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ATTESA DEL MESSIA...

 
LE FESTE EBRAICHE DELLA VENUTA DEL MESSIA

di Alessandro Conti Puorger
 
 

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DELLA FESTA DI CAPO DELL'ANNO »
LA FESTA DI YOM KIPPUR »
LA FESTA DI SUCCOT O DEI TABERNACOLI »
LA FESTA DELLE CAPANNE E IL MESSIA »
QUALCHE OSSERVAZIONE SULLE LETTERE »
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LA TRASFIGURAZIONE E SUKKOT
La "trasfigurazione" è esperienza di alcuni apostoli raccontata dai tre sinottici in:

  • Matteo 17,1-9;
  • Marco 9,2-10;
  • Luca 9,28-36.
Il testo di Matteo è il seguente:

"Sei giorni dopo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un alto monte. E fu trasfigurato davanti a loro; il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce. Ed ecco apparvero loro Mosè ed Elia, che conversavano con lui. Pietro prese allora la parola e disse a Gesù: Signore, è bello per noi restare qui; se vuoi, farò qui tre tende, una per te, una per Mosè e una per Elia. Egli stava ancora parlando quando una nuvola luminosa li avvolse con la sua ombra. Ed ecco una voce che diceva: Questi è il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto. Ascoltatelo. All'udire ciò, i discepoli caddero con la faccia a terra e furono presi da grande timore. Ma Gesù si avvicinò e, toccatili, disse: Alzatevi e non temete. Sollevando gli occhi non videro più nessuno, se non Gesù solo. E mentre discendevano dal monte, Gesù ordinò loro: Non parlate a nessuno di questa visione, finché il Figlio dell'uomo non sia risorto dai morti." (Mt. 17,1-9)

L'episodio ruota sui seguenti fatti:
  • è sentita la necessità di indicare un tempo;
  • c'è un alto monte;
  • tre discepoli della prima ora, Pietro, Giacomo e Giovanni;
  • Gesù si trasfigurò, il volto fu splendente, vesti bianche;
  • appaiono Mosè e Elia;
  • Pietro parla di fare tre tende;
  • viene una nube;
  • sentono una voce dal cielo;
  • i discepoli hanno timore e dopo Mosè e Elia ed spariscono.
Il fatto che sia sentità la necessità di scandire "Sei giorni dopo" in Matteo e Marco, e "Circa otto giorni dopo" in Luca porta fa intuire che era un tempo in cui lo scandire dei giorni era importante e che indicarlo all'epoca di redazione dei Vangeli fosse un chiaro riferimento di quando si trattava.
Un tempo liturgico ebraico che durava otto giorni in particolare era la festa di Sukkot e nel testo si parla di tre tende o capanne!
Le capanne (skenai) che Pietro propone di costruire per il Messia, Mosè ed Elia paiono proprio alludere a quella festa e Gesù appare a Pietro come il segno che i tempi messianici sono giunti, l'ospite (Ushpizin) atteso nell'ultima sera.
Pietro esprime, così, la sua fede nel compimento dei tempi messianici.
"È bello per noi stare qui" di Luca 9,37 e Marco 9,5 sono espressione del riposo "anapausis" escatologica".
I Vangeli di Marco e Luca per non doversi dilungare a spiegare ai gentili che si avvicinavano a Cristo i riti della festa ebraica dei Tabernacoli osservano che Pietro "Non sapeva infatti cosa dire..." (Mc. 9,6).
Ritengo che in Matteo ci sia la base più antica e gli altri due sinottici la vogliono rispettare, e riportano comunque le parole di Pietro.
Lo stesso Luca parla di dimore eterne (in 16,9 aionioi skenai), chiaro riferimento alle famose capanne di quella festa ed egualmente l'espressione "skenai" è frequente nell'Apocalisse (7,9.15; 12,12; 13,6; 21,3) per designare l'abitazione dei giusti nel cielo pure con riferimento alla festa delle Capanne.

La lettura dell'episodio della "Trasfigurazione" porta ad accostare il racconto a questo altro episodio:

"Quando Mosè scese dal Monte Sinai - le due tavole dell'alleanza si trovavano nelle mani di Mosè mentre egli scendeva dal monte - non sapeva che la pelle del suo viso era diventata raggiante poiché aveva conversato con Lui. Ma Aronne e tutti gli israeliti, vedendo che la pelle del suo viso era raggiante, ebbero timore di avvicinarsi a lui. Mosè allora li chiamò e Aronne con tutti i capi della comunità, andò da lui. Si avvicinarono dopo di loro tutti gli Israeliti ed egli ingiunse loro ciò che il Signore gli aveva ordinato sul monte Sinai." (Es. 35,29-32)

