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RICERCHE DI VERITÀ...

 
LA RUGIADA LUMINOSA
CHE VIENE DAL MESSIA

di Alessandro Conti Puorger
 

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PLASMARE L'UOMO NUOVO
Nel cuore dell'uomo era entrato il tarlo che aveva portato per conto di Satana il serpente di Genesi 3, sua personificazione, che provocò la caduta della prima coppia umana.
Dopo l'entrata del seme del serpente nei loro cuori erano stati come rimpastati, come con una nuova rugiada , veramente rugiada non luminosa ma solo notturna, rugiada di Lilit, la sposa di Satana secondo la tradizione.
La morte fisica avrebbe potato un termine a quel seme causa di incitamento al peccare.
Occorreva rinnestare nell'uomo l'amore del Potente e questa rugiada altro non è che lo Spirito Santo, lo stesso amore che lega il Padre al Figlio.
In definitiva occorreva lavare l'uomo nella rugiada primitiva.
Diceva, infatti, Giovanni Battista: "Io vi battezzo con acqua per la conversione; ma colui che viene dopo di me è più potente di me e io non son degno neanche di portargli i sandali; egli vi battezzerà in Spirito santo e fuoco." (Matteo 3,11)
Era attesa una nuova acqua salutare che venisse dal cielo.
Questa doveva bagnare il mondo e rinnovare gli uomini.
Doveva essere un'acqua che provenisse dall'Eterno.
Fisicamente il segno era che provenisse dall'Ermon.
Il Giordano è alimentato dalle nevi di quel monte.
Gesù fece il segno d'immergervisi, infatti "...Gesù venne da Nàzaret di Galilea e fu battezzato nel Giordano da Giovanni. E, uscendo dall'acqua, vide aprirsi i cieli e lo Spirito discendere su di lui come una colomba. E si sentì una voce dal cielo: Tu sei il Figlio mio prediletto, in te mi sono compiaciuto". (Marco 1,9-11)
L'acqua salutare sarebbe uscita dalla parte destra del Tempio secondo Ezechiele 47.
Gesù fece il segno di entrare in questa profezia e con forza proclamò: "Distruggete questo tempio e in 3 giorni lo farò risorgere. Gli dissero allora i Giudei: Questo tempio è stato costruito in 46 anni e tu in 3 giorni lo farai risorgere? Ma egli parlava del tempio del suo corpo." (Giovanni 2,19-21) e il Salmo 22,15 propone "Io sono come acqua versata".
Questa acqua perciò l'avrebbe portata il Messia e Lui, Gesù di Nazaret è il Messia.
Ecco che in questa tensione l'evangelista Giovanni 19,33-35 assevera con forza e nella gioia che: "Venuti però da Gesù, vedendo che era già morto, non gli spezzarono le gambe, ma uno dei soldati con una lancia gli colpì il fianco, e subito ne uscì sangue e acqua. Chi ha visto ne dà testimonianza e la sua testimonianza è vera; egli sa che dice il vero, perché anche voi crediate."
Era nato quanto serviva per plasmare l'uomo nuovo.
L'uomo di terra, immergendosi nel costato di Cristo trova la rugiada in cui essere nuovamente plasmato e nel contempo è sostenuto in questa vita terrena col nutrimento per la vita eterna.
Questo si attende che si completi in noi e s'invoca liturgicamente ogni anno:

"O cieli stillate rugiada:
le nubi piovano il Giusto
si apra la terra
e germogli il Salvatore.
"

(Antifona al II Salmo delle lodi del Sabato prima del 24 dicembre)
Sant'Ireneo vescovo di Lione (nato a Smirne nel 135-140; fu alla scuola del Vescovo Policarpo, discepolo dell'apostolo Giovanni) di cui scrive Eusebio nel quinto libro della "Storia Ecclesiastica" "Contro le eresie" (Lib. 3, 17, 1-3; SC 34, 302-306) parla dello Spirito Santo e lo somiglia alla rugiada che serve per rimpastare l'uomo.

