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RACCONTI A SFONDO BIBLICO...

 
LA VIA
E IL DISCEPOLO COL LENZUOLO

di Alessandro Conti Puorger
 

PRIMA PARTE: LA SORGENTE DELLA VIA
IL NUOVO EDEN

Tra le colonne della Chiesa nascente vi sono evidentemente le figure poderose di Pietro il pescatore e di Paolo di Tarso.
Furono questi come due polmoni che fecero respirare il seme iniziale dando respiro al corpo del Cristo risorto, vale a dire alla sua Chiesa nata dalla sua predicazione ed irrorata dal suo sacrificio salvifico.
Tanti furono però i discepoli che contribuirono all'affermarsi di quella Via che ha scosso il mondo negli ultimi 2000 anni.
Mi riferirò però ad uno particolare, colui che fu il collaboratore di entrambe quelle colonne, Marco, ritenuto dalla tradizione l'evangelista del Secondo Vangelo.

Quel momento iniziale, i primi 40 anni dalla morte e risurrezione di Gesù di Nazaret, furono, infatti, epoca di formazione e crescita della nuova Eva, anni essenziali per l'affermarsi di quella che fu la Via del Cristianesimo.
Di fatto, il Cristianesimo che sgorgò dalla croce pareva era un rigagnolo che presto si sarebbe seccato, ma era volontà di Dio che divenisse un fiume che porta la salvezza, una Via su cui navigare.
Ci vide bene Gamaliele, grande Rabbi dell'epoca, quando disse: "Se infatti questo piano o questa opera fosse di origine umana, verrebbe distrutta; ma, se viene da Dio, non riuscirete a distruggerli. Non vi accada di trovarvi addirittura a combattere contro Dio." (Atti 5,38s)
Questo flusso di vita nuova alla prima ora si convogliò in un luogo concreto, il Cenacolo, e da qui come tanti corsi d'acqua uscirono i discepoli ad irrigare.
Una vera Via d'acqua e spirito Santo che investì il mondo e lo percorse rapidamente proprio come una buona notizia.
La buona notizia, infatti, è che c'è una Via per vivere in modo ordinato nel mondo e per arrivare al cielo.
Questa Via, partendo dall'Ebraismo, rompendo con alcune tradizioni e rendendo la Torah accessibile ai pagani, perché comunicata viva e compiuta in un uomo che è risorto dai morti, portò l'annuncio della salvezza dell'umanità dalla condizione di schiavitù alla corruzione che gradualmente s'estese fino ai confini della terra.
Apparvero così sorgenti di questo cammino nelle varie comunità.
Il cero pasquale, il nuovo roveto ardente, mantenuto continuamente acceso nel Cenacolo, presenza e ritrovo di Cristo Risorto, fu dai vari discepoli, quali valenti tedofori, acceso nelle principali città del mondo allora conosciuto.
È noto che Paolo, così chiamato come cittadino di Roma, ma il cui nome ebraico era Saulo (come quello del 1° re d'Israele, anche lui della tribù di Beniamino) fu agli inizi, acerrimo oppositore di questa Via, com'è detto nel libro degli Atti degli Apostoli al capitolo 9,1-16 che così inizia: "Saulo, spirando ancora minacce e stragi contro i discepoli del Signore, si presentò al sommo sacerdote 2e gli chiese lettere per le sinagoghe di Damasco, a fine di essere autorizzato a condurre in catene a Gerusalemme tutti quelli che avesse trovato, uomini e donne, appartenenti a questa Via." (Atti 9,1s)
Lui, che si riteneva un ebreo integerrimo "...circonciso l'ottavo giorno, della stirpe d'Israele, della tribù di Beniamino, ebreo da Ebrei, fariseo quanto alla legge; quanto a zelo, persecutore della Chiesa; irreprensibile quanto alla giustizia che deriva dall'osservanza della legge" (Filippesi 3,5s) capitolò e si convertì.
Questo evento personale della propria capitolazione Paolo lo ebbe a leggere come profezia di vittoria totale finale del Cristo, capace di entrare vittorioso nel cuore di tutti gli uomini per aprire la via del ritorno, compresi gli ebrei più riottosi, alla stregua di sé stesso.
Lo stesso concetto Paolo, infatti, protetto dai soldati romani, confermò in propria difesa alla folla di Gerusalemme che ne reclamava la morte: "Fratelli e padri, ascoltate ora la mia difesa davanti a voi. Quando sentirono che parlava loro in lingua ebraica, fecero ancora più silenzio. Ed egli continuò: Io sono un Giudeo, nato a Tarso in Cilìcia, ma educato in questa città, formato alla scuola di Gamaliele nell'osservanza scrupolosa della Legge dei padri, pieno di zelo per Dio, come oggi siete tutti voi. Io perseguitai a morte questa Via, incatenando e mettendo in carcere uomini e donne, come può darmi testimonianza anche il sommo sacerdote e tutto il collegio degli anziani. Da loro avevo anche ricevuto lettere per i fratelli e mi recai a Damasco per condurre prigionieri a Gerusalemme anche quelli che stanno là, perché fossero puniti." (Atti 22,1-5)

