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ATTESA DEL MESSIA...

 
SUL TIMORE DEL SIGNORE

di Alessandro Conti Puorger
 
 

RAPPORTI CON L'IGNOTO E COL DIVINO
Terrore, panico, spavento, paura, timore, rispetto sono reazioni incontrollate o poco o affatto controllabili che misurano il grado d'esperienza che ha l'uomo quale essere razionale davanti ad altro uomo, animale o fenomeno che gli si manifesti.
L'altro è a priori ignoto e le sensazioni che riceve dai propri organi sensoriali e induttivi debbono venire elaborate; inizialmente l'istinto di conservazione subito le valutata come pericolose fino a trovare forme d'adattamento con lo sviluppo dell'esperienza specifica.
È un po' come si verifica nei sistemi complessi di segnalamento per i treni.
Alla presenza di un'anomalia, che il sistema non è in grado di valutare tra quelle programmate, il segnale va al "rosso" - via impedita - ed il treno si ferma.
Del pari, l'uomo ha un sistema d'intimi avvisatori sensoriali che provoca reazioni spontanee.
Queste superano la ragione, se impreparata o non educata all'evento.
Sono spontanee incontrollate risposte, con eventi somatici che arrivano alcune volte addirittura anche a paralizzarlo senza che in quel momento nessuna voce razionale sia più in grado di raggiungerlo.
Il sistema di percezione umano ha vari gradi di controllo e, seguendo l'allegoria del treno, il segnalamento è come avesse più livelli di avviso.
Oltre ai colori semplici rosso e verde è come se disponesse del rosso/giallo, del giallo e del giallo/verde.
Il verde totale, ossia via libera, è lo stadio finale della perfetta conoscenza della perfetta disponibilità del rapporto treno-infrastruttura e si passa dallo star fermi ad un avanzamento con cautela e ad una marcia a vista, ma comunque con un certo movimento di progressione.

Essendo l'uomo un essere dotato di ragione quelli - terrore, panico, spavento, paura, timore, rispetto - sono i vari gradi con cui man mano che si sviluppa la conoscenza si razionalizza il fenomeno che in quel momento ci investe e ce se ne fa una ragione.
Un abisso, un oceano, un deserto, una distesa di ghiaccio, fenomeni naturali poderosi quali terremoti, maremoti, uragani, tifoni, sono di per sé, in generale, fonte per l'uomo di un senso di impotenza, che provoca un disagio più o meno profondo.
La mente oscilla tra sensazioni incontrollabili del perdersi, del disperdersi, dell'essere nulla e dell'essere annullato.
Ciò che ha in sé qualcosa di grande d'ignoto e di potente, che l'uomo "normale" in definitiva sente che non può dominare, fa insorgere in lui paura.
Tutte quelle situazione o quei fenomeni fisici oggettivi danno luogo, di fatto, allo scatenarsi irrefrenabile più o meno intenso della paura della morte.
A seconda delle manifestazioni di tale ignoto la paura vira poi in spavento, panico e terrore.
Pure il più "ateo" degli uomini poi è soggetto alla propria psiche.
Sa che sussistono questioni non tangibili, ma che del pari possono avere prese psicologiche e psichiche tali che provocano sensazioni di grande irrequietezza ed instabilità che lo portano altresì a forti stress con effetti di concrete sensazioni di profonda inadeguatezza che provocano egualmente spavento e addirittura panico.
Anche in tal caso è la non piena conoscenza di sé che provoca il senso di impotenza e consciamente ci si sente instabili appena si valuta che di fatto si convive con un essere al proprio interno che quando si risveglia non si è in grado di controllarlo a pieno e di prevederne tutte le mosse.
La stesso fenomeno "religioso" poi abbraccia un gran gamma di relazioni col proprio Dio, che per antonomasia è nell'ambito del non conoscibile del non controllabile, libero, etereo e non prevedibile.
Nelle religioni tribali e primitive si passa poi in tutti i gradi della superstizione e dei rapporti di paura e terrore del terribile e delle sue manifestazioni numinose.
L'uomo cerca di "addomesticare" l'incognito rendendoselo più familiare e il divino viene considerato, così, presente ovunque, nelle piante, nei fiumi, nella terra, in cielo, negli animali, in ogni manifestazione fisica.
Nelle religioni dei popoli primitivi, infatti, solo lo sciamanesimo consente il contatto diretto con le divinità.
Occorre cioè un intermediario, stregone - sacerdote, che sia in grado d'interloquire e d'interpretare le manifestazioni che vengono attribuite a quella entità.
Nelle religioni più evolute la fede che coinvolge i fedeli e porta a rapporti complessi con la divinità, la paura vira gradualmente a timore e sacro rispetto.
Nelle religioni rivelate la rivelazione stessa fa poi da primo intermediario e ci porta a svelare una parte dell'incognito facendoci conoscere quanto lui, Il divino, intende di sé portarci alla conoscenza.
Ciò fa sviluppare un rapporto personale e un circolo virtuoso d'emozioni e risposte che tendono ad allontanare dalla paura e appunto fanno entrare nella sfera del timore, ambito questo diverso della paura e che nel campo religioso ha un proprio specifico valore e significato.
È questo l'effetto delle rivelazioni contenute dalle Sacre Scritture delle religioni abramitiche.
La mistica, dal greco "mystikòs" ossia misterioso - arcano da "myein" "che tace, che è chiuso", è contemplazione del sacro che cerca di superare l'approccio logico - discorsivo e pervenire ad una esperienza diretta.
Coinvolti in questa ricerca del divino, per avvicinarsi alla divinità alcuni fedeli delle fedi più disparate, tentano o sono soggetti a sperimentare vie personali che danno luogo in alcuni casi ad estasi mistiche, risultato d'un progressivo distacco provocato o spontaneo dal sensibile e dal razionale.
Il soggetto perde il proprio io in un tutto, la Verità ultima, che l'assorbe completamente tanto che, al limite, può non sentire nemmeno provocazioni fisiche e, si dice, che sarebbero state alterate addirittura anche leggi fisiche con fenomeni che hanno del paranormale.
Queste estasi in effetti, possono essere artificiali perché provocate da vino, alcolici, allucinogeni, ma anche essere spontanee, cioè senza cause apparenti, per una profonda meditazione, o inspiegabili, anche con soggetti estremamente semplici come fanciulli, vedansi ad esempio i casi di Fatima e Lourdes.
A queste si aggiungono i momenti e i segni delle manifestazione iniziali d'un grande fondatore di religioni.
Si parla addirittura di fenomeni di levitazione (San Giuseppe da Copertino 1603 -1663) e di bilocazione (San Pio da Pietralcina).
Mistici si trovano infatti:
  • nel cristianesimo sin dalle origini come gli stiliti vivevano sulle colonne, i Padri del deserto, l'esicasmo, la preghiera del cuore con personalità come San Francesco, Santa Chiara, Teresa d'Avila, Giovanni della Croce.
  • nell'ebraismo, vi è l'approccio esoterico della cabbalah sviluppatasi a partire dal X sec. e poi il cassidismo nato in Polonia nel XVIII secolo.
  • nell'islam ricordo la corrente del sufismo.
Il massimo livello che toccano i mistici è la fede purissima ove il timore si trasforma in amore perfetto facendo un salto di qualità eccezionale.
Il rapportarsi ad una potenza o con un potente può, infatti, nascondere un interesse che fa ombra al rapporto che resta sempre tra un superiore e un inferiore e nasconde la possibilità d'un amore disinteressato che è l'unico che ha di fatto valore, perché libero.
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