apra una parentesi per fornire succinti elementi al riguardo.
Per entrare nell'idea è da andare ai motivi iniziali della mia ricerca ed al metodo di decriptazione ed al significato delle lettere in "Decriptare le lettere parlanti delle sacre scritture ebraiche" ed in "Parlano le lettere".
Essendomi da anni ormai addentrato nella ricerca della seconda faccia dei testi biblici ebraici ho consolidato l'esperienza che quando nel testo si trovano termini "sogno, visione, vino, oracolo, e... simili", che comportano in genere comunicazioni non "normali", sono da considerare avvisi della presentazione d'un importante messaggio di secondo livello che preannuncia una pregnante pagina da decriptare relativa alla missione del Messia.
Un precedente chiaro che prova quanto sopra è ad esempio in "Profezie nei Vangeli: il protovangelo di Zaccaria" con cui ho presentato la decriptazione completa lettera per lettera del complesso di 90 versetti della seconda parte del libro di quel profeta, Capitoli 9-14 ove il risultato è un completo canovaccio di Vangelo ed Apocalisse.
Questa storia del Messia è perciò idea molto più antica, diffusa nei testi della Torah di secondo livello e fu ripresa dai profeti.
Sostengo, infatti, che mentre l'idea del Messia pare tardiva, questa, in effetti, satura la Torah o Pentateuco con un testo di II livello teso a rendere quegli scritti arcani risalenti ad una scuola antica con l'uso delle lettere a modo egizio di pittogrammi o geroglifici che rimandano all'epoca dell'esodo (XII secolo a.C.).
Tale testo nascosto, in qualche modo può rientrare nella Torah orale che Mosè per la tradizione ebraica aveva ricevuto.
Mosè, infatti, deve aver ricevuto anche la rivelazione del Messia, che per la tradizione gli fu trasmessa oralmente e io sostengo recepibile in forma criptata con le lettere come ideogrammi nel testo di II livello (Vedi "Tensione dell'ebraismo ad una Bibbia segreta").
In tal modo si potrebbero spiegare le numerose citazioni nei Vangeli, ad esempio:

  • "In quello stesso momento Gesù disse alla folla: "Siete usciti come contro un brigante, con spade e bastoni, per catturarmi. Ogni giorno stavo seduto nel tempio ad insegnare, e non mi avete arrestato. Ma tutto questo è avvenuto perché si adempissero le Scritture dei profeti. Allora tutti i discepoli, abbandonatolo, fuggirono." (Mt. 26, 55s)
  • "Poi prese con sé i Dodici e disse loro: Ecco, noi andiamo a Gerusalemme, e tutto ciò che fu scritto dai profeti riguardo al Figlio dell'uomo si compirà. Sarà consegnato ai pagani, schernito, oltraggiato, coperto di sputi e, dopo averlo flagellato, lo uccideranno e il terzo giorno risorgerà. Ma non compresero nulla di tutto questo; quel parlare restava oscuro per loro e non capivano ciò che egli aveva detto." (Lc. 18,31-34)
In particolare proprio Luca ripete spesso che la passione è predetta dai profeti (Lc 24,25.27.44 At 2,23; 3,18.24; 8,32.35; 13,27; 26,22s).

Gesù, infatti, nel Vangelo di Luca, episodio dei discepoli di Emmaus, precisa:
  • "...Sciocchi e tardi di cuore nel credere alla parola dei profeti! Non bisognava che il Cristo sopportasse queste sofferenze per entrare nella sua gloria? E cominciando da Mosè e da tutti i profeti spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui." (Lc. 24,25-27)
  • "Poi disse: Sono queste le parole che vi dicevo quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella Legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi. Allora aprì loro la mente all'intelligenza delle Scritture e disse: Così sta scritto: il Cristo dovrà patire e risuscitare dai morti il terzo giorno e nel suo nome saranno predicati a tutte le genti la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni. E io manderò su di voi quello che il Padre mio ha promesso; ma voi restate in città, finché non siate rivestiti di potenza dall'alto". (Lc. 24,44-48)
Paolo davanti al re Agrippa sostiene: "Ma l'aiuto di Dio mi ha assistito fino a questo giorno, e posso ancora rendere testimonianza agli umili e ai grandi. Null'altro io affermo se non quello che i profeti e Mosè dichiararono che doveva accadere, che cioè il Cristo sarebbe morto, e che, primo tra i risorti da morte, avrebbe annunziato la luce al popolo e ai pagani". (At. 26,22s)


Risposte generiche non soddisfano queste precise ed autorevoli dichiarazioni.

In Mosè non se ne trova traccia e nei profeti le profezie non sono così esplicite.
Per di più non si trova a quale profezia specifica si riferisca, né si trovano rinvii da parte di commentatori, il che porta a concludere che vi fosse un modo di leggere le Scritture proprio dei profeti e dei Rabbi, infatti "...le ispirazioni dei profeti devono essere sottomesse ai profeti..." (1Cor. 14,32)

Le visioni dei profeti sono peraltro spesso avvicinate ai sogni come ad esempio: "... Dio si è allontanato da me; non mi ha più risposto né per mezzo dei profeti, né per mezzo dei sogni..." (1Sam. 28,15)

Gesù mette in evidenza una incongruenza e una incredulità di fondo nelle Scritture che non vengono prese nella loro totalità, ma se ne esamina in genere solo la buccia: "Voi scrutate le Scritture credendo di avere in esse la vita eterna; ebbene, sono proprio esse che mi rendono testimonianza." (Gv. 5,39) "Se credeste, infatti, a Mosè, credereste anche a me; perché di me ha scritto... Ma se non credete ai suoi scritti, come potete credere alle mie parole?" (Gv. 5,46s)

Ai Giudei che volevano lapidarlo perché s'era dichiarato Figlio di Dio: "Rispose Gesù: Non è forse scritto nella vostra Legge: Io ho detto: Voi siete dèi? (Sal. 82,6). Ora se essa ha chiamato dèi coloro ai quali fu rivolta la parola di Dio, e la Scrittura non può essere annullata..." (Gv. 10,34s)

Per Gesù, a quali scritti di Mosè è da credere e a quali no, e come si conciliano i distinguo col suo assioma sulla Scrittura che "non può essere annullato"?
Forse non è da fermarsi alle parole; ma allora a cosa si deve guardare?