Le analogie più salienti sono:
  • c'è un monte (Esodo e Vangelo);
  • la pelle del viso di Mosè è raggiante (Esodo) e Gesù viene trasfigurato (Vangelo);
  • Mosè chiama Aronne e i capi della Comunità (Esodo) e Gesù chiama Pietro, Giacomo e Giovanni (i capi della futura Chiesa-Vangeli);
  • Aronne e gli altri hanno timore (Esodo) Pietro, Giacomo e Giovanni hanno timore (Vangeli);
  • dopo, nel libro dell'Esodo si parla del materiale per fare la tenda dell'alleanza (Es. 35) e Pietro (nei Vangeli) dice di fare tre tende.
La voce dal cielo "questi è il Figlio mio diletto nel quale mi sono compiaciuto. Ascoltatelo", ha le stesse parole che i Sinottici propongono nell'episodio del "Battesimo di Gesù" con l'aggiunta della parola "ascoltatelo".
Nei Sinottici il momento del Battesimo precede la chiamata dei primi discepoli ed è solo il Battista il testimonio dell'episodio e di quella voce, mentre qui nella Trasfigurazione quella frase è udita dai primi apostoli ed il Vangelo di Giovanni ricorda che il Battista dichiarò che Gesù era il Figlio di Dio (Gv. 1,34) ad alcuni suoi discepoli che divennero poi discepoli di Gesù.
L'episodio del Battesimo di Gesù è narrato nella predicazione del Battista d'un tempo di pentimento e perdono dei peccati, quindi in un tempo di Kippur.
Elia secondo il profeta Malachia (3,23) riverrà nel giorno del Messia: "Ecco, io invierò il profeta Elia prima che giunga il giorno grande e terribile del Signore"; e Gesù quando... "i discepoli gli domandarono: Perché dunque gli scribi dicono che prima deve venire Elia?" rispose "Sì, verrà Elia e ristabilirà ogni cosa. Ma io vi dico: Elia è già venuto e non l'hanno riconosciuto; anzi, l'hanno trattato come hanno voluto. Così anche il Figlio dell'uomo dovrà soffrire per opera loro. Allora i discepoli compresero che egli parlava di Giovanni il Battista." (Mt. 17,10-13)

Il Vangelo di Matteo, più nella tradizione ebraica, si riferisce all'Esodo mettendo in evidenza che il volto di Gesù brillò come il sole, e con ciò esalta tale manifestazione di Gesù particolarmente come nuovo Mosè ma anche come visione del Figlio dell'uomo di Ezechiele.
Il Vangelo di Marco, scritto più per chi dai pagani viene alla fede, pur rispettando gli altri due sinottici, non fa riferimenti alla storia ebraica, descrive una manifestazione gloriosa del Messia nascosto che, però prima dovrà conoscere la condizione di "servo sofferente".
Il Vangelo di Luca aggiunge un particolare che chiarisce e rafforza le idee di Matteo perché dice che Mosé e Elia "parlavano con della sua dipartita che avrebbe portato a compimento a Gerusalemme" (Lc. 9,31) e per dipartita usa excessum eius, quem completurus erat in Hierusalem nel testo latino ed exodon esodo in quello greco.
Anche San Pietro fa cenno a questo evento, riferisce solo del "monte santo" e della voce che dice "questi è il Figlio mio prediletto nel quale mi sono compiaciuto". (2Pt. 1,16-18)

Non è indicato quale monte, il Tabor, l'Erman (perché per Matteo e Marco l'ultima località prima della trasfigurazione è Cesarea di Filippi) e in Luca è Betsaida di Giuda.
Matteo e Marco, precisano che Gesù disse ai tre discepoli di noi riferire nulla finché non fosse risorto, e Luca che i discepoli "tacquero in quei giorni e non riferirono a nessuno!

