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LA RUGIADA LUMINOSA
CHE VIENE DAL MESSIA

di Alessandro Conti Puorger
 

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LA RUGIADA NELLA TRADIZIONE EBRAICA
La rugiada in Palestina è fondamentale per la vita delle piante e, se assente, si sente l'effetto "siccità".
Nel libro di Giobbe, Dio si assume la paternità della pioggia e della rugiada: "Il Signore rispose a Giobbe di mezzo al turbine... Ha forse un padre la pioggia?
O chi mette al mondo le gocce della rugiada?" (Giobbe 38,1-28)
Dio, quando vuole dare una parola che chiede attenzione, chiude le acque superiori e manda la siccità sulla terra (Aggeo 1,10s).
Per benedire, invece, apre le cateratte e manda la pioggia (Salmo 148,4) segno della sua "Shekinàh/Presenza" e la rugiada che Isacco predice a Giacobbe e Mosè conferma ad Israele.
Nella preghiera dalla liturgia sinagogale del primo giorno di Pesach, inizio della primavera, nel testo dell'Amidah, in ebraico che significa in "posizione eretta", è da aggiungere, ossia "musaf", la preghiera per la rugiada (Tefilat HaTal), "Tu sei Colui che fa scendere la rugiada."
Il Chazzan (cantore), cioè l'officiante della sinagoga che guida le preghiere si veste col "Kitel" simile ad un lenzuolo bianco, lo stesso che s'indossa nel giorno di Kippur, perché, dicono, la rugiada per gli agricoltori è questione di vita o di morte quanto il perdono dei peccati.
Il "Kitel", o "Kittel", yiddish , parola che richiama indubbiamente la rugiada "rovesciata è la rugiada " ed è una tunica bianca, come lo splendore di un disco rutilante che riporta lo spettro completo della luce dell'arcobaleno. Ricorda la purezza donata dal perdono dei peccati "i nostri peccati diventeranno bianchi come neve" (Isaia 1,18), abito che molti ebrei indossano il giorno del matrimonio per essere in sintonia con la sposa e poi, da uomini sposati, durante lo Yom Kippur e qualche volta per il Rosh haShana.
È usato spesso da chi conduce il Seder di Pesach ed, infine, è il vestito che sarà fatto indossare al morto per la sepoltura.
Questa descrizione dell'inizio di un Seder di Pesach è molto chiara ed esauriente: "La madre pronuncia la benedizione sulla luce. In mezzo alla stanza migliore, brilla la mensa, coperta da una tovaglia bianca e ricamata, apparecchiata con i segni pasquali. La stanza è illuminata il più possibile, e anche il capofamiglia "brilla " vestito del suo "kittel" bianco, nel quale un giorno verrà rivestito da altri, in attesa di presentarsi al suo Dio per la risurrezione e il giudizio universale. Indossa la "kippah" di seta bianca ed è cinto di una corda bianca, come lo furono i nostri padri in Egitto, pronti ad essere guidati dall'inviato di Dio, Mosè, dalla schiavitù alla libertà."
Il fatto che il "kittel" non ha tasche, come abito nuziale sta a dire che la coppia si sposa per amore e non per ciò che possiede, e come sudario, perché non si può portare via nulla da questo mondo se non il perdono ricevuto.
I saggi della tradizione ebraica hanno affermato: "'Ein maim 'el ha Torah", non c'è acqua che non sia Torah", ossia ogni racconto che coinvolga l'acqua (quindi anche la rugiada) porta un insegnamento fondamentale.
A questo punto è da ricordare l'episodio della manna.
(Vedi: "Manna, cibo degli angeli, figura del Messia")
Quando, gli Ebrei usciti dall'Egitto vagavano con Mosè per 40 anni nel deserto del Sinai, ogni giorno, salvo il sabato, cadeva "il pane venuto dal cielo" lechem min shamaim o "pane degli angeli".
Questa è la sintesi del racconto del fatto.
"Il Signore disse Mosè: Ho inteso la mormorazione degli Israeliti. Parla loro così: Al tramonto mangerete carne e alla mattina vi sazierete di pane; saprete che io sono il Signore, vostro Dio. La sera le quaglie salirono e coprirono l'accampamento; al mattino c'era uno strato di rugiada intorno allo accampamento. Quando lo strato di rugiada svanì, ecco, sulla superficie del deserto c'era una cosa fine e granulosa, minuta come è la brina a sulla terra. Gli Israeliti la videro e si dissero l'un l'altro: Che cos'è? perché non sapevano che cosa fosse. Mosè disse loro: È il pane che il Signore vi ha dato in cibo." (Esodo 16,11-15)
Era la manna!
È il pane che non ha bisogno di pioggia, solo della rugiada, ricordata due volte.
Nella notte stillava una rugiada che si congelava come brina in una sostanza simile a minuti cristalli, la manna, che veniva protetta per proteggerla da insetti e vermi da un'altra rugiada che formava cupole luccicanti come argento.
In definitiva secondo il midrash la manna era una speciale nutriente rugiada cristallizzata.
La manna che viene dal Signore è il cibo che proietta l'Uomo nella dimensione spirituale: "...ti ha umiliato, ti ha fatto provare la fame, poi ti ha conosciuto, per farti capire che l'uomo non vive soltanto di pane, ma che l'uomo vive di quanto esce dalla bocca del Signore." (Deuteronomio 8,3)

