|
|
ATTESA DEL MESSIA...
TETRAGRAMMA SACRO NELLA TORAH
di Alessandro Conti Puorger
parti precedenti:
NOZIONI GENERALI »
SINCRETISMI ANTICHI IN UNO SCENARIO DI MITI »
LA PRIMA VOLTA DI YHWH »
IL RACCONTO DEL ROVETO »
YHWH - 'ADONAI »
SIMBOLOGIA LEGATA AL TETAGRAMMA »
IPOTESI DAVIDICA »
IL NOME E IL MESSIA »
ESODO 3 - DECRIPTAZIONE »
CONCLUSIONE - IL PERCORSO DELL'ESSERE
Per chi crede in Dio la propria esistenza è uscita da Lui.
Lui, quella esistenza la porterà a rientrare in Lui dopo che l'individuo avrà esplicitato al meglio tutto il proprio potenziale che ci fa caratterizzare come unici e per cui ci ama.
Saremo, quindi, perfetti in Lui e vivremo con Lui che è il nostro amato.
Questo è il viaggio del nostro essere.
La fonte di tutto ciò che esiste è l'Essere assoluto.
Da Lui il nostro essere
esce
per portarsi
nel mondo
.
Questa è una lettura delle 4 lettere di
.
Nel mondo però esiste
la perversità
.
Per l'essere è
una calamità
.
L'amato però sarà
nel mondo
per portarci
fuori
.
Questa è la lettura finale di
e calza a meraviglia con la decriptazione di Esodo 3.
Così la lettera Yod fa una discesa e una risalita, quest'ultima grazie al Messia: "...nessuno è mai salito al cielo, fuorché il Figlio dell'uomo che è disceso dal cielo." (Giovanni 3,13)
Una storia quella della Yod simile a quella che i qabbalisti traggono da alcuni versetti del Cantico dei Cantici ove avevo già visto una allegoria sul nome YHWH che ho evidenziato in forma midrashica in "Cantico e Tempio di Salomone: Inni al nome ineffabile".
Iniziano con l'osservare il versetto 1,5 "Bruna sono ma bella, o figlie di Gerusalemme, come le tende di Kedar, come i padiglioni di Salma."
Questo "sono" li porta a pensare a Lui, il Signore.
Questa bruna che è bella è scritto:
Shecorà anì ven'avà
ed evidentemente leggono: "la nera
io sono
che reca
l'energia
di Lui
",
è come un indovinello.
Chi è colei che è nera, scritta con inchiostro nero, che indica "io sono" e reca la Sua energia?
Concludono che questa è proprio la lettera
Yod, quella grande maiuscola, il porto di partenza.
Passano quindi al versetto 7,1: "Volgiti, volgiti, Sulammita, volgiti, volgiti: vogliamo ammirarti. Che ammirate nella Sulammita durante la danza a due schiere?"
Quelle quattro parole ripetute "volgiti"
"shuvy", che traducono con "torna" li ha interrogati e propongono "...non leggere "Shuvy" = torna, ma torna Yod "Shuv Yod"
.
Vi sono poi a mio parere altre tracce:
- le quattro volte di "Shuv Yod" sono divise in due parti di due ciascuna dalla parola la Sulammita
che richiama la parola Shalom pace, ma non lo è;
- si parla di una danza a due schiere con lettere eguali a quelle usate nel versetto 18 nel racconto dell'episodio del vitello d'oro in Esodo 32.
Se consideriamo che la Yod sta compiendo un viaggio, lei cerca la pace, ma tocca il fondo e si rende conto che pace non è, perché invece è
è però "uscita
dalla similitudine
()
col Potente
la sua
vita sta
per finire
".
È la situazione di Dante nella Divina Commedia: "Nel mezzo del cammin di nostra vita. mi ritrovai per una selva oscura ché la diritta via era smarrita..." e l'anima si rende conto che sino ad allora è andata dietro a falsi idoli.
La Yod per ritrovare se stessa deve fare una conversione un altro "torna torna", dicono perciò i qabbalisti deve passare come 4 mondi... due in discesa e due in salita.
Sono due letture di YHWH la prima da destra a sinistra, la discesa da Y verso l'ultima H, e la seconda in risalita dall'interno dell'ultima H alla Yod iniziale.
Così le varie H, questa volta 4, percorse due in discesa e due in risalita, le Yod sono quelle all'interno delle H stesse e le H divengono così per lei 4 Dalet, porte da passare.
Ciò è chiaro riprendendo la simbologiadel paragrafo "Ipotesi davidica".
percorso di andata
percorso di ritorno
Ogni Dalet è una invocazione al Diletto
della Yod
di passare per amore
le prime due per amore terreno e le ultime due per amore divino.
"Il tuo palato è come vino squisito, che scorre dritto verso il mio diletto e fluisce sulle labbra e sui denti! Io sono per il mio diletto e la sua brama è verso di me. Vieni, mio diletto, andiamo nei campi, passiamo la notte nei villaggi... Le mandragore mandano profumo; alle nostre porte c'è ogni specie di frutti squisiti, freschi e secchi; mio diletto, li ho serbati per te..." (Cantico dei Cantici 7,10-14)
Il capitolo 8 del Cantico finalmente c'è l'incontro con l'amato:
- 8,5 - "Chi è colei che sale dal deserto, appoggiata al suo diletto?"
Adesso la Yod è uscita, infatti non è più
,
ma
.
- 8,6 - "Mettimi come sigillo sul tuo cuore, come sigillo sul tuo braccio; perché forte come la morte è l'amore, tenace come gli inferi è la passione: le sue vampe son vampe di fuoco, una fiamma del Signore".
È stata vinta la morte.
- 8,14 - "Fuggi, mio diletto
,
simile a gazzella o ad un cerbiatto, sopra i monti
degli aromi
!"
Ora la Yod è finalmente col suo diletto, quindi riappare "mio diletto"
,
pronta a nuove avventure nell'eternità con Lui.
Quei monti degli aromi
ci dicono due cose:
- uscita
dalla contesa
,
in cielo
,
cioè la grazia è ritrovata.
- ripartorita
(),
la Yod
abita
in cielo
,
è nata la seconda volta.
Amen.
a.contipuorger@gmail.com
vai alla visualizzazione stampabile di tutto l'articolo
invia questa notizia ad un amico
Copyright © 2011 BibbiaWeb - Tutti i diritti riservati. Riproduzione vietata.
|
|
Tutti gli articoli di
ATTESA DEL MESSIA...
|
|
|
|
|