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ATTESA DEL MESSIA...

 
TETRAGRAMMA SACRO NELLA TORAH

di Alessandro Conti Puorger
 
 

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IL NOME E IL MESSIA
Per indicare il Tetragramma, senza pronunciarlo, come s'è già detto, è uso dire:

"haShem", , "il Nome".

È da osservare che in ebraico v'è stretta relazione tra Nome e "cielo":

"shemaim"

È così evidente che il concetto di cielo implica la presenza di un plurale di nome, è il luogo dei nomi.
È, però questo di YHWH, che è tradotto convenzionalmente con "Signore" il Nome dei nomi, il più alto che esista.
Questo è il pensiero di Paolo, gran conoscitore e scrutatore delle Sacre Scritture, che nella lettera ai Filippesi presenta una chiara sintesi tra il Nome, il Signore e Gesù di Nazaret che è per lui, e lo attesta con forza, il Messia che attendevano gli ebrei: "...Dio l'ha esaltato e gli ha dato il nome che è al di sopra di ogni altro nome; perché nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra; e ogni lingua proclami che Gesù Cristo è il Signore, a gloria di Dio Padre." (Filippesi 2,9-11)
Il Nome dai cieli è sceso sulla terra e risorgendo dai morti è anche sceso nei mondi inferiori secondo le credenze antiche.
Il termine di Messia viene da "Mashiach", parola ebraica dal radicale che vuol dire "ungere" e si scrive sia che .
È da aprire una parentesi per comprendere come esce questo nome.
Tutto è legato a un sogno di Giacobbe che, ottenuta la primogenitura, fuggì a Carran da Labano suo zio per prendervi moglie, e per via fece il famoso sogno di una scala e di angeli che salivano e scendevano dal cielo.
Dio gli parlò e "...Giacobbe si svegliò dal sonno e disse: Certo, il Signore è in questo luogo e io non lo sapevo... Questa è proprio la casa di Dio, questa è la porta del cielo. Alla mattina presto Giacobbe si alzò, prese la pietra che si era posta come guanciale, la eresse come una stele e versò olio sulla sua sommità. E chiamò quel luogo Betel." (Genesi 28,16-19)
In questa citazione esce la parola olio shemen.
Dopo aver servito Labano, Dio gli si ripresentò in sogno e gli disse: "Io sono il Dio di Betel, dove tu hai unto una stele e dove mi hai fatto un voto. Ora alzati, parti da questo paese e torna nella tua patria!" (Genesi 31,13)
In questa seconda volta si trova la parola "ungere" quando dice "asher mashachta sham matzevà" cioè "dove hai unto una pietra".
Qui mashachta è seguito da un che sta per avverbio di luogo "là", ma con altra vocalizzazione è il "nome", "Shem".
La parola olio shemen ha come prime lettere quelle di Nome e ha le stesse lettere del numero otto shmone, numero che, finiti i sette giorni, fa aspirare ad un livello superiore, all'inizio di un nuovo ciclo di creazione.
Ha "shemen", poi, lo stesso valore numerico di cielo "shemaim" , perché le lettere che differenziano e sono "Nun" e "Yod-Mem" che hanno lo stesso valore = 50 e = 10+40 = 50.
Questo fatto dell'intercambiabilità della Nun = = con Yod-Mem = , che poi queste ultime sono anche le lettere di "Yam" "mare", verrà ripreso più avanti.
Faccio solo osservare che la Nun in egiziano antico ha come geroglifico un'onda è una energia e Nun è il mare, l'acqua-materia primigenia, un liquido d'energia da cui tutto ha avuto origine ed in cui tutto alla fine s'annullerà; Nun era, infatti, anche un dio, il padre degli dèi.
L'idea che vi sia uno stretto legame tra la divinità e l'acqua continua nell'ebraismo per la parola cielo in cui vi è la parola acqua "maym" oltre che mare "Yam".
Ecco che, prima di avvicinarsi al sacro, occorre il bagno rituale per riavvicinarsi al cielo, idea questa passata con altro significato nel battesimo cristiano in cui nell'acqua "maym" si riceve il cambiamento da parte del fuoco "'esh" di Dio, lo Spirito Santo e ci riunisce ci fa uno col cielo .