Se si segue nel libro degli Atti questo termine di Via per l'annuncio del Cristianesimo si trovano i seguenti versetti che la richiamano:
  • "Arrivò a Èfeso un Giudeo, di nome Apollo, nativo di Alessandria, uomo colto, esperto nelle Scritture. Questi era stato istruito nella via del Signore e, con animo ispirato, parlava e insegnava con accuratezza ciò che si riferiva a Gesù, sebbene conoscesse soltanto il battesimo di Giovanni. Egli cominciò a parlare con franchezza nella sinagoga. Priscilla e Aquila lo ascoltarono, poi lo presero con sé e gli esposero con maggiore accuratezza la via di Dio." (Atti 18,4-6)
  • "(Paolo) Entrato poi nella sinagoga, vi poté parlare liberamente per tre mesi, discutendo e cercando di persuadere gli ascoltatori di ciò che riguarda il regno di Dio. Ma, poiché alcuni si ostinavano e si rifiutavano di credere, dicendo male in pubblico di questa Via, si allontanò da loro, separò i discepoli e continuò a discutere ogni giorno nella scuola di Tiranno." (Atti 19,8s)
  • "Dopo questi fatti, Paolo decise nello Spirito di attraversare la Macedonia e l'Acaia e di recarsi a Gerusalemme, dicendo: Dopo essere stato là, devo vedere anche Roma. Inviati allora in Macedonia due dei suoi aiutanti, Timòteo ed Erasto, si trattenne ancora un po' di tempo nella provincia di Asia. Fu verso quel tempo che scoppiò un grande tumulto riguardo a questa Via." (Atti 19,21-23)
  • "(Paolo) ...io adoro il Dio dei miei padri, seguendo quella Via che chiamano setta, credendo in tutto ciò che è conforme alla Legge e sta scritto nei Profeti, nutrendo in Dio la speranza, condivisa pure da costoro, che ci sarà una risurrezione dei giusti e degli ingiusti. (Atti 24,14s)
  • "Allora Felice, che era assai bene informato su quanto riguardava questa Via, li congedò dicendo: Quando verrà il comandante Lisia, esaminerò il vostro caso". (Atti 24,22)
Questa Via era considerata una setta dagli ebrei di allora eppure era la Via annunciata dai profeti.
Veniva annunciato dagli apostoli che ora c'è la Via per tornare al Padre.
Effettivamente San Paolo fu un esploratore di questa Via.

Al proposito ho trovato in Internet questa preghiera a San Paolo a cura di p. Marfi Ravanello di Trento che è in linea con quanto intendo dire: "A noi Scolte e Rover piace avere te, San Paolo, come nostro patrono perché tu sei stato il primo Rover di Cristo: camminando per tutte le strade del mondo allora conosciuto, hai amato, annunciato a testimoniato colui che ha detto di sé: "Io sono la Via (Strada). Fa' crescere in me il gusto dell'avventura e sostieni la mia volontà nel seguire con slancio e con amore Cristo, unico mio maestro e guida verso la Casa del Padre. Aiutami a conquistare un carattere umile e forte, paziente e costante nelle difficoltà, attento e generoso nel fare della mia vita, come la tua, un servizio a Dio e ai fratelli. Così saprò più facilmente riconoscere nel volto dell'uomo, che cammina sulla stessa mia via (strada), il volto del Signore e ne saprò condividere le speranze e le gioie. Amen."

Sì, Paolo l'ha esplorata e ci ha dato la disponibilità di una via praticata, ma assieme con lui altri hanno attivamente collaborato.

