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SAN GIUSEPPE...
EL SHADDAI, IL PETTO GENEROSO E SAN GIUSEPPE, IL NUTRIZIO
di Alessandro Conti Puorger
IL DIO NUTRIZIO
Ho preso per patrono e per intercessore il glorioso San Giuseppe e sono particolarmente affezionato alla figura del "fedele nutrizio e custode" della Sacra famiglia, padre putativo di Gesù e sposo della vergine Maria.
Il mio pensiero corre spesso a questo grande santo nascosto, ma importantissimo che nella Famiglia di Nazaret in modo silenzioso, ma efficace ha fatto le veci di Dio Padre ed è Patrono della Chiesa Universale (8 Dicembre 1870, Pio IX, con Decreto "Quemadmodum Deus").
Al riguardo n'è prova la rubrica "San Giuseppe" in cui ho già inserito vari miei articoli che lo riguardano in qualche modo.
Ho avuto però ora l'impulso d'interrogarmi su quale aspetto di Dio Padre, tra tutti i nomi e i titoli che Questi ha ricevuto negli scritti dell'Antico Testamento, fosse il più consono da avvicinare alla figura di San Giuseppe.
Al riguardo, in primis è da considerare che su San Giuseppe, nel n° 2 dell'Opera "Discorsi" di San Bernardino da Siena (Massa Marittima 1380 - L'Aquila 1444, sacerdote dell'Ordine dei Frati Minori) si traggono questi preziosi pensieri e considerazioni.
"Regola generale di tutte le grazie singolari partecipate a una creatura ragionevole è che quando la condiscendenza divina sceglie qualcuno per una grazia singolare o per uno stato sublime, concede alla persona così scelta tutti i carismi che le sono necessari per il suo ufficio. Naturalmente essi portano anche onore al prescelto. Ecco quanto si è avverato soprattutto nel grande san Giuseppe, padre putativo del Signore Gesù Cristo e vero sposo della regina del mondo e signora degli angeli. Egli fu scelto dall'eterno Padre come fedele nutrizio e custode dei suoi principali tesori, il Figlio suo e la sua sposa, e assolse questo incarico con la più grande assiduità. Perciò il Signore gli dice: Servo buono e fedele, entra nella gioia del tuo Signore (Matteo 25,21). Se poni san Giuseppe dinanzi a tutta la Chiesa di Cristo, egli è l'uomo eletto e singolare, per mezzo del quale e sotto il quale Cristo fu introdotto nel mondo in modo ordinato e onesto. Se dunque tutta la santa Chiesa è debitrice alla Vergine Madre, perché fu stimata degna di ricevere Cristo per mezzo di lei, così in verità dopo di lei deve a Giuseppe una speciale riconoscenza e riverenza. Infatti egli segna la conclusione dell'Antico Testamento e in lui i grandi patriarchi e i profeti conseguono il frutto promesso. Invero egli solo poté godere della presenza fisica di colui che la divina condiscendenza aveva loro promesso. Certamente Cristo non gli ha negato in cielo quella familiarità, quella riverenza e altissima dignità che gli ha mostrato mentre viveva fra gli uomini, come figlio a suo padre, ma anzi l'ha portata al massimo della perfezione..."
San Bernardino sottolinea proprio l'aspetto di fedele nutrizio e custode, protettore di Gesù bambino - fanciullo - adolescente, pedagogo, illuminato nelle funzioni di sposo e di padre da particolari grazie di Dio.
Ciò ha colpito in passato i pensieri dei padri e del popolo di Dio tanto che finalmente, anche se tardivamente, la Chiesa sentì la necessità d'affermarlo in modo esplicito.
Pio XI, infatti:
- nell'allocuzione del 21 aprile 1926 ha insegnato come il titolo di patrono della Chiesa appartenesse a S. Giuseppe già dal tempo in cui era Capo della S. Famiglia.
- nell'allocuzione del 19 marzo 1928 ha sostenuto la superiorità di S. Giuseppe su S. Giovanni Battista e S. Pietro.
- nell'allocuzione del 19 marzo 1935 mostrò la connessione di S. Giuseppe con l'Unione Ipostatica, da cui deriva la sua potenza d'intercessore.
- nell'Enciclica "Divini Redemptoris" del 19 marzo 1937 propose S. Giuseppe come modello e patrono degli operai.
- nell'allocuzione del 19 marzo 1938 estese all'intercessione di S. Giuseppe il titolo di "onnipotente".
Quindi intercessore onnipotente nei riguardi del figlio, perché se riterrà di presentargli una richiesta che ha valutato opportuna il figlio non gliela negherà.
Ora "Onnipotente" è la qualità di Dio che l'Antico Testamento in ebraico indica come "Shaddai", perciò è da sondare a pieno tale aspetto.
Da qui questo studio - meditazione.
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