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SOGNARE E SONNO CON LE LETTERE EBRAICHE
Facendo la ricerca di quante volte c'è "sogno, sognatore, sogni, sognare" e simili nell'Antico Testamento si trovano ben 110 citazioni, contro solo 8 nel Nuovo Testamento.
Il termine sognare in ebraico deriva dal radicale
che ha due significati:
- "essere forte ed essere gagliardo";
- "sognare" da cui il denominativo sogno "chalom"
o
.
Le lettere ebraiche, che sono portatrici di significati grafici quali icone che forniscono concetti per immagini, con i significati che sono intrinseci alla loro espressività grafica che ho definiti in "Parlano le lettere" e visualizzabili nelle schede delle stesse, qui a destra nelle pagine del sito, sono in grado di chiarire "l'essere forte ed essere gagliardo" in quanto suggeriscono "racchiudere
potente
vitalità
".
Quando l'uomo si lascia andare e non esercita più la propria volontà nel sonno alcune volte avviene che nel sogno finalmente... può ascoltare.
Il radicale
,
infatti, è relativo all'essere fiacco, ammalarsi, quindi in "chalom" c'è il senso che se pur fiacchi si vive ed è questo il senso del sonno del dormire e dei sogni indotti da questo!
Pare cogliersi un pensiero del genere nell'episodio di Lazzaro quando Gesù informò che: "Il nostro amico Lazzaro s'è addormentato; ma io vado a svegliarlo. Gli dissero allora i discepoli: Signore, se s'è addormentato, guarirà. Gesù parlava della morte di lui, essi invece pensarono che si riferisse al riposo del sonno." (Giovanni 11,11-13)
Che il sognare porti ad essere forti è idea legata evidentemente all'esperienza che una buona dormita comporta in genere i sogni e se questi vi sono vuol dire che s'è dormito profondamente con effetto di ristoro per il corpo e non solo.
Nell'idea di sogno
o
,
pure con le lettere, c'è anche che:
- sono un qualcosa che va compreso, "nascondono
un perché
(un "lemmah"
)";
- sono un modo con cui ci parla Dio, "di nascosto
il Potente
si porta
al vivente
".
Giuseppe è il "sognatore" (vedi Genesi 37,19), è il "chalomot"
che:
- "dei sogno
porta
i segni-indicazione
";
- "del nascosto
perché
()
porta
l'indicazione
".
Tra sogno "chalom"
e pace "shalom"
c'è grande affinità, cambia la prima lettera, la differenza è che nel sogno solo di "nascosto
col Potente
si vive
",
ma nella pace si è proprio "nella luce
del Potente
a vivere
".
La differenza numerica tra i due termini "chalom"
e pace "shalom"
è quindi determinata solo da quella tra il valore di
= 300 e di
= 8, da cui si ottiene un 292 che corrisponde a vari pensieri:
-
(10+200+80+2), cioè "per
un frutto
";
- ,
cioè "dentro
guarisce
()
l'essere
".
Il che conferma l'idea che coi sogni sono dati aiuti per fare frutto nella vita e per guarire il nostro essere e passare così dal sogno alla pace vera.
Altra parola ebraica importante è sonno e dormire, dal radicale
da cui sonno "iashen e shenah"
e "svegliatosi dal sonno" è
"iqaz mishennat", cioè alla fine del dormire e il dormire "shenat"
ove si scorgono le lettere di un altro radicale
relative al "ripetere, reiterare, tornare a fare una cosa", ma anche di "mutarsi, essere differente, cambiare sentimento", quindi, in forma riflessiva, di rinnovarsi, tanto che "anno" è "shanah"
vale a dire "che si rinnova".
È così nel concetto ebraico del "dormire"
"è
un rinnovo
()",
l'idea di un rinnovarsi
(
=
)
e tale rinnovarsi è inteso sia in senso fisico che intimo e spirituale, finché esplode nel fare, nell'azione, ossia da energia per agire.
Agire, fare, in ebraico è
e se s'aggiunge una lettera "nun"
finale si ottiene
e questo è il radicale di fumare e da luogo alla parola fumante "a'shen" e fumo "a'shan" sempre con le stesse lettere
ma appunto con diversa vocalizzazione e fa pensare all'avviso di un'azione di rinnovamento.
Fumante è anche la zona di Sodoma e Gomorra (Sapienza 10,7) ove Dio operò un rinnovamento e fumante era il forno che, nel torpore, cioè dormendo, Abramo vide passare tra gli animali divisi (Genesi 15,17).
Come Abramo vide Dio nel, sogno del pari Mosè stette sul monte 40 giorni e 40 notti, il che evoca anche la dimensione sonno e sogno, e in tale occasione si preparava egualmente un importante rinnovamento, perciò il popolo di Abramo vide anche lui come una fiaccola, "Il monte Sinai era tutto fumante, perché su di esso era sceso il Signore nel fuoco e il suo fumo saliva come il fumo di una fornace: tutto il monte tremava molto." (Esodo 19,17 e 20,18).
L'autore forse ci vuol dire che da processi intimi provocati da Dio nell'uomo vi sono state risposte nel concreto.