"Il Signore concedendo ai discepoli il potere di far nascere gli uomini in Dio, diceva loro: Andate, ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo (Matteo 28,19). È questo lo Spirito che, per mezzo dei profeti, il Signore promise di effondere negli ultimi tempi sui suoi servi e sulle sue serve, perché ricevessero il dono della profezia. Perciò esso dicesse anche sul Figlio di Dio, divenuto figlio dell'uomo, abituandosi con lui a dimorare nel genere umano, a riposare tra gli uomini e ad abitare nelle creature di Dio, operando in essi la volontà del Padre e rinnovandoli dall'uomo vecchio alla novità di Cristo. Luca narra che questo Spirito, dopo l'ascensione del Signore, venne sui discepoli nella Pentecoste con la volontà e il potere di introdurre tutte le nazioni alla vita e alla rivelazione del Nuovo Testamento. Sarebbero così diventate un mirabile coro per intonare l'inno di lode a Dio in perfetto accorto, perché lo Spirito Santo avrebbe annullato le distanze, eliminato le stonature e trasformano il consesso dei popoli in una primizia da offrire a Dio. Perciò il Signore promise di mandare lui stesso il Paraclito per renderci graditi a Dio. Infatti come la farina non si amalgama in una unica massa pastosa, né diventa un unico pane senza acqua, così neppure noi, moltitudine disunita, potevamo diventare una unica Chiesa in Cristo Gesù senza l'Acqua che scende dal cielo. E come la terra arida se non riceve l'acqua non può dare frutti, così anche noi, semplice e nudo legno secco, non avremmo mai portato frutto di vita senza la Pioggia mandata liberamente dall'alto. Il lavacro battesimale con l'azione dello Spirito Santo ci ha unificati tutti nell'anima e nel corpo in quell'unità che preserva dalla morte. Lo Spirito di Dio discese sopra il Signore come Spirito di sapienza e di intelligenza, Spirito di consiglio e di fortezza, Spirito di scienza e di pietà, Spirito del timore di Dio. Il Signore poi a sua volta diede questo Spirito alla Chiesa, mandando dal cielo il Paraclito su tutta la terra... Perciò è necessaria a noi la rugiada di Dio, perché non abbiamo a bruciare e a diventare infruttuosi e, là dove troviamo l'accusatore, possiamo avere anche l'avvocato. Il Signore affida allo Spirito santo quell'uomo incappato nei ladri, cioè noi. Sente pietà di noi e ci fascia le ferite, e dà i due denari con l'immagine del re. Così imprimendo nel nostro spirito, per opera dello Spirito Santo, l'immagine e l'iscrizione del Padre e del Figlio, fa fruttificare in noi i talenti affidatici perché li restituiamo poi moltiplicati al Signore."

Nell'ambito della parte in greco del profeta Daniele nell'episodio dei tre giovani gettati nella fornace si trova: "Ma l'angelo del Signore, che era sceso con Azaria e con i suoi compagni nella fornace, allontanò da loro la fiamma del fuoco della fornace e rese l'interno della fornace come se vi soffiasse dentro un vento pieno di rugiada. Così il fuoco non li toccò affatto, non fece loro alcun male, non diede loro alcuna molestia." (Daniele 3,49s)
Da cui risulta evidente l'effetto dello Spirito Santo che salva i fedeli dalla ardente siccità... dell'inferno!

Concludo con una notizia che mi pare degna di nota.
Aristotele parla di un'isola situata in Etruria, dalla quale si estraevano metalli come il ferro e il rame.
La chiamò Aithalìa - Aetalia; pare proprio essere l'Isola d'Elba (Ilva). Aetalia ha lo stesso radicale di Aitna = Etna e significherebbe favilla, scintilla per i fuochi che all'Elba erano accesi per estrarre i minerali dalle rocce e all'Etna erano gli effetti del vulcano.
Quel nome era ben noto ai naviganti greci e fenici e ben presto per questi fu sinonimo anche di tutta la penisola, cosicché Italia fu il nome con il quale I primi Ebrei della Diaspora approdati a Trani e nei porti della Puglia definivano la penisola italiana.
Fecero però di più traslitterarono in ebraico quel nome:

AI - TAL - IA
e divenne - - , quindi
"Isola della rugiada di IH "
vale a dire "Isola della rugiada divina".

In effetti in Italia essendovi da XX secoli la sede della cattedra di Pietro assistita dallo Spirito Santo si può ben concludere che è terra di rugiada!
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