Gesù, infatti, nel Vangelo di Giovanni, con chiaro riferimento a questo concetto, dice: "Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me." (Giovanni 14,6)
Lui è la Via della Pace, Lui è la Via Santa, annunciata dai profeti.
Per ben tre volte nel testo ebraico detto masoretico del versetto Isaia 35,8 si trova la parola via o strada anche se dalla traduzione pare che vi sia solo due volte: "Ci sarà una strada appianata e la chiameranno Via santa; nessun impuro la percorrerà e gli stolti non vi si aggireranno."
Lui è il cammino su cui gli stolti divengono sapienti e riscattati, vale a dire da creature di una creazione nelle doglie del parto possono divenire a figli di Dio.
Mi sono chiesto come si direbbe in ebraico:

Io sono la via, la verità e la vita


Con i miei criteri regole e significati leggo:
  • Ad incontrare () sarai nel mondo una perla , il retto che uscì per primo dai morti per riportarsi nel mondo vivo !
  • Incontrerete () Iah ! Una generazione ( = ) retta uscirà che la verità porterà per uscire dalla tomba all'Esistenza .
(Criteri regole e significati sono quelli che normalmente uso e che ho inseriti in "Parlano le lettere" "con cui pervengo a letture di 2° livello celate negli scritti in ebraico della Bibbia canonica con le lettere di quel alfabeto. Vi sono vari esempi in questo mio sito. Per comprendere di più al riguardo suggerisco "Scrutatio cristiana del testo masoretico della Bibbia".

Ciò premesso, appunto come uno scout che vuole esplorare le cateratte d'origine di un gran fiume, mi sono imbattuto sotto la croce con lo scaturigine di quel sangue ed acqua ben noto, quindi con Maria, la Madre di Cristo.
Lei, la nuova Eva, madre dei Cristiani, fratelli di Lui, fu consegnata ad un discepolo e poi andò ad abitare in un ben determinato luogo fisico in Gerusalemme.
Seguendo questa traccia trovo subito nel Cenacolo la nuova fucina ove la vita eterna è di casa ed è portata in tutte le direzioni.
È quello il luogo ove sostò Dio, il luogo da cui partì la Merkabah, cioè l'evangelizzazione, la tenda del convegno, la tenda della riunione, la madre Chiesa.

Ero, infatti, convinto che si può comprendere di più avvicinandosi alla figura della madre di Gesù e madre di ogni cristiano, cercando di mettere in evidenza e collegare aspetti e vicende degli scritti neotestamentari.
Un discepolo di cui si sa poco è Marco, ritenuto l'autore del 2° Vangelo che prende appunto il suo nome e fu personaggio importante per la formazione e lo sviluppo della Chiesa dell'origine; eppure, come vedremo, anche lui s'incontra proprio partendo dal Cenacolo.
Le notizie che si trovano su di lui negli scritti del Nuovo Testamento consentono di seguirne le tracce.
Il Vangelo a lui attribuito, infatti, parte subito dall'idea di seguire una nuova Via.
Quel testo, omettendo preamboli sull'infanzia di Gesù e complicate genealogie va al succo, si apre così:

"Inizio del Vangelo di Gesù, Cristo, Figlio di Dio. Come sta scritto nel profeta Isaia: Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero: egli preparerà la tua Via." (Marco 1,1-2)

È, infatti, pragmatico come lo erano i romani a cui predicava:
  • Gesù è il Cristo, cioè è il Messia;
  • Gesù è figlio di Dio;
  • Gesù è una buona notizia.
Il Vangelo è proprio la buona novella, cioè euaggeliou, il Vangelo di Cristo!

Ora, quel cenacolo è una "stanza al piano superiore" come si legge negli Atti.
Questa sede, infatti, è così, sia in senso fisico che in senso spirituale.
Quella sala è posta proprio a metà altezza... tra cielo e terra.
È un luogo ponte, appunto, tra Dio del cielo e gli uomini della terra.
Là il Dio del cielo si è fatto presente in terra e ha mangiato con gli uomini.
È un luogo privilegiato.
In ebraio il luogo è "maqom" e come vedremo, leggendo le singole lettere, è dove:
  • vive il Risorto ;
  • sta la madre del Risorto ;
  • vengono gli apostoli che portano ai viventi la risurrezione ;
  • dalla putredine ci porterà alla vita ;
  • ove per i viventi c'è speranza di vita ;
  • da dove l'acqua si riversa per portare alla Vita .
È quello il nuovo Eden dove Dio parla con l'uomo.
È lì, infatti, che c'è la nuova Eva e da cui nascono, non più semplici creature, ma i figli di Dio.

Cercherò di procedere con ordine.
Dapprima riporterò i fatti certi, poi farò delle ipotesi, infine, ciò che non ha certezze lo svilupperò come racconto nella Seconda Parte "Il discepolo col lenzuolo".
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