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LETTERE EBRAICHE E CODICE BIBBIA...

 
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di Alessandro Conti Puorger
 

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APPENDICE - GIOBBE 7 - DECRIPTAZIONE
Riporto prima il testo dell'ultima traduzione C.E.I., poi tutto di seguito il testo decriptato.

Giobbe 7,1 - L'uomo non compie forse un duro servizio sulla terra e i suoi giorni non sono come quelli d'un mercenario?

Giobbe 7,2 - Come lo schiavo sospira l'ombra e come il mercenario aspetta il suo salario,

Giobbe 7,3 - così a me sono toccati mesi d'illusione e notti di affanno mi sono state assegnate.

Giobbe 7,4 - Se mi corico dico: Quando mi alzerò? La notte si fa lunga e sono stanco di rigirarmi fino all'alba.

Giobbe 7,5 - Ricoperta di vermi e di croste polverose è la mia carne, raggrinzita è la mia pelle e si dissolve.

Giobbe 7,6 - I miei giorni scorrono più veloci d'una spola, svaniscono senza un filo di speranza.

Giobbe 7,7 - Ricordati che un soffio è la mia vita: il mio occhio non rivedrà più il bene.

Giobbe 7,8 - Non mi scorgerà più l'occhio di chi mi vede: i tuoi occhi mi cercheranno, ma io più non sarò.

Giobbe 7,9 - Una nube svanisce e se ne va, così chi scende al regno dei morti più non risale;

Giobbe 7,10 - non tornerà più nella sua casa, né più lo riconoscerà la sua dimora.

Giobbe 7,11 - Ma io non terrò chiusa la mia bocca, parlerò nell'angoscia del mio spirito, mi lamenterò nell'amarezza del mio cuore!

Giobbe 7,12 - Sono io forse il mare oppure un mostro marino, perché tu metta sopra di me una guardia?

Giobbe 7,13 - Quando io dico: Il mio giaciglio mi darà sollievo, il mio letto allevierà il mio lamento,

Giobbe 7,14 - tu allora mi spaventi con sogni e con fantasmi tu mi atterrisci.

Giobbe 7,15 - Preferirei morire soffocato, la morte piuttosto che vivere in queste mie ossa.

Giobbe 7,16 - Mi sto consumando, non vivrò più a lungo. Lasciami, perché un soffio sono i miei giorni.

Giobbe 7,17 - Che cosa è l'uomo perché tu lo consideri grande e a lui rivolga la tua attenzione

Giobbe 7,18 - e lo scruti ogni mattina e ad ogni istante lo metta alla prova?

Giobbe 7,19 - Fino a quando da me non toglierai lo sguardo e non mi lascerai inghiottire la saliva?

Giobbe 7,20 - Se ho peccato, che cosa ho fatto a te, o custode dell'uomo? Perché mi hai preso a bersaglio e sono diventato un peso per me?

Giobbe 7,21 - Perché non cancelli il mio peccato e non dimentichi la mia colpa? Ben presto giacerò nella polvere e, se mi cercherai, io non ci sarò!

Giobbe 7,1 - Nel mondo il serpente alle origini scese per abitarvi per la maledizione dell'Unico. Per infermare agì il serpente in terra, portò bruciature ai viventi, fu bruciata la rettitudine che esisteva nei corpi, i giorni (il tempo) portò.

Giobbe 7,2 - La rettitudine in azione da casa al tempo della trebbiatura con l'ira scese, al serpente recò così il fuoco. Un fornello fu rovesciato e al mondo il Verbo dall'alto lo portò.

Giobbe 7,3 - Così l'angelo al mondo inviò l'ammalarsi. La croce fu per il serpente nell'esistenza. Stando nei corpi nella vita la malvagità portò. La notte recò per sviare i viventi. Per il serpente la vita un cesso fu.

Giobbe 7,4 - L'Unico alla Madre emise il seme, fu portato l'Unigenito alla ribellione, fu un uomo che fu dall'Unico a sorgere portato ai viventi d'aiuto. Alla conoscenza col corpo in una casa si portò. Il settimo segno (giorno) fu inviato; alle mammelle fu della Madre; dall'Eterno fu inviata alla luce la Parola.

Giobbe 7,5 - In un cuore acceso nella carne fu in un corpo in vita nel mondo, si portò in cammino stando in Gesù. La Parola nel corpo fu, nella pelle fu, a commuoversi si portò, fu un vivente l'Unigenito in pienezza. (Gesù, ad esempio, piange davanti al sepolcro di Lazzaro.)

Giobbe 7,6 - Fu in vita per essere disprezzato bastonato dai viventi. Da inviato fu l'Unigenito col corpo ai popoli. Della sposa si portò a casa, dell'Unico parlò in giro che si compiva la speranza.