L'avvenimento del dono della manna è ricordato dalle famiglie ebree osservanti nei pranzi dello "Shabbat" con un pane speciale, detto "Kallah", su una tovaglia bianca, con una copertura per proteggerlo, a ricordo della rugiada.

Pane speciale, detto "Kallah"

Pane speciale, detto "Kallah"


El'azar da Worms racconta che questo "pane degli angeli" viene dal Regno celeste e spirituale prodotto dal sudore degli angeli di Dio dediti alle macine celesti delle vite, "il sudore delle Chayyot" e "Chay" è Vita.

Nel Talmud (TB Shabbat 88b) si legge: "Ed ha detto Rabbì Jeoshua ben Levì: Ogni parola che usciva dal Santo Benedetto Egli Sia, usciva la loro anima di Israele, come è detto: La mia anima è uscita nel suo parlare. Ed essendo uscita la loro anima nella prima parlata, come hanno ricevuto la seconda parlata? [Egli] ha fatto scendere la rugiada con la quale in futuro farà risorgere i morti e li ha riportati in vita."
Nella parte del trattato del Talmud Chaghigah 12b si parla di una rugiada che farà resuscitare i corpi nuovamente riuniti alle proprie anime: la fonte di questa rugiada si dice sia la "Shekhinah".
Il commento dello Zohar alla Parashah del libro dell'Esodo sostiene che quella rugiada ammorbiderà le ossa dei corpi quando l'anima e lo spirito torneranno in essi.
Nel mio articolo "Dallo she'ol, inferi o ade, al regno dei risorti" su questa risurrezione ho scritto quanto segue.
Per la tradizione ebraica (vedi: Alan Unterman) alla fine dei giorni, "acharit ha yamim", età del Messia, ci sarà la Resurrezione dei morti, "techiyyat hametim" che Elia sul Monte degli Ulivi l'annuncerà col suono della grande tromba, lo "shofar gadol", e tutti i morti per canali sotterranei arriveranno in Israele ove saranno risuscitati e vi sarà il Giorno del giudizio "jom ha-din".
Questo giorno del Giudizio però, ogni anno, ha un'efficace anticipazione legata all'anno liturgico ebraico ed è ogni Capodanno, in cui appunto pure viene suonato lo "shofar" e il Giudizio universale viene tratto dalla lontananza dell'aldilà.
È così attualizzato per ogni uomo che di fatto morto o vivo sta davanti al Re della terra.
A ciascuno, secondo l'operato, è di fatto scritta la sentenza per l'anno trascorso e per il futuro, perché la storia e il futuro dipendono da Dio, e dopo i dieci giorni di penitenza è sigillata (Rosh ha Shana 16b); da ciò nasce la necessità di pregare per un anno il Kiddush per il morto.
Per provocare la resurrezione verrà usata una particolare "rugiada".
All'avvento dell'era messianica i giusti riceveranno la beatitudine e i malvagi resusciteranno per la vergogna e la dannazione (Daniele 12,2).
La risurrezione chiama alla mente una fioritura e quindi il mandorlo, uno dei primi alberi a fiorire in Israele, in coincidenza con la festa ebraica degli alberi chiamata "Capodanno degli alberi", il Tu Bi-Shvat. (Vedi: "Per ricordarsi dove sono le nostre radici") quindi vigila e avverte dell'avvicinarsi di Pesach.
Il mandorlo è così simbolo di promessa della redenzione di Dio per il Suo popolo come suggerisce Geremia 1,11-12: "...Che cosa vedi, Geremia? Risposi: Vedo un ramo di mandorlo. Il Signore soggiunse: Hai visto bene, poiché io vigilo sulla mia parola per realizzarla."
Questo albero era noto e apprezzato anche in Egitto e mandorle furono trovate nella tomba di Tutanhamon (1325 a.C.).
Nella Bibbia il mandorlo è citato dieci volte ed è descritto come "tra i migliori frutti", tanto che Giacobbe invia mandorle al vicerè d'Egitto che allora non sapeva fosse proprio suo figlio Giuseppe (Genesi 43,11).
Il mandorlo, in ebraico "Luz", ha lo stesso nome che la tradizione ebraica attribuisce ad un osso a forma di mandorla alla base della colonna verticale, l'osso sacro o coccige, considerato come un seme indistruttibile intorno al quale secondo la Qabbalah si formerà un nuovo corpo alla risurrezione dei morti.
Tale osso si nutrirebbe solo dal cibo mangiato alla cena di chiusura dei Sabati in cui si attende la venuta della regina del sabato "melavveh malkah".
Per la risurrezione dei morti, in ebraico "techiyyat hametim" il credo tradizionale ebraico, accettato dai farisei al tempo di Gesù, è che al tempo del Messia i morti si alzeranno dalle loro tombe e torneranno in vita per essere giudicati da Dio nel Giorno del Giudizio.
Prima della risurrezione Elia suonerà il grande "shofar" sul Monte degli Ulivi.
La risurrezione avverrà con la rugiada della luce di Dio che era presente al momento della creazione.
I morti il cui corpo si è decomposto saranno ricostituiti partendo dall'osso Luz, ma trasformati come il fiore rispetto alla mandorla.
Rabbi Natan Shapira dice poi che i primi a resuscitare saranno quelli il cui corpo è sepolto in Terra d'Israele.
Rebbe Mendel Schneerson sostiene che nell'era messianica tornerà l'immortalità perduta precedentemente con il peccato originale.