Asserisce Gesù che non è "venuto per abolire la legge e i profeti ... In verità vi dico: finché non sia passato il cielo e la terra, non passerà neppure uno iota o un segno della legge senza che tutto sia compiuto. Chi dunque trasgredirà uno solo di quei precetti, anche minimi, e insegnerà agli uomini a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli." (Mt. 5,17ss)

Quale entità minima della lettura, cita la singola lettera, iota o segno, e non la parola come a dire che nella Torah sono da guardate anche le singole lettere (conforme all'idea nell'ebraismo, che se manca anche una sola lettera il rotolo è invalido).
Gesù non cita scritture apocrife, dice di dar credito a Mosè, però spesso lo contraddice, alcune volte stravolge i suoi insegnamenti, ma nel contempo asserisce che non cambia quanto Mosè ha scritto ed incita con lo "scrutate le Scritture ... sono proprio esse che mi rendono testimonianza" (Gv. 5,39) a cercare le prove che Lui rispetta ogni iota o segno della Legge e sembra che tale scrutare sia esperienza che supera la semplice lettura, ma è attività che deve tendere alla ricerca di un secretum che non appare al leggere normale.
Nello scrutare, infatti, è insito il concetto di procedere con un'investigazione particolare che sembra fosse implicita a quei tempi.
Volendo dar credito a Gesù, che dice di credere agli scritti di Mosè alla lettera (iota/segni), e che quei testi danno testimonianza di Gesù stesso - ma poco sembrano parlarne - è da concludersi che Mosè dice anche altre cose che si ricavano dallo scrutare le lettere e lì vi sono le profezie relative al Messia.
È da considerare che congeniale all'ebraismo è una mentalità particolare enigmistica, numerologica, tendente all'allegoria (vedi ad esempio gematria e Qabbalah) e che "Una tecnica esegetica usata dai rabbini nel Talmud (tradizione orale del I secolo a.C. - I secolo d.C.) per dare al testo non vocalizzato della Bibbia una vocalizzazione diversa o una diversa forma ortografica rispetto alla forma usuale è 'al tikrei' non leggere. L'uso dello 'al tikrei non esclude in ogni caso la lettura originaria del testo e, perciò, si può più correttamente definire come - non leggere questo passo solo in modo usuale, ma anche in altro modo. - Questo procedimento permette così una nuova interpretazione, perfino quando le leggi della grammatica e della sintassi rendono necessaria la sola lettura tradizionale. L'uso di questa tecnica trae origine dal versetto: 'Dio ha detto questo una volta, ma io ho ascoltato questo due volte'. (Sal. 62,12) e cioè che le parole della Bibbia si prestano a significati diversi di quello tradizionale." (Diz. Usi e leggende Ebraiche Alan Unterman-Laterza)
Il Cristianesimo annuncia che Gesù di Nazaret ha incarnato nella propria vita tutta la storia che le profezie dei testi biblici aveva delineato per il Messia, sia nella forma esplicita che implicita.
Tra i cristiani della prima ora gli esperti della parola, anche se non c'erano molti dottori, cercarono d'esplicitare ciò in forma di racconto e parabola per i semplici, ma anche con continue citazioni del A.T. per rinviare a testi certi leggibili in modo diretto, ma anche in altro modo. (Vedi "Il cristianesimo di fronte ad una Bibbia segreta")
Paolo, fariseo, dopo una rivelazione "gli caddero dagli occhi come delle squame e ricuperò la vista" concludo io, poté credere al testo nascosto, che pur leggeva "fu subito battezzato, poi... rimase alcuni giorni insieme ai discepoli che erano a Damasco e subito nelle sinagoghe proclamava Gesù Figlio di Dio" (At. 9,17-20) senza ulteriore iniziazione.
Paolo fu battezzato, perché perfettamente iniziato ed illuminato dal Signore, e subito, nelle sinagoghe, quindi appoggiandosi alle Scritture, proclamava Gesù Figlio di Dio (36 d.C.); aveva cioè riferito a Gesù di Nazaret un corpus di profezie riferibili al Cristo ed alla sua passione morte e risurrezione presenti e leggibili, scrutabili in qualche modo nella Legge e nei Profeti, altrimenti non avrebbe detto: "Vi ho dunque trasmesso, anzitutto, quello che ho ricevuto, che Cristo morì per i nostri peccati secondo le Scritture, e che fu sepolto e risuscitato il terzo giorno secondo le Scritture."
Del pari Apollo di Alessandria: "...uomo colto, versato nelle Scritture... ammaestrato nella via del Signore e pieno di fervore parlava e insegnava esattamente ciò che si riferiva a Gesù, sebbene conoscesse soltanto il battesimo di Giovanni... dimostrando pubblicamente attraverso le Scritture che Gesù è il Cristo." (Atti 18,24-28)
In "Vangeli, profezie attuate dal Cristo" ho portato all'attenzione come pagine dei Vangeli presentano citazioni dell'A.T. anche per consentire con lo scrutare quei testi nell'originale ebraico o aramaico di costatare che le profezie interne ed esterne sono di fatto soddisfatte da Gesù, Messia e Figlio di Dio.
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