Giobbe 7,7 - In un puro corpo la rettitudine fu con lo Spirito in vita. Fu il 'no' completo alla luce portato da casa in azione, fu inviato a stare dal serpente. Alla vista lo recò dalla croce ciò che nel Cuore portava dentro.

Giobbe 7,8 - Per il Potente venuto una luce si portò! Canti furono sentiti con forza dagli angeli, che nel corpo d'un primogenito furono a vedere che era stata inviata nell'esistenza la rettitudine. In una famiglia/casa s'era portato l'Unigenito; è stata inviata dell'energia l'essenza.

Giobbe 7,9 - Così dal serpente uscì per essere umiliato. L'energia portò ad esistere in cammino, la rettitudine degli angeli fu a portare nel corpo. La porta dell'inferno per il serpente inizia ad essere dall'alto aperta.

Giobbe 7,10 - Il Potente in un uomo si portò dentro. Dal peccare per liberare fu in croce portato, e il rifiuto fu con la rettitudine ad esistere in un corpo la cui energia porterà il peccare dal sangue a rovesciare e la vita riporterà.

Giobbe 7,11 - In cammino a ricusare fu il serpente delle origini. Dall'Unico il soffio fu dalla nube del Figlio ad uscire. Dentro scese in un corpo lo Spirito. (Gli uomini) saranno dall'Unigenito risorti. Saranno dalle tombe ad uscire. Dentro i viventi dai corpi l'angelo superbo che c'è...."

Giobbe 7,12 -...uscirà, ne sarà ricusata l'esistenza dall'Unigenito. Da uomo il Figlio pur retto, sarà in croce posto. Innalzato sarà da vivo dalle guardie.

Giobbe 7,13 - Per la rettitudine sarà l'Unigenito per i viventi con il corpo in croce. Sarà dalla croce inviato alla tomba. Della vita l'energia ci risarà. Agirà nel corpo il dono. Sarà risorto dal Padre. Alla luce sarà ad uscire, sarà a libero, così a casa risarà."

Giobbe 7,14 - Recò della tomba la fine. Indicò che l'energia c'era per aborrire la morte.
Portò la Madre dal petto. Fu la bella dalla croce. Un'arca nel tempo ad inviare fu.

Giobbe 7,15 - Portò dalla croce da dentro dal foro con l'acqua la grazia. Versato il respiro, fu a morire; in seno si rialzò la vita che riportò al Crocifisso l'esistenza.

Giobbe 7,16 - Con l'acqua originata dal foro dell'appeso guizzata dall'alto la Madre ai fratelli fu ad uscire. Dal sepolcro la vita ai viventi inviata fu. Per la rettitudine fu a riuscire con dentro la potenza nei giorni.

Giobbe 7,17 - Vivo n'uscì l'Unigenito, dagli apostoli si riportò risorto. Così fu dalla croce in cammino dagli afflitti apostoli a recarsi. Portò così che c'era salvezza dalla maledizione; fu a recare dal cuore la rettitudine."

Giobbe 7,18 - E dalla croce per punire, gli apostoli portò al serpente. Da dentro rovesciò un corpo che è della Madre al serpente. Il corpo cammina con ardore . Dalla croce dentro la grazia gli apostoli recano. ("Qualcuno gli disse: Ecco di fuori tua madre e i tuoi fratelli che vogliono parlarti." Ed egli rispondendo a chi lo informava, disse: "Chi è mia Madre e chi sono i miei fratelli. Poi stendendo la mano verso i suoi discepoli disse: Ecco mia madre ed ecco i miei fratelli; perché chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, questi è per me fratello, sorella e madre." Matteo 12,47-49)

Giobbe 7,19 - La rettitudine tra i viventi uscì. Dal serpente venne per il Risorto a vedere uscire in vita il destino. Il 'no' all'idolo inviato fu dall'Eterno a casa. Il serpente con azione forte dai corpi rovesciato sarà.

Giobbe 7,20 - Dal chiuso del Cuore dall'Unigenito in croce fu per i viventi del mondo originata col soffio dall'alto dal Potente la rettitudine. Inviata giù dal corpo uscì Adamàh (la nuova Donna), perché nel mondo la risurrezione ai viventi indicasse. Inviata fu al serpente a vivere una calamità. Nel cammino portò l'Unico ad esistere in azione di notte la Madre del risorto Unigenito. (Il peccato rompe il Cuore di Cristo e dal chiuso del Cuore dall'Unigenito in croce esce il perdono dei peccati, la Nuova Eva con il battesimo lo porterà al mondo.)

Giobbe 7,21 - Portò la Madre nel mondo per il serpente. Venne dal risorto Unigenito onde del peccato fosse a recare la fine. In azione, da dentro lanciata dall'Unigenito dalla croce, al peccare inviata è stata la rettitudine che sarà ad agire da segno per il mondo. Il serpente alla polvere con l'Unigenito risorto così dentro porterà a bruciare in un foro alla fine. All'angelo (ribelle) saranno portati guai, invierà lamenti.

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