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SAN GIUSEPPE...

 
I SOGNI NELLA TORAH E IL MIO SOGNO

di Alessandro Conti Puorger
 
 

SOGNI, PARLIAMONE!
M'è capitato spesso di svegliarmi a metà della notte dopo 4-5 ore di sonno con la netta sensazione di non poter al momento più dormire e, alzatomi, mi sono messo a lavorare con risultati che considero ottimi.
Torno dopo un paio d'ore a letto a dormire ed è allora che mi coglie un vero sonno ristoratore, rilassante e pieno di sogni.
Quelle ore intermedie da sveglio, con le successive prime ore del mattino, le dedico a quello che definisco il mio "hobby", la decriptazione e la ricerca in campo biblico (che riporto qui nel mio sito).
Così facendo ho sperimentato che "il mattino ha l'oro in bocca", in quanto le idee che considero più preziose sono nate in tali occasioni.
Ciò m'ha portato a valutare il sonno ed i suoi frutti, i sogni, che evidentemente non sono scollegati dalla vita e dai pensieri giornalieri.
Ho compreso che il sonno e i suoi derivati sono una dimensione da approfondire e da recuperare, il che mi ha spinto a fare un punto su ciò che penso al riguardo ed a fare un giro d'orizzonte nel campo ebraico e cristiano sulla dimensione onirica che, guarda caso, fu una fase importante nell'ambito della ricerca biblica ebraica nel medioevo, tramite la Qabbalah.
Tale tema è quindi collegabile in un certo modo a quanto ho considerato in:
Un uomo, digiuno di Bibbia, che volesse avvicinarsi a questa grande opera, trovandosi proprio agli inizi davanti al testo della Torah o Pentateuco, ineluttabilmente s'imbatterebbe con tanti passi in cui fatti importanti, basilari per la vita dell'uomo, avvengono nel sonno, ove, tramite sogni Dio stesso gli parla.
Di sogni e visioni notturne e costellato l'intero testo e molte illuminazioni avvengono di notte.
Si pensi solo al fatto che "...il Signore Dio fece scendere un torpore sull'uomo, che si addormentò; gli tolse una delle costole e rinchiuse la carne al suo posto. Il Signore Dio plasmò con la costola, che aveva tolta all'uomo, una donna e la condusse all'uomo." (Genesi 2,21s)
Ciò può essere motivo di scandalo per chi rifugge da fantasie non dimostrabili e considera i sogni eventi da prendere con le molle perché ritiene di stare coi piedi per terra ed a discernere tra realtà e fantasia visto che le sue poche, ma ritenute salde certezze, vogliono basarsi solo su fondamenti oggettivi e ripetibili.
Quel tale tenderà così a minimizzare e a chiudere il Libro, allontanandosi, come i saggi e filosofi da Paolo che parlava di risurrezione ad Atene nell'areopago, dicendo: "Ti sentiremo su questo un'altra volta". (Atti 17,32)
Poi, purtroppo, quel tale si domanderà perché molti lo trovano interessante e perverrà a convincimenti di poca assennatezza per i tanti studiosi che l'hanno approfondita.
Il più tetragono degli uomini, eppure, pur se vuol rimanere con i piedi per terra, passa solo 2/3 della sua vita da sveglio e 1/3 del suo tempo dormendo.
Anche lui, pur se ostico alle fantasie, sia pure involontariamente, sogna ineluttabilmente ed il sogno gli occupa, in genere, un'ora e mezza delle 8 ore in cui dorme.
Si è quello che si è non solo perché da sveglio si fa, si pensa e si opera in un certo modo, ma anche perché i sogni e le fantasie notturne interferiscono col proprio io agendo sul carattere in modo non evidente, ma subliminale.
Ogni uomo, così, vive in due mondi, quello da sveglio e quello del sogno, anche se alcuni... paiono vivere sognando pure da svegli e sono ritenuti pazzi o... diversamente dotati.
Non sapremo mai, però, quanta influenza hanno i sogni nella vita di un uomo, ma è certo, migliorano la sua qualità di vita.
