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RACCONTI A SFONDO BIBLICO...

 
LA VIA
E IL DISCEPOLO COL LENZUOLO

di Alessandro Conti Puorger
 

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PRIMA PARTE: LA SORGENTE DELLA VIA - IL NUOVO EDEN »
LA SORGENTE DELLA VIA - IL DISCEPOLO CHE GESÙ AMAVA »
LA SORGENTE DELLA VIA - LA QUESTIONE DEL CENACOLO »
LA SORGENTE DELLA VIA - IL GIOVANETTO DEL LENZUOLO »

LA SORGENTE DELLA VIA
MARCO DISCEPOLO ITINERANTE

Marco, che tra l'altro era ormai all'età della bar - mitzvah, fu evidentemente uno dei battezzati della prima ora da parte di San Pietro.
Ciò si arguisce perché nella sua 1° lettera Pietro quando dice "Vi saluta la comunità che vive in Babilonia" aggiunge e anche "Marco, figlio mio" (1Pietro 5,13) in quanto, evidentemente, egli Marco era suo figlio nella fede.
Babilonia è da intendere Roma, la grande Prostituta dell'Apocalisse che, nell'immaginario della città del male in opposizione alla Città di Dio, aveva ormai soppiantato Babilonia.

Sono note le vicende di Saulo, persecutore della Chiesa, che (Atti 8 e 9) si convertì miracolosamente avendo avuta una visione del Signore sulla via per Damasco.
Battezzato nel nome del Signore, subito cominciò ad annuncialo nelle sinagoghe di quella città, e per questo, preso in odio dai giudei che volevano ucciderlo, fu fatto fuggire in modo rocambolesco e venne a Gerusalemme.
"Venuto a Gerusalemme, cercava di unirsi ai discepoli, ma tutti avevano paura di lui, non credendo che fosse un discepolo." (Atti 9,26)
Appare però Barnaba che gli tende una mano: "Allora Bàrnaba lo prese con sé, lo condusse dagli apostoli e raccontò loro come, durante il viaggio, aveva visto il Signore che gli aveva parlato e come in Damasco aveva predicato con coraggio nel nome di Gesù. Così egli poté stare con loro e andava e veniva in Gerusalemme, predicando apertamente nel nome del Signore. Parlava e discuteva con quelli di lingua greca; ma questi tentavano di ucciderlo. Quando vennero a saperlo, i fratelli lo condussero a Cesarèa e lo fecero partire per Tarso." (Atti 9,26-30)

Intanto dei fuoriusciti da Gerusalemme al tempo delle persecuzioni ove perse la vita il diacono Stefano produssero frutti ad Antiochia: "...gente di Cipro e di Cirene, giunti ad Antiòchia, cominciarono a parlare anche ai Greci, annunciando che Gesù è il Signore. E la mano del Signore era con loro e così un grande numero credette e si convertì al Signore. Questa notizia giunse agli orecchi della Chiesa di Gerusalemme, e mandarono Bàrnaba ad Antiòchia " (Atti 11,20ss)
La persecuzione conseguente ai fatti di Stefano ci fu nel 34 d.C. e già nell'anno precedente tra i diaconi si trova un cittadino di Antiochia, Nicola (Atti 6,5).
Mandarono Barnaba per vedere cosa avevano combinato ad Antiochia quei fratelli che provenivano da Cipro.
Barnaba, tra l'altro, forse li conosceva essendo anche lui proveniente da Cipro.
"Quando questi giunse e vide la grazia di Dio, si rallegrò ed esortava tutti a restare, con cuore risoluto, fedeli al Signore, da uomo virtuoso qual era e pieno di Spirito Santo e di fede. E una folla considerevole fu aggiunta al Signore. Bàrnaba poi partì alla volta di Tarso per cercare Saulo: lo trovò e lo condusse ad Antiòchia." (Atti 11,23-26)
A Barnaba venne evidentemente l'ispirazione di avere manforte e d'utilizzare Paolo, infatti, il suo racconto della conversione sarebbe potuto risultare altamente efficace.
Paolo, infatti, com'è noto convertitosi e battezzato da Anania verso il 36 d.C., era forzatamente dormiente a Tarso forse proprio perché là era fuori mano rispetto ai risentimenti dei giudei.
Fu così che Barnaba e Paolo "Rimasero insieme un anno intero in quella Chiesa e istruirono molta gente. Ad Antiòchia per la prima volta i discepoli furono chiamati cristiani." (Atti 11,25)
Tale situazione che costituì una svolta fondamentale per lo sviluppo del cristianesimo.
Là per la prima volta fu sancito un distacco dal giudaismo con conversioni di pagani, perché la comunità giudea di Antiochia leggeva la Bibbia in greco, come afferma Giuseppe Flavio in Guerra Giudaica VII,45, onde anche molti pagani venivano ad ascoltare.
Questi poi da Barnaba e Paolo nelle stesse sinagoghe ricevettero l'annuncio della morte e risurrezione di Cristo.
Siamo verso al 40 d.C..
Dopo ciò Barnaba e Saulo furono incaricati di portare il risultato di una colletta che avevano fatto per i fratelli di Gerusalemme.
Quando Paolo e Barnaba, parente del giovane Marco, rifurono a Gerusalemme da Antiochia, forse nel 42 d. C., e a questo punto riappare il giovane Marco che ormai avrà avuto 20-22 anni, infatti: "Intanto la parola di Dio cresceva e si diffondeva. Bàrnaba e Saulo poi, compiuto il loro servizio a Gerusalemme, tornarono prendendo con sé Giovanni, detto Marco." (Atti 12,24s)
Tornarono Paolo e Barnaba dagli Apostoli e in quella casa Marco - Giovanni avrà ascoltato i loro racconti e quando tornarono là ad Antiochia, forse proprio per invito del cugino Barnaba, Marco li accompagnò.
Il libro degli Atti al capitolo 13 precisa che ormai Paolo e Barnaba furono considerati incardinati in quella comunità e furono inviati in missione come catechisti itineranti e per aiutante si portarono Giovanni - Marco il cugino di Barnaba: "Mentre essi stavano celebrando il culto del Signore e digiunando, lo Spirito Santo disse: Riservate per me Bàrnaba e Saulo per l'opera alla quale li ho chiamati. Allora, dopo aver digiunato e pregato, imposero loro le mani e li congedarono. Essi dunque, inviati dallo Spirito Santo, scesero a Selèucia e di qui salparono per Cipro. Giunti a Salamina, cominciarono ad annunciare la parola di Dio nelle sinagoghe dei Giudei, avendo con sé anche Giovanni come aiutante. Attraversata tutta l'isola fino a Pafo." (Atti 13,2-6)


Accade un fatto strano e non spiegato.
Dopo aver operato nell'isola di Cipro, in modo inatteso Marco non prosegue il viaggio, (siamo attorno al 43 d.C.) infatti: "Salpati da Pafo, Paolo e i suoi compagni giunsero a Perge, in Panfìlia. Ma Giovanni si separò da loro e ritornò a Gerusalemme." (Atti 13,13)
Non si conoscono i motivi di tale rientro.
Deve però essere stato un motivo serio.
Il cugino Barnaba non si oppose, forse coinvolgeva anche qualche fatto familiare.
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