Nel libro apocrifo dei "segreti di Enok" ho trovato:
  • VI - Mi mostrarono i depositi della rugiada, come olio d'oliva, e gli angeli che custodivano i loro depositi e il loro aspetto (era) come ogni fiore della terra.
  • XII - Dodici ali ha ciascun angelo che tira il carro del sole, portando la rugiada e il calore quando il Signore comanda di scendere sulla terra coi raggi del sole.
  • XXII 9 - Michele mi spogliò delle mie vesti e mi unse di olio benedetto. L'aspetto dell'olio era più (splendido) di una grande luce, il suo unguento (era) come una rugiada benefica, il suo profumo come di mirra e i suoi raggi come quelli del sole.
  • XXII 10 - Guardai me stesso e fui come uno dei Gloriosi e non c'era differenza d'aspetto. Il Signore chiamò Vereveil uno dei suoi arcangeli che era abile a scrivere tutte le opere del Signore.
  • XXII 11 - Il Signore disse a Vereveil: Prendi dei libri dai depositi e consegna un calamo a Enoc e dettagli i libri. Vereveil si affrettò e mi portò dei libri screziati di smirnio e mi consegnò un calamo dalla sua mano.
Conferma il collegamento rugiada-olio dell'unzione e Messia-risurrezione, infatti, dice: "Guardai me stesso e fui come uno dei Gloriosi".

Nella preghiera ebraica detta delle Diciotto Benedizioni, si trova:

2 - Tu sei potente in eterno, Signore che confondi il superbo e giudichi il violento; tu vivi per sempre e fai risorgere i morti; tu fai spirare il vento e fai scendere la rugiada; tu provvedi ai viventi e fai vivere i morti; in un istante tu susciti la nostra salvezza. Benedetto sei tu, Signore, che fai vivere i morti...
Che collega risurrezione e rugiada.

Sant Epifanio scrive: "Gesù Cristo, innalzato sulla croce, avendo avuto il lato aperto da cui scaturirono sangue ed acqua, fece cadere questa celeste rugiada sulle reliquie e le ceneri del primo uomo; al fine di cominciare dalle primizie della massa per purificarla tutta intera."
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