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RACCONTI A SFONDO BIBLICO...

 
LA VIA
E IL DISCEPOLO COL LENZUOLO

di Alessandro Conti Puorger
 

    parti precedenti:

PRIMA PARTE: LA SORGENTE DELLA VIA - IL NUOVO EDEN »
LA SORGENTE DELLA VIA - IL DISCEPOLO CHE GESÙ AMAVA »
LA SORGENTE DELLA VIA - LA QUESTIONE DEL CENACOLO »
LA SORGENTE DELLA VIA - IL GIOVANETTO DEL LENZUOLO »
LA SORGENTE DELLA VIA - MARCO DISCEPOLO ITINERANTE »
LA SORGENTE DELLA VIA - RIPRESA DELL'ITINERANZA DA PARTE DI MARCO »
LA SORGENTE DELLA VIA - MARCO RICONOSCIUTO OTTIMO DA TUTTI »

SECONDA PARTE: IL DISCEPOLO COL LENZUOLO
LA SALA AL PIANO SUPERIORE

Erano già dieci anni che Erode il grande aveva iniziato ad ampliare ed abbellire il Tempio di Gerusalemme e l'architetto Giuseppe di Betlemme aveva avuto degli incarichi per certi rivestimenti in legno pregiato.
Giuseppe, allora quasi trentenne, era, infatti, un architetto che sapeva trattare bene costruzioni in legname e metallo ed in quel tempo era ricercatissimo, come del resto tutti gli artigiani specializzati.
Un amico e parente di Betlemme aveva una bella casa sul "Monte Sion" in un posto importante adiacente al mausoleo di David nella parte sud del colle occidentale di Gerusalemme, nella parte detta "della città alta".
L'aveva di recente ampliata su progetto di Giuseppe e gli dava ospitalità mentre curava anche quel lavoro.
Era quella una famiglia con tante relazioni d'affari.
Il proprietario desiderava che la casa fosse accogliente per goderla con la sua numerosa famiglia e per accogliere degnamente parenti e amici nelle feste rituali quando salivano a Gerusalemme i pellegrini tra cui c'erano parenti, amici, soci d'affari e persone importanti con cui relazionarsi.
Al piano superiore avevano così realizzato una grande sala rettangolare di 24x16 cubiti, con due colonne centrali e con finestre che consentivano la vista panoramica della città, soprattutto del Tempio, verso nord est.
Giuseppe aveva previsto un bel pavimento in marmo e un rivestimento in legno di cedro delle pareti e del soffitto.
Erano, infatti, venute a Gerusalemme grosse forniture di legname di cedro dal Libano per il Tempio e si poteva trovare materiale pregiato a prezzo conveniente.
Nell'anno Giuseppe avrebbe compiuto 30 anni, perché nato proprio nello stesso anno che iniziò a regnare Erode.
La sala era luminosa e nel contempo austera, venuta proprio secondo i desideri del committente e dell'esecutore.
Era proprio una sala che ricordava il giardino dell'Eden con tralci d'uva in bronzo a decorazione dalle lesene che sporgevano dal rivestimento e sui capitelli delle colonne.
Per questo lavoro Giuseppe con un impegno di due giorni alla settimana, aiutato da alcuni garzoni del padrone di casa, portò a termine quel lavoro in 40 settimane e la sala riuscì ad essere inaugurata in occasione della festa di Pesach.
Fu in quella occasione che incontrò Maria una fanciulla quindicenne bellissima, cugina della moglie di un levita che aveva festeggiato con loro quel Pesach.
Maria era provvisoriamente a casa di questi, anziani e senza figli, che vivevano a Ein Karim, 8 Km da Gerusalemme, in quanto Maria a 13 anni era uscita dal Tempio a cui era stata votata dal momento della nascita.
Fu così che s'accese una scintilla tra Giuseppe e Maria, coltivata per tutto l'anno seguente, perché Giuseppe cercava per lavoro e con altri motivo di andarli a salutare a Ain Karim più o meno ogni mese.
E l'anno dopo si rincontrarono in quella sala ancora per Pesach.
Fu in tale occasione che, con Maria consenziente, si fidanzò con lei in presenza dei parenti ed annunciò che sarebbe dovuto partire per la Galilea per importanti lavori che gli avevano commissionato al porto e alla sinagoga di Cafarnao.
Nel frattempo Maria sarebbe stata in sua custodia a Nazaret, un paese non lontana da Cafarnao.
Là c'era la vedova di un levita che conosceva Zaccaria e Giuseppe, che avrebbe accolto Maria durante l'anno prima del matrimonio.
Fu così che partirono con la benedizione di tutti.

Quella sala al piano superiore di quella casa a Gerusalemme rimase loro nel cuore, ma non poterono tornarci che 13 anni dopo quando Gesù aveva 12 anni e vi celebrarono la Pasqua.
In quel anno il parente, il padrone di quella casa morì.
Maria la madre di Gesù aveva allora 37 anni, Gesù ne aveva 20 anni, e Giuseppe 55.
La casa era passata al figlio che aveva allora 18 anni, che espresse il desiderio che quella santa famiglia, che suo padre tanto amava, venisse tutti gli anni e la considerasse la casa propria.
E fu così.
Grande fu la festa l'anno in cui il padrone di quella casa si sposò, anche lui con una Maria di una famiglia di leviti.
Vennero anche i parenti di lei che provenivano da Cipro, in particolare la sorella col marito e il giovane figlio che si chiamava Giuseppe come il padre di Gesù.

Negli anni successivi Gesù cominciò a frequentare da solo quella casa, perché Giuseppe per problemi alle gambe non poteva muoversi agevolmente per il pellegrinaggio; infatti, alcuni anni dopo morì e da allora Gesù portava con sé in viaggio la madre.
Nello stesso anno che era morto Giuseppe, Gesù aveva 25 anni, nel mese di Nisan, alla luna nuova di primavera nacque il primogenito al padrone di quella casa.
I genitori gli misero nome Giovanni, ma essendo la famiglia anche in grandi relazioni fuori Israele lo soprannominarono Marco, perché i romani chiamano Martius quel mese.
Maria, la madre di Giovanni era proprietaria di un piccolo podere sul Monte detto degli Ulivi.
C'era un frantoio e un casa di campagna davanti ad una grotta.
Là, durante la settimana di Pesach, essendo a distanza consentita nel giorno di sabato, fecero la festa della circoncisione e invitarono amici e parenti, anche quelli di Cipro.
Fu così che Gesù conobbe Giuseppe il nipote di Maria la madre di Giovanni - Marco, proprietario di un terreno vicino a quello di Maria.
Da quel giorno Giuseppe di Cipro fu chiamato Barnaba "figlio dell'oracolo" quando disse, proprio per festeggiare il cugino Marco: "Questi farà grandi cose per il Regno dei cieli" e tutti, anche Gesù, dissero Amen.

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