S'aggiunge poi che "neshamà" "anima" ha le lettere di "shmone", "otto" e di "shemen", "olio", quindi Cielo, Anima, Otto, Olio si alludono a vicenda.
"Ungere" "meshach" si riferisce all'atto che in passato veniva compiuto su alcune persone - un sacerdote, il re, un profeta - onde santificarle, o su cose - un pilastro, un altare - destinati a compiti specifici legati al Santo, e vi si provvedeva con un olio particolare lo "shemen ha-mishchà" - olio dell'unzione a cui s'univano sostanze aromatiche.
Quel atto sottolineava che scendeva un livello superiore di anima che avrebbe coinvolto con una nascita un nuovo individuo, quello autentico, e visto tutto il complesso che lega olio con cielo, otto e anima, al Nome, quindi a YHWH, perciò con l'unzione si riceve dal Signore il vero nostro carisma che era segreto, celato, ossia il nome che Dio ha pensato nello specifico atto di volontà quando ha formato quel tale individuo.
Particolare attesa era per una figura che rappresentasse l'uomo perfetto, "il più bello dei figli dell'uomo" (Salmo 45,3), quello atteso dalla prima coppia santa e questi è un consacrato come asserisce il Salmo "Ami la giustizia e l'empietà detesti: Dio, il tuo Dio ti ha consacrato con olio di letizia, a preferenza dei tuoi eguali." (Salmo 45,8)




La decriptazione, che faccio con le regole e significati di "Parlano le lettere" porta inequivocabilmente ad un evento, morte in croce e risurrezione.

"Per amore in croce il giusto porteranno . Lo crocifiggeranno per odio gli empi . Dall'alto così l'inviato Messia afflitto () dai potenti del mondo sarà . L'acqua di Dio gli uscirà . Saranno così risorti i viventi dall'energia della risurrezione . Il Risorto porterà l'energia dalla piaga () da dentro il corpo retto ."

Gesù nella sinagoga di Nazaret, racconta il Vangelo di Luca, lesse il passo del profeta Isaia che parlava proprio dell'olio di letizia: "Lo spirito del Signore Dio è su di me perché il Signore mi ha consacrato con l'unzione; mi ha mandato a portare il lieto annunzio ai miseri, a fasciare le piaghe dei cuori spezzati, a proclamare la libertà degli schiavi, la scarcerazione dei prigionieri, a promulgare l'anno di misericordia del Signore, un giorno di vendetta per il nostro Dio, per consolare tutti gli afflitti, per allietare gli afflitti di Sion, per dare loro una corona invece della cenere, olio di letizia invece dell'abito da lutto, canto di lode invece di un cuore mesto. Essi si chiameranno querce di giustizia, piantagione del Signore per manifestare la sua gloria." (Isaia 61,1-3)
Arrotolato il rotolo, proclamò: "Oggi si è adempiuta questa Scrittura che voi avete udita con i vostri orecchi." (Luca 4,21) perciò asserì che lo spirito del Signore era su di Lui era consacrato con l'unzione, ossia è il Messia.

La decriptazione di quei tre versetti d'Isaia con le regole di decriptazione di cui ho già detto fornisce questo discorso:

Isaia 61,1 - "Dallo Spirito dell'Unico giudicata è stata che è una perversità l'agire del serpente. C'è stato un consiglio, da Messia il Signore venuto è dal serpente nella carne, dai miseri è in vita, sorge del Potente la grazia, è la virtù dentro alla luce, del Potente il soffio nel corpo esiste, il cuore potente ha versato alla vista, degli schiavi è all'abitazione col corpo, porterà il serpente delle origini a rimuovere dagli esseri viventi, la Parola verserà la legge portandola ai chiusi/prigionieri."