Torniamo un po' indietro, ad esempio al Vangelo di Matteo.
Questi, di seguito al racconto delle tentazioni e del ritorno a Cafarnao, presenta sinteticamente la chiamata dei primi apostoli (Andrea, Pietro, Giacomo e Giovanni) e subito dopo propone "il discorso della montagna" (Mt. 5.6.7).
Per il nuovo Israele - Gesù e i suoi discepoli - questo discorso è una rivelazione ed è da porre in parallelo a quella di Mosè e riferito al popolo nel libro dell'Esodo (Es. 20-23), il codice dell'alleanza.
L'ipotesi che sorge è che la trasfigurazione sia esperienza colta in effetti dai soli discepoli della prima ora, cioè da quelli che sono stati testimoni dei primi tempi della vita nel deserto vicino al guado del Giordano, come poi approfondirò.
Da tale esperienza Gesù torna trasformato come il nuovo Mosè e così fu visto dai primi discepoli.
Osserva Luca, dopo il Battesimo: "Gesù tornò in Galilea con la potenza dello Spirito Santo" (Lc. 4,14).
Dopo la prima Pasqua della vita pubblica di Gesù (28 d.C.), nei 50 giorni, e prima delle Pentecoste, si collocherebbero i 40 giorni delle tentazioni ed al termine la trasfigurazione di Gesù proprio in occasione della festa di commemorazione della promulgazione della Legge sul Sinai.
Tale esperienza fu narrata dagli apostoli solo dopo la risurrezione di Gesù come Lui stesso aveva comandato; ma i sinottici dovevano pur inserirla dopo che Gesù aveva fatto almeno un primo annuncio di passione, morte e risurrezione.
E così avviene in tutti e tre (Mt. 17,21-23, Mc. 8,31-33; Lc. 9,22).
La voce dal cielo riportata da questi primi apostoli è la stessa che i sinottici riportano per sentita in occasione del battesimo di Gesù ove Giovanni riporta presenti alcuni discepoli del Battista con in più la parola "ascoltatelo" cioè seguitelo in quello che vi dirà, cioè in essenza nel "discorso della montagna".
Nell'Esodo alla fine del racconto della trasfigurazione di Mosé questi ingiunse a tutti gli Israeliti ciò che il Signore aveva ordinato sul Sinai e dopo la trasfigurazione Gesù torna in Galilea e presenta a tutti i discepoli questo "discorso della montagna", il codice della nuova alleanza, illuminazione, visione della vera terra promessa.
Quei capitoli del Vangelo di Matteo (5-7), letti di seguito o meglio proclamati, uditi con attenzione con la grazia che solo Dio può concedere di credere anche per un momento che il contenuto di questo discorso si può compiere nella propria vita, che cioè non è utopia, è come vedere i cieli aperti.
Certamente, nessuno può capire e compiere senza lo Spirito santo, ma "nulla è impossibile a Dio" (Lc. 1,37), infatti lo ha capito Gesù Cristo, lo ha capito Maria e lo comprendono coloro che ricevono lo Spirito di Gesù.
È evidentemente la sintesi dell'esperienza di fatti compiuti, incarnati nei fratelli delle prime Comunità Cristiane, è l'immagine e la descrizione di Gesù Cristo disponibile per chi dica Amen a questo discorso, è l'immagine dell'uomo nuovo, dell'uomo nato dalle acque dello Spirito Santo.
Solo il Cristo, il Figlio di Dio, il prediletto, il nuovo Adamo poteva dare compiuto questo disegno preparato dall'inizio dei secoli per l'uomo e che per il peccato non dette tempo di fare proprio in quanto intervenne la morte, conseguenza della perdita della comunione con l'albero della vita, ma il disegno è rimasto gelosamente custodito in attesa di farsi carne nel Figlio dell'uomo.
"Non pensate che io sia tenuto ad abolire la legge o i Profeti, non sono venuto per abolire, ma per dare compimento" (Mt. 5,17),vi afferma Gesù, frase che richiama la "Trasfigurazione" con Gesù che conversa con Mosè ed Elia, la legge e i profeti sul compimento del disegno, della legge e delle profezie.
Lui stesso è il compimento di questo disegno, in quanto "parlavano con della sua dipartita che avrebbe portato a compimento a Gerusalemme" (Lc. 9,31).

Torniamo alla festa di Sukkot, per osservare che sull'interpretazione messianica della festa San Girolamo nel commento a Zaccaria 14,6, accosta quella festa "attraverso una fallace esperienza, l'immagine delle cose che accadranno nel regno millenario" (III, 14; P. L., XXV, 1536 A), quel regno di cui parla l'Apocalisse e quella festività, per gli Ebrei che prendevano i pasti in famiglia nella capanna di ramaglie, era figura delle gioie del regno messianico e L'etrog portato in mano è il simbolo dell'Albero della Vita (Girolamo, loc. cit., 1357 A).

I mille anni sono una convenzione, un numero enorme e pieno di anni rispetto all'esperienza della durata normale della vita di un uomo e quindi mille è estrapolazione di eternità, significato di paradiso, gli anni che Adamo avrebbe raggiunto, unitamente a tutti i suoi discendenti se non si fosse lasciato trascinare alla disubbidienza.
Perché? In ebraico mille è 'aloef in cui c'è Dio che parla come con Adamo nel paradise terrestre e poi sarebbe passato a vedere di Dio il volto per sempre.

Nella 2° lettera di Pietro si legge:

"Una cosa però non dovete perdere di vista, carissimi: davanti al Signore un giorno è come mille anni e mille anni come un giorno solo. Il Signore non ritarda nell'adempiere la sua promessa, come certuni credono; ma usa pazienza verso di voi, non volendo che alcuno perisca, ma che tutti abbiano modo di pentirsi. Il giorno del Signore verrà come un ladro; allora i cieli con fragore passeranno, gli elementi consumati dal calore si dissolveranno e la terra con quanto c'è in essa sarà distrutta." (2Pt. 3,8-10),

con il che i mille anni sono considerati come un giorno solo, il giorno del Signore.

Secondo il racconto del Genesi "L'intera vita di Adamo fu di 930 anni, poi morì." (Gen. 5,5) perciò per arrivare ai 1000 anni, età che avrebbe certamente raggiunto lui ed i suoi discendenti se fosse rimasto fedele mancano 70 anni.
La festa dlle Capanne è così segno d'attesa del regno terrestre del Messia, prima della vita eterna, il nuovo Adamo che appunto vivrà 1000 anni sulla terra prima di far passare tutta l'umanità nel Regno dei cieli.
Al 70 che manca per la venuta del Messia è da riferire l'idea della profezia "70 settimane sono fissate per il tuo popolo e per la tua santa città per mettere fine all'empietà, mettere i sigilli ai peccati, espiare l'iniquità, portare una giustizia eterna, suggellare visione e profezia e ungere il Santo dei santi." (Dan. 9,24)
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