I brutti o bei-buoni sogni esercitano comunque in qualche modo un influsso negativo o positivo sulla vita del sognatore; si pensi, ad esempio, ad un condannato all'ergastolo, se non avesse la libertà del sogno in cui avvicina amici, amori, i cari morti, sottraendosi così ai condizionamenti del tempo e dello spazio, sarebbe un prigioniero totale, eppure, di fatto, non lo è perché ha una valvola di sfogo.
La dimensione onirica ha avuto grande peso nell'uomo.
È, questa, una dimensione fondamentale di gran rilevanza nella formazione del fanciullo e, del pari, è stata formativa nella fanciullezza delle civiltà, infatti, piene di miti e racconti fantastici.
La dimensione onirica, è mia opinione, ha contribuito all'elaborazione di concetti complessi ed assoluti come estrapolazione delle cose e degli avvenimenti che cadono sotto i sensi giornalmente, ma non tangibili, come il bello, il buono, l'eterno, la pace, la serenità e, potrei continuare, con lo stesso concetto di Dio, concetti tutti assoluti, a cui tende l'uomo per soddisfare la sete esistenziale.
Da svegli, di fatto, viviamo in un "sogno", perché in pratica crediamo che solo ciò che vediamo, tocchiamo, sentiamo, percepiamo, esista.
Il credente dalle Sacre Scritture è invece educato a comprendere che vi sono realtà che non si percepiscono in questo mondo, ma che sono vere e forse più reali e crede che alcuni sogni possono anche portare a mondi più concreti di quello in cui vive per farlo riunire alla propria origine spirituale.
In fase di normale coscienza il soggetto mentalmente può avere delle premonizioni, quasi forme di telepatia, e queste sono o rapide e sintetiche valutazioni della realtà o anche solo coincidenze.
Una classificazione ed elaborazione degli indizi della realtà forniti dai sensi, necessarie per pervenire a conclusioni più o meno logiche, dalla mente sono, in genere, elaborate in tempi lunghi.
Il detto, "è bene ripensarci sopra" e lasciare così che passi almeno una nottata per avere al mattino idee più chiare è una realtà che tutti sperimentano.
Quanti problemi e soluzioni che preoccupano la sera divengono chiari e possibili al mattino successivo avendoci dormito su!
Mentre il corpo dorme, l'anima dell'uomo è in grado di recarsi in tutti i luoghi diceva Ippocrate.
Il nostro spirito, durante la veglia è nel corpo come in una prigione, ma già gli antichi ritenevano che nel riposo del sonno lo spirito fosse libero e potesse comunicare col soprannaturale e ricevere soluzioni che la mente nella veglia non consegue, rivelabili con giuste chiavi di lettura tanto da far pensare che si possa prevedere il futuro.
Nel sogno è come se la mente sia potenziata; come ad esempio, che un normale giocatore di scacchi che da sveglio prevede fino alla quarta mossa, nel sogno vede fino alla ottava, in quanto il sogno potenzia la sensibilità e capta segni premonitori che parevano sfuggiti o poco valutati da svegli.
Per comprendere visioni e sogni si formò la "oniromanzia"; ossia, divinazione - "manzia", attraverso i sogni - "oniro".
Le civiltà antiche, sumeriche, mesopotamiche ed egizia, davano grande importanza ai sogni, perché ritenevano che durante il sonno poteva accadere che la divinità apparisse, parlasse e desse consigli.
Pare che un egittologo abbia ritrovato l'invocazione che pronunciavano ai tempi di Mosè i faraoni per ricordare le visioni e i sogni notturni: O Dio Unico, Creatore dell'Universo! Senza Te nulla esiste. Fondamento di ogni forma di Vita, di ogni movimento. Padre, Madre di tutti gli umani, vengo a Te per implorare il Tuo aiuto. Permettimi di unire il mio pensiero al pensiero degli spiriti superiori affinché la Luce perpetua illumini con la sua chiarezza la mia Coscienza. Gloria al Creatore!
Questa preghiera metteva, secondo loro, in moto il proprio "Angelo" che è un'energia intelligente, cosciente, sublime, al servizio dell'uomo in comunicazione con Dio che, secondo l'intensità dell'intenzione, agirà per manifestarla.

I presagi, poi, erano da interpretare da parte di sacerdoti o da indovini che, spesso, in appositi ambienti dei templi, provocavano il dormire con sostanze allucinogene.
La veglia e il sonno, comunque, in termini scientifici sono processi fisiologici che coinvolgono più componenti del sistema nervoso centrale ed autonomo.
Nel sonno, rispetto alla veglia, si ha una sospensione dello stato di coscienza e di volontà, un rallentamento di funzioni neurovegetative e l'interruzione parziale dei rapporti senso motori che sono necessari per il ristoro dell'organismo.
Col sonno s'erge una barriera fragile e reversibile col mondo esterno e si mettono in moto complessi cambiamenti a livello cerebrale.
In tale ambito s'esplica, infatti, una attività significativa in cui automaticamente s'innesca una revisione della memoria giornaliera, l'accumulo delle sensazioni costituenti il "ricordo", il riordino delle impressioni e delle informazioni con quelle precedenti e si mette in moto un processo di deduzione e razionalizzazione degli stesse, capace d'estrarre nessi e tendenze che poi diverranno concreti e così i sogni non sono altro che anticipate avvisaglie di quel processo.
Come fenomeno legato al sonno, infatti, si verificano i sogni caratterizzati dalla percezione d'immagini e suoni apparentemente reali.
Il sonno in alcuni spazi intervallati diviene più profondo ed è come se, mentre sogniamo, fossimo svegli altrove ed evidentemente accade che aspirazioni, desideri, emozioni e quanto altro sono elaborati senza controllo della volontà e producono veri film più o meno brevi, ma anche con intensi colori, con personaggi e oggetti più svariati e immaginifici.
L'unico indizio che all'esterno altri possono notare sono movimenti oculari veloci detti REM "rapid eye movements".
Gli stessi animali sognano.
Questa è esperienza comune di chi ha animali domestici; infatti, anche loro nel dormire possono presentare movimenti oculari e i loro elettroencefalogrammi, in alcune fasi, hanno onde lunghe come quelle umane durante i sogni.
È certo così che hanno una memoria che elabora sogni come nell'uomo, sia pure con le dovute differenze di potenzialità intellettive, che in qualche grado comunque sussistono a seconda le specie.
I sogni, sono messaggi del subconscio, la parte più intuitiva e sensitiva dell'individuo, impediti nel giorno dall'attività razionale dell'apparato neurologico impegnato più ad affrontare ed a dare risposte rapide alla captata realtà che a produrre una completa elaborazione dei dati.
Ho trovato che il Santo Agostino d'Ippona parlando dei tempi diceva che "...non esistono il passato, il presente e il futuro, bensì soltanto tre presenti: il presente del passato, il presente del presente, il presente del futuro".
Ora nel sogno paiono viversi come in un mondo nuovo tutti e tre i presenti assieme e ne viene una sintesi.
Nessun uomo conosce se stesso e ciò che traspare della personalità dell'individuo è solo parte marginale del proprio essere che è molto più complesso.
personalità dell'individuo È come un iceberg la cui parte emersa - l'io immagine, l'io facciata - è solo una minima parte, ma il più è sotto la linea di galleggiamento, cioè sommerso.
Questa altra parte tende a correlarsi con quella che chiamiamo "reale" di superficie, ma il reale è solo come ci immaginiamo e come ci vedono più o meno gli altri e proprio l'interfaccia tra queste due parti, l'io sommerso e vero in formazione e l'io facciata, è il sogno, una specie di "stargate", una porta sull'abisso del nostro essere.
A questo punto, due sono le possibilità:
  • l'iceberg è finito, cioè la sua parte immersa è limitata;
  • o indefinito, tendente all'infinito.
Nel secondo modo si presenta l'ipotesi di un collegamento, più o meno permeabile, con un Essere infinito che conosce tutto di noi, e con i suoi angeli, gli ambasciatori che invia, ma noi non conosciamo pressoché nulla di Lui.
Ecco che chi riceve un sogno nel raccontarlo, è anche lui ambasciatore, voce di un mondo nascosto e chi l'ascolta può cogliere anche lui gli eventuali benefici.
Si va così alla radice dell'io ed eventualmente dell'anima, umana e... animale.
Non intendo qui affrontare tale argomento, ma è indubbio che la natura, e per chi crede in Dio, il Creatore, ha prodotto una selezione che ha favorito l'uomo.
Indipendentemente da questioni astrologiche o magiche, chi crede in Dio ritiene che in sé vi sia una scintilla divina, quindi, in qualche modo è in contatto col proprio Creatore, e quella scintilla è prossima al proprio io profondo che può anche venire in superficie in momenti speciali.
Ecco che c'è margine per considerare i sogni anche quali il presentarsi di messaggeri di Dio che parlano e suggeriscono risposte a problemi esistenziali importanti.
Si pensi ad esempio a San Giuseppe, angosciato per la fidanzata che amava trovata in stato di gravidanza da parte dello "Spirito Santo"!
La sua vita era ad un bivio, aveva fatto tanti e bei progetti, ma tutto gli pareva svanire, quindi, sarà stato agitato tutto il giorno precedente dubbioso sulla decisione d'adottare, ma nella notte il sogno chiarificatore, e lui al mattino "fece" come aveva chiaramente compreso, "obbedì" al sogno, gli dette fede, eppure non era uno sconsiderato, era un "tecton", architetto, ingegnere, costruttore, abile a lavorare i vari materiali, uomo abituato a stare con i piedi per terra.
Col suo si inserì il figlio di Dio e di Maria nella discendenza davidica.
Il sogno di Dio, esplicitato nelle Sacre Scritture, divenuto sogno di Giuseppe, da lui accolto ha portato alla fede cristiana a cui ha aderito una moltitudine veramente significativa dell'umanità... i frutti di un sogno!?
I sogni sarebbero allora canali di comunicazione con questa parte interiore o, viceversa, un modo dell'io profondo di comunicare con il nostro io cosciente.
È nata così l'idea di possibilità di precognizione, vista futuro o seconda vista, percezioni extrasensoriali che coinvolgono le percezioni pseudo visiva e auditiva, fenomeni che si verificano in fase REM effetti del sogno nel sonno.
Senza chiamare in gioco il soprannaturale, queste sono da considerare deduzioni veritiere o alterate della ragione dopo che nei processi di reset notturni la stessa ha scandagliando l'esperienze avute.
Sono però da comprendere in quanto hanno forme criptiche e s'esprimono con simbolismi non sempre immediati.
Certo è che il credere nell'esistenza di Dio indipendentemente o meno dalla sua esistenza effettiva, può però influire a far pervenire l'individuo in modo latente e non cosciente a conclusioni diverse dai fatti che la mente nel sonno valuta.
L'ateo potrà dirà che ciò è l'effetto placebo dell'idea di Dio, ma è chiaro che comunque l'idea di Dio influisce anche sull'ateo stesso, perché per rifiutarla ci avrà pensato e ciò in qualche modo avrà avuto i suoi effetti incontrollati presentandosi con allegorie diverse nei suoi sogni.
Vi sono poi le predizioni, ottenute deliberatamente con l'assunzione di droghe in grado di consentire il contatto con forze "sovrannaturali" in uno stato di alterazione di coscienza o con l'adozione di tecniche d'interpretazione, da prendere effettivamente tutte con le molle.
S'entra poi nettamente nel campo spirituale quando si parla di profezia che, ovviamente per chi crede, è rivelazione proveniente da divinità, cioè una divinazione ispirata.
Le precognizioni e le profezie non sono accettate dalla scienza tradizionale, perché eventi non replicabili e non provati che vanno contro i principi della scienza stessa, in quanto un effetto non può verificarsi prima della sua causa.

Dopo questa introduzione, situato l'argomento posso ora avvicinarmi al tema che m'interessava che è esaminare perché vi sono tanti sogni nella Torah.
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