Isaia 61,2 - "Il Potente ha versato dal corpo della Donna la benevolenza, la potenza, il Signore ha portato. È stata recata dalla Madre l'energia per versarla viva al serpente, la maledizione è ad inviargli, si porta dal serpente per la sposa consolare, inizia a casa del serpente ad essere in vita."

Isaia 61,3 - "Dal serpente il fuoco porta in pienezza per la distruzione, giù si è portato per finirlo completamente. Appesa per i viventi la Parola dell'Unico col corpo in croce nella tomba finirà, l'Unico col soffio il corpo risorgerà, in vita invierà la gioia sotto dal Padre, perché si vedrà il cuore al mondo, la stoltezza finirà, lo spavento lo Spirito a spegnere porterà, verserà il serpente fuori dai viventi, inizierà ad esistere del Potente al mondo la giustizia, nei viventi la carità agirà del Signore, con potenza al mondo la croce glorificherà."

Le lettere di "Nome" Shm sono anche nel nome Messia MShYCh e se le si separa da MShYCh in ShM-ChY si trova un predicato del Messia.


Ciò evidenzia che il Nome si vuole manifestare in un Unto, il Messia, il Cristo, infatti, le lettere di "meshiach" sono equivalenti a:

Shem chai "il Nome di vita".

Ne consegue che il Messia è il Nome vivente, evento radicale colto nel cristianesimo in Gesù di Nazaret.
Ciò rafforza l'idea che l'unzione fa rivelare il nome nascosto dell'individuo e che, alla venuta del Messia, col dono della risurrezione ogni vivente sarà a divenire quello che potenzialmente doveva essere nel pensiero divino e si realizzerà l'essere santi annunciato nel libro del levitico:
  • 11,44-45 "Poiché io sono il Signore, il Dio vostro. Santificatevi dunque e siate santi, perché io sono santo; non contaminate le vostre persone con alcuno di questi animali che strisciano per terra. Poiché io sono il Signore, che vi ho fatti uscire dal paese d'Egitto, per essere il vostro Dio; siate dunque santi, perché io sono santo."
  • 19,1-2 "Il Signore disse ancora a Mosè: Parla a tutta la comunità degli Israeliti e ordina loro: Siate santi, perché io, il Signore, Dio vostro, sono santo."
  • 20,26 "Sarete santi per me, poiché io, il Signore, sono santo e vi ho separati dagli altri popoli, perché siate miei."
  • 21,8 "Tu considererai dunque il sacerdote come santo, perché egli offre il pane del tuo Dio: sarà per te santo, perché io, il Signore, che vi santifico, sono santo."
Propongo, infine un altro interessante accostamento tra Messia MShYCH e un'altra parola importante del Pentateuco, il serpente "Nachash" NCHsh che tenta la prima coppia in Genesi 3,1, che Mosè presenterà al faraone trasformando il bastone in Esodo 4,3, e poi innalzerà come simulacro in bronzo nel deserto contro i serpenti velenosi, Numeri 21,6-9.
I due nomi Messia e Nachash come lettere contengono entrambe le lettere anche se disposte in modo diverso e le lettere restanti la Yod-Mem della prima sono equivalenti numericamente con la Nun della seconda (Nun = 50 e Yod-Mem = 10+40) quindi le due parole per la gimatria hanno proprietà comuni e portano al pensiero che al serpente maligno della Genesi verrà contrapposto un altro serpente benigno, il Messia, farmaco d'immortalità.

= ( = 8) + ( = 10) + ( = 300) + ( = 40) = 358
= ( = 300) + ( = 8) + ( = 50)         = 358

L'idea evidentemente ha fondamento ed antiche origini, perché Gesù, il Messia, non mancò di farla notare nell'incontro con un capo dei Giudei, Nicodemo, quando disse: "E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell'uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna". (Giovanni 